La parabola artistica di Luigi Santucci (1918-1999) attraversa tutto il Novecento, segnandolo con una ricerca singolare e controcorrente rispetto ai percorsi più battuti. Autore prolifico, che ha spaziato dalla letteratura per l’infanzia al romanzo, dal teatro alla poesia e alla saggistica, Santucci ha confidato in varie occasioni che all’origine della sua vocazione letteraria si trova la particolare fascinazione ricevuta dalla Scrittura: “E’ stata la Parola il mio primo amore”. Nato e cresciuto nella vivacissima Milano, studente del Liceo classico dei padri gesuiti della sua città, quello di Santucci è, a tutti gli effetti, lo sguardo di un fanciullo: “Penso che la mia vocazione di scrittore nasca dal bisogno di lodare, nel senso in cui ci ammaestrò Francesco d’Assisi. Scrivo per lodare le cose che amo: luoghi, animali, stagioni del tempo e dell’uomo. Scrivo infine ‘per riconoscenza’, quasi per sdebitarmi e anche per innamorarmi ancora di più”.
Queste meditazioni sono state raccolte non già allo scopo di esaltare le grandi opere compiute dai Santi del Carmelo, bensì per dire quell'intuizione spirituale circa il mistero di Dio e del Regno, che precede sempre l'annuncio e la predicazione. Ecco perché la mistica è centrale nella vita del Carmelo. Ecco perché il Carmelo è in totale comunione con Maria e con la Chiesa. Ed ecco perché, pur sembrando paradossale in un confronto con la "piccolezza" e l'umiltà professate (in primis dai suoi Dottori della Chiesa), gli calza perfettamente la celebre affermazione di Thomas Merton: "Non c'è membro della Chiesa che non debba qualcosa al Carmelo".
Il centro del volume è costituito da sei meravigliose poesie di Angelo Mundula, commentate e spiegate dai membri della Comunità di San Leolino di Panzano in Chianti. Una interessante presentazione di Carmelo Mezzasalma e un'antologia critica finale fanno da cornice a questo suggestivo libretto. Quella del viaggio, della migrazione e della strada, è una delle icone preferite per narrare l'anima nella sua complessità e dinamicità verso il mistero di Dio. Il viaggio, oltre tutto, rappresenta un autentico momento di verità, nel quale camminare è un esercizio che ha certo se stessi come obiettivo, ma è anche una tappa sempre spostata in avanti e nel quale, in realtà, è sempre tornare in un altrove. Nel caso di Angelo Mundula, l'altrove è proprio quel mistero del Dio cristiano che, incarnandosi, guida l'uomo, quindi anche il suo essere poeta, nell'interiorità dell'anima, per giungere un giorno nell'eternità dell'amore e della speranza. Il volume presenta una scelta delle sue poesie commentate dai fratelli della Comunità di San Leolino. Angelo Mundula ha pubblicato numerosi libri di poesia. Tra le sue opere in prosa, ricordiamo Tra letteratura e fede (Edizioni Feeria 1998), L`altra Sardegna (Spirali 2003). Ha collaborato con i maggiori giornali italiani, con "L`Osservatore Romano" e con importanti riviste. È presente in alcune prestigiose antologie italiane e in numerosi saggi. È tradotto in molti paesi europei.
Mettersi alla scuola del Concilio: si tratta di una vera e propria chiamata, di un appello che lo Spirito santo sta facendo risuonare con forza nel cuore della comunità cristiana, come forse mai in precedenza, per fare finalmente tesoro, al di là di distinzioni, polemiche o sfumature, di questo autentico dono di Dio alla sua Chiesa nel volgere della storia tra il secondo e il terzo millennio cristiano. E se facciamo nostra l'ormai famosa constatazione di Josef Doré secondo la quale, dopo il Vaticano II, "nulla sarà assolutamente più come prima", non è per tessere un elogio superficiale e perfino scontato di quell'evento, ma per collocarci nella giusta prospettiva grazie alla quale è possibile leggere e accogliere, oggi, il magistero conciliare. Tra i vari contributi di questo saggio, da sottolineare l'attenzione ad alcuni "frutti del Concilio", sotto il profilo di quelle istituzioni di vita consacrata che sono un segno eloquente della perenne "novità" e radicalità del Vangelo anche nel nostro tempo: l'esperienza della Comunità monastica di Bose; la personalità di don Giuseppe Dossetti, fondatore della Piccola Famiglia dell'Annunziata; il lavoro e la testimonianza del Centro Aletti, nato dalla geniale ispirazione del card. Tomás Spidlík sj. Inoltre, un saggio inedito del teologo J.W. O'Malley affronta il problema dell'umanesimo del Vaticano II.
