Dopo l'aggressione nazifascista alla Jugoslavia, fra il 1941 e l'8 settembre del 1943, il regime fascista e l'esercito italiano misero in atto un sistema di campi di concentramento in cui furono internati decine di migliaia di jugoslavi: donne, uomini, vecchi, bambini, rastrellati nei villaggi bruciati con i lanciafiamme. Lo scopo di Mussolini e del generale Roatta, l'organizzatore di questo sistema concentrazionario, era quello di eliminare qualsiasi appoggio della popolazione alla resistenza jugoslava e di eseguire una vera e propria pulizia etnica, sostituendo le popolazioni locali con italiani. Arbe - Rab, Gonars, Visco, Monigo, Renicci, Cairo Montenotte, Colfiorito, Fraschette di Alatri sono alcuni dei nomi dei campi in cui furono deportati sloveni, croati, serbi, montenegrini e in cui morirono di fame e malattie migliaia di internati. Una tragedia rimossa dalla memoria nazionale e raccontata in questo libro anche grazie ad una importante documentazione che comprende foto, lettere, testimonianze dei sopravvissuti.
Un'autobiografia che è anche un manuale. Uno strumento prezioso e insieme una godibilissima lettura. Alessandra Pellegrini racconta la sua esperienza nel fundraising per la cultura: un mestiere da inventare e decenni di incontri con industriali, finanzieri, uomini di cultura e dello spettacolo, tutti finalizzati alla valorizzazione dell'inestimabile patrimonio italiano. Storie di grandi progetti che suggeriscono regole e comportamenti e danno vita così a un atipico, ma molto pratico ed efficace manuale di fundraising. Storie che raccontano tanto del nostro Paese, delle sue ricchezze e di quanto si potrebbe fare per valorizzarle.
Chi è, e da dove viene, Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, ex attore comico, interprete di serie tv, che tutto il mondo ha imparato a conoscere dopo il tragico 24 febbraio 2022? Una biografia rigorosa, che non tace delle contraddizioni, degli errori, delle promesse non mantenute da Zelensky dopo la sua elezione nel 2019, ma che lo individua anche come l'uomo che ha saputo unire la sua nazione nella resistenza all'aggressione russa. "Oggi, dietro Zelensky c'è una società ucraina unita, forte e invincibile. Nessuno in Ucraina ha mai visto una tale unità di persone come nei giorni di questa sanguinosa guerra contro la Russia". Prefazione di Paolo Di Paolo
È stato il più potente e misterioso servizio segreto italiano. Campagne di disinformazione, depistaggi, doppiogiochismi, provocazioni: nulla è mancato nella storia dell'Ufficio Affari riservati. Eppure, una ricostruzione dell'attività di questo organismo non è mai stata scritta, tanto che ancora oggi gran parte dell'opinione pubblica ignora perfino che sia esistito. Questo libro colma finalmente il vuoto e, attraverso una corposa mole di documenti inediti, frutto di approfondite ricerche d'archivio, ripercorre la storia dei servizi segreti del Ministero dell'Interno, concentrandosi soprattutto sull'influenza che ebbero nelle vicende nazionali tra l'immediato dopoguerra e gli anni di piombo, e fornendo nuove e significative rivelazioni su alcuni dei principali misteri italiani, dalla strage di piazza Fontana al golpe Borghese. Dalla ricostruzione emerge per la prima volta con completezza d'informazioni la figura di Federico Umberto D'Amato, sotto la cui direzione i servizi segreti del Viminale raggiunsero a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta l'apice del loro potere. Anima nera della Repubblica per i suoi detrattori, il più geniale uomo d'intelligence che il paese abbia mai avuto, per i suoi sostenitori, D'Amato trasformò l'Ufficio Affari riservati in un moderno organo di spionaggio, dotato di una rete di infiltrati senza precedenti, sempre in bilico tra legalità e illegalità. Le ombre che gravano sull'attività della struttura ai tempi della direzione di D'Amato sono comunque pesanti. A cominciare dal suo ruolo nella drammatica stagione della strategia della tensione.
Una raccolta di dichiarazioni di Matteo Salvini da giornali, radio e tv, comizi e canali social. Una scoppiettante biografia politica dagli anni Novanta a oggi con le sue ossessioni, politiche e non, le sue mirabolanti giravolte, e i segreti della spregiudicata strategia comunicativa del Capitano.
