L'aggressione della Russia in Ucraina sembra aver dato vita a una nuova stagione di violenza contagiosa. In realtà, come l'autore dimostra con dovizia di dettagli, la situazione in cui ci troviamo non è "nuova" sia perché preceduta fin dagli anni Novanta - dopo la fine della Guerra fredda tra Est e Ovest - da una costellazione di conflitti e di prepotenze "locali", sia perché molti antichi nodi mondiali di potere e di politica attendevano di arrivare al pettine. Questo libro mostra la reale portata di ciò che sta avvenendo in questi anni e il ruolo che l'Occidente, l'Europa e l'Italia sono chiamati a ricoprirvi, perché non accada di peggio.
El Alamein, 4 settembre 1942. Una mina uccide il più giovane soldato italiano dell'armata corazzata in Nord Africa. Si chiamava Sergio Bresciani, diciotto anni, semplice artigliere del 3° Reggimento Artiglieria Celere. Ne aveva soltanto quindici quando nel 1940 era fuggito da casa per combattere in Libia. Il 2 luglio 1941 aveva compiuto sul campo i 17 anni, età nella quale era stato possibile appuntargli le agognate stellette e arruolarlo ufficialmente nel Regio Esercito: il più giovane soldato d'Italia impegnato nella Seconda guerra mondiale. Sul fronte nord-africano ha vissuto tutte le vicende delle Divisioni "Pavia", "Sabratha" e "Littorio", sempre lieto ed entusiasta, pronto a sacrificarsi per i compagni. Decorato personalmente dal generale Erwin Rommel con la Croce di Ferro tedesca di II Classe, gli verranno in seguito assegnate la Medaglia d'Oro al Valor Militare e la Croce di Ferro tedesca di I Classe. A lui è stata intitolata la Pista Rossa di El Alamein. Questo libro ne traccia la breve vita, attraverso le lettere dal fronte messe a disposizione dalla famiglia e le interviste alla sorella Liliana.
Carlo Alberto Biggini, professore e costituzionalista, venne scelto da Mussolini, dopo Gentile e Bottai, a guidare il ministero dell’Educazione Nazionale nel delicato passaggio che portò alla formazione della Repubblica sociale italiana con lo scopo di realizzare l'idea di “scuola totalitaria” fascista. Quando i progetti del Duce si scontrarono con la realtà della guerra, Biggini, intellettuale di formazione liberale che aderì al fascismo per la sua visione corporativa della società, provò a salvare la scuola italiana, svincolandola dalle pretese ideologiche del regime e favorendo una “restaurazione culturale” che agevolasse la transizione dal fascismo alla futura democrazia.
Che cos’è la massoneria? Un’associazione filantropica o un occulto centro di potere? Quale l’obiettivo che persegue, la democrazia e l’uguaglianza, o l’imposizione ovunque e a tutti delle ricette di progresso e di felicità elaborate in loggia? Quando i massoni parlano di morale si riferiscono a quella del Decalogo o no? E che cos’hanno in mente quando parlano di libertà?
Il terzo capitolo della Genesi descrive la seduzione che Satana esercita sugli uomini di ogni tempo: il menzognero e omicida dall’inizio invita ognuno di noi a trasformarsi in Dio definendo noi stessi che cosa è bene e che cosa è male. Il frutto di questi suggerimenti è la morte.
Nata ufficialmente a Londra nel 1717 la “Libera Muratoria”, come lo stesso nome indica, ha un’anima “libera”, vale a dire affrancata dalla Rivelazione e dal Magistero. Papi e massoneria: ricorrendo al magistero pontificio illustrato con considerazioni di tipo storico-documentario, Pellicciari fa luce su questo “rapporto” che è e non può che essere, al di là della propaganda, totalmente inconciliabile. In questa nuova edizione ampliata e aggiornata la drammaticità dell’analisi dei Papi risulta in tutta la sua profetica verità.
Dio, che ha mandato suo Figlio Gesù per salvarci dalla morte, ha dato ai Papi zelo e discernimento straordinari per descrivere e analizzare la realtà delle logge, mettendoci così in grado di difenderci da quella forma di gnosi moderna che è la massoneria. Un magistero che vale la pena di conoscere perché di grande attualità.
La filosofia «serve» a qualcosa? Quali esperienze umane propiziano l'atteggiamento filosofico di fronte alla realtà? Che differenza c'è tra la filosofia e le scienze particolari? Filosofia e poesia hanno qualcosa in comune? È possibile una filosofia cristiana? Sono alcuni degli interrogativi più caldi ai quali Josef Pieper risponde dialogando socraticamente con il lettore, indovinando tutte le sue possibili obiezioni, rispondendo a tutte le domande e suscitandone delle nuove, fino a guidarlo alla comprensione più intima di ciò che è la filosofia e facendogli trovare da solo le risposte più soddisfacenti.
