Il monaco Roberto Salus è invitato a un summit di ministri dell'Economia del G8. L'insolita scelta si deve al potente Daniel Roché, direttore del Fondo Monetario Internazionale, che in una notte drammatica gli chiede di essere confessato. Il destino di Roché e la figura di Salus si intrecciano nel segno del mistero, alla vigilia di una decisione gravida di conseguenze per le popolazioni più povere del pianeta. Con un cast di star internazionali (Toni Servillo, Daniel Auteuil, Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino, Lambert Wilson), il film "veicola lo spettatore in un mondo ombroso, che vive nel segreto e che dal segreto della confessione viene minacciato".
Tra cinema e psicoanalisi esiste un rapporto articolato e profondo e nei film, forse più che in altre opere d'arte, tale legame risulta spesso fondamentale per una migliore comprensione del testo. In questo libro, vero e proprio breve compendio metodologico, a un'introduzione teorica sulle implicazioni tra psicoanalisi e cinema, segue una serie di chiavi interpretative di film scelti come esempi emblematici. Emergono così insieme a una figuratività stilistica molto vicina al linguaggio dell'inconscio, alcuni meccanismi preminenti nel rapporto tra schermo e spettatore: l'immaginario e l'onirismo, l'identificazione speculare e l'erotismo...
"Sono nato a Sora, il 7 luglio 1901, dunque sono ciociaro, anzi cafone." Così si presentava Vittorio De Sica, padre del neorealismo e tra i più celebrati registi e interpreti cinematografici in Italia e nel mondo. Dalla giovinezza trascorsa in "una tragica e aristocratica povertà" alla gavetta nei teatri di prosa e all'approdo al mondo del cinema, queste pagine ricche di aneddoti e gustosi retroscena ripercorrono la vita e la carriera di un personaggio straordinario i cui film hanno segnato un'epoca. Figura geniale e contraddittoria, dedita ai vizi quanto agli affetti familiari, la storia di De Sica si intreccia con icone del calibro di Luchino Visconti, Totò, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Alberto Sordi. Ma è dal sodalizio con Cesare Zavattini che nel dopoguerra nascono i capolavori che lo consacrano nel pantheon dei grandi registi: "Sciuscià", "Ladri di biciclette", "Miracolo a Milano", "Umberto D.", raccontano magistralmente gli albori dell'Italia democratica dal punto di vista dei deboli, di coloro che sono tagliati fuori dal cosiddetto "miracolo economico". E, finita inesorabilmente la stagione del neorealisrno, sa reinventarsi mettendo la sua sensibilità artistica al servizio di grandi interpreti e di produzioni come "La ciociara, ieri, oggi, domani" e "Matrimonio all'italiana". Dando vita a personaggi che hanno saputo raccontare un'Italia tragica e intensa, costantemente sospesa tra la goliardia e l'amarezza.
Dieci film per "fare esperienza" della misericordia in modo speciale, riscoprendo di essere capaci di un amore infinito, di un'illimitata tenerezza, di un perdono che sembra a volte fin troppo arduo, nonché superiore alle forze che percepiamo in noi stessi. È un esercizio interessante, da fare con altre persone nelle Sale della comunità, autentici luoghi di visione, di analisi e confronto. Il "come" è racchiuso in queste pagine: si possono selezionare alcuni dei film proposti, tutti corredati di una scheda-guida alla comprensione complessiva dell'opera e alla rilettura secondo la categoria della misericordia, per metterli a disposizione del grande pubblico in una rassegna cinematografica, in una proposta pastorale, in un itinerario dedicato all'Anno Santo o in altre opportunità in ambito ecclesiale, formativo e culturale. Completano il volume due saggi di approfondimento sulla misericordia in prospettiva biblica e psicologica.
Alejandro Gonzalez Inarritu si è imposto all'attenzione mondiale fin dal suo esordio: "Amores perso", la sua opera prima, riceve subito la nomination agli Oscar come Miglior Film Straniero. Poi "21 grammi", "Babel", "Biutiful", "Birdman", "Revenant": i suoi film hanno sempre ottenuto candidature e premi a livello internazionale. Il suo è un cinema intenso fatto di personaggi tormentati, storie difficili narrate in modo complesso. Racconta la solitudine, il dolore, il decadimento interiore, la violenza, la vendetta, il senso di colpa, l'espiazione, la redenzione. Inarritu ci mostra come gli individui si comportano quando sono spinti al limite, come affrontano la paura, la tragedia, la morte. Un'indagine profonda dell'essere umano, un viaggio ai confini dell'esistenza.
