Questa ricerca prende le mosse dall'analisi di alcuni versetti fittili iscritti provenienti da Priene, città ionica dell'Asia Minore. I reperti, databili al II-I secolo a.C., costituiscono a tutt'oggi un unicum nel panorama dei microcontenitori di medicamenta ed è proprio la loro specificità/eccezionalità ad offrire lo spunto per un'ampia indagine non solo sui contesti di fruizione, ma anche sulle ricadute politiche, economiche, sociali e culturali di tale produzione per la città di Priene.
Il "Commentario alla Metafisica" che ci è stato tramandato sotto il nome di Asclepio di Tralle è in realtà una trascrizione delle lezioni di Ammonio di Ermia, che fu professore di filosofia presso la scuola di Alessandria tra la fine del V e gli inizi del VI secolo d.C., realizzata da un allievo a dire il vero poco dotato intellettivamente e anche poco accurato dal punto di vista stilistico-letterario. Nonostante i suoi numerosi limiti, dovuti alla mediocrità dell'allievo-redattore, questo commentario acquista nondimeno un valore indiscutibile quale fonte del pensiero metafisico di Ammonio, illustre portavoce del neoplatonismo alessandrino, decisivo "trait d'union" tra filosofia tardoantica e medioevale, studioso "laboriosissimo" - secondo il giudizio di Damascio -, maestro eccelso di filosofia, astronomia e matematica, esegeta-modello di Aristotele e ingegno superiore a tutti gli altri allievi di Proclo, del quale era stato studente ad Atene.
Questo volume nasce dalla duplice volontà di ricordare Rosaria Longo nella sua realtà di donna e di studiosa e di proseguire con lei un ideale dialogo teoretico. Per fare ciò, esso affianca ad una prima parte di ricordi personali due sezioni di studi tematici che si concentrano sugli argomenti da lei prediletti e frequentati. La prima, "Ermeneutica, alterità e riconoscimento" (che conta sui contributi di C. Caltagirone, S. Di Bella, G. Furnari, M. Gensabella Furnari, A. Girotti, M. T. Russo, A. Tigano, G. Venuti, C. Vigna) mette in tensione i temi e i metodi dell'ermeneutica con una gamma di questioni che si estende dalla metafisica al pensiero della differenza sessuale, anche attraverso la rilettura di autori come Ricoeur e Pareyson. La seconda sezione, dal titolo "Etica applicata e pratiche filosofiche" (con contributi di A. Cavadi, L. Malusa, D. Miccione, N. Pollastri, F. Pulvirenti, M. Striano), scandaglia l'universo della pratica filosofica sia attraverso il ventaglio della diversità disciplinare (dalla consulenza filosofica alla philosophy for childreen) che attraverso quello della valutazione, con studi che vanno dall'adesione convinta alla netta critica.
Oltre ai grandi e più noti contributi alla logica e alla storia della logica di pensatori come Tarski, Lukasiewicz, Lesniewski, la filosofia polacca contemporanea ha elaborato concezioni originali su questioni filosofiche generali e di filosofia della scienza. In particolare, si sono distinte due scuole, quella di Leopoli-Varsavia, sviluppatasi fra le due guerre, e quella più recente di Poznan. Elemento comune che caratterizza entrambe le scuole è una concezione della scienza antiempirista che valorizza il ruolo dell'astrazione e dei modelli nella costruzione delle teorie. Questo studio ­ che si propone in versione riveduta e corretta dopo la sua prima edizione del 1990 ­ ha fondamentalmente due scopi: colmare una lacuna nella storiografia filosofica italiana sulla filosofia polacca in generale nonché sulle due scuole prima menzionate e utilizzare gli strumenti analitici da esse forniti per contribuire al dibattito su alcuni di quei problemi ­ quali il realismo, la verità, il progresso scientifico ­ che sono stati al centro dell'attenzione dopo la crisi del positivismo logico e con lo sviluppo della filosofia della scienza post-positivista.
Il positivismo italiano è stato di solito un ottimo sparring partner per ben più agguerriti e robusti lottatori teoretici che, nel prendere le distanze da esso, hanno trovato anche l'occasione per caratterizzare in modo originale la propria prospettiva: l'idealismo prima, il marxismo poi, ed insieme ad essi tutta una serie di correnti che hanno segnato la storia della filosofia italiana dall'Unità ad oggi (spiritualismo, neotomismo, esistenzialismo, per finire con l'ermeneutica), hanno contribuito in modo convergente a creare una "cattiva stampa" del positivismo italiano, magari per contrapporgli più nobili e degni parenti di schiatta europea.
Aule universitarie e sale consiliari accolgono nei loro scranni spesso i medesimi personaggi, soggetti intrisi di scienza e di politica che, particolarmente nella trancia cronologica all'interno della quale si snoda il volume XVIII e XIX secolo recitano da protagonisti sul variegato palcoscenico cittadino. E sono i componenti del ceto professionale, soprattutto, a rubare la scena alla "primadonna" per eccellenza e per tradizione, quella classe aristocratica che, tuttavia, resterà ancora a lungo salda al potere, forte del censo più che del titolo.
Un passo assai oscuro del Libro dell'Esodo narra che Sfora, la moglie di Mosè, circoncise nella notte il proprio figlio, per impedire la morte dello sposo, minacciato da una figura angelica. Tale episodio offre a Gregorio di Nissa, nell'opera dedicata alla vita del Legislatore, lo spunto per proporre una interpretazione, di stampo alessandrino, relativa ai rapporti tra cultura pagana e fede cristiana.