LA SALVEZZA IN GREGORIO DI NAZIANZO, TEOLOGO PER ANTONOMASIA, CANONIZZATO INSIEME CON BASILIO ED IL CRISOSTOMO, COME UNO DEI TRE GERARCHI, MODELLO NELL AGIOGRAFIA E NELL OMILETICA... Gregorio di nazianzo, insieme a basilio ed a gregorio nisseno, forma quella triade cappadoce, che costituisce uno dei nuclei preminenti della speculazione e della spiritualita del cristianesimo patristico... Gregorio come teologo ha approfondito ed ha chiarito; ha apportato del nuovo e piu`ancora ha sistemato l'antico; ha atti nto da origene, ma soprattutto lo ha depurato; si e`posto mediatore tra le scuole di alessandria e d'antiochia. Ha inci so definizioni che hanno fatto da garanzia per i secoli futuri, ma, ben oltre, le ha vissute in un'intensita drammatica ; in lui la speculazione su dio tendeva a salire a contemplazione, come la constatazione della miseria umana si rasserenava in preghiera. La sua era una teologia che aveva il respiro della poesia... Gregorio fu consacrato come il teologo per antonomasia, fu proclamato il demostene cristiano, fu canonizzato, insieme con basilio ed il cristostomo, come uno dei tre gerarchi. Entrr nei florilegi patristici, nelle catene esegetiche, nella documentazione dei concili, nei trattati ascetici, nei testi pedagogici... Divenne modello nell agiografia e nell omiletica. "
Il libro
Ignorata fino a tutto il Medio Evo, questa « perla dell'antichità cristiana », come è stato definito l’A Diogneto, ha attirato sempre di più, in epoca moderna e contemporanea, l'interesse di quanti hanno cercato di cogliere nei testi del cristianesimo primitivo il nucleo essenziale del messaggio della Nuova Alleanza.
Non è un caso che questo scritto, la cui origine rimane tuttora avvolta in una fitta coltre di incertezza, si trovi citato più volte nei documenti del Concilio ecumenico Vaticano II, soprattutto per quanto riguarda il tema dei rapporti fra i cristiani e il mondo,di cui essi costituiscono l'anima vivificante.
L'A Diogneto, al di là degli spunti apologetici che hanno di mira l'idolatria pagana e gli aspetti ritualistici del culto giudaico, si presenta, attraverso la forma dialettica di risposte più o meno sistematiche ad alcuni quesiti sul cristianesimo, come un'esposizione sintetica e sommaria del mistero cristiano.
Il libro
Questo volume sul Padre nostro, commentato da Tertulliano, Cipriano e Agostino, offre una visione globale del ruolo avuto dalla Preghiera del Signore nelle comunità cristiane antiche dell'Africa romana, quelle comunità che segnarono della loro personalità ecclesiale l'Occidente cristiano latino. Per le comunità di Tertulliano, Cipriano e Agostino il Padre nostro non fu soltanto qualcosa di caro, perché si trattava della preghiera lasciataci dal Signore, accanto ad altri suoi desideri ed insegnamenti; ma costituì il testo base di un'educazione alla preghiera in senso cristiano, che aveva una sua novità formale e non solo di parole rispetto al modo di pregare sia del giudeo che del pagano.
Nel presente rinnovamento della catechesi, anche in merito alla preghiera, che sta esplodendo nell'oggi cristiano non sempre con la necessaria angolazione di "preghiera cristiana" bensì di un sentimento religioso in generale, una rilettura contestuata dei commenti africani al Pater potrà essere di stimolo e di guida a un recupero articolato del ruolo della preghiera nell'essere cristiani
L'autore
ANTONIO ORAZZO, laureato in Filosofia, ha conseguito la Licenza in Teologia patristica all'Università Gregoriana e il Dottorato in Teologia alla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli. Insegna Storia della Filosofia antica e Patristica presso la Sezione S. Luigi della stessa Facoltà. Tra i suoi lavori, segnaliamo il volume recentemente curato I Padri della Chiesa e la Teologia. In dialogo con Basil Studer.
Il libro
All'interno del Salterio, i salmi graduali (119-133) esprimono i sentimenti e la preghiera del pio israelita, che da pellegrino "sale" periodicamente a Gerusalemme, -per incontrarvi il suo Dio e vivere in modo nuovo i rapporti con i compagni di fede. Nella tradizione della Chiesa, questi salmi hanno sempre accompagnato il cammino del credente verso Gerusalemme, intesa sia come il luogo geografico dove il Signore -Gesù ha portato a compimento il suo mistero pasquale, sia soprattutto come il simbolo del mistero stesso della sua morte e risurrezione.
Fra i Tractatus super Psalmos di S. Ilario - primo commento continuo in lingua latina al Salterio e mai tradotto in lingua moderna - è rimasta l'intera serie dei commenti ai salmi delle ascensioni. Essi costituiscono come un libretto a sé stante nella lacunosità dell'opera. E facile riconoscervi i temi teologici più importanti e ricorrenti, secondo una accentuata angolatura cristologica, tipica del vescovo di Poitiers. La Gerusalemme verso cui il credente si affretta diventa - nella sua visione — la Chiesa stessa, considerata nella fase sia storica che escatologica.
Questi commenti sono un saggio quanto mai significativo dell'opera esegetica del Dottore di Poitiers. Se da una parte introducono ai grandi principi ermeneutici della lettura cristiana dell'Antico Testamento, mutuati in larga misura da Origene e dalla Scuola alessandrina, dall'altra presentano i contenuti teologici che più stanno a cuore all'Autore.
Alla vigilia del grande Giubileo del 2000 e agli albori del terzo Millennio, il credente di oggi troverà in questo libro, corredato di ampia introduzione e di abbondanti note, un ricco contenuto teologico e spirituale. Immergendosi nelle radici millenarie della tradizione di preghiera della Chiesa, egli sarà così aiutato a compiere il suo "pellegrinaggio" e a proiettarsi in modo creativo al futuro.