Da trent’anni il Pranzo di Natale è un appuntamento ormai tradizionale. Attorno alla tavola imbandita nella Basilica di S. Maria in Trastevere a Roma nel 1982 si raccolse un piccolo gruppo di persone: giovani, anziani soli, senza fissa dimora insieme in un Natale di amicizia. Il Pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio a Roma è iniziato da una visione. Se ci si mette all'altezza dei poveri si scopre che Natale può diventare una maledizione, anziché una benedizione, per chi è solo. Da qui l’idea di ospitare il pranzo di una famiglia particolare in una delle più antiche Basiliche romane. Quell’idea da Roma ha raggiunto il mondo intero. La tavola imbandita in quell’anno si è estesa, ha raggiunto altre città italiane, altri paesi europei, altri continenti. Il Pranzo di Natale è oggi un modello che viene realizzato da Torino a Palermo, dalla Costa d’Avorio all’Indonesia, da Cuba alla Russia.
In queste pagine, con l’introduzione di Andrea Riccardi, sono raccolte, storie, immagini, volti di questo “Altro Natale”, che è come un altro modo di dire Comunità di Sant'Egidio. È la vicenda di un segno di speranza per il futuro del nostro mondo globalizzato.
C'è il racconto di questa avventura umana e spirituale, ma ci sono anche i consigli utili a ripeterne la bellezza ad ogni latitudine, nelle grandi e piccole città. Un piccolo saggio di teologia e spiritualità dell’amicizia con i poveri e un manuale di solidarietà quotidiana, alla portata di tutti.
La Comunità di Sant'Egidio (www.santegidio.org) è nata a Roma nel 1968. Oggi è diffusa in 75 paesi del mondo. Preghiera, amicizia con i poveri, pace, dialogo ecumenico e tra credenti di religione diversa e con le culture. Sono questi alcuni cardini di una realtà ecclesiale che è un’associazione pubblica internazionale di laici nella Chiesa cattolica, e che è diventata uno sei soggetti più attivi ed efficaci a livello mondiale sul terreno della pace e della riconciliazione.
"L'italiano per amico" parte dalla convinzione che la conoscenza del contesto culturale debba costituire uno degli elementi portanti di ogni corso linguistico. "L'italiano per amico", a tal fine, riproduce materiale preso dalla realtà e fornisce spunti per ampliamenti e approfondimenti individuali e collettivi. La configurazione delle unità, distinte in una parte tematica e una grammaticale, garantisce la progressione graduale. Ciascuna di esse costituisce l'occasione per parlare di un tema attinto dalla vita quotidiana. Le numerose e curate illustrazioni costituiscono un prezioso apparato didattico.
La vecchiaia ha bisogno di senso. Questo libro cerca di rispondere a un’esigenza profonda della donna e dell’uomo contemporanei dando voce alla saggezza spirituale maturata nella tradizione cristiana, grazie ai contributi di studiosi qualificati e autorevoli personalita, tra le quali il metropolita ortodosso russo Filaret, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, il presidente della Comunita di Sant’Egidio Marco Impagliazzo.
Lo sguardo cristiano ci aiuta a leggere nella vecchiaia la verità che appartiene a ciascuno: nell’avanzare della fragilità emergono la risorsa dell’interiorità e la necessità dell’amore, senza il quale si muore prima. Queste pagine cercano di rendere ragione della bellezza di ogni "volto", particolarmente quando è solcato dalle rughe ed è segnato dalla storia.
Tuttavia, non sono pagine di “lirismo" religioso, ma ricerca compiuta assieme, ortodossi e cattolici, della "bellezza" e del dono della vecchiaia, anche quando sono nascosti nella povertè di un corpo reso fragile, finanche ferito dalla confusione della propria mente.
Grandi testimoni, "vecchi illuminati dallo Spirito", evocati con competenza storica e profondita, accompagnano queste riflessioni; sazi di giorni, hanno aperto il mondo alla meraviglia per la grandezza che li ha abitati: il beato Giovanni Paolo II, il patriarca ecumenico Athenagoras, il patriarca di Mosca Tichon, suor Emmanuelle Cinquin.
La simpatia profonda per chi é anziano pervade un libro che svela una benedizione nascosta, ma necessaria al nostro mondo.
Contributi di: Filarer Vachromeev, Vincenzo Paglia, loan Selejan, Ambrogio Spreafico, Antonij Pakanic, Innocenzo Gargano, Adalberto Piovano, Marco Gnavi, Panteleimon Satov, Daniela Sironi, Michail Potokin, Valeria Martano, Marco Impagliazzo, Georgij Roécin, Angela Silvestrini.
Questo secondo Rapporto sulla Povertà a Roma e nel Lazio potrebbe avere un sottotitolo: "come vivere nella crisi". Ma anche: "come vivere meglio, invece che peggio, al tempo della crisi". In ogni capitolo c'è uno sforzo di analisi. Ma anche le storie e i percorsi per trasformare difficoltà straordinarie in chance per una nuova, possibile, qualità della vita.
Gli interventi raccolti nel presente volume rappresentano un'ulteriore tappa di quell'itinerario di incontro e di comprensione reciproca intrapreso da tempo dalla Comunità di Sant'Egidio e dai suoi amici del Medio Oriente. La convinzione alla quale ci si ispira è che la convivenza in quella regione (come del resto ovunque) può avere futuro solo facendo crescere una cultura, una mentalità e una pratica delle fedi capaci di riconoscere l'altro come un valido interlocutore, un compagno di strada, una presenza da rispettare.