Grande fu il contributo che italiani e italiane animati dalla fede cristiana hanno reso alla Resistenza tra il 1943 e il 1945. Il loro apporto, cosi consistente, è qui ampiamente documentato sulla scorta di una ricerca storica che si è avvalsa del lavoro sul campo attingendo a testimonianze, lettere e memorie civili. Non si riscontra nel saggio alcun intento polemico né il tentativo di strumentalizzare quel movimento popolare. A partire da fatti, numeri, volti e atti di eroismo e di martirio, emerge una storia di popolo che merita di essere ritrovata e raccontata. La Resistenza è stata anche cristiana, nella misura in cui vi hanno partecipato uomini e donne la cui coscienza era mossa dalla fede non meno che dal patriottismo. Erano tanti, patrioti e fratelli al di là dei luoghi, della notorietà e degli atti compiuti. L'apparato iconografico è parte documentale del saggio: le immagini sono talvolta piccole, sbiadite, rovinate ma sempre eloquenti. II lettore resterà impressionato dalla giovinezza e dall'innocenza dei volti dei protagonisti di questo spaccato di storia, una rassegna che unisce veri e propri condottieri a uomini sconosciuti e miti che hanno incontrato il martirio nell'eroico e disarmato esercizio della carità.
Alberto Leoni ha tradotto la storia del Risorgimento italiano scritta da Patrick Keyes O’Clery, con il titolo La Rivoluzione italiana (2000). Tra i numerosi titoli pubblicati con Ares: La croce e la mezzaluna (2007), Il paradiso devastato. Storia militare della campagna d'Italia (2012), "O tutti o nessuno!". Storia e ritratti dei 123 sacerdoti e religiosi morti in Emilia Romagna nella Seconda guerra mondiale (2020).
Stefano Rodolfo Contini, laureato presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università di Milano, ha frequentato un master di primo livello in Security Studies presso l'Institute for Global Studies (Roma), organizzato in collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa.
In una piccola chiesa, a Pieve di Rivoschio, in provincia di Forlì, sono esposti, lungo le pareti e l'abside, i ritratti di 123 sacerdoti morti in Emilia Romagna durante la Seconda guerra mondiale: 14 cappellani militari per cause di servizio e 45 sotto i bombardamenti; altri 37 sono quelli uccisi dai nazifascisti e 27 da partigiani «in odium fidei» o per odio politico. Don Alberto Benedettini, che raccolse foto e testimonianze di quei sacerdoti e religiosi, volle ricordarli tutti perché quei pastori «avevano dato la vita per le proprie pecore». «O tutti o nessuno!» è il grido di don Elia Comini a chi gli offriva la salvezza poche ore prima della sua uccisione da parte delle SS a Pioppe di Salvaro. Ed è questo il grido che sorge nell'animo guardando quelle foto: perché nessuno di quegli uomini può essere dimenticato; perché la Chiesa, considerando diversità di destini e di indoli, non dimentica nessuno e noi uomini non possiamo essere da meno.
«Grandi, il miglior comandante di uomini che abbia mai conosciuto» (Nuto Revelli). «Puoi essere certo capitano Grandi, puoi essere certo, nessuno ti dimenticherà mai. Il tuo testamento sarà rispettato. Gli alpini del tuo Reggimento, del tuo Battaglione, della tua Compagnia ti hanno tutti nel cuore, la tua mamma e colei che si ricorda "del suo primo amor", anche la tua montagna, anche le tue frontiere. Non solo. Ma il tuo eroismo ti ha consegnato per sempre alla storia degli alpini e della Patria...» (don Carlo Gnocchi). «A Luca dispiacque vedere andar via il capitano Grandi: egli non lo conosceva che di vista, ma senza di lui si sentiva in qualche modo impoverito, tanto quell'uomo sconosciuto gl'ispirava fiducia: un vero padre nel senso alpino» (Eugenio Corti).
«La quarta Rivoluzione industriale è uno stato del nostro essere contemporaneo che si afferma nel singolare mondo degli schemi immaginati da storici, economisti, politici e capitani di impresa» scrive Marco Zatterin nell'introduzione. «Ampio, preciso ed esaustivo», afferma Zatterin di Gianni Potti che, imprenditore della comunicazione e del digitale, racconta gli scenari di questa decisiva «rivoluzione» con uno sguardo approfondito alla realtà attuale fatta di molti attori che dovranno puntare sulla trasparenza e la consapevolezza, se non altro perché l'incomprensione e l'ignoranza amplieranno i divari. Ed ecco allora un libro con tanti consigli concreti per tecnici, imprenditori, esperti, semplici appassionati, che vogliono capire di più su cosa sta accadendo davvero nel mondo dell'innovazione.
