Un ambizioso e sistematico strumento liturgico-musicale, teso a valorizzare le antifone proprie della liturgia eucaristica. L'attenzione al tempo liturgico e la glossa teologica dell'eucologia accompagnano la comunità celebrante che, guidata dalla schola cantorum, rivive il mistero di Cristo in ascolto delle sonorità echeggianti dalla più genuina tradizione cattolica, armonizzate senza violarne lo stile, con particolare attenzione alle esigenze celebrative della liturgia conciliare. Gli autori sono notissimi negli ambienti sinfonici e polifonici delle principali cattedrali e chiese d'Italia. Con un contributo di Valentino Miserachs e prefazione di Angelo Comastri.
Il progetto di una serie di volumi di recensioni cinematografiche, inaugurato nel 2004, nasce con la semplice idea di offrire un servizio alle tante persone che amano il cinema e che desiderano un orientamento per scegliere un film che sia secondo i loro gusti e che li arricchisca sul piano umano e culturale, o anche semplicemente per un sano divertimento personale o familiare. Questo libro, come quelli che lo hanno preceduto, intende offrire una guida comoda e pratica attenta a una doppia prospettiva: la componente narrativa dei film e un punto di vista sapientemente radicato nell'antropologia cristiana.
"Ogni volta che si racconta una storia, la memoria delle cose narrate si allaccia a sostanze invisibili che abitano in posti molto lontani nel tempo. Ogni volta che si racconta una storia, rivive un'antica esperienza e trova spazio dentro di noi. Torniamo nelle grotte delle origini, quando qualcuno cominciò a danzare una storia davanti al fuoco, dando così all'effimero esistere della specie umana il senso della durata in grado di sfidare il tempo del puro vivere animale. Col tempo ho capito che le storie sono proprio come la vita, non è mai come t'aspetti che sia. Anche le storie prendono scorciatoie imprevedibili, sfuggono, si slabbrano, proprio come la voce che le dice e che subito si perde nell'aria."
Isabelle e il suo cagnolino Pickle partono per un viaggio attraverso le quattro stagioni, portando con loro un piccolo albero di mele. Tra temporali, afa estiva, tramonti e brividi di freddo, i due amici vivranno un'avventura indimenticabile. La storia si ispira alla composizione di Vivaldi, «Le Quattro Stagioni»: basta premere la nota presente in ogni scenario per sentire ognuno dei 10 brani dell'opera prendere vita. Età di lettura: da 3 anni.
In questo volume si raccoglie una selezione di interviste e colloqui con Luciano Berio, uno dei maggiori protagonisti della musica del Novecento. Le modalità del dialogo e il carattere informale del genere intervista aprono prospettive mobili, immediate e talvolta inattese sulle vicende artistiche e biografiche del compositore, restituendone un profilo al contempo affine e complementare a quello che emerge dai suoi testi teorici. Il corpo centrale della raccolta - 51 colloqui tra interviste, conversazioni e inchieste, condotti in lingue e Paesi diversi - traccia un percorso cronologico che va dal principio degli anni Sessanta fino a pochi mesi prima della scomparsa di Berio nel 2003. È la parabola di un musicista immerso nella contemporaneità, che qui si intreccia con quella dei suoi interlocutori, tra cui spiccano firme di rilievo della pubblicistica italiana e internazionale, nonché i nomi di compagni di vita quali Umberto Eco e Renzo Piano. I temi centrali dell'orizzonte creativo di Berio - dal teatro alla ricerca elettroacustica, dalla voce al linguaggio, dalle tradizioni popolari all'impegno del musicista nella società - si snodano attraverso le interviste con la chiarezza di un linguaggio che, senza mai rinunciare all'approfondimento e all'acume critico, mira a raggiungere un bacino di lettori largo e variegato. Molteplici i riferimenti alle opere più note di Berio, da Thema (Omaggio a Joyce) a Laborintus II, da Sinfonia alle Sequenze, da Coro a Stanar, o ai lavori di teatro musicale da Passaggio a Cronaca del Luogo; e ancora a progetti, incarichi e istituzioni che videro il compositore e l'uomo di cultura coinvolto come ideatore o collaboratore sempre attento alla funzione educativa della musica e alla sua capacità di costituirsi critica attiva della realtà.
