Settant'anni dopo, il passaggio dal fascismo alla democrazia si conferma una cesura epocale nella storia del Novecento italiano. Tanto più se considerato nel quadro dello scenario europeo, il 1945 fu per il nostro paese il baricentro di una transizione di grande portata, avviata negli anni della guerra e gradualmente conclusasi nel decennio successivo. Al di là delle pur notevoli persistenze, si chiusero i conti con la dittatura fascista e il bellicismo nazionalista e si posero le basi di una lunga stabilità democratica, ricomponendo profonde lacerazioni del tessuto civile e sociale. Si avviò al contempo un passaggio irreversibile destinato a cambiare in profondità i caratteri costitutivi del paese, dalla collocazione internazionale al sistema politico, dall'articolazione della società civile alle culture civiche.
I saggi qui raccolti approfondiscono i complessi rapporti tra Chiesa, mondo cattolico e laicità nella seconda metà del Novecento sullo sfondo dei più ampi processi di modernizzazione: le premesse e i fondamenti della questione della laicità prima e dopo il Concilio Vaticano II; i programmi e il concreto operare dei diversi movimenti politici attivi in Italia; il "caso di Milano"; le situazioni di alcuni paesi dell'Europa occidentale e degli Stati Uniti. Come nota nell'Introduzione Luciano Pazzaglia, le trasformazioni degli ultimi decenni - la sempre più marcata globalizzazione, gli imponenti flussi migratori, la diffusa presenza, inedita in Italia, di molte opzioni religiose - mostrano come uno Stato coerente con il principio della laicità non possa chiudersi in un atteggiamento di indifferenza o di ostilità rispetto ai contributi delle diverse religioni e visioni del mondo, e che queste a loro volta debbano accettare la logica del principio di uguaglianza, del pluralismo e della pacifica convivenza tra le varie opzioni possibili.
Celebrare i cinquant'anni della morte di don Primo Mazzolari non ha soltanto il senso di ricordare, con la figura del sacerdote fondatore di "Adesso", una significativa personalità della cultura italiana, ma anche quello di non dimenticare pagine del Novecento dense di storia. Tentativo di questo volume, frutto di una riflessione a più voci - e non solo italiane - sull'eredità mazzolariana, è appunto cogliere il significato decisivo della presenza di Mazzolari non semplicemente nella Chiesa, ma più in generale nell'Italia del Novecento. Si articola il significato della sua figura nella pluralità delle prospettive dalle quali è possibile osservarla, nelle simmetrie e asimmetrie fra cattolicesimo e società italiana: analizzando le sfide dei tempi, fra gli anni '40 e '50, con lo sviluppo economico e la questione operaia; osservando il ruolo del clero e del laicato cattolico rispetto alla politica italiana; individuando forme di inquietudine ed esperienze di rinnovamento nelle diverse aree geografiche tra nord, centro e sud; introducendo sguardi sul cattolicesimo italiano oltre la dimensione nazionale, come quelli di Francia, Germania e Svizzera. Un contributo che intende esplorare a tutto tondo la figura di Mazzolari nel contesto storico, sociale e culturale nel quale ha operato, e che tuttavia si muove nel doppio senso di marcia dello storico: ritornare al Novecento italiano per capire Mazzolari e, in un certo senso, ritornare a Mazzolari per capire il Novecento.