Un contributo all'organizzazione della Cappella musicale antoniana di Padova, a partire dal XVI secolo fino all'epoca moderna.
Il volume traccia un profilo dell'opera italiana nell'arco dei suoi quattro secoli e analizza lo sviluppo della produzione operistica e i suoi protagonisti (musicisti, scrittori, cantanti) in parallelo con l'evoluzione della società italiana. La frammentazione sociale e politica del paese favorisce la proliferazione di una moltitudine di "centri periferici", da cui nasce quel regime di concorrenza che, a sua volta, influisce sulla ricchezza e varietà della produzione. Proprio queste differenze e spinte centrifughe sono all'origine di quell'eccezionale e ininterrotta produzione e della sostanziale uniformità stilistica che contraddistingue l'opera italiana.
Napoli, il barocco tedesco, l'Arcadia, il Metastasio, Mozart sono alcuni dei temi affrontati dall'autore, già giornalista e professore universitario e ora soprintendente del Teatro Massimo di Palermo.