La città di Aparecida, in Brasile, sorge su una collina nella valle bagnata dal fiume Paraíba. Il centro deve la sua fama di "capitale della fede" perché in esso sorge il grande Santuario mariano di Nostra Signora Aparecida che attira tutto l'anno milioni di pellegrini dall'intera America latina. La devozione alla Madonna Aparecida risale ai primi del 1700, in seguito al ritrovamento di una piccola ma preziosa statua di terracotta della Vergine Immacolata, impigliata nella rete di alcuni pescatori. Da quel momento si susseguono grazie e miracoli attribuiti alla presenza mariana e la fama del luogo cresce e si diffonde. La prima cappella costruita sul posto lascerà spazio nella seconda metà del XX sec. all'attuale grandiosa Basilica inaugurata nel 1967 che accoglie ogni anno migliaia e migliaia di pellegrini. È il più grande Santuario mariano del mondo.
Questa è la breve magnifica vita di una giovane medico salesiana, laica consacrata nell'Istituto secolare delle Volontarie di Don Bosco. Si chiama Claudia Sini (1975-2011) e per 36 anni è stata amata da tutti quelli che la conoscevano quaggiù. Ora è amata in Paradiso per l'eternità. In questo piccolo volume si racconta lei stessa. Si attinge sempre alle numerose pagine dei suoi diari, alle sue mail, ai suoi due blog e alla memoria della sua mamma e dei suoi cari. L'incontro con Claudia parte dall'espressione più frequente con cui scrive di sé: "Sono felice!". Pur attraversando un calvario di dolori, cure e speranze, non perderà mai il suo slancio di generosità e il suo entusiasmo per la vita.
Educata sin da piccola alla fede cristiana, Gilda Cersosimo (2004-2022) frequenta l'Oratorio salesiano e approfondisce la sua ricerca personale di Dio tramite la Parrocchia ma soprattutto attraverso l'Associazione giovanile Turris Eburnea. Gilda frequenta il liceo, ama le lingue, la musica, il canto e il ballo ed è una sportiva doc, con la passione del nuoto, dello sci e della pallavolo. E ama le piccole cose di vita quotidiana da cui attinge gioia ed è capace di inondare anche gli altri di questa voglia di vivere. Malgrado una rara e terribile neoplasia maligna che la colpisce a quindici anni, nel suo calvario si affida totalmente al Signore, continuando a sentirsi felice fino all'ultimo istante della sua vita.
Mons. Luigi Novarese nasce a Casale Monferrato il 29 luglio 1914. Il 17 dicembre 1938, viene ordinato sacerdote nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Il 17 maggio 1947 fonda, coadiuvato da Sorella Elvira Myriam Psorulla, il Centro Volontari della Sofferenza e, l'anno successivo, i Silenziosi Operai della Croce che verranno elevati a Pia Unione Primaria da Papa Giovanni XXIII con il Breve Apostolico "Valde probandae" il 24 novembre del 1960.
Alla morte di Pio IV, il domenicano Antonio Ghislieri (1504-1572), il 7 gennaio 1566, è eletto all'unanimità a succedergli al soglio pontificio, prendendo il nome di Pio V. Si impegna da subito su vari fronti: riformare la Chiesa applicando le direttive del Concilio di Trento; custodire e difendere l'ortodossia della fede contro l'eresia; mantenere la pace tra gli Stati cristiani e allontanare la minaccia dell'invasione turca; promuovere la diffusione del Vangelo nelle terre di missione.
Nereo e Achilleo erano soldati romani pretoriani che a causa della loro fede cristiana vennero imprigionati e giustiziati nel 304 durante la grande persecuzione voluta dall'imperatore Diocleziano. Dall'antico Martirologio Geronimiano sappiamo che nelle Catacombe di Domitilla si celebrava con solennità il dies natalis dei martiri Nereo e Achilleo il giorno 12 maggio. In questo modo ci è stata tramandata la data certa del loro martirio per decapitazione. Nereo e Achilleo sono infatti sepolti nelle Catacombe di Domitilla sulla Via Ardeatina. Per la grande venerazione di cui godevano i due martiri Nereo e Achilleo, nelle Catacombe si realizzò una basilica a loro dedicata, una delle più antiche chiese paleocristiane di Roma.
