È il 1814, siamo a Vienna, è in corso il Congresso che ridisegnerà la carta dell'Europa come la vorranno i vincitori di Napoleone - lo zar, l'imperatore d'Austria, il re d'Inghilterra, il re di Prussia. Un giovane, che è arrivato nella capitale al seguito del Segretario di Stato del Papa, scrive a suo zio del Congresso e del clima politico e artistico viennese. Attraverso le sue lettere scopriremo la musica di Beethoven, autore di sinfonie dalla dirompente carica innovatrice. È un momento di svolta: da qui in poi la musica non sarà più affare di pochi aristocratici. Il virtuosismo diventa in questo momento la chiave di volta per la conquista di un nuovo pubblico borghese. Le regolari stagioni sinfoniche e le regolari stagioni da camera che si diffonderanno ovunque nella seconda metà dell'Ottocento hanno una delle loro più importanti radici nella Vienna del Congresso. Fa da contraltare alla potenza di Beethoven, la musica di Schubert, l'"escluso", il prodigioso giovane musicista incapace di farsi largo nel mondo e di cui il mondo non s'accorge.
Nuove composizioni per cantare la speranza e il trionfo della vita sulla morte nella liturgia e a servizio delle comunità, perché queste vivano la celebrazione eucaristica come incontro fiducioso e gioioso con la misericordia di Dio. I brani, composti per coro polifonico con accompagnamento dell'organo, sono eseguibili anche dall'assemblea grazie a melodie orecchiabili. I testi sono tratti dalle Sacre Scritture e dagli scritti di sant'Anselmo d'Aosta. L'opera è composta da due prodotti acquistabili separatamente: questo volume con le partiture per il coro a quattro voci e l'accompagnamento d'organo, e il CD musicale con la registrazione dei canti.
Decenni vissuti tutti d’un fiato. Dagli anni sessanta alla fine degli ottanta, la discografia italiana ha vissuto una golden era esaltante, che ha inciso profondamente sui gusti e i costumi non solo giovanili.
Dalle melodie sanremesi alla rivoluzione dei cantautori, dall’irriverenza di Battiato a Battisti che sbanca il tavolo del pop italiano, agli scimmiottamenti prima rock poi punk, alla mistica delle primedonne: un susseguirsi di personaggi, canzoni e avvenimenti che hanno segnato la storia personale e pubblica di almeno tre generazioni.
Lucio Salvini, che di quest’epoca è stato un protagonista alla guida delle più importanti aziende discografiche italiane, ha vissuto in prima persona la scoperta e il lancio di tanti artisti, i successi e qualche errore: un’epopea fantastica, che ci racconta rievocando accadimenti sconosciuti, bizzarrie, astuzie e curiosità appassionanti e divertenti.
Da Sassi di Gino Paoli al Cane con i capelli di Jannacci, dai dervisci in Genesi di Franco Battiato all’orata al sale di De André, alla dieta truffaldina dell’Equipe 84, è una galoppata che si legge d’un fiato con la musica nella mente e negli occhi la nostalgia di un mondo che non c’è più.
Lucio Salvini è nato a Milano. Dopo studi ed esperienze a Londra, Parigi e Francoforte è stato giornalista e autore televisivo.
Entrato alla Ricordi come responsabile dell’ufficio stampa, ne è stato direttore generale per diciassette anni, per poi passare un decennio come amministratore delegato alla Fonit Cetra. Con Franco Franchi e Tinin Mantegazza ha pubblicato Filibusta (Milano 1974).
Giovanni Choukhadarian è nato a Sanremo. Giornalista, ha scritto e scrive su “la Repubblica”, “il Giornale”, “Il Foglio”, “L’Indice dei libri del mese”. Ha pubblicato numerosi studi sulla storia della canzone italiana.
Il volume, venduto congiuntamente ad un cd dove l'autrice esegue brani dei più grandi musicisti del novecento, giunge come corollario di un intenso lavoro di ricerca svolto dall'autrice e musicista attraverso l'attenta analisi di brani di diversi compositori della musica del 900', brani magistralmente eseguiti dall'autrice stessa nel cd allegato al libro. Ognuno dei brani del cd viene analizzato e descritto, riportando il riferimento alla traccia corrispondente, per permettere al lettore, musicista o meno, di seguire il filo del discorso. Nel corso del libro emerge poi il sottile collegamento tra Bartok, Debussy, Ligeti e Messiaen nella magia di quel momento in cui la matematica e' diventata musa ispiratrice di questi compositori.
