Come i due precedenti volumi (2004 e 2005) di successo, Scegliere un film 2006 è uno strumento ideale sia per genitori che vogliono scegliere un film da godere in famiglia sia per chi organizza cineforum, soprattutto in contesti educativi (scuole, gruppi, giovanili, associazioni...). Ma anche studiosi e professionisti dell'audiovisivo e i semplici appassionati potranno trovare uno sguardo acuto, intelligente e originale per comprendere a fondo i film analizzati. Il volume raccoglie, infatti i circa 160 titoli considerati più significativi fra quelli usciti da giugno 2005 a maggio 2006. Le recensioni, firmate da giovani e brillanti professionisti dei media (sceneggiatori, story editors, studiosi), privilegiano la componente narrativa: il tipo di storia raccontata, i personaggi e i valori di cui si fa portatrice, con una valutazione che tiene in primo piano le componenti etico-antropologiche del film.
Per rendere la consultazione più rapida e immediata, a ogni film è stato attribuito un voto in stelline, da una a cinque. Il voto non è per cinefili, ma per un pubblico di persone «normali», ed è il frutto di un giudizio complessivo che tiene conto dei pregi estetici, ma soprattutto contenutistici (pp. 488).
Il dizionario riporta notizie su: Attori, registi, produttori, direttori della fotografia e specialisti che hanno scritto la storia del noir; Una guida completa alle pellicole di culto del noir; Dieci registi per dieci splendidi noir; Per comprendere il linguaggio espressivo e le regole del noir.
Questo volume studia i modi in cui la cultura europea e americana hanno elaborato il processo interpretativo dell'analisi del film, ne illustra criticamente i presupposti concettuali e metodologici e vaglia alcune specifiche esperienze di lettura dei film. Il libro raccoglie saggi di diverso taglio metodologico e analitico, che spaziano dalla post-semiotica al rapporto tra cinema e "gender", dall'analisi iconologica alla ricostruzione dei modelli filosofici di ermeneutica e decostruzione applicati all'analisi dei film.
Il settore indipendente ha prodotto, negli Stati Uniti, molti film interessanti da "Sesso, bugie e videotape" a "PuIp Fiction", fino ai recentissimi "Crash" e "I segreti di Brokeback Mountain", i film indie costituiscono ormai una realtà produttiva e artistica al di fuori di Hollywood. Ma che cos'é esattamente il cinema "indipendente"? Questo libro ne esamina nel dettaglio le caratteristiche. Se l'indipendenza è definibile in termini industriali, nel senso di libertà dal controllo dei grandi studios, King mostra come essa possa anche comprendere le strategie estetiche o formali che contrassegnano i film al di fuori del mainstream, o una specifica sensibilità nei confronti di istanze sociali. Alcuni film indipendenti marcano la loro distanza dal filone tradizionale sotto tutti questi punti di vista; altri si pongono in una relazione più stretta con Hollywood. Nel mezzo, ci sono vari livelli di differenziazione che rendono conto delle caratteristiche "non convenzionali" o "eccentriche" connesse al settore indie. L'indipendenza appare così come una qualità dinamica piuttosto che fissa, attiva in quel territorio che presenta punti in comune con Hollywood e con le alternative radicali dell'avanguardia, del cinema "artistico" o impegnato.
Il cinema europeo non può fare a meno di guardare all'America in termini di confronto e di emulazione e tuttavia, dopo centodieci anni di film, ha saputo sviluppare caratteristiche proprie, elementi di riconoscibilità, aspettative condivise, coesione tra gli spettatori. Un affascinante percorso alla ricerca dell'identità del Vecchio Continente, attraverso alcuni concetti chiave come 'realismo', 'scrittura', 'cinema d'autore e autorialità', 'generi autoctoni e d'imitazione.
52 incontri ravvicinati, o meglio 52 ritratti in Primissimo Piano.