La straordinaria storia di Santa Marina è una delle più belle ed edificanti del Monachesimo cristiano antico. Orfana di madre, giovanissima decide di seguire il padre in un monastero maschile, travestendosi da uomo. Conduce una vita irreprensibile ed esemplare, fin quando viene accusata ingiustamente di aver sedotto una donna del vicino villaggio e viene cacciata dalla comunità. La povera giovane affronta tutto con umiltà e mitezza evangeliche; si sistema in una grotta, dove, tra mille difficoltà, cresce il bambino, frutto della presunta tresca, a lei affidato. Dopo alcuni anni Marina e il bambino sono riammessi nel monastero. Solo alla morte della donna, si scopre la sua identità e insieme la sua innocenza. Marina è sepolta con tutti gli onori e ben presto si diffonde la sua fama di santità.
Don Luigi Palazzolo (1827-1886) è stato un prete semplice e gioioso che continua a insegnarci a tenere insieme l'amore per Dio e l'amore per gli ultimi, i più poveri, quelli che non sono raggiunti da altri. La sua vita, segnata dallo sguardo continuo al Cristo crocifisso e ai Crocifissi del mondo, altro non è stata se non una carezza di Dio per i più poveri. Per concretizzare il suo carisma fondò la Congregazione delle Suore delle Poverelle e i Fratelli della Sacra Famiglia.
Secondo gli Atti degli Apostoli, dopo la risurrezione e ascensione al cielo di Gesù, gli undici fedeli apostoli decidono di rimpiazzare Giuda Iscariota, ripristinando il loro numero a dodici come voluto dal Signore. Tra i vari discepoli che hanno seguito Gesù viene estratto a sorte Mattia. Molte tradizioni lo descrivono come un martire per la fede. Secondo alcuni storici le reliquie furono portate a Treviri in Germania, dove sono tuttora venerate, nella basilica a lui dedicata.
Il giovane nobile Bernardo (1090-1153), dopo un'esperienza militare nella dissolutezza, cambia vita per farsi monaco e convince, tra fratelli, parenti e amici, altri 29 uomini a unirsi a lui per entrare in monastero; insieme vestono il saio cistercense. Dopo un paio d'anni Bernardo, alla guida di un gruppo di monaci, è inviato a fondare una nuova abbazia, che si chiamerà di Clairvaux o di Chiaravalle. Egli, ordinato sacerdote, guiderà, con saggezza e zelo, l'abbazia fino alla morte.
La venerazione della Madonna "che scioglie i nodi" ha origine da un dipinto votivo del '700 conservato ad Augsburg in Germania. Il quadro rappresenta Maria Immacolata nell'atto di sbrogliare un lungo nastro aggrovigliato apparentemente inestricabile; il nastro mirabilmente sciolto e senza nodi è poi presentato da un angelo ai fedeli osservatori. L'ex voto testimonia la risoluzione felice di una disperata situazione coniugale e il ritorno dell'armonia famigliare, grazie all'intercessione amorevole ed efficace della Vergine Maria.
La consapevolezza profonda della bontà del Signore animava il Beato Domenico Lentini, il quale nella sua predicazione itinerante non si stancava di proporre l'invito alla conversione e al ritorno a Dio. Per questo la sua attività apostolica era accompagnata dall'assiduo ministero del confessionale. Sapeva bene, infatti, che nella celebrazione del sacramento della Penitenza il sacerdote diviene dispensatore della misericordia divina e testimone della nuova vita che nasce grazie al pentimento del penitente ed al perdono del Signore. Sacerdote dal cuore indiviso, seppe coniugare la fedeltà a Dio con la fedeltà all'uomo. Con ardente carità si rivolse in particolare ai giovani, che educava ad essere saldi nella fede, ed ai poveri, ai quali offriva tutto ciò di cui disponeva con un'assoluta fiducia nella Divina Provvidenza.
Raffaele Mennella è un giovane religioso, morto all'età di ventun anni, quando aveva appena iniziato i suoi studi di teologia. La sua vita non è ricca di eventi straordinari, né presenta caratteri sensazionali. Egli è come uno di noi, con una nota distintiva: straordinario nell'ordinario.
