La fine del libro cartaceo si avvicina? Qualche anno fa, i primi e-book non facevano certo temere per un'estinzione del sapere stampato; di recente, tuttavia, la tecnologia ha molto migliorato la funzionalità del libro elettronico, rendendolo più maneggevole ed efficace. Alcuni si entusiasmano per le innumerevoli possibilità editoriali che questo cambiamento epocale comporta; altri, invece, evocano scenari apocalittici. Poco meno di seicento anni fa, la comparsa del libro stampato aveva suscitato altrettanti entusiasmi e timori in una società che sino ad allora aveva conosciuto solo la scrittura a mano. A Venezia, città che aveva intensamente vissuto la nascita e gli sviluppi dell'"ars typographica" il rapido propagarsi della stampa aveva rivoluzionato i meccanismi socio-culturali, provocando situazioni contrastanti. Se disponiamo di ampie testimonianze circa le vicende giuridiche e amministrative relative ai primi esperimenti editoriali, documentare le diffidenze e i timori che li avevano accompagnati è invece impresa meno agevole. Qualche interessante testimonianza ci proviene da pochi e frammentari scritti marginali (in genere poesie), stesi talvolta a corredo di opere più importanti e raccolti ora in questa antologia. Grazie a essi, l'euforia e l'ostilità nei confronti della stampa, conosciute soprattutto attraverso cifre e statistiche industriali, trovano anche un'espressione lettetaria.
Dal VII al XIX secolo il libro manoscritto in caratteri arabi ha diffuso il sapere in lingue e culture diverse - dall'Atlantico al Mar della Cina, da Zanzibar alle rive del Volga - con straordinaria efficacia e continuità. Una sterminata produzione di cui finora solo una piccola parte è emersa, studiata, catalogata. Come 'guardare' un codice in caratteri arabi? Come vagliare dall'insieme al dettaglio il testimone di una cultura materiale e di una produzione intellettuale così multiforme? Come erano codificate le grafie, la disposizione del testo, le ornamentazioni? Per chi e come lavorava un copista del mondo arabo-islamico? Come si fabbricava e si preparava la carta? Un volume destinato non solo a codicologi e orientalisti, ma anche ai lettori interessati a conoscere e capire il valore del libro nel mondo mediorientale e le sue trasformazioni tra le mani dell'uomo. L'analisi chiara e rigorosa arricchita di schemi, tavole, immagini inedite - guida il lettore a riconoscere gli elementi costitutivi del libro arabo-islamico e a inquadrarne l'ambiente e l'epoca di produzione senza trascurarne l'aspetto grafico e visivo.
Un mondo che esclude i giovani talenti, inquinato dal potere mediatico e dalla corruzione, oberato dai debiti "Lo sport più amato dagli italiani è una metafora di problemi più generali che affliggono l'Italia?" "Risponderò come nei titoli di testa dei film: ogni riferimento a mali italici realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti al di fuori del mondo del calcio è da ritenersi puramente casuale. Oggi parlerò solo di calcio".
Fare riferimento alle fonti e ai testi utilizzati in un lavoro di ricerca ha un ruolo e un valore che vanno ben oltre l'obbligo morale di riconoscere il lavoro di chi ci ha preceduto e il dovere scientifico di rappresentare le basi su cui si fonda una ricerca. La citazione bibliografica unisce con un sottile filo aspetti della scienza e della comunicazione scientifica. Il volume considera le ragioni profonde, i compiti e le modalità della citazione bibliografica proponendo due piani di lettura diversi. Il primo parte da un punto di vista storico che dagli scopi intellettuali e scientifici della citazione passa attraverso una utilizzazione più larga, permessa dall'avvento del mezzo informatico, per arrivare poi una vera degenerazione industriale. Il secondo arriva ad una proposta di modelli che permettono di comprendere e governare i diversi stili citazionali e di ottenere la corretta rappresentazione delle risorse informative, analogiche e digitali, oltre che la corretta configurazione dei riferimenti bibliografici nei testi che verranno pubblicati in forma digitale. Conclude il lavoro una proposta di approccio metodologico alla ricerca.