Nato negli anni Trenta, il musical è l'unico genere cinematografico che nel corso di quasi un secolo di intense sperimentazioni si è trasformato senza rinunciare alle sue caratteristiche distintive. Questo volume racconta la storia del musical attraverso foto di film, trame, attori e cantanti, ma anche tecniche di ripresa, ispirazioni musicali, temi ricorrenti e gli innumerevoli "trucchi" dietro le quinte.
Il regista cinematografico, il cui ruolo e le cui funzioni cominciano ad assumere una fisionomia compiuta intorno ai primi anni dieci, si pone all'intersezione di due grandi ambiti di riflessione: il primo, di retaggio ottocentesco, lo colloca all'interno della tradizione romantica dell'artista-creatore, le cui opere obbediscono rigorosamente alle istanze espressive della propria individualità; il secondo, proprio del XX secolo, ne analizza la figura in rapporto alla matrice tecnologica del cinema e al suo ruolo nel panorama delle comunicazioni di massa e dell'intrattenimento popolare. Il volume si propone di verificare in che misura il mestiere della regia è stato determinato da questi due modi di pensarne l'identità.
Curi intende dimostrare come il cinema riesca nella straordinaria impresa di rendere visibile l'intellegibile, di tradurre cioè il pensiero in immagini. Il cinema, o meglio i film sono testi ricchi di significato, di motivi filosofici e sono l'oggetto proprio del libro. Non, quindi, una aporetica teoria del cinema, o un'ennesima teoria estetica su ciò che è bello e ciò che è brutto. Vengono analizzati una ventina di film comparsi nell'ultimo triennio per saggiare in quali forme e con quali esiti la produzione cinematografica corrisponda ai grandi interrogativi di oggi. Il volume è organizzato per temi: la figura dello straniero; il rapporto amore-morte; l'ambivalenza della violenza; l'enigma del tempo.
Oltre cinquanta saggi su tutti gli aspetti del cinema statunitense. Le origini, il rapporto col pubblico, il cinema di genere, il rapporto tra cinema e guerra, lo star-system, il muto e il sonoro, la censura e la politica, i miti, il sistema produttivo, l'animazione, Hollywood, il western, il musical, gli italiani, gli irlandesi, gli ebrei, i russi, i tedeschi, il dopoguerra, i gangster, la metropoli, il noir, la politica, la guerra fredda, la fantascienza, l'avanguardia, la tv e le cifre astronomiche della più celebre industria dei sogni. Uno strumento per comprendere una parte consistente del nostro immaginario collettivo.
Oltre cinquanta saggi su tutti gli aspetti del cinema statunitense. Le origini, il rapporto col pubblico, il cinema di genere, il rapporto tra cinema e guerra, lo star-system, il muto e il sonoro, la censura e la politica, i miti, il sistema produttivo, l'animazione, Hollywood, il western, il musical, gli italiani, gli irlandesi, gli ebrei, i russi, i tedeschi, il dopoguerra, i gangster. la metropoli, il noir, la politica, la guerra fredda, la fantascienza, l'avanguardia, la tv e le cifre astronomiche della più celebre industria dei sogni. Uno strumento per comprendere una parte consistente del nostro immaginario collettivo.
Che cos'è il cinema? quali sono le sue regole? Fin da quel lontano 28 dicembre 1895 in cui a Parigi i fratelli Lumiere proiettarono le prime immagini in movimento - evento con il quale convenzionalmente si fa nascere il cinema - ci si continua ad interrogare sul significato e la definizione della settima arte. L'autore, attraverso un immaginario dialogo con i teorici che hanno pensato il cinema e con i cinesti che l'hanno praticato, ne ripercorre la storia, dalle origini ad oggi, mettendone a fuoco la natura, la tipologia, la specificità. Da Fellini a Hitchock, da Truffaut a Wenders, da Rossellini ad Antonioni, dalla definizione di soggettiva a quella di montaggio, il volume passa in rassegna tutto l'"universo-cinema". Uno strumento di approccio conoscitivo e didattico all'analisi e all'interpretazione di un'opera filmica, che è al tempo stesso un testop di rara chiarezza e di alto valore scientifico, per quanti intendono avvicinarsi e/o approfondire la materia.