Elisabetta Canori nasce a Roma nel 1774, da una famiglia agiata. Nel 1796 sposa Cristoforo Mora, il quale ben presto si dimostra infedele e immaturo. Elisabetta sopporta tutto, raggiungendo altissime vette spirituali, sperimentando estasi ed altri fenomeni mistici. Per tutta la vita cercherà di riportare il marito sulla retta via, con tenerezza e pazienza.
Maria Gallo nasce a Napoli il 25 marzo 1715 in una semplice famiglia di artigiani. Sin da piccola inizia a frequentare la chiesa di Santa Lucia al Monte, tenuta dai Francescani Alcantarini. Ben presto manifesta l'intenzione di consacrarsi al Signore contro i progetti del padre violento. Pur subendo maltrattamenti e privazioni, non cede e alla fine riesce a coronare il suo sogno: l'8 settembre 1731, nella sua casa, veste l'abito del Terz'Ordine Francescano Alcantarino, prendendo il nome di Maria Francesca delle cinque piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo. Nella sua vita si susseguono sofferenze fisiche e morali. Maria Francesca è ammessa ai voti religiosi nel Natale 1741. Insieme ad una compagna, Maria Felice della Passione, ella va ad abitare presso la casa di don Giovanni Pessiri, suo direttore spirituale. Maria Francesca beneficia di carismi soprannaturali, come la profezia, e sperimenta vari fenomeni mistici. Spira serenamente il 6 ottobre 1791.
Pozzomaggiore (SS): Edvige Carboni nasce il 2 maggio 1880 da piissimi genitori. Cresce buona e ubbidiente. Nel tempo vissuto nel suo paese d'origine dimostra membro vivo della comunità parrocchiale, assidua alle adunanze e ai Sacramenti, ottima catechista, insegnando il vangelo più con i fatti che con le parole. È una donna laboriosa, piena di premure e di affetto per tutti, apprezzata soprattutto per la sua modestia e umiltà. Edvige vive vari fenomeni mistici e beneficia di numerosi doni soprannaturali: estasi, levitazioni, incendi d'amore, spirito di profezia, bilocazione, animazione di sacre immagini, visite di angeli e santi; il 14 luglio 1911 riceve dal Signore le stimmate. Roma: nel novembre del 1929, per tener compagnia alla sorella Paolina e al papà, Edvige lascia il suo paese natale per trasferirsi nel Lazio. In questa regione, dopo essere state provvisoriamente a Marcellina Scalo, poi ad Agosta, Serrone, La Forma, Albano, Quadrato, Edvige e Paolina si stabiliscono a Roma, nel 1938. La carità di Edvige nell'assistenza ai malati, alle persone sole, agli anziani, ai bisognosi è straordinaria: la gioia di dare tutto a tutti è sempre in lei più forte e più grande di ogni rinuncia. Dopo una vita così particolare, vissuta "più in cielo che in terra", Edvige il 17 febbraio 1952 rende la sua anima a Dio pronunciando il nome di Gesù.
Bielorussia: Pietro Osmolowski nasce il 13 dicembre 1838 ad Antonof in Bielorussia, regione situata allora all'estremità orientale della Polonia, ma occupata dalla Russia. La sua è una famiglia di nobili origini. Ben presto matura nel suo cuore la vocazione a servire Cristo. Entra tra i frati minori: nel convento di Minsk, il 19 settembre 1861, veste il saio francescano, assumendo il nome di frate Adriano. A causa di un'insurrezione dei polacchi contro il governo russo, i francescani vengono cacciati dal convento: frate Adriano trova ospitalità per tre anni nel seminario diocesano di Minsk; poi, insieme a un confratello, decide di partire esule per la Terra Santa. Gerusalemme: i due frati, il 19 ottobre 1866, arrivano a Giaffa per poi dirigersi a Gerusalemme, dove vengono accolti nel convento di San Salvatore. Il 13 giugno 1867, frate Adriano fa la professione solenne e il 28 marzo 1868 viene ordinato sacerdote. Resterà in Terra Santa per dieci anni. Gemona del Friuli (Udine): per motivi di salute torna in Europa e viene accolto nella provincia veneta dei frati minori, avendo come prima destinazione il convento di Gemona del Friuli. Nella provincia veneta vivrà ben 47 anni, esprimendo le sue più belle doti di frate e sacerdote, in particolare si distinguerà nel servizio del confessionale. A Gemona assolverà anche l'incarico di superiore del convento. Lonigo (Vicenza): nel gennaio 1911 padre Adriano è trasferito dai superiori nel convento di San Daniele di Lonigo: qui rimane sino alla morte, eccetto il periodo fra il 1913 e il 1916, vissuto nel convento di Monselice (Padova). Padre Adriano muore il 9 aprile 1924.