Tutto quello che c'è da sa$ere su Piazza Fontana la bomba che ha cambiato la storia d'Italia. Le interferenze, i depistaggi, le indagini, i processi in un breve ma documentatissimo saggio che in poche pagine ricostruisce più di trent'anni di vicende giudiziarie, politiche e sociali. Una lettera indirizzata alle nuove generazioni che non hanno vissuto questo capitolo fondamentale della storia italiana.
Più di due miliardi di utenti attivi fanno di Facebook la 'piazza' più frequentata al mondo. La quantità di dati personali ceduta involontariamente dopo aver eseguito l'accesso al social network è sconcertante. Qualsiasi attività o interazione sulla piattaforma viene registrata e incrementa un profilo individuale di preferenze che Facebook mette a disposizione degli inserzionisti, e non solo. Il sistema fa sì che gli annunci siano sempre più mirati e al tempo stesso ispessisce il filtro delle notizie e dei contenuti che vediamo. Il nostro comportamento online ci imprigiona così in una realtà parziale; studiata per noi, che ci piace e dalla quale tutti più o meno dipendiamo. Partendo dalla lungimirante idea di Mark Zuckerberg di connettere le persone nel mondo, Roger McNamee ripercorre la storia del social network, analizzando gli strumenti che la piattaforma ha adottato negli anni per perfezionare la tecnologia alla base del suo vincente modello di business, ed evidenzia i gravi rischi per la salute personale e le conseguenze di carattere sociale e politico che possono derivare da un enorme potere di persuasione. McNamee lancia un monito: iniziare a essere scettici verso i benefici apparenti della tecnologia. La conoscenza dei rischi e la prevenzione dei danni attraverso un utilizzo più consapevole dei social network e della rete in generale può ricondurre la tecnologia al suo scopo originario secondo etica: quello di soddisfare i bisogni dell'uomo.
Autoritarismo, fanatismo, catastrofismo, terrorismo. Questi sono solo alcuni dei volti di un'imponente reazione anti-illuminista che caratterizza, e spesso domina, il racconto del nostro presente. Di fronte all'attuale crisi di civiltà, la risposta sembra contemplare soltanto due vie d'uscita: condanna o salvezza. Ma ciò che si nasconde dietro questa divisione manichea è in realtà una resa: la nostra rinuncia alla libertà, vale a dire a migliorare insieme le nostre condizioni di vita. Perché crediamo in questi racconti apocalittici? Quali paure e quale opportunismo li alimentano? In questo agile pamphlet, la filosofa Marina Garcés teorizza un nuovo illuminismo radicale, un atteggiamento che sia in grado di contrastare le facili credulità del nostro tempo e di opporsi alle conseguenti forme di oppressione. Prefazione di Michela Murgia.
Con taglio narrativo, ma con l'ausilio di documenti d'archivio, in gran parte inediti, questo libro ripercorre il clima di sospetto e assedio in cui il Pci mosse i suoi primi passi nell'Italia del dopoguerra.
Nel dicembre del 1951 un oscuro episodio, di cui esistono scarse testimonianze, coinvolse il segretario del Partito comunista, Palmiro Togliatti. Nella sua casa vennero sistemati dei microfoni spia dal capo della Commissione di Vigilanza, su precisa indicazione di alcuni uomini ai vertici del partito: Edoardo D'Onofrio, capo dell'Ufficio Quadri, e Pietro Secchia, responsabile della Commissione d'Organizzazione. Più che per spiare Togliatti, i microfoni furono messi per controllare la sua compagna Nilde Jotti, sospettata di essere in contatto con ambienti vaticani. Ma non si tratta dell'unico fatto misterioso che riguardò Togliatti in quegli anni. Nell'agosto del 1950 il segretario del Pci rimase ferito in un incidente stradale. La dinamica destò sospetti, e persino Stalin si disse convinto di un attentato. Pochi mesi dopo Togliatti perse conoscenza: operato d'urgenza si salvò, ma ordinò di condurre un'inchiesta approfondita sull'episodio. Il suo medico, infatti, aveva confidato a Pietro Secchia di temere che Togliatti fosse stato avvelenato. Con taglio narrativo, ma con l'ausilio di documenti d'archivio, in gran parte inediti, questo libro ripercorre il clima di sospetto e assedio in cui il Pci mosse i suoi primi passi nell'Italia del dopoguerra. Vengono anche riproposte le schede segrete dell'Ufficio Quadri e documenti che confermano l'opera di intelligence dei servizi, proprio mentre nasceva l'organizzazione Gladio.