La "Tregua di Natale" del 1914 è un episodio straordinario della Prima guerra mondiale: soldati dalle contrapposte trincee misero da parte le armi, si incontrarono nella terra di nessuno scambiandosi doni, emozioni e persino indirizzi. Forse giocarono anche una partita a pallone. Decisero che in quelle ore non si sarebbe più sparato.
Questo libro ha due pregi. Anzitutto, è un'indagine a tutto tondo su quell'avvenimento e sul suo contesto, quel saliente belga di Ypres tristemente noto per le sue sanguinose battaglie marchiate dall'uso del gas. In secondo luogo, è una narrazione avvincente, che parte dal basso, cioè dai resoconti spontanei dei soldati stupefatti per quanto accade in quel terribile contesto di fango, gelo e fuoco. La voce di quei soldati continua a parlarci intatta da oltre un secolo di distanza grazie alle lettere, alle interviste dell'epoca e al rochissimo materiale ritrovato dall'autore nei musei di guerra di mezza Europa.
C'è di più. C'è la cronaca di un viaggio sul filo della memoria, la mappa dei luoghi, le fotografie, le canzoni, la filmografia, la litografia, perfino l'elenco delle app che aiutano a orientarsi tra le linee di quello che fu il Fronte occidentale della Grande guerra: un omaggio al cuore dell'uomo con le armi pacifiche della memoria e della cultura.
Antonio Besana (Milano, 1955), professore al MIMM (Master di International marketing management) dell'Università Cattolica di Milano, collabora con il dipartimento di Statistica dell'Università di Padova. Per quasi quarant'anni ha lavorato in aziende multinazionali di ricerche di mercato ricoprendo posizioni manageriali. Giornalista pubblicista (1977-2017), appassionato di storia militare, è autore del volume Time Management: un metodo per lavorare e vivere meglio (Tecniche Nuove, 2019) e della prefazione storica al volume La Tregua di Natale, lettere dal fronte (Lindau, 1914).
"Addio mia bella addio" è una canzone del 1848 che cantavano i giovani volontari che combattevano per la libertà dell'Italia. Di quei ragazzi oggi restano i teschi negli ossari di Custoza, di San Martino e in tanti altri luoghi d'Italia. E allora, per capire cosa animava quei giovani è necessaria una narrazione «dal basso», una storia militare che porti a immedesimarsi negli uomini di quel tempo, oggi così svalutato. Alberto Leoni ha ripercorso i campi di battaglia di allora, camminando su quei colli, in quei vigneti, visitando le case che ancora oggi portano i segni delle cannonate. E ripercorrendo quelle strade, salendo su quelle alture o visitando quelle cascine, il lettore riuscirà a varcare il cancello del Tempo, riappropriandosi così del passato per capire meglio il presente.
Nel 1975, il papa Paolo VI pubblicò l'enciclica Evangelii nuntiandi. In essa affermava che ai giorni nostri la prima evangelizzazione aveva esaurito la sua spinta e occorreva iniziare una seconda evangelizzazione: nella storia della Chiesa c'è un periodo considerato esemplare, sono i primi secoli della Chiesa quando il cristianesimo non era riconosciuto come religio licita. Alberto Torresani, autore della "Storia della Chiesa. Dalla comunità di Gerusalemmme a papa Francesco", ha concentrato la sua attenzione sull'alba del cristianesimo: il tempo dei martiri e delle persecuzioni, dei Padri come dei primi apostati. Con una vivace scelta di testimonianze, ci riporta nel cuore della prima comunità cristiana, nella sua vita quotidiana, nel rapporto con il paganesimo e con il mondo ebraico. Un mondo che ha soprendenti analogie con il nostro.
Non è vero che siamo nel caos. È vero tuttavia che siamo in una difficile situazione. In tale quadro diventa perciò interessante allungare lo sguardo anche al là dei limiti dell’attuale ordine costituito. Mettendosi su questa via la prima e più imponente realtà in cui ci si imbatte in Italia è la visione del mondo cristiana, oggi in larga misura tagliata fuori dalla vita pubblica del Paese. Che cosa da essa può saltar fuori di buono per tutti? Vale certamente la pena di domandarselo.
I papi del XX secolo formano una serie continua di personaggi di rara grandezza, anche semplicemente sotto il profilo umano. Nel corso del secolo appena trascorso, la Chiesa ha rinnovato profondamente la propria cultura, ha portato a termine una riforma della liturgia di rara profondità, ha riscoperto la sua più autentica funzione missionaria e si è data le strutture in grado di affrontare le sfide del XXI secolo. Ma soprattutto ha riscoperto che la Chiesa la edificano i santi e non i convegni di pastorale: i papi del XX secolo sono o saranno tutti proclamati santi.