Ci sono opere che hanno letteralmente cambiato il panorama della civiltà, e a questa categoria appartiene senza dubbio l'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert. Con i ventotto volumi in folio della prima edizione e l'enorme varietà delle sue 71.818 voci, accompagnate da 2885 tavole, segnò un rivolgimento radicale nel modo di concepire la cultura, presentandosi come la summa dell'Illuminismo. Ma fu - come subito apparve evidente - anche un'impresa economicamente assai redditizia, e in virtù dello stesso motivo per cui il governo francese voleva sequestrarla: in odor di eresia, si vendeva perché sfidava i valori tradizionali e le autorità consolidate. Alle speculazioni dei philosophes, ben presto, fecero quindi da prosaico controcanto le speculazioni di genere assai diverso dei vari editori dell'Enciclopédie, che, mossi da un'avidità senza limiti, rappresentarono la perfetta incarnazione di quella fase della storia economica che prende il nome di "capitalismo selvaggio". Ricostruendo la biografia dell'Encyclopédie, Robert Darnton racconta così un'appassionante storia di spionaggio industriale ante litteram, e al tempo stesso compone un magistrale trattato in cui convergono storia del lavoro e dell'economia, storia delle idee e della cultura, e dove trovano risposta domande fondamentali: in che modo si propagarono nella società i grandi movimenti intellettuali? Che peso ebbero sulla sostanza e sulla diffusione della letteratura la sua base materiale?
Argomenti trattati nel volume: Le biblioteche ellenistiche (L. Canfora); Biblioteche private e pubbliche a Roma e nel mondo romano (P. Fedeli); Scuola, 'scriptorium', biblioteca e Cesarea (G. Cavallo); Le biblioteche nel mondo bizantino (N. G. Wilson); La biblioteca di corte di Carlo Magno (B. Bischoff); Le biblioteche del XII secolo negli inventari dell'epoca (B. Munk Olsen); Gli umanisti e la biblioteca pubblica (L. Gargan); Biblioteca, libri, scritture nella Napoli aragonese (A. Petrucci).
Giorgio Mazzanti, Presentazione Anna Agostini, Premessa dell'autore Giovanni Cipriani, "Pistoia dalla "crisi" del Seicento al trionfo dell'Illuminismo" Carlo Agostini Fabroni "Biografia" - "I rapporti con Pistoia e gli interventi in patria" - "Dalle raccolte librarie di casa Fabroni alla biblioteca del cardinale" - "La libreria del cardinale a Roma" "La storia della Fabroniana nei secoli" - "La costruzione e la donazione" - "Dalla donazione all'apertura della biblioteca (1726-1730)" - "I primi anni di vita della biblioteca" "Dalla gestione della Comunità civica alla prima metà dell'Ottocento" - "La storia della biblioteca nel secondo Ottocento" - "La biblioteca nel Novecento" "Il patrimonio librario" "Le collezioni della Fabroniana" - "Il fondo Manoscritti" - "Gli incunaboli" - "Il libro antico tra arte e memoria" "Le legature presenti nella Fabroniana" - "Libri rari" - "Gli ex libris e i timbri" - "I restauri librari" - "Il fondo Tommaso Gelli" - "Il fondo Vannozzi" - "Il fondo Nerucci" "Le opere d'arte in biblioteca" "La porta dipinta" - "I gruppi marmorei del Cornacchini" - "Il crocifisso" - "Il ritratto del cardinale" "Appendice documentaria" "Albero genealogico" "Elenco bibliotecari" - "Atto di donazione".
Gli archivi della Chiesa cattolica ne rispecchiano la vita e l'attività nel tempo e sul territorio. Costituiscono un patrimonio di memorie di assoluto valore storico-religioso e civile. Qui si presentano le grandi istituzioni territoriali, gli aspetti di amministrazione del culto come dei beni e del personale, per venire all'amministrazione della memoria. Inoltre, ci si interroga sugli archivi del Novecento e sulla loro conservazione. Un'utile appendice completa un percorso formativo introduttivo a un tema che tocca al tempo stesso le istituzioni, gli uomini e le comunità nel vissuto della storia, e la loro memoria.
Il volume propone un approfondito studio del sistema grafologico ideato da Girolamo Moretti, basato sulla presentazione in forma antologica dei segni grafologici da lui individuati. Con magistrale chiarezza concettuale e ricchezza lessicale, Moretti spiega come e perché ogni singolo segno grafologico sia indice di una certa tonalità psichica legata a uno specifico modo di essere, di vedere, di interpretare la realtà, in termini di pensiero e di sentimento e conseguentemente di una specifica tendenza a rispondere in un certo modo.
Destinatari
Grafologi e chi si interessa in genere allo studio e all'analisi della scrittura.
Autore
LIDIA FOGAROLO, laureata in psicologia e specializzata in grafologia, lavora come analista e perita grafologa, è consulente tecnico di tribunale nei procedimenti di verificazione di scritture e docente di grafologia applicata alle dinamiche interpersonali.
Ecco il catalogo dei 91 incunaboli della biblioteca del Seminario Patriarcale di Venezia.
Acolit è uno strumento che si occupa, come authority list, del complesso processo di controllo della forma di accesso a registrazioni di autori e opere di argomento religioso. Presenta la forma accolta e un numero elevato di varianti ortografiche e linguistiche.