Un cammino di lotta e rivendicazione. Questo è il significate di teologia femminista secondo Teresa Forcades, la combattiva suora del monastero catalano di Montserrat che nell'ultimo decennio ha messo alla prova in più occasioni le gerarchie ecclesiastiche (ma anche alcuni poteri economici e politici) con le sue teorie, le sue idee radicali, la sua partecipazione attiva alla vita pubblica. Attraverso un'agile galleria di ritratti delle pensatrici e religiose che nel corso della storia hanno dato un contributo essenziale alla definizione di una teologia critica - da santa Teresa d'Avila a Juana Inés de la Cruz e Anna Maria van Schurman, fino alle italiane Elena Cornaro, Laura Bassi e Maria Gaetana Agnesi, tra le prime erudite europee - questo libro teorizza e auspica un rinnovamento della teologia, con l'obiettivo di evidenziare le contraddizioni tra dottrina e società, e offrire alternative capaci di superarle. A partire proprio dal ruolo delle donne nella Chiesa e, in generale, dal progresso della batraglia per l'uguaglianza tra donne e uomini in tutti gli ambiti, pubblici e privati. Una riflessione originale, che affronta anche molti argomenti controversi in ambiente cattolico, come l'autodeterminazione femminile in tema di maternità, l'uso degli anticoncezionali, l'accesso dei divorziati ai sacramenti e l'omosessualità.
Nel 1941 l'Italia fascista è in guerra al fianco della Germania di Hitler, che con le sue truppe affonda senza resistenza nel cuore dell'Unione Sovietica. Ma la sera del 6 ottobre succede qualcosa che non era mai accaduto prima e che mina per la prima volta la baldanza del regime: alle fatidiche venti e venti, orario di messa in onda del "Commento ai fatti del giorno", una voce esterna interrompe il principe della propaganda radiofonica fascista, Mario Appelius. La voce polemizza, accusa, pianta stoccate vincenti. Continuerà così per tre anni, imperterrita, ogni sera fino alla liberazione di Roma, guadagnandosi l'odio di Mussolini e la tacita simpatia di molti italiani. Soltanto dodici anni dopo la fine della guerra si verrà a sapere che dietro quello "spettro" si nascondeva il comunista Luigi Polano, che su ordine di Togliatti aveva allestito in una località segreta una potente radio capace di infiltrarsi nelle trasmissioni ufficiali dell'Eiar.
“La mamma mi ha coperto gli occhi con lo scialle nero, ma io ho visto. Ho visto il tedesco con la mitragliatrice in mano che ci guardava senza espressione. Stava per uccidere, non rideva e non piangeva”.
I ricordi sono vividi, dettagliati, crudi. Come questo, dell'unica sopravvissuta della strage di Pietransieri, in Abruzzo. Sono i ricordi di chi ha assistito in prima persona, salvandosi miracolosamente, agli eccidi dei nazifascisti durante l'occupazione tedesca dell'Italia tra il 1943 e il 1945. Migliaia di civili inermi, per lo più donne, bambini e anziani, in centinaia di località diverse. I processi ai responsabili prima bloccati in nome della ragion di Stato, poi celebrati dopo decenni e terminati con condanne all'ergastolo che nessuno vuole o può eseguire.
Io ho visto nasce per non disperdere la memoria di quegli orrori, per consegnare alla storia e alle future generazioni i racconti di chi ci riporta con i propri occhi a quei momenti, agli attimi in cui per lui tutto cambiò. Racconti brevi, essenziali, accompagnati da una fotografia del protagonista scattata dallo stesso autore. Storie personali, intime, di chi è stato a un passo dalla morte. Con particolari che coinvolgono. E con la descrizione della complessa convivenza di ciascuno con la propria memoria, il proprio futuro, il perdono.
È stato il più potente e misterioso servizio segreto italiano. Campagne di disinformazione, depistaggi, doppiogiochismi, provocazioni: nulla è mancato nella storia dell'Ufficio Affari riservati. Eppure, una ricostruzione dell'attività di questo organismo non è mai stata scritta, tanto che ancora oggi gran parte dell'opinione pubblica ignora perfino che sia esistito. Questo libro colma finalmente il vuoto e, attraverso una corposa mole di documenti inediti, frutto di approfondite ricerche d'archivio, ripercorre la storia dei servizi segreti del Ministero dell'Interno, concentrandosi soprattutto sull'influenza che ebbero nelle vicende nazionali tra l'immediato dopoguerra e gli anni di piombo, e fornendo nuove e significative rivelazioni su alcuni dei principali misteri italiani, dalla strage di piazza Fontana al golpe Borghese. Dalla ricostruzione emerge per la prima volta con completezza d'informazioni la figura di Federico Umberto D'Amato, sotto la cui direzione i servizi segreti del Viminale raggiunsero a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta l'apice del loro potere. Anima nera della Repubblica per i suoi detrattori, il più geniale uomo d'intelligence che il paese abbia mai avuto, per i suoi sostenitori, D'Amato trasformò l'Ufficio Affari riservati in un moderno organo di spionaggio, dotato di una rete di infiltrati senza precedenti, sempre in bilico tra legalità e illegalità.