Itala Mela nasce il 28 agosto 1904 a La Spezia. Nel 1915 riceve la Prima Comunione e la Cresima. Dopo aver conseguito la licenza liceale, Itala si iscrive alla facoltà di lettere dell'università di Genova. L'11 novembre 1922 si trasferisce nel capoluogo ligure. Entra in contatto con la FUCI e intraprende un serio cammino di conversione. Nell'estate del 1924 mentre prega nella chiesa di Nostra Signora della Salute, ha come un'ispirazione interiore che la spinge alla vita religiosa: nel giugno 1925, Itala fa voto di verginità. Nel novembre 1926 si laurea con il massimo dei voti. Inizia l'insegnamento in un istituto tecnico di Pontremoli (MS). Nella primavera dell'anno successivo Itala ha la sua prima intensa esperienza mistica: comincia un cammino di intimo rapporto con Dio in cui scopre (3 agosto 1928) la sua personale vocazione di far conoscere il mistero dell'Inabitazione della Santissima Trinità. Itala ottiene una cattedra d'insegnamento a Milano. Gravi problemi di salute in quel periodo la costringono a desistere dal suo sogno di entrare in monastero. La sua situazione di salute andrà sempre più peggiorando, compromettendo anche il suo insegnamento. Nel 1931 Itala diventa oblata benedettina. Deve ritornare nella sua famiglia a La Spezia. Continua con molta difficoltà a insegnare, ma a settembre del 1938 deve rinunciare all'insegnamento. Durante la guerra, insieme a suo padre, si trasferisce a Barbarasco, frazione di Tresana (MS). I Mela tornano definitivamente a casa a La Spezia il 31 agosto 1945. Itala, nonostante la salute precaria, entra a far parte del Movimento dei Laureati Cattolici. Muore il 29 aprile 1957.
Le pagine di questo libretto tracciano il ritratto spirituale ed apostolico di san Vincenzo Pallotti. La novità dell'intuizione carismatica di san Vincenzo Pallotti si esprime nell'intrinseca congiunzione tra l'impegno apostolico e la santità. Tutti devono essere apostoli, santi apostoli. In san Vincenzo Pallotti la santità e l'apostolato si fondono, si compenetrano, si sostengono a vicenda. L'esempio di santità apostolica di san Vincenzo Pallotti è un invito ad irradiare con le opere quella carità generosa che fa risplendere l'amore di Dio.
José Sánchez del Río nasce il 28 marzo 1913. La sua è una famiglia benestante e stimata da tutti, di dichiarata fede cattolica. L'infanzia di José trascorre nel periodo della violenta Rivoluzione messicana che colpisce l'intero Paese. La famiglia si trasferisce per un po' a Guadalajara. Quando, nel 1926, comincia una terribile persecuzione contro la Chiesa, José, pieno di fede e di zelo cristiano, decide di entrare nel movimento dei "Cristeros" che lottavano per la libertà di religione e per i diritti umani del popolo martoriato. Dopo vari tentativi, andati a vuoto per la sua giovane età, riesce finalmente a farsi accettare: diventa così il portabandiera del gruppo. Durante una battaglia contro le forze federali, José viene catturato e imprigionato a Cotija. Dopo vari tentativi di dissuaderlo dalla sua fede, sempre respinti dal coraggioso ragazzo, José è trasferito a Sahuayo e rinchiuso nella chiesa di San Giacomo, trasformata in stalla dai militari. Condannato a morte, viene prima crudelmente torturato e infine giustiziato nel cimitero del paese, rendendo suprema testimonianza di amore e di fedeltà al Signore, continuando a gridare eroicamente fino alla fine "Viva Cristo Re e la Madonna di Guadalupe!".