Dante Benini e il suo Studio seguono oggi una grande quantità di progetti su vasta scala in Italia e all'estero, dalla Turchia alla Russia, alla Cina. Benini esprime un'architettura all'avanguardia nell'uso dei materiali e delle risorse tecnologiche oggi disponibili, mostra una costante sensibilità per i problemi di sostenibilità energetica delle grandi strutture che progetta, con soluzioni sempre innovative e felicemente intrecciate alle coordinate fondamentali della sua ricerca formale. Quest'ultima appare veramente inesausta e multiforme, sempre dettata da un'idea di fondo che guida i progetti su vasta scala così come le realizzazioni più contenute, ma anche caratterizzata da una costante e quasi ossessiva attenzione per i dettagli che si esprime nell'accurata ricerca dei materiali e nell'inventiva profusa anche nel particolare più marginale.
Giuseppe Pagano Pogatschnig fu fra i principali protagonisti del rinnovamento in chiave moderna della cultura architettonica italiana negli anni Trenta, come architetto e urbanista ma anche come teorico e polemista nelle pagine di Casabella che codiresse con Edoardo Persico a partire dal 1931. Nato in Istria e cresciuto in un clima irredentistico, aderì al nascente movimento fascista partecipando fra l'altro all'occupazione di Fiume guidata da D'Annunzio. La sua polemica in architettura tuttavia fu profondamente contraria al monumentalismo e alla retorica accademica imposta ben presto dal regime. Pagano si rivolgeva alle avanguardie internazionali del movimento moderno, pensava ad un'architettura impegnata socialmente, rivolta ai bisogni crescenti imposti dall'industrializzazione, articolava un pensiero originale ed impegnato della città e dell'urbanistica di fronte alla sfida della modernità.
La mostra ripercorre i momenti di una tradizione cartografica e vedutistica di portata eccezionale, dedicata all'Urbe nel corso di tre secoli, una produzione in cui spiccano raffinate vedute incise o dipinte di artisti italiani e stranieri. Come, ad esempio, il Panorama dal Pincio (1687) di Israel Silvestre e quello di un secolo più tardo di Louis-François Cassas. Il catalogo della mostra si apre con un ampio testo introduttivo del curatore Cesare de Seta, e comprende saggi di Yves Bonnefoy, Chiara Frugoni, Franco Marenco, Marc Fumaroli, Roberto Venuti, Mario Bevilacqua ed un analitico apparato di schede bio-bibliografiche per ciascuna opera presente in mostra a cura di Paola Carla Verde.