
A Creta la stagione bizantina ha una durata eccezionalmente lunga poiché inizia sotto il governo di Bisanzio e continua dopo il 1204, sotto il governo veneziano. In seguito poi, quando la capitale e l'impero sono conquistati dai turchi ottomani, la vita religiosa ortodossa e le sue espressioni artistiche restano centrali per l'isola, che diviene centro di raccolta e di irradiamento di una tradizione bizantina rinnovata. Le chiese non sono più grandi basiliche né magnificenti edifici di rappresentanza imperiale, ma costruzioni più piccole, chiesette che fanno da riferimento alla vita delle comunità locali. La semplicità architettonica offre superfici che vengono dipinte con affreschi a volte raffinati, spesso popolareggianti e dai colori vivaci, sempre basati su programmi iconografici complessi. Numerosi pittori si trasferiscono sull'isola, che diviene il centro di una scuola iconografica che rinnova l'arte dell'icona e produce opere nelle quali si mescolano tradizione bizantina e influenze occidentali, destinate a clienti tanto ortodossi che cattolici. Questa sensibilità artistica e religiosa, radicata nella popolazione e divenuta fattore costitutivo della sua identità, continua anche dopo il 1669, quando l'isola passa sotto il governo ottomano. Il libro è suddiviso in grandi capitoli che presentano l'architettura, gli affreschi e i relativi programmi iconografici, le icone. Tanto per l'architettura che per le icone il discorso si svolge geograficamente.
"Il 15 maggio uscirà il primo numero di una rivista" scrive Giorgio de Chirico a Carrà nell'aprile del 1918. E precisa: "Sarà una rivista seria". Una rivista, va aggiunto, che segnerà le sorti dell'arte italiana e la farà conoscere in tutta Europa. A "Valori plastici", che prenderà avvio nel novembre, Savinio collaborerà con un gruppo di testi temerari, qui radunati per la prima volta. Basti pensare alla figura di artista che campeggia in "Arte = Idee moderne", quell'"amico della conoscenza" pronto a evadere dalla "torre d'avorio e di bestialità" e a penetrare in ogni dominio sociale, quel "mago moderno" (incarnato da Giorgio de Chirico) capace di giungere al di là dell'oggetto e di mettere a nudo "l'anatomia metafisica del dramma", giacché l'intuizione del mondo esterno non è solo "sensoria" ma soprattutto "cerebrale ". Il volume raduna per la prima volta i contributi pubblicati da Savinio su "Valori plastici" fra il 1918 e il 1921, ed è accompagnato da un saggio di Giuseppe Montesano.
Il volume restituisce in modo chiaro l'immagine di tutte le sfaccettature del Rinascimento, che nella complessa realtà storico-geografica dell'Europa quattro e cinquecentesca ha conosciuto sviluppi assai diversi: dalle ultime corti gotiche internazionali nel Nord Europa, all'umanesimo e alla riscoperta dell'antico, dalle conquiste nel campo della geometria e della prospettiva, alla ricerca di una bellezza ideale da parte dei maestri italiani del pieno Rinascimento, fino all'affermarsi del manierismo, dell'estetica della Controriforma e del naturalismo alla fine del Cinquecento. Illustrato con oltre 500 immagini, il volume è strutturato per doppie pagine tematiche dedicate ad artisti, temi iconografici, peculiarità stilistiche, contestualizzazioni e storie, e alla lettura puntuale di cinquanta capolavori di pittura e scultura.
Sino ad oggi la Cappella Sistina è stata soprattutto studiata sotto il profilo stilistico e, sulla scorta dei lavori di restauro, sotto quello eminentemente tecnico.
Questo volume mostra una nuova Sistina attraverso uno sguardo del tutto innovativo all’iconografia delle pareti laterali dipinte fra gli altri da Botticelli, Perugino, Signorelli e del lavoro michelangiolesco nella volta, nelle lunette e nella parete del Giudizio Universale.
L’aspetto rivoluzionario del lavoro non consiste nel sovvertire giudizi storico artistici o attribuzioni oramai del tutto assodati dalla critica, ma nel mostrare immagine per immagine, colore per colore la soggiacente struttura simbolica che ordina coerentemente l’intera opera. Questa struttura simbolica, un vero e proprio programma filosofico-teologico, anticipa e determina l’intera storia degli affreschi della Sistina, dagli artisti quattrocenteschi sino al lavoro di Michelangelo. Si tratta di un programma iconografico unitario formulato dai teologi di Sisto IV, in pieno Quattrocento, e poi seguito dallo stesso Michelangelo molti anni dopo.