In luce Christi è il motto episcopale del vescovo Luciano Giovannetti. In esso è come racchiuso un vero e proprio programma di vita e di missione: vivere, agire, perfino "sognare" in quella luce che Cristo dona a coloro che ascoltano la sua parola e la mettono in pratica. Una luce che rifulge nei nostri cuori, li illumina e li chiama alla comunione con Dio. Realizzato per testimoniare la memoria grata da parte di tanti per la vita e l'attività pastorale del vescovo Luciano in occasione del suo ottantesimo compleanno, questo volume è, a un tempo, uno strumento di documentazione, un contributo di studio e la voce dell'amicizia e della gratitudine. Nelle sue tre sezioni, esso raccoglie un'ampia selezione delle lettere pastorali che mons. Giovannetti ha indirizzato alla comunità ecclesiale fiesolana nei ventinove anni del suo ministero episcopale, una piccola antologia delle sue omelie, tre contributi di studio su tematiche spirituali ed ecclesiali, un'ampia raccolta di testimonianze sulla figura.
La figura di Italo Alighiero Chiusano (1926-1995), scrittore, autore di teatro, fine germanista e uomo di profonda fede, a quasi venti anni dalla morte, continua a interrogarci in tutta la sua ricchezza attraverso i contributi di alcuni dei più fini studiosi e conoscitori della sua opera, in una varietà di temi e di prospettive che mettono bene in luce l'attitudine di vera libertà intellettuale e di parresia cristiana che ha sempre caratterizzato gli interventi di Chiusano, non casualmente definito, da Vittorio Messori, un "cristiano a visiera alzata", così come la sua costante preoccupazione per una riforma della Chiesa che la riporti a un vero e coraggioso radicalismo evangelico, la sua singolare attenzione alla "questione ebraica" in letteratura, la sua stessa idea di letteratura e di grande letteratura. Nella speranza di riportare all'attenzione e, magari, alla lettura di tanti, un autore nella cui scrittura si intrecciano storia e attualità, cultura e spiritualità e dove emerge la luc ida coscienza di testimoniare il rapporto tra il visibile della vita e l'invisibile del mistero di Dio.
Le biografie, nella vita spirituale della Chiesa, sono state spesso un genere agiografico, consolatorio, in cui le figure di santità hanno sempre la risposta assoluta ed eroica in qualsiasi situazione. Tuttavia, in una diversa prospettiva, narrativa e capace di porsi in ascolto, a un tempo, della storia umana e delle ispirazioni di Dio, è possibile raccontare queste anime che sono state sopraffatte dalla certezza che Dio, e solo Dio, è santo. La narrazione di una biografia è, quindi, formatrice per eccellenza, anzi è pedagogia non solo all'umano, ma anche al cammino sul sentiero di Dio. Se il racconto educa alla vita e alla fede, una biografia come quella di Madre Maria degli Angeli, fondatrice delle Suore Carmelitane di S. Teresa di Torino, può educare noi tutti a divenire noi stessi "narrazione di fede", guardando a quel suo camminare sulle vie di Dio, attraverso tappe ricche di sorprese e di scoperte interiori assai affascinanti e anche dense di attualità: optare per il Vangelo, impegnarsi nelle vicissitudini della Chiesa e del mondo, fare gruppo e lavorare per il Regno di Dio. Non è forse tutto qui il racconto della vita di Madre Maria degli Angeli? Di fatto, è nel giardino del Carmelo che fiorirà anche la sua esperienza spirituale.
L`Anno della Fede, coincide con il 50° Anniversario del concilio Vaticano II (11 ottobre 1962), il grande evento della Chiesa nel mondo contemporaneo. Non si può ignorare quanto affermava il beato Giovanni XXIII, che proprio del Concilio ebbe l`intuizione profetica come di un respiro nuovo per la Chiesa, e cioè la centralità di Gesù Cristo: "Che è mai infatti un Concilio Ecumenico se non il rinnovarsi di questo incontro del volto di Gesù risorto, re glorioso e immortale, radiante per tutta la Chiesa, a salute, a letizia e splendore delle genti umane? È nella luce di questa apparizione che torna a buon proposito il Salmo antico: "Solleva su di noi la luce del tuo volto, o Signore! Tu hai posto letizia nel mio cuore"(Sal 4,7-8)". Di fatto, è solo l`umanità di Gesù, quale viene incontro a noi nelle narrazioni evangeliche, che non solo può guidarci in una appropriazione profonda del suo mistero, ma anche rivelarci il volto di quella nostra umanità che niente è in grado di fare tacere, fin dentro i nostri smarrimenti, convulsioni, ricerche disperate di una pienezza di senso.
Il libro è il frutto di un viaggio culturale fatto in Germania da un gruppo di amici (la Comunità di San Leolino). Ogni capitolo è il resoconto di una tappa geografica, culturale e spirituale in terra tedesca. Si passa da Rothenburg, città che evoca il grande passato medievale europeo; a Weimar, culla del romanticismo; a Buchenwald che, con il campo di concentramento, fu il teatro di una delle più terribili prove per il genere umano. Poi ancora lo splendore Barocco di Posdam, la meravigliosa Dresda, per finire al santuario mariano di Altotting, tanto caro a Benedetto XVI. In perfetto stile romantico, gli autori hanno compiuto un viaggio fuori e dentro sé stessi, alla ricerca di un`eredità spirituale: il contributo offerto dal popolo tedesco all`umanità in cerca del Divino.