«Come nel Medioevo le tradizioni e le superstizioni esistenziali avevano prodotto una quasi impenetrabile e fitta rete di vincoli e remore, così oggi le nuove superstizioni - prodotto artificiale della civiltà, della modernità e della sua etica legale - si calano sulle attività produttive nella forma di una ragnatela ugualmente fitta di nuove infinite regole e inutili e sovrapposte servitù, di artificiose e forzose convenzioni ideologiche, politiche, e giuridiche... Si può evitare questa deriva, ma solo a partire dal Rinascimento, proprio perché questo è stato lotta per la libertà contro la tirannide, ma anche antitesi e rivoluzione come costruzione dell'avvenire.» Queste parole riassumono il senso di un originale manifesto culturale e politico scritto a quattro mani: da una nuova idea di Europa al ruolo dell'Italia non più subalterno, dal problema dei migranti allo Ius soli, dal recupero e la valorizzazione dei beni artistici, soprattutto dopo il terremoto del 2016, all'orgogliosa rivendicazione dell'Italia come «potenza culturale» i cui Beni valgono più di qualunque industria straniera. Sono questi i temi che in queste pagine con estrema forza indicano una via d'uscita dalla crisi economica e di valori del nostro Paese e del mondo occidentale in generale. Ma questa rinascita non può che partire dalla bellezza, bellezza come volano di sviluppo, bellezza come bene pubblico e forma politica più alta. Il nostro è un patrimonio di valori di civiltà che si può tradurre in valore patrimoniale, e gli esempi non mancano. Solo valorizzandolo l'Italia può tornare a dispiegare, con Dante, «le ali al folle volo».
Una figura unica nella storia dello spettacolo italiano. Molto più che un attore: un istrione, un capocomico, una maschera, un improvvisatore impareggiabile. Quella di Totò è stata una comicità ineguagliata che viene qui raccontata attraverso alcune delle sue gag più esilaranti, sintesi incommensurabile della sua assoluta genialità. Con un'appassionata introduzione che ne ricostruisce la biografia, un vasto apparato iconografico e tutta la filmografia completa.
Nel 1482 Leonardo da Vinci entra per la prima volta a Milano. Ha trent'anni, poca esperienza del mondo e tra le mani solamente una spavalda lettera di presentazione per il signore della città, l'ambizioso Ludovico il Moro, in cui si descrive capace ed esperto in ogni campo, dall'arte della guerra all'edilizia. Vuole fare fortuna, è giovane e ha tanta voglia di mettersi in gioco. Riuscirà perfettamente nel suo intento, perché quando partirà dopo quasi tre decenni alla volta della corte francese di Francesco I, lascerà una città profondamente mutata, una metropoli moderna e all'avanguardia, fiera delle proprie tradizioni ma già orientata verso l'Europa. Gran parte di questa trasformazione è merito suo: alla corte sforzesca Leonardo ha infatti potuto sviluppare ed esercitare tutte le sue abilità, dall'architettura all'ingegneria idraulica, dalla pittura dei celeberrimi ritratti alla scenografia di spettacoli teatrali con effetti speciali mai visti prima. Milano, con la vivacità e lo spirito dinamico che la contraddistinguono, è il luogo perfetto per permettere al suo genio eclettico di spaziare senza limiti, lasciando segni che restano ancora visibili a distanza di cinque secoli. In questo libro Marina Migliavacca accompagna il lettore in un itinerario avvincente tra luoghi ricchi di fascino e storia, raccontando con precisione e gusto l'avventuroso rapporto tra il più grande genio italiano e la città che gli ha dato la fama.
"In quest'opera Victoria Dragone svolge un lavoro di analisi e raccordo tra un gruppo di pittori e scultori, eterogeneo per origine, formazione e stile che sotto la sua mano plasmatrice riescono a formare un'opera complessiva dove il linguaggio dell'arte e della vita collimano in una sintesi seducente, se non altro per le modalità con cui viene 'dipinta' in questo volume. Rifuggendo da indugi su tecnicismi che esulano in ogni caso dalle finalità del libro, Victoria Dragone imposta con ognuno una sorta di colloquio che, pur partendo dalla connotazione del monologo, allude spesso ad un ideale confronto con gli autori stessi." Dall'introduzione di Enzo Santese.
Il catalogo della mostra a Palazzo Strozzi a Firenze dedicato a Bill Viola, maestro della videoarte
La Fondazione Palazzo Strozzi presenta al pubblico Bill Viola. Rinascimento elettronico, una grande mostra che celebra il maestro indiscusso della videoarte contemporanea.