"L'immagine-movimento" e "L'immagine-tempo", i due volumi che il filosofo francese Gilles Deleuze ha dedicato al cinema, hanno radicalmente cambiato, all'inizio degli anni Ottanta, il modo di pensare l'arte cinematografica, la sua teoria e la sua storia. L'incontro originale fra filosofia e cinema ha dato vita ad un'opera concettualmente ricca e complessa, la cui influenza si è andata via via facendo sempre più grande fino ad imporsi come un punto di riferimento, fra i più significativi, nel dibattito teorico e critico contemporaneo. Il libro di Roberto De Gaetano prova a individuare e tracciare le direttrici fondamentali dell'opera di Deleuze, presentandone le istanze problematiche più rilevanti: movimento di accompagnamento, da un lato, e problematizzazione critica, dall'altro.
"Da molto tempo vado al cinema, almeno tre sere alla settimana, spesso vedo due film per sera (alle 20 e alle 22.30), talvolta anche tre. Da una decina d'anni, torturato dal pensiero della dimenticanza nel tempo delle opere che ho visto, ho preso l'abitudine al ritorno dal cinema, ogni sera, di scrivere, di getto, una mia valutazione critica dei film che ho visto, un resoconto per me stesso, lungo o breve, che possa rimanere un momento di pacata riflessione critica, anche dopo molti o moltissimi anni. Ho raccolto quindi tutti questi miei commenti, non molto approfonditi perché scritti alla sera, prima di addormentarmi, ma proprio per questo espressione dell'impatto immediato che ogni film ha avuto sulla mia psicologia, sulla mia cultura e sui miei valori etici." (Umberto Veronesi) Con e-book scaricabile fino al 30-06-2016.
C'era una volta una grande tenda da circo, dove un giorno non si sentirono più i ruggiti dei leoni ma rumori di teatro: quel circo si era trasformato in un teatro tenda. Per lo spettacolo servivano un paio di pantaloni neri, una camicia bianca e una cassa che nel tempo si è riempita di personaggi e di storie e sonetti e novellacce, alcuni approdati sulla scena, altri rimasti nascosti nel camerino. A cominciare dalla grande rappresentazione sacra di Giubileo, passando da Gaetanaccio a Edmund Kean, Gigi Proietti, o meglio il dottor Divago, racconta in questo libro di mondi perduti e di altri vicinissimi a noi. Sono novellacce dietro le quinte, rubate tra una battuta di scena e l'altra, battibecchi fra le sarte e i giovani attori, ma anche squarci di cronaca come la decisione di quel sindaco che voleva cancellare S.P.Q.R. e sostituirlo con RoMe&You. E tra un racconto e l'altro fanno capolino molti sonetti e poesie, annotati di corsa dietro una scaletta, poco prima di cambiare l'abito e riaggiustare il trucco. Il risultato è un racconto nel racconto di pensieri arruffati, atti unici, odori, abitudini che segnano il ritorno di un grande affabulatore capace di far sorridere e commuovere con le sue cronache ad alto tasso di romanità. E non solo, perché questo diario-de-camerino è un'occasione per vedere il lavoro dell'attore da vicino, spiarne la meticolosità maniacale, l'incanto ossessivo che da finzione diviene realtà per ogni spettatore.
In occasione della ventesima edizione, “il FARINOTTI” non è stato semplicemente aggiornato, ma è stato anche ampiamente rivisto. Perché? Per aggiornare il giudizio su titoli che oggi sono stati rivalutati come di culto, pur non apparendo come folgorazioni ai tempi dell’uscita; per ridimensionare l’eco di popolarità di quei film che invece non hanno più spettatori. E, soprattutto, perché un giudizio che intenda coniugare il rigore del critico e la preferenza del pubblico è necessariamente soggetto a revisioni e mutamenti di prospettiva. Questo cerca di fare da vent’anni con passione e attenzione “il FARINOTTI”: oltre 35.000 titoli (tutti quelli distribuiti in Italia), quasi 2.700 pagine, costantemente aggiornato grazie alla collaborazione con il sito «Mymovies». Un dizionario che spazia su tutte le epoche e tutti i generi, e che non manca di sottolineare la rinascita del cinema italiano, dimostrata dalla candidatura di ben tre registi (Garrone, Moretti e Sorrentino) all’ultimo festival di Cannes. Questa edizione è aggiornata con le schede di tutti i film presentati alla 72ª Mostra del cinema di Venezia.
