Una breve ma intesa ricerca sulle origini del rito cristiano in uso in Puglia fino alle soglie del 1900, oggi sostituito con la controversa festa pagana di Halloween. Ho cercato un rito scomparso. Era evocativo, era popolare, era profondo. Ho ricostruito, e mi sono sorpreso di questo rito così antico, arrivato fino alle soglie del XX sec. Aveva il carattere testardo di conservare la luce nell'ombra, evocava la forza della luce contro la notte, pregava un esorcismo di liberazione finché durava il buio. Ogni famiglia lo celebrava in casa ed in chiesa, tutto il popolo si univa e ognuno aveva parte al rito in un modo diverso. La Confraternita guidava il popolo portando per le strade la luce nella notte e pregando nella notte in suffragio delle Anime. I più anziani ricordano la grande commozione di questa notte, quando il rito ancora si svolgeva in casa, uniti vivi e defunti, tra il rosario e la cena. Come abbiamo fatto a dimenticare un mondo.
Queste pagine raccolgono delle meditazioni su Maria. Hanno lo scopo di accompagnare come in un viaggio il lettore, affinché, attraverso i racconti del Vangelo, riscopra la bellezza di questa figura e ne valorizzi il ruolo nella propria vita di fede ed ecclesiale. Nate da catechesi con gli universitari, sono ora raccolte come brevi meditazioni e preghiere in preparazione alla festa dell'Immacolata.
Biografia di Anfrosina Berardi: una vita vissuta al di sopra di ogni umana, ordinaria prospettiva. La storia di una bambina di tredici anni che mostra una capacità di saper vivere intensamente e con dignità strabiliante la patologia che l'ha strappata all'affetto dei suoi cari e dei suoi amici.
"Proprio nell'ordinarietà dei luoghi del quotidiano si è incessantemente speso Vittorio Barducci: nella famiglia teneramente amata; nell'impegno missionario e apostolico; nella costruzione della comunità ecclesiale e nella promozione dell'Azione Cattolica, a cui ha fortemente avvertito di appartenere; nel lavoro; nell'attenzione al territorio, al sociale, al civile, alla realtà politica. Questo l'ha reso un testimone generoso, autentico e credibile, capace di comunicare mediante la sua stessa esistenza la bellezza di una fede vissuta con semplicità e forza." (dall'Introduzione al volume)
Quando un sacerdote, nel corso del suo ministero, si interroga sul senso della sua missione e scruta l'operato dei suoi confratelli non può che ricevere in risposta che l'essenza del ministero sacerdotale è l'esercizio della carità pastorale. Spesso sono gli stessi fedeli che interpellano i pastori in merito e ciò conferma circa la necessità e l'urgenza della carità di Cristo nella vita del presbitero.
Il termina parrocchia è una parola carica di nostalgia. Vuol dire un aggregato di case, che sente il richiamo in lontananza della Gerusalemme celeste. Lungo i secoli i fedeli si sono divisi in parrocchie per vivere l'attesa del Signore.
L'arte ha la capacità di introdurre affettivamente l'uomo, dentro la verità. Ha la capacità di informare le sue ragioni passando attraverso i suoi sensi.
I due libri su Gesù scritti da Benedetto XVI sono due eventi editoriali eccezionali.
Il grido di Giobbe - ovvero lo scandalo del dolore innocente - percorre la storia dell'umanità dall'inizio alla fine, e incrocia 'tragicamente' Dio, l'uomo e il cosmo nella questione più importante di tutte: il senso dell'esistenza umana.
"Nel piccolo libro che peresento si raccoglie, insieme alla ricordata Conferenza di mons. dal Covolo su Giobbe, un altro suo scritto, che ne costituisce la II Parte e reca il titolo: La Pasqua di Cristo nel Vangelo di Matteo. Così mons. dal Covolo sviluppa quanto nella chiusa della Conferenza teatina aveva già sufficientemente toccato: oltre al primo Giobbe, c'è un altro Giobbe, il Crocifisso. Egli, […] alla 'nona Ora', in un pomeriggio di odio e di sangue, ha gridato il suo affidamento al Pade, ma anche il suo preoccupato allarme per la sorte di Adamo".
(dall'Introduzione di don Michele Giulio Masciarelli)
Il testo riporta una splendida conferenza tenuta nell'Aula magna dell'Istituto teologico abruzzese-molisano Pianum (Chieti) il 21 dicembre 2010. Una riflessione sui gridi di dolore, di disperazione e di sofferta speranza da parte dei novelli Adamo, Giobbe, Lazzaro, Abele e della novella Eva (la Chiesa).
