Il futurismo proclamava l'esaltazione della modernità e della tecnica attraverso scelte formali antiaccademiche, in forte polemica con la tradizione. Il tentativo di rinnovamento e di "ricostruzione dell'universo" del movimento incluse varie discipline e, al principio degli anni quaranta, fu pubblicato il manifesto dell'aerosilografia firmato da Renato Di Bosso. Considerate in genere come mezzi artistici distanti dai criteri di sintesi e dinamicità proposti dal futurismo, anche le tecniche incisorie entrarono così nel dibattito artistico riuscendo a esaltare, parimenti alle altre modalità espressive, i principi imposti dal movimento. Per l'adeguata storicizzazione di questo fenomeno, tra i suoi precedenti storici e le ultime manifestazioni dell'attività grafica degli artisti coinvolti, il volume dà conto, attraverso tre momenti tematici, dell'evolversi dell'incisione in Italia tra il simbolismo di ne Ottocento no al secondo conflitto mondiale. La panoramica si completa con le opere di incisori che parteciparono solo brevemente, o condivisero marginalmente, le istanze del movimento futurista, ma che seguirono poi - da Sironi a Carrà, da Viani a Morandi a Martini - autonomi percorsi espressivi.
Luciano Morandini (1928-2009) è stato uno dei più importanti poeti e scrittori contemporanei friulani del secondo dopoguerra. Formatosi nella cultura politica della Liberazione, dai primi anni Cinquanta si pose alla ricerca di una lingua originale, innestando criticamente la sua esperienza umana e poetica nel solco del neorealismo. La sua produzione si dispiegò nei decenni seguenti in molteplici e originali forme, raggiungendo nel 1984 il vertice narrativo di "San Giorgio e il drago". Gli ultimi anni della sua vita furono scanditi da opere poetiche sempre più scabre ed essenziali, talvolta visionarie, e ispirate a una disincantata e amara indignazione civile. Questo volume contiene una selezione degli oltre trecento articoli che Luciano Morandini pubblicò tra il 2001 e il 2009 sulla rivista "Il Nuovo Friuli", trattando di attualità politica, iniziative culturali, mostre d'arte, ma soprattutto di letteratura e poesia. In quegli scritti Morandini profuse un impegno instancabile, sollecitato dall'assillo quotidiano di un mondo involgarito, mercificato e dimentico dei valori fondativi delle repubblica democratica, nella difesa del lavoro poetico come espressione della 'persona' e scavo di verità, in uno con la rivendicazione della sabiana "onestà del poeta".