Poeta, scrittore e regista, per tutta la vita bollato come ateo, omosessuale e marxista, ferocemente ucciso nel 1975, in realtà Pasolini è stato un intellettuale capace di stare vicino al popolo, agli ultimi, ai deboli, agli oppressi, nel più evidente insegnamento evangelico, pur nella fragilità di un’esistenza contraddittoria. Il libro ruota intorno al Vangelo secondo Matteo, il film della sua carriera, giudicato dalla critica la miglior pellicola mai girata su Cristo e, anche se Pasolini non crede che Cristo sia il figlio di Dio, ma crede che in Lui l’umanità sia così alta, pura e rigorosa da essere divina, il libro testimonia una vita di ricerca e di comunicazione di Cristo, attraverso l’esperienza sconvolgente del Vangelo.
Perché i film ci appaiono così reali mentre sono tanto scopertamente artificiali? Perché, pur restando fermi nelle nostre poltrone, abbiamo la sensazione di muoverci e orientarci nello spazio virtuale dello schermo? Un neuroscienziato e un teorico del cinema analizzano alcuni grandi capolavori (Notorious, Persona, Shining, Il silenzio degli innocenti) a partire dal tipo di coinvolgimento che questi film esercitano sul corpo degli spettatori e dalle forme di simulazione prodotte dai movimenti della macchina da presa e dal montaggio. Le analisi sono sostenute da esperimenti neuroscientifici e sono ispirate dalla scoperta dei neuroni specchio e dalla teoria della "simulazione incarnata". L'obiettivo è comprendere i molteplici meccanismi di risonanza che costituiscono uno dei grandi segreti dell'arte cinematografica e riflettere sul potere delle immagini in movimento, che in forme sempre più nuove e pervasive fanno parte della nostra vita di tutti i giorni.
Un’utile guida per orientarsi nella scelta dei migliori film, per trovarvi arricchimento sul piano umano e culturale o semplicemente un sano divertimento personale e familiare. Nella selezione dei film, gli autori sono stati attenti a una doppia prospettiva: la componente narrativa dei film e un punto di vista sapientemente radicato nell’antropologia cristiana.
Nel volume è presente anche una
guida rapida di consultazione e di scelta: «i migliori film per tutti» e «i migliori film per i più giovani» sono film che offrono un’ottima occasione di intrattenimento con contenuti positivi. «I film per discutere» sono film a volte più problematici o meno «leggeri» che tuttavia possono essere occasione di arricchimento culturale e riflessione.
Armando Fumagalli (1963) è ordinario di Semiotica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, insegna Storia e linguaggi del cinema internazionale ed è direttore del Master universitario di I livello in Scrittura e produzione per la fiction
e il cinema. È consulente per lo sviluppo di sceneggiature per la società di produzione televisiva Lux Vide. Ha tenuto più volte lezioni
di sceneggiatura in corsi promossi dalla Rai, da Mediaset e dalla sezione milanese della Scuola nazionale di Cinema. Fra i volumi che ha pubblicato ricordiamo: con Gianfranco Bettetini, Quel che resta dei media. Idee per un’etica della comunicazione (Franco Angeli, 1998; 2010); Creatività
al potere. Da Hollywood alla Pixar passando per l’Italia (Lindau, 2013).
Raffaele Chiarulli (1980) è laureato
in DAMS e dottore di ricerca in Culture della comunicazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove ha frequentato il Master in Scrittura e produzione per la fiction e il cinema
e guida un laboratorio di Critica cinematografica e uso didattico delle fonti audiovisive. Ha pubblicato saggi su Comunicazioni Sociali, Comunicazioni Sociali on-line, Ikon e recensioni sul sito Sentieri del cinema. Con il libro Di scena a Hollywood (Vita e Pensiero),
ha esplorato i rapporti fra teatro e sceneggiatura nel cinema americano classico.