Per la prima volta i testimoni dell'agguato di via Fani parlano tutti insieme: passanti occasionali, residenti della zona, inconsapevoli protagonisti che hanno potuto osservare il rapimento di Moro, l'uccisione della sua scorta, la fuga del commando brigatista. Testimonianze a ridottissimo rischio di manipolazione, rese nelle ore immediatamente successive ai fatti, prive delle distorsioni e delle ritrattazioni frutto del lungo percorso giudiziario. Parole passate al setaccio, che permettono la messa a fuoco di molti particolari, spesso inediti, raccolti in "presa diretta". L'intera scena del più grave attentato della storia dell'Italia repubblicana è così ricostruita attraverso lo sguardo di chi vi ha assistito. E le sorprese non mancano. La voce narrante e le voci dei testimoni si integrano in un'inchiesta tra saggio e noir. Romano Bianco, giornalista, si interessa al caso Moro da quando, bambino, un suo compaesano venne trucidato in via Fani. Dall'adolescenza legge tutto quello che viene pubblicato sull'argomento.
Il potere di giudicare e condannare a una pena è ancora più assoluto di quello di uccidere, perché pretende di essere conforme al vero e al giusto. Per questo quasi mai le dittature più feroci rinunciano al dibattimento in aula, anche quando esso viene ridotto a messinscena o a caricatura. Una ragione di più per rammentare che il processo, simbolo estremo della tensione tra la libertà degli individui e i loro vincoli verso la comunità, si rivela puntualmente uno strumento capace di illuminare un’intera epoca. Dei grandi eventi nei tribunali rimangono spesso nella memoria collettiva solo i verdetti e una radicale semplificazione delle ragioni che li determinarono. Partendo dal racconto sintetico, rigoroso ed essenziale di dieci processi, riguardanti personaggi molto diversi tra loro, questo libro cerca di ricostruire cosa di volta in volta fosse veramente in gioco. E aiuta a capire, per esempio, come Socrate abbia costruito la coscienza occidentale, quale mistero potesse celarsi dietro l’identità di Gesù, perché gli Stati Uniti abbiano smentito spesso la loro vocazione di culla delle libertà, quali torti ebbe Galileo nel rivaleggiare teologicamente con la Chiesa, quanta carica rivoluzionaria possedesse Giovanna d’Arco, in che senso Norimberga abbia salvato il popolo tedesco. E perché Berlusconi meriti la definizione di ‘Antisocrate’.
Remo Bassetti è nato a Napoli nel 1961. Notaio e giornalista, è ideatore e direttore della rivista Giudizio Universale. È autore dei saggi Storia e storie dello sport in Italia (Marsilio), Derelitti e delle pene. Carcere e giustizia da Kant all’indultino (Editori Riuniti), Contro il target (Bollati Boringhieri), e del romanzo Stanno uccidendo i notai (Cairo Editore).
A che punto è il Grande Fratello? Le concentrazioni editoriali, il controllo di Tv e media pongono gravi problemi sullo stato della democrazia reale non solo in Italia, ma anche all'estero. Un viaggio nel giornalismo americano e inglese, ricco di documenti e testimonianze inediti, sfata ad esempio il mito del giornalismo anglosassone sentinella e controllore della libertà di tutti. Un viaggio che termina in Italia, ponendo nuovi e urgenti problemi anche alla sinistra del nostro paese, che non può ormai solo limitarsi ad indicare ipotetici paradisi dell'informazione fuori dei nostri confini.
Un diario di viaggio, un "dietro le quinte" di dieci anni di amministrazione di Roma da parte del centrosinistra. Uno dei protagonisti della stagione che sta cambiando il volto della capitale racconta il suo diario personale a fianco di Rutelli prima e di Veltroni ora: dalle opere per il Giubileo ai mille problemi nella gestione delle "reti" di base di una metropoli, dalle demolizioni contro l'abusivismo selvaggio alle grandi opere che stanno cambiando i connotati della città. Il racconto di un'esperienza personale, ricco di aneddoti, per testimoniare come è cambiata e come cambierà Roma, ma anche come è cambiato il modo di governare le grandi città con l'elezione diretta dei sindaci e il nuovo rapporto fra cittadini e amministratori.