La pubblicazione è anche l’occasione per mostrare la Sistina con un’eccezionale abbondanza di particolari in modo che questo scrigno d’arte risulti ‘squadernato’ di fronte agli occhi del lettore ma anche ‘decodificato’ nei significati e persino nell’uso dei colori di ciascuna scena.
Il primo cristianesimo mostra una grande capacità di adottare le forme artistiche e architettoniche allora comuni nell'Impero romano e vi introduce una sensibilità diversa, preoccupata di rendere presente nello spazio e nelle immagini l'invisibile. "In questo breve percorso attraverso l'arte cristiana, dal II al VI secolo, ci siamo schierati con quella parte della storiografia che reputa l'arte di questo periodo innovatrice e fondata su un'estetica propria, articolata e complessa; un'arte dotata di un ricco bagaglio iconografico, che ha saputo fondersi con le tematiche proprie del cristianesimo. Ci siamo quindi rifiutati di considerarla come il frutto della decadenza dell'arte classica. L'arte di questo periodo pone le basi stilistiche di quella che chiamiamo arte dell'alto Medioevo, che svilupperà in pienezza gran parte dei temi iconografici propri di tutta l'arte medievale."
Geoff Dyer è considerato in patria tra gli autori più originali degli ultimi anni ed è noto in Italia soprattutto per il suo "Natura morta con custodia di sax". Oltre che di musica è anche, da sempre, appassionato di fotografia. Eppure, confessa in questo nuovo libro, non possiede nemmeno una macchina fotografica: "le sole volte che scatto delle foto è quando i turisti mi chiedono di fargliene una, con la loro macchina. (Queste rare opere sono adesso disperse in giro per il mondo in collezioni private, soprattutto in Giappone)". Ma così come il non conoscere la musica non gli ha impedito di scrivere un libro in piena empatia con l'universo del jazz, Dyer ha ora bilanciato questo apparente svantaggio con tutta l'originalità che i lettori gli riconoscono e ha scritto una particolarissima storia della fotografia. Cercando di identificarne gli stili specifici, Dyer guarda al modo in cui figure di riferimento come Alfred Stieglitz, Pani Strand, Walker Evans, André Kertész, Dorothea Lange, Diane Arbus e Wiliam Eggleston hanno fotografato gli stessi oggetti (cappelli, scale, panchine, negozi di barbiere, cartelli, strade): "volevo capire se lo stile può essere identificato nel e dal contenuto, se è inerente a esso. L'unico modo per farlo era vedere come persone diverse fotografavano la stessa cosa". Ne risulta un racconto originale e divertente in cui questi fotografi, molti dei quali non si incontrarono mai, vengono continuamente a contatto gli uni con gli altri.
Il cinema detto "erotico" focalizza i contenuti e la scenografia sugli aspetti della seduzione e della sessualità. Il genere ha una storia lunga e tanto diversificata quanto lo è la concezione personale di erotismo che ogni regista ha. Sta di fatto che molti grandi nomi del cinema si sono a un certo punto confrontati con questo genere cinematografico, che vanta, infatti, una filmografia gloriosa. Da " Belle de jour " a " Histoire d'O ", da " Emmanuelle" a "Ultimo tango a Parigi", il libro racconta questo genere importante del cinema, il suo linguaggio specifico, i retroscena della recitazione e delle tecniche di regia, gli intrecci con il cinema drammatico e la commedia, attraverso un repertorio di cento film.
Questo prestigioso volume sulla pittura murale in Italia presenta il magnifico mondo illusionistico, in tutta la sua gamma artistica e intellettuale, della grande decorazione barocca nelle chiese e nei palazzi nell'epoca della Controriforma e dell'Illuminismo. Per la prima volta viene qui offerta un'ampia panoramica di questo capitolo dell'arte italiana tanto spettacolare quanto importante. Il materiale fotografico, appositamente raccolto per quest'opera, permette l'accesso a luoghi d'arte eccellenti - alcuni famosi in tutto il mondo e alcuni finora meno conosciuti, ma ugualmente importanti -, esprimendo così magnificamente il fascino visuale e intellettuale del mondo delle immagini pittoriche del Barocco. La rassegna ha inizio con il periodo del primo Barocco romano, rappresentato dalle opere realizzate dopo il 1600 dagli allievi di Annibale Carracci: Albani, Reni, Domenichino e Lanfranco. Seguono, dal 1630 circa, gli affreschi di Pietro da Cortona, grande iniziatore, e di Luca Giordano, che porta a compimento l'arte barocca della decorazione murale. Di questi è possibile capire l'influenza stilistica mediante le loro opere più significative e quelle dei loro successori.