"Un giorno ricreerò quella magia." Claudio Abbado aveva sette anni quando, nel loggione del Teatro alla Scala, i Nocturnes di Debussy diretti da Antonio Guarnieri gli strapparono quella promessa. Ne aveva trentacinque quando della Scala divenne direttore artistico. E cinquantasei quando raccolse da Herbert von Karajan la direzione dei Berliner Philharmoniker. Una carriera luminosa fatta di musica, viaggi, curiosità, impegno: dagli esordi nella Milano degli anni Sessanta, tra utopie e contestazioni di piazza, ai 90.000 alberi chiesti nel 2010 al posto del cachet per tornare nella sua città; dal podio del Concerto di Capodanno con i Wiener a quello del concerto di compleanno di Fidel Castro a Cuba; dal rilancio del Festival di Lucerna alla creazione dell'Orchestra Mozart a Bologna. Tutto questo nonostante la malattia, accettata come una nuova occasione per rimettersi in gioco, quasi una nuova avventura. Nel vivido puzzle di memorie composto da Giuseppina Manin non c'è solo l'artista, ma l'uomo: un Claudio Abbado che ci appartiene e ci interpella più che mai. È vivo il suo messaggio di difesa della natura: lui stesso confessava di sentirsi, in fondo al cuore, "un giardiniere". Sono vive la battaglia per una musica libera e per tutti, e la filosofia del silenzio e dell'ascolto. Sono vivi i suoi passi nei luoghi che amava, dai magici boschi dell'Engadina alle coste ventose della Sardegna. Perché il viaggio, per i veri viaggiatori, non ha fine.
L'attività didattica di Arnold Schönberg occupa un posto preminente nella cultura musicale del Novecento. Questo libro non vuole essere un "trattato di armonia" secondo gli schemi precostituiti nell'insegnamento dei conservatori, bensì una vera e propria fenomenologia del linguaggio musicale, continuamente soggetta alle modificazioni dell'esperienza viva dell'arte. Completamente ritradotto, il Trattato continua a essere uno strumento di studio e approfondimento, non solo per i musicisti, ma anche per chi è interessato a conoscere e ad approfondire la storia di un'epoca.
Batti un colpo è un'autobiografia, il racconto di una storia di vita e di musica, dal suono fortemente evocativo; l'autore e protagonista è Gianni Dall'Aglio, batterista storico di Adriano Celentano e di Lucio Battisti, fondatore del gruppo beat "I Ribelli". Il leggendario Clan raccontato dietro le quinte, i concerti nell'Italia splendida di quegli anni, il Cantagiro con i suoi personaggi storici, le luci e le ombre del boom discografico. Dall'esperienza artistica con Battisti e Mina del '72, racconti, aneddoti, che da soli valgono il tempo di essere ricordati. La grande amicizia tra Gianni e Adriano è un asse portante del libro, cinquant'anni di collaborazione artistica e umana. Il libro inizia nel momento di maggior drammaticità della vita di Gianni e di sua moglie Orietta. Poche ore prima di entrare in sala operatoria per donarle un rene, lui rivive tuttala sua esistenza. L'uomo e il musicista si alternano nel raccontare momenti di vita. Il coraggio e la paura si intrecciano nei sentimenti alla ricerca di un dialogo con il padre, con la propria interiorità, connessa da sempre alla sua esistenza.
Un viaggio in treno fino a Pavana, lungo la ferrovia Porrettana, per avvicinarsi nel modo più autentico allo spirito delle canzoni e dei luoghi di Francesco Guccini. È il viaggio, metaforico e reale, che intraprende l'antropologo Marco Aime, e insieme a lui ogni lettore, che ha con questo libro l'occasione di scoprire, attraverso la viva voce di Guccini, i ricordi più personali, insoliti e inaspettati attinti da una vita intera tra musica e poesia. Un viaggio emozionante e suggestivo, ma al contempo molto concreto, fatto di paesaggi aspri come i boschi dell'Appennino che Guccini ci invita da sempre, attraverso i suoi versi, a scoprire. E popolato di personaggi curiosi come la vecchia signora di Pavana che indica ad Aime - appena sbarcato nel borgo gucciniano per eccellenza - la casa del cantautore annunciando, con il tono fiero e rispettoso di chi segnala a un turista il museo del Louvre a Parigi, o il Colosseo a Roma: "Lì c'è Guccini". "Tra i castagni dell'Appennino" è, naturalmente, anche un viaggio nella memoria, che ripercorre l'evoluzione artistica ed esistenziale di una delle più grandi voci del panorama musicale italiano. Dai primissimi dischi ed esibizioni nelle osterie alle influenze letterarie che percorrono tutta la sua produzione, dagli anni delle contestazioni politiche ai piccoli vezzi privati che hanno accompagnato decenni di concerti, fino a diventare mitici rituali collettivi.
L'autobiografia di un uomo complesso e consapevole, un artista che ha dedicato l'intera esistenza alla musica, e l'ha condivisa con generosità attraverso lo spettacolo. Un libro per raccontare le storie e le verità di una delle popstar italiane più significative degli ultimi vent'anni.
Non è l'ennesima biografia di Franco Battiato, non è un libro di musica, tantomeno d'arte. Più che altro è una storia fatta di progetti in salita, di viaggi non sempre prevedibili e altre amenità varie, intraprese da due amici che hanno scelto anche di lavorare insieme su questioni molto pop e altre che non lo sono affatto. È la cronaca, raccontata e disegnata, di quasi una quarantina d'anni di ricerche, tentativi ed esperienze negli ambiti più vari: quelli della musica, della grafica, del teatro, del cinema e di quant'altro fosse al tempo necessario affrontare per trovarsi sempre più spesso coinvolti in un bel viaggio Quello che conduce alla più personale delle ricerche, quella di se stessi.