Il volume raccoglie i contributi di sette autori, che si confrontano con le domande attuali relative al Messale romano e alla liturgia in genere. Le voci di questi specialisti sono raccolte intorno a tre nuclei tematici: la tradizione, poiché nella Chiesa fin dall’inizio abbiamo a che fare con la trasmissione di ciò che abbiamo ricevuto (cfr. 1Cor 11,23); la traduzione, passaggio imprescindibile ma per il quale sempre corriamo il rischio di perdere qualcosa della ricchezza che ci è stata consegnata; la teologia, perché la riflessione a partire dalla celebrazione consenta di fare un piccolo passo verso una conoscenza più profonda di quanto ci è stato donato.
L’augurio è che l’insieme di queste voci possa essere un valido contributo alla scienza liturgica, e che ciascuno dei saggi che compongono il testo possa aiutare altri a proseguire sul cammino iniziato, per una maggiore intelligenza del grande mistero che è la vita in relazione con Dio, così come essa si esprime nella celebrazione liturgica.
Giovanni Zaccaria (1979) insegna Teologia dei sacramenti presso l’Istituto di Liturgia della Pontificia Università della Santa Croce ed è direttore della collana Biblioteca di iniziazione alla Liturgia. Oltre a diversi articoli su temi liturgici, tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Liturgia. Un’introduzione (Roma 2016, in collaborazione con J.L. Gutiérrez Martín), La Messa spiegata ai ragazzi (e non solo a loro) (Milano, 2018), Immitte Spiritum Paraclitum. Teologia liturgica della confermazione (Città del Vaticano, 2019), Sacerdoti, re profeti e martiri. Teologia liturgica della Messa crismale (Roma 2022).
Il libro costituisce l'unica opera nella quale il filosofo tedesco affronta organicamente la questione dell'arte. In questo testo sono reperibili i fondamenti di una nuova riflessine sull'arte, la quale si costituisce attraverso un confronto critico con l'estetica tradizionale in vista di un suo superamento. Tuttavia, tale superamento non pretende affatto di rappresentare un principio di spiegazione del fenomeno artistico più potente di quello precedente, ma si muove verso un possibile dialogo con ciò che dell'arte hanno pensato e pensano gli stessi artisti. L'autore libera il fenomeno della creazione artistica dal gioco dell'inquadramento e del confinamento a principi esterni alla sfera dell'arte, per mettere al centro l'opera d'arte stessa.