"Il grido di Adamo è ancora vivo dentro la vibrazione-fremito del grido dell'altro Adamo. Ed è così che il grido del primo Adamo ha modo di arrivare fino al cuore di Dio, teso all'ascolto dei pianti, delle gioie e dei desideri del cor inquietum degli uomini".
(Dalla Prefazione di don Michele Giulio Masciarelli)
La riconciliazione è il rinnovo di quell’alleanza che Dio ha fatto con l’uomo. Cristo ne rappresenta il “contratto” più credibile, perché è morto per riconciliarci con il Padre.
Quando riflettiamo sui temi della conversione, della Penitenza, come altresì sui luoghi della sua celebrazione, abbiamo l'occasione di gridare ad alta voce che "tutto è grazia".
Questa pubblicazione, che raccoglie alcuni interessanti testi sul sacramento della Riconciliazione e sulla sua celebrazione, costituisce un valido strumento per la catechesi, per la vita spirituale e per le scelte di fede che di giorno in giorno siamo chiamati a operare per la nostra salvezza e santità di vita.
Giuseppe Falanga, teologo, è responsabile delle pubblicazioni scientifiche della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli. E' redattore della rivista Liturgia, organo del Centro di Azione Liturgica (Cal.) Ha pubblicato saggi di teologia liturgica e dogmatica.
Umanamente parlando la storia di François Nguyèn Van Thuan sembra una collezione drammatica e desolata di distruzioni umane e spirituali. Ma alla luce della fede si rinnova, ancora una volta, come ci ricorda lo stesso Cardinal Vallini, la parabola del chicco di grano che muore e produce molto frutto.
Giuseppe Molinari, Arcivescovo di L'Aquila
Autore
Agostino Card. Vallini, nato a Poli, diocesi di Tivoli, il 17 aprile 1940; ordinato presbitero il 19 luglio 1964; eletto alla Chiesa titolare di Tortiboli e nominato ausiliare di Napoli il 23 marzo 1989; ordinato vescovo il 13 maggio 1999; rinuncia ad Albeno ed è nominato PRefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica con titolo personale di arcivescovo il 17 maggio 2004; creato cardinale nel Concistoro del 24 marzo del 2006; nominato vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma il 27 giugno 2008.
Il sacerdote non è semplicemente un “separato” ma quella soglia attraverso cui il sacro esce fuori dal perimetro del tempio e trasfigura il mondo.
I Padri ci insegnano non delle cose su Dio ma ad ascoltare Dio. Luogo privilegiato di questo ascolto, non in terza persona, è la Sacra Scrittura.
l binomio Cristologia e santita`, orienta i futuri preti conoscere il ‘Figlio essenziale’ del Padre e il ‘Fratello necessario’ dell’uomo, senza il quale non si diventa ‘figli di Dio’, insuperabile nome della salvezza. E` Cristo il «Santo di Dio» (Mc 2,17) e il Santificatore (Eb 2,11).
L’educazione è la vera sfida dell’epoca contemporanea, perché nell’educazione si gioca il nostro rapporto con la realtà. Educare significa non per forza cambiare il mondo a mia immagine e somiglianza, ma fare tutto il possibile affinché ogni cosa possa assumere in ciascuno di noi un senso, un significato, uno scopo. Senza questo “orizzonte”, niente vale davvero la pena. E non ci sarebbe nemmeno più né amore, né speranza, né rischio. Questo “osare dell’uomo” non nasce dal caso ma dall’educazione.
L'educazione è la vera sfida dell'epoca contemporanea, perchè nell'educazione si gioca il nostro rapporto con la realtà. Educare significa non per forza cambiare il mondo a mia immagine e somiglianza, ma fare tutto il possibile affinchè ogni cosa possa assumere in ciascuno di noi un senso, un significato, uno scopo.
Se si celebra bene si impara a vivere meglio: l’Eucarestia celebrata con stile, con la cura di tutti i suoi linguaggi, con la responsabilità dell’omileta nei riguardi di Dio e del suo po polo, con l’attenzione ai soggetti e ai luoghi della celebrazione, indicherà quegli atteggiamenti che esprimono la vita eucaristica di ogni presbitero e di ogni singolo credente della comunità cristiana.
Il testo «Venite a mangiare» ripropone alcune riflessioni e suggestive indicazioni per come adempiere bene il dono e la responsabilità di presiedere l’Eucaristia, riconoscendo ad essa la realtà più significativa dell’identità del presbitero.