
Compositore, direttore d'orchestra e didatta ammirato da alcune delle personalità più importanti dell'ambiente artistico e intellettuale della prima metà del Novecento - Appia, Stanislavskij, Max Reinhardt, Diaghilev, Nijinsky ira gli altri - Emile Jaques-Dalcroze (Vienna 1865 - Ginevra 195O) ha lasciato una traccia indelebile nella pedagogia moderna. Contro l'arido grammaticalismo e nozionismo della didattica ottocentesca, ha per primo rivendicato la centralità del corpo come fucina, laboratorio in cui la musica prende forma e senso, a cominciare dal ritmo. Nella ritmica, o euritmica (questo il nome che Dalcroze diede al suo sistema), il corpo è coinvolto per intero, nel ventaglio delle sue funzioni: respirazione, controllo della tensione muscolare, equilibrio, pratica di movimenti diversi compiuti con le diverse membra; acquisizioni che si rivelano preziose anche per l'insegnamento degli strumenti. L'interesse per queste idee non si limitò al mondo musicale, e Jaques-Dalcroze, oltre ad aver esercitato un influsso determinante sul teatro, è considerato uno dei principali innovatori della danza del XX secolo. Questo libro, pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1919, raccoglie alcuni degli scritti fondamentali di Jaques-Dalcroze, e rappresenta la migliore via d'accesso a un pensiero e a un metodo che mantengono intatta la loro attualità.
Un temporale provoca una temporanea sospensione di luce elettrica durante una visita del regista Luciano Emmer alla Collezione di via dell'Anima a Roma. Vittorio Sgarbi, che a quella collezione ha dato vita, accompagna Emmer nel buio attraverso le stanze del palazzo. E tutto fonda oscurità, solo l'occhio luminoso di una torcia fa strada, come in una inedita rèverie nocturne. La macchina da presa si identifica nella torcia, e ci fa vedere "di più" rispetto all'occhio naturale. Si tratta anche di un'occasione unica per rileggere da un inedito punto di vista le opere d'arte della collezione, salvatesi miracolosamente dopo un incendio verificatosi due anni fa. Ed ecco allora, fra gli altri, sfilare capolavori come il Cristo benedicente di Jacopo da Valenza, Ester e Assuero di Pietro Liberi, Minerva e le Muse di Ignazio Stern, Santa Cecilia con le teste di Tiburzio e Valeriana di Alessandro Tiarini. Un omaggio a Luciano Emmer, dunque, già autore di "Bella di notte", un viaggio nella Galleria Borghese da lui visitata in una notte e qui da lui "risognata" mentre racconta e si racconta al critico. E un omaggio alla grande arte, reinterpretata dalla visionarietà del cinema, che segna i contorni del profondo rapporto che lega il cinema alla pittura.
Melodramma fa subito venire in mente i film opera e questi nel libro non compaiono. La scelta dela parola "mélo" viene dal film di Resnais, da allora usata per definire quel genere che si divide nel neorealismo populista dell'Italia anni Cinquanta e gli stereotipi dei salotti MGM o delle palestre Warner con le signore del melodramma classico, che tanto hanno sofferto e fatto soffrire per amore. Lo intendiamo come genere sentimentale in cui prevale il pnto di vista femminile.
I greci costruivano i loro anfiteatri ponendo grande attenzione all'orientamento della struttura rispetto ai punti cardinali, in modo che la luce naturale illuminasse al meglio le rappresentazioni all'aperto, ma è solo a partire dalla nascita del teatro moderno che si può parlare di una vera e propria tecnica scenica dei sistemi di illuminazione. In queste pagine Cristina Grazioli traccia il percorso storico seguito dalla luce, intesa nella sua qualità di oggetto scenico, a partire dai sofisticati "ingegni" quattrocenteschi di Brunelleschi, per giungere al complesso uso dell'illuminazione fatto dalle Avanguardie storiche primonovecentesche, fino ai nostri giorni e alle infinite prospettive aperte, per esempio, dalle nuove tecnologie. Snodo centrale della trattazione è il periodo a cavallo tra Sette e Ottocento, quando significative innovazioni tecniche si coniugano a una notevole quantità di riflessioni teoriche sull'illuminazione teatrale, preparando l'epoca delle grandi "rivoluzioni" del settore: l'affermazione del gas e poi della luce elettrica.
Esperienza religiosa, speculazione metafisica, fermento politico: è dal concorso di tutte queste forze che ha origine nel XII secolo la forma gotica. A partire dai grandi capolavori architettonici del primo gotico, Saint-Denis e Chartres, l'autore illustra il senso simbolico che gli antichi costruttori di cattedrali attribuivano all'architettura, allargando via via l'indagine all'intero sistema di valori dell'età medievale e ai modi in cui questi erano rappresentati. Un grande studio sull'architettura come linguaggio che esprime una civiltà: dalla cultura e dalla spiritualità all'alfabeto mentale, alle tensioni morali e civili dell'uomo medievale.
Una guida alla scoperta del Futurismo, il movimento artistico nato a Milano nel 1909. I futuristi guardano con aria affascinata i cambiamenti tecnologici applicati a macchinari di produzione industriale, ai trasporti e alle telecomunicazioni. Nasce così in loro il bisogno di spazzare via il bagaglio culturale e artistico del passato per dare maggiore rilievo alla modernità. Il Futurismo esprime concetti di dinamicità, interpretati abilmente attraverso l'uso di forme spigolose e linee incisive.
Da Pompei a Second Life, le più belle immagini di un genere che inganna e stupisce. Un agile volume alla scoperta del trompe-l'oetl, letteralmente "inganna l'occhio", una tecnica pittorica antica in uso già nell'antica Grecia e a Roma. Il termine francese viene usato per indicare un artificio pittorico che, attraverso l'uso sapiente della prospettiva e dei giochi di luce e ombra, crea l'illusione di qualcosa che in effetti non c'è.
Uno sguardo al percorso artistico di uno dei grand maestri della seconda metà del XX secolo, capace di raggiungere la sensibilità più recondita dell'individuo con immagini emblematiche della violenza e dell'angoscia caratteristiche della nostra epoca. La sua opera, dai piccoli intensissimi ritratti ai monumentali trittici, risulta contraddistinta da valenze simboliche del tutto personali, ricche di allusioni cinematografiche, letterarie e religiose, ed è sostenuta da un'eccezionale perizia esecutiva e da una profonda partecipazione emotiva.
na panoramica sulla straordinaria avventura artistica e intellettuale, lunga più di settant'anni, di Michelangelo Buonarroti (1475-1564), protagonista assoluto del Rinascimento italiano. Michelangelo nelle sue opere di pittura e scultura (da quelle della giovinezza, a quelle della tarda maturità, fino a quelle dell'estrema vecchiaia) condivide e traduce in maniera mirabile tutte le tensioni spirituali, le utopie, le speranze e i drammi del XVI secolo.