Non è un caso che i temi su cui ci si confronta in questo volume (cittadinanza, identità religiosa, le radici spirituali, solidarietà sociale ed educazione, cultura del convivere) siano anche i nodi principali su cui la transizione in atto sta misurando la propria capacità di affermarsi in senso democratico. Sono sfide che indicano come il dialogo tra cristiani e musulmani trovi, proprio in un tempo di grandi cambiamenti, io suo significato più vero: recuperare la forza delle radici antiche per cercare assieme le prospettive future di una società del convivere.
TESTI DI: Tarek Mitri, Antoine Audo, Mohammed Sammak, Antonios Naguib, Pierbattista Pizzaballa, Sayyed Hani Fahs, Basile Georges Casmoussa, Radwan al-Sayyid, Ghaleb Moussa, Abdalla Bader, Samir Franjieh, Hasan Shafie, Mohammed Esslimani, Antonio Ferrari, Slaheddine Jourchi, Dominique Quinio, introdotti da Vittorio Ianari
C'è una grande letteratura sulla povertà. E c'è un importante dibattito statistico internazionale sugli strumenti per misurare la povertà: relativa, assoluta, estrema. Non è solo un problema terminologico. È necessario per cogliere alcuni passaggi del cambiamento in cui siamo immersi. Capire meglio la "povertà" per aiutare a combatterla, evitando che si radicalizzino sentimenti di fragilità sociale e di insicurezza nella popolazione, che possono fare crescere antagonismi sociali, fino a combattere i "poveri" e non la povertà: è una necessità. Questo Rapporto, nato dalla collaborazione tra la Comunità di Sant'Egidio e la Camera di Commercio di Roma, parte di un progetto assieme al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, scaturisce da questa esigenza. Il centro di questo Rapporto è Roma e il Lazio, anche se in molti casi c'è un raffronto nazionale e, in qualche misura, si offre un quadro del Paese, almeno delle tendenze. Non c'è la pretesa di fare il punto statistico, per l'impossibilità di unificare e confrontare fonti diverse, anche cronologicamente. Ma è uno sforzo di comprensione, dal basso, che cerca di leggere nelle fonti esistenti e attraverso approfondimenti che provengono dall'esperienza e dallo studio di ricercatori della Comunità di Sant'Egidio sulla marginalità, le linee di cambiamento, le tendenze, i tratti reali della sofferenza, avanzando, quando possibile, qualche suggerimento e linea di risposta e di contrasto del disagio.
Unico caso di cristianesimo "africano" non d'importazione europea, ma di antica tradizione apostolica, il cristianesimo etiopico si presenta come una sintesi originale fra l'Oriente cristiano e la realtà africana. È questa duplice appartenenza che rende la vicenda cristiana dell'Etiopia particolarmente affascinante. Poco ancora si conosce questa grande cultura cristiana che ha maturato un rapporto tutto particolare con la tradizione ebraica. I saggi raccolti nel volume permettono di conoscere l'itinerario storico, la tradizione religiosa, la ricchezza spirituale del cristianesimo etiopico. Sono i contributi di studiosi italiani e stranieri, noti per le loro competenze, e di autorità religiose, tra cui il patriarca abuna Paulos, rappresentative di un cristianesimo e una Chiesa così singolari come quelli etiopici. Emerge l'itinerario di un Novecento travagliato, tra colonialismo fascista, impero cristiano del negus Haile Selassie e afro-comunismo di Mengistu. Un cristianesimo antico si è confrontato in Etiopia con i disegni di dominazione coloniale, con il "riformismo illuminato" dell'ultimo imperatore cristiano, con la violenta repressione del regime comunista, mentre oggi vive una stagione di rinascita nel cuore del continente africano.
Il mondo del XXI secolo si presenta come un mondo tutto globalizzazione. I cambiamenti avvengono con grande rapidità. E di tutti la sensazione di non riuscire a capire i fenomeni del nostro tempo. Le categorie con cui si analizzava il mondo del Novecento sono invecchiate, non permettono più di comprendere cosa sta avvenendo. Ha senso allora parlare di carità? Non è un termine vecchio? Non ci troviamo di fronte a un arcaismo? Carità è una parola antica ma che non perde la sua attualità. E ciò che emerge nelle pagine di questo libro in cui si incontrano la ricca tradizione dell'ortodossia russa attraverso le parole del metropolita di Minsk Filaret, la grande esperienza del card. Etchegaray maturata su tante frontiere calde del mondo, l'amicizia con i poveri vissuta quotidianamente dalla Comunità di Sant'Egidio, la conoscenza del mondo e la visione di Andrea Riccardi, la sapienza spirituale di mons. Vincenzo Paglia.
Questo libro si inserisce nella scia degli incontri di preghiera per la pace che la Comunità di Sant’Egidio ha promosso dopo lo storico evento di Assisi, voluto da Giovanni Paolo II nell’ottobre del 1986. In quell’occasione, in un mondo bloccato dalla guerra fredda, il papa lanciava un sogno: quello della pace. La preghiera, prima opera del credente, è la strada privilegiata per contribuire alla pace. La Comunità di Sant’Egidio ha raccolto quell’intuizione e, anno dopo anno, ha convocato i rappresentanti delle maggiori religioni mondiali per un appuntamento comune, in cui pregare e riflettere sul ruolo dei credenti nella costruzione di un mondo pacificato. Emerge da queste pagine il patrimonio spirituale costruito nel tempo dalla Comunità di Sant’Egidio insieme a tanti uomini di fede – in questo caso ebrei e cristiani – che hanno rafforzato nel dialogo le proprie identità religiose, affinando al tempo stesso la sensibilità verso gli uomini di religione differente. Sono raccolti in questo libro dodici interventi di autorevoli rappresentanti dell’ebraismo e del cristianesimo. La preghiera, scrive mons. Vincenzo Paglia nell’introduzione al volume, “è davvero il ponte che lega la terra al cielo”.