Questo libro cattura, attraverso le lenti di un grande fotografo, il patrimonio sopravvissuto di un fertile decennio che va dal rilancio dell'attività costruttiva dopo la rivoluzione russa fino all'inizio degli anni Trenta, quando il pluralismo delle idee e delle pratiche architettoniche incomincia a venir meno. In questo breve lasso di tempo, alcuni degli edifici più rappresentativi del XX secolo furono realizzati da un ristretto gruppo di architetti, che svilupparono un innovativo linguaggio architettonico funzionale ai nuovi obiettivi sociali della vita comune. Raramente pubblicate e praticamente inaccessibili prima del crollo del regime sovietico, queste fondamentali opere sono rimaste sconosciute e poco valorizzate. Le fotografie di Richard Pare rivelano la forza delle forme di queste costruzioni, alcune ancora utilizzate, ma molte abbandonate e decadenti. Grandi complessi industriali, come il DneproGES e il MoGES, che fornisce l'energia elettrica a tutta Mosca, ampie case comuni per operai, incluso il Narkomfin di Ginzburg, edifici commerciali e uffici governativi, oltre a piccoli club e teatri, furono tutti costruiti in questo periodo. Di notevole interesse è la collezione di opere progettate da Konstantin Mel'nikov, che comprende la sua famosa casa, ora a rischio di demolizione. Nel saggio introduttivo, lo storico dell'architettura Jean-Louis Cohen esamina la storia di questo periodo, mostrando il contesto in cui questa nuova architettura ha inizio.
Definire con precisione la "natura morta" non è difficile: tutti la riconosciamo quando ne vediamo una. Eppure nella storia dell'arte il tema ha appassionato gli studiosi animando un dibattito tutt'ora in corso sulle sue origini nonché sulla data esatta della sua nascita come genere della pittura, generalmente collocata intorno al 1600. L'intento di David Ekserdjian è di dimostrare con questo libro come fin dal Trecento, in Italia, e per tutto il Quattro e Cinquecento in Europa gli artisti sono stati attratti dal desiderio di raffigurare in modo autonomo all'interno di composizioni più vaste elementi naturali e oggetti inanimati con esiti talvolta altissimi, tali da essere assimilati a vere e proprie nature morte ante litteram. Attraverso una scelta accurata di cento opere, il libro offre al lettore un percorso per immagini di straordinaria bellezza ordinato tematicamente: fiori, frutti e ortaggi, oggetti, accessori della persona, vanitas. Di ogni opera, riprodotta per intero e contestualizzata attraverso una breve nota storico-artistica, si mostra anche un particolare ingrandito e puntualmente commentato di natura morta: un vaso di fiori, una tavola imbandita, uno scaffale colmo di libri, una cesta di biancheria, un'armatura di rappresentanza. Così, attraverso i capolavori di Gentile da Fabriano, Leonardo, Raffaello, Van Eyck, Holbein, Brueghel e molti altri, questo libro evidenzia dei dettagli che spesso passano del tutto inosservati se visti nel contesto iconografico dell'opera intera.
"Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato nel 1943 negli Stati Uniti, nel 1946 in Francia e nel 1949 in Italia da Valentino Bompiani, è uno dei libri più letti al mondo. Pubblicando il libro pochi mesi prima della sua scomparsa, Saint-Exupéry lasciò la testimonianza più eloquente di un amore per il disegno che coltivò in effetti per tutta la vita. Di questa sua passione e di tutte le prove, i tentativi, gli esercizi da cui nacque "II piccolo principe" questo libro dà conto, offrendo un eccezionale corpus di disegni inediti raccolti tra numerosi collezionisti. Accanto ai disegni, alcune pagine manoscritte dell'autore, fogli volanti regalati a parenti, amici e compagne, pagine di taccuino, lettere e dediche illustrate... Prefazione di Hayao Miyazaki.
La morte fu celebrata dagli antichi come il culmine della vita eroica, dai poeti quale estrema conseguenza dell'amore, dai cristiani come strumento di salvezza e, di conseguenza, senso ultimo della vita terrena. Anche oggi gli artisti contemporanei - ai quali l'autore dedica ampio spazio - si confrontano con questo tema, talvolta in modo provocatorio e scioccante per il pubblico. Dalla morte violenta alle epidemie, dalla morte del corpo alla simbologia della morte allegorica, dai temi cristiani della Passione e della Rinascita alla raffigurazione dell'aldilà, fino al culto dei morti nelle diverse civiltà, in un percorso di quasi 400 esempi iconografici, l'autore restituisce alla Nera Signora il ruolo che sempre ha avuto nella storia delle civiltà, prima che le odierne società evolute la relegassero a un innominabile tabù.