In un percorso espositivo unitario tra Piano Nobile e Strozzina la mostra ripercorre - attraverso straordinarie esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono - la carriera di questo artista, dalle prime sperimentazioni degli anni settanta fino alle grandi installazioni successive al Duemila.
Esplorando spiritualità, esperienza e percezione Viola indaga l'umanità: persone, corpi, volti sono i protagonisti delle sue opere, caratterizzate da uno stile poetico e fortemente simbolico in cui l'uomo è chiamato a interagire con forze ed energie della natura come l'acqua e il fuoco, la luce e il buio, il ciclo della vita e quello della rinascita.
Nella cornice rinascimentale di Palazzo Strozzi si crea soprattutto uno straordinario dialogo tra antico e contemporaneo attraverso un inedito confronto diretto delle opere di Viola con quei capolavori di grandi maestri del passato che sono stati per lui fonte di ispirazione e ne hanno segnato l'evoluzione del linguaggio.
Si celebra così la speciale relazione tra Bill Viola e Firenze. E' qui infatti che l'artista ha iniziato la sua carriera nel campo della videoarte quando, tra il 1974 e il '76, è stato direttore tecnico di art/tapes/22, centro di produzione e documentazione del video. Il rapporto di Viola con la storia e l'arte viene inoltre esaltato attraverso importanti collaborazioni con musei e istituzioni quali il Grande Museo del Duomo, le Gallerie degli Uffizi e il Museo di Santa Maria Novella a Firenze, ma anche con le città di Empoli e Arezzo.
"L'opera d'arte nel tempo della sua riproducibilità tecnica'' è il saggio di filosofia dell'arte più importante del XX secolo. Ne esistono cinque differenti versioni, a vario livello di incompiutezza, elaborate da Walter Benjamin tra il 1935 e il 1936: quattro in tedesco, una in francese (l'unica a essere pubblicata con l'autore in vita). La presente edizione propone per la prima volta il "Kunstwerkaufsatz" di Benjamin in una forma radicalmente innovativa, che coniuga il rigore storico-filologico nella ricostruzione genetica dell'opera con l'interrogazione teoretica, aperta e problematica, delle cinque versioni del saggio. Il nucleo centrale del volume è costituito dalla collazione del testo tedesco, a cura di Vincenzo Cicero, e dalla traduzione italiana, curata da Salvatore Cariati e Luciano Tripepi: l'intento è di offrire, finalmente in una visione sincronica, la collazione critica di tutti i passi e di tutte le varianti significative delle cinque versioni, graficamente riconoscibili nella loro autonomia, disposte come innesti comparativi sul testo base dell'ultima redazione. La premessa gnoseocritica e la nota editoriale tratteggiano rispettivamente la prospettiva speculativa e redazionale entro cui è sorto il progetto di rimontaggio dell'opera. L'introduzione e la cronologia della vita e delle opere di Benjamin ricostruiscono il contesto della sua genesi e delle sue varie redazioni sulla base della più recente edizione critica tedesca. Infine, la struttura degli apparati, in gran parte bilingui, comprende le varianti testuali più ampie, la sinossi delle cinque versioni, una significativa selezione di paralipomeni, alcuni momenti epistolari essenziali, le note ai testi, i registri terminologici e gli indici. Un'edizione, dunque, che si pone come una novità nel panorama internazionale degli studi su Benjamin.
Nel volume sono raccolti gli Atti del Congresso Internazionale "Chiesa e Cultura: 50 anni dopo l'Istruzione Musicam Sacram", che si è tenuto in Vaticano il 3-5 marzo 2017 e che ha rappresentato un'occasione di riflessione culturale sullo stato della musica - compresa la musica sacra - nel mondo di oggi. Diciotto autori, guidati dal cardinale Gianfranco Ravasi, tracciano la storia dell'incontro della Chiesa con il mondo della musica e delineano nuove priorità attraverso il dialogo e la condivisione di esperienze. Oltre a un opportuno recupero del patrimonio musicale della Chiesa e al desiderio di una proposta musicale costruttiva per il culto cristiano nella diversità delle culture, il volume dà voce alle sfide e ai desideri costanti di compositori e musicisti, direttori ed educatori, musicologi e teologi che operano con le loro diverse comunità. Il panorama degli interessi musicali qui espressi orienta lo sguardo della Chiesa verso nuove prospettive in un orizzonte di grande rilievo culturale, spirituale e pastorale.