Le guerre di religione del XVI e XVII secolo tra cattolici e protestanti sono, ancora oggi, un argomento imbarazzante per i cristiani di ogni confessione. Un tabù che non si può nemmeno sfiorare, senza che i toni si alzino con reciproche e rinnovate scomuniche. Inoltre, questa storia sanguinosa viene spesso adoperata dall'ideologia laicista per attaccare un cristianesimo che, a fronte di simili orrori, non riesce a costruire un'apologetica realmente efficace e obbiettiva.
Une storia delle guerre di religione sarebbe, tuttavia, incompleta senza uno sguardo alle guerre contro la religione: una serie di atrocità, dalla Rivoluzione francese ai totalitarismi, per le quali ben poche volte si è assistito a un mea culpa laico.
Alberto Leoni riprende la cruenta materia della storia militare in un viaggio che parte dalla crociata contro i catari e arriva fino alla guerra civile irlandese degli anni Settanta, passando per la notte di San Bartolomeo, la guerra dei Trent'Anni, il Terrore giacobino, il Risorgimento italiano, la rivoluzione dei cristeros in Messico. Il tutto approfondendo motivazioni e istanze degli uomini di allora, per capire meglio loro e noi stessi.
L'opera liturgica realizzata dal Concilio di Trento e dai papi successivi fu la canonizzazione del culto romano per come aveva preso forma nel corso del medioevo. L'autore ha scelto di focalizzare la sua attenzione sul periodo posteriore a questa canonizzazione, tracciando una panoramica approfondita che va da Pio V a Giovanni XXIII. La parte iniziale del presente lavoro è dedicata allo studio della messa romana a partire dalle sue origini, nell'ultima, si sottolinea invece la stupefacente sopravvivenza, dopo il Vaticano II, del messale tridentino, che è poi arrivato a essere definitivamente riconosciuto dall'autorità romana. L'autore giunge infine alla conclusione che la storia del messale tridentino è ancora ben lontana dal poter essere archiviata. Questo lavoro costituisce dunque un compendio, il più completo possibile, di una storia liturgica di cui la linearità generale prelude a stupefacenti nuovi sviluppi.
Il libro, pubblicato in occasione del sessantesimo anniversario della Liberazione, è l'avvincente racconto dell'eroica vita e della tragica e misteriosa morte di Aldo Gastaldi «Bisagno», comandante della leggendaria Divisione Cichero che combatté contro fascisti e tedeschi sull'Appennino ligure-emiliano, di Ugo Ricci «il capitano», l'eroe della Resistenza in Val d'Intelvi, e di Edoardo Alessi «Marcello», comandante della Prima Divisione Alpina Valtellina. Tutti e tre ufficiali del Regio Esercito, erano uniti da una comune e intensa fede religiosa e ispirati a un progetto di pronta riconciliazione con il nemico sconfitto. Se fossero vissuti dopo la Liberazione, avrebbero sicuramente impedito che fosse sparso il «sangue dei vinti». Ma due di essi furono uccisi nel momento culminante della loro battaglia. Da chi? Dai fascisti o dai comunisti? E il terzo, la medaglia d'oro Aldo Gastaldi, ruzzolò o fu fatto ruzzolare sotto le ruote di un camion, che ne stritolò il corpo, mentre riportava a casa i ragazzi che avevano combattuto al suo fianco sulle montagne? Su questi autentici «gialli» della recente storia d'Italia, rapidamente archiviati dalla storiografia ufficiale, indaga il libro di Luciano Garibaldi, che si avvale delle testimonianze raccolte da Riccardo Caniato, Luigi Confalonieri e Alessandro Rivali.
Europa. Italia. Chiesa Cattolica. Sono questi i tre campi minati trattati in questo libro. Un continente e un Paese che in nome della Felicità Universale hanno eliminato Dio dalla scena, fanno i conti con la situazione inedita in cui si trova la Nuova Chiesa, che per servire i desideri del mondo non proclama più i suoi princìpi e la sua dottrina. Così, eresie e ideologie una volta denunciate e combattute - il Modernismo, la Massoneria, l'Islam e il Protestantesimo - spadroneggiano, insieme alla disoccupazione e alla povertà, alla corruzione delle classi dirigenti e di buona parte della società civile, alla dirompente affermazione dell'ideologia omosessualista, al dominio dell'euro e delle oligarchie burocratiche e finanziarie, ad un potere che è sempre più spregiudicato. Il Nuovo Ordine Mondiale che s'intende creare nega la Regalità Sociale di Gesù Cristo sul Cielo e sulla Terra, per fare posto al Serpente, che sta insidiando la Donna al Suo calcagno, ma chi ha fede ha una certezza, quella che la Vergine Maria predisse cent'anni fa a Fatima: il Suo Cuore Immacolato trionferà.