
Gerusalemme: città emblematica, incontro-scontro di culture e religioni diverse, di differenti stili di vita, di idee contraddittorie e difficilmente componibili, posta tra Oriente e Occidente, tra sacro e profano, antico e postmoderno, terra di conflitti fra i tre monoteismi che ne rivendicano, con ragioni diverse, la loro appartenenza. Come sviluppare un pensiero, una filosofia su questo luogo geografico antichissimo, posto al margine di un deserto, sperduto su di un altipiano dei monti della Giudea, stretto tra il Mediterraneo e il mar Morto? Vale dunque la pena rileggerne i molti aspetti con gli occhi rivolti a questa città enigmatica e struggente, che pare ospitare, in alcuni drammatici momenti, le tensioni del mondo intero, da lei chiamato a misurarsi e a confrontarsi con le sfide del nostro tragico presente. È quanto si intende formulare nei contributi di questo volume che gettano su Gerusalemme uno sguardo aperto e disincantato, ma non per questo meno carico di suggestioni filosofiche e di prospettive utopiche. Saggi di: C. Adorisio, S. Campanini, G. Costanzo, F. Gabizon, A. Gebbia, M. Giuliani, I. Kajon, G. Licata, M. Mollica, P. Ricci Sindoni.
Questa raccolta di saggi, scritti da Karl Jaspers negli anni fra il 1947 e il 1955 e per la prima volta tradotti in italiano dalla cura, dalla competenza e dalla passione di giovani studiosi, è volta ad approfondire l'intrigante tematica relativa al rapporto fra la filosofia e la sua storia e può rappresentare una risposta al valore costruttivo della tradizione occidentale, che sembra ormai offuscarsi. Compaiono qui saggi più teorici, legati alla problematizzazione dell'idea di "storia mondiale della filosofia" e altri più di carattere storiografico, dedicati a Senofane, Cusano, Goethe, Kant e Kierkegaard, tratti dai due volumi jaspersiani:" Weltgeschichte der Philosophie. Einleitung. Aus dem Nachlass hrsg. von Hans Sanex, Munchen 2013 e Aneignung und Polemik. Gesammelte Reden und Aufsàtze zur Geschichte der Philosophie, Munchen 1968."
L’attuale dibattito teorico del femminismo europeo e americano sembra ormai definitivamente assestato su posizioni antiessenzialiste e antinaturaliste, secondo cui la differenza sessuale – usualmente accettata nelle due forme di maschile e di femminile – va al contrario ricondotta alle sue configurazioni sociali e storiche e, dunque, raccolta dentro un’indistinta uniformità di genere. Il sesso non è più un elemento distintivo di una marcatura ontologica duale, ma un orientamento soggettivo segnato dalla libertà del singolo. La negazione dell’identità sessuale, insomma, posta al servizio di una ridefinizione ‘neutra’ della natura umana, eleva il ‘genere’ a nuovo paradigma culturale, ormai sempre di più accettato e promosso dalle politiche mondialiste dell’ONU e dell’UE. Questo volume, che si avvale dei contributi delle più acute pensatrici italiane, intende affrontare i nodi ancora irrisolti della questione femminile nelle sue declinazioni storiche, culturali e politiche, alla ricerca di un’antropologia duale, ontologicamente fondata ed eticamente produttiva, per raggiungere la trama intersoggettiva della differenza, dove equilibrare pathos e logos, esperienza emotiva ed esperienza cognitiva, passione e dovere, concretezza del vivere e universalità della condizione umana, complessità dei legami intersoggettivi e responsabilità morale.