Perché sarebbe necessario un lungo cammino per diventare umani? Vivere appieno è un'opportunità che richiede impegno e consapevolezza, che ci spinge ad aprire gli occhi, su noi stessi e sul mondo. Come il piccolo Martino Testadura, protagonista di un racconto di Rodari, rifiuta di accettare la banalità e affronta «la strada che non porta in nessun posto» trovando ricchezze inaspettate, così anche noi siamo chiamati a sfidare l'ordinario e individuare nuove verità. Prendendo in prestito le parole dei grandi scrittori, don Paolo Alliata ci accompagna in un'esplorazione profonda e illuminante del cammino che ogni essere umano compie dalla nascita alla morte, un'avventura che non si esaurisce nel semplice trascorrere del tempo, ma che vuole conferire significato e direzione alla nostra esistenza. Nonostante i tempi cambino, infatti, la letteratura di ieri e di oggi offre un supporto prezioso nell'affrontare questioni esistenziali come la difesa della libertà e del bene comune, il confronto intergenerazionale, la responsabilità verso gli altri, la verità e l'ineluttabile esperienza della morte. Passando da Remarque a Umberto Eco, da Van Gogh a Tolstoj, Alliata ci guida in un viaggio letterario toccante e inedito ai confini tra terra e cielo. Un'opera che parla di fede, speranza e, quindi, dell'impegnativo e affascinante tragitto che approda alla scoperta di se stessi.
Dall'autore di "Steve Jobs" e altre biografie di successo, il ritratto sorprendentemente intimo dell'innovatore più affascinante e controverso della nostra epoca: un visionario che ha infranto le regole e portato il mondo in un'era di veicoli elettrici, missioni spaziali private e intelligenza artificiale. E ha anche acquistato Twitter. Quando Elon Musk era ragazzino, in Sud Africa, veniva picchiato regolarmente dai bulli. Un giorno un gruppo lo spinse giù per una scalinata di cemento e lo prese a calci fino a ridurgli la faccia gonfia come un pallone. Elon rimase in ospedale per una settimana. Ma le cicatrici fisiche non furono paragonabili a quelle emotive inflitte poi dal padre - ingegnere, disonesto e carismatico. L'influenza del padre sarebbe durata a lungo. Musk è diventato un uomo-bambino duro e vulnerabile al tempo stesso, incline a bruschi sbalzi d'umore alla dottor Jekyll e mister Hyde, con un'elevata propensione al rischio e un senso epico per le missioni che intraprende e porta avanti con intensità maniacale e talvolta distruttiva. Agli inizi del 2022 - dopo un anno segnato da trentun razzi lanciati in orbita dalla sua azienda, SpaceX, dalla vendita di quasi un milione di auto da parte di Tesla, e dalla sua ascesa come uomo più ricco della Terra - Musk ha parlato con amarezza della sua inclinazione a suscitare drammi. «Devo allontanare la mia mentalità dalla modalità di crisi, in cui si trova da circa quattordici anni, o forse da quasi tutta la vita» ha detto. Era un commento malinconico, non un proposito per l'anno nuovo. Ma già mentre faceva questa promessa, comprava in gran segreto quote di Twitter, il parco giochi per definizione. Nel corso degli anni, ogni volta che si è trovato in un momento buio, è tornato agli orrori di quando veniva bullizzato al parco giochi. Lo stesso che ora ha la possibilità di possedere. Per due anni, Isaacson ha seguito Musk, partecipando alle sue riunioni, l'ha accompagnato nelle sue aziende, e ha passato ore a intervistare lui, la sua famiglia, gli amici, i colleghi e gli avversari. Il risultato è una storia intima, colma di racconti straordinari di trionfi e turbolenze, che risponde alla domanda: i demoni che spingono Musk sono anche ciò che serve per guidare l'innovazione e il progresso?
Joaquin Navarro-Valls è stato per oltre vent'anni il direttore della sala stampa vaticana al tempo di Giovanni Paolo II. Per quasi un quarto di secolo, come suo portavoce, ha avuto accesso diretto al pontefice. Lo ha accompagnato negli innumerevoli viaggi apostolici così come nelle vacanze estive in montagna, e ha potuto vivere da vicino eventi che hanno segnato la nostra storia recente, dalla prima delegazione vaticana nella Mosca sovietica all'incontro con Gorbac?ev in Santa Sede, ai preparativi per la visita del papa nella Cuba di Fidel Castro. Nel quarantacinquesimo anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo II, questo libro raccoglie gli appunti personali che Navarro-Valls prese durante quegli anni. Pagine che, scritte sotto forma di diario e pubblicate per volere dell'autore dopo la sua scomparsa, offrono non solo un interessante spaccato del dietro le quinte del lavoro della Santa Sede, ma svelano alcuni dei grandi problemi dell'umanità che tanto preoccupavano il Santo Padre e, soprattutto, forniscono dettagli preziosi della sua vita quotidiana. I ricordi di Navarro-Valls mostrano il lato più umano e illuminano ancora una volta la straordinaria capacità comunicativa grazie alla quale Giovanni Paolo II esercitava il proprio ministero. E al tempo stesso restituiscono il rapporto professionale e fraterno che li ha uniti, una speciale relazione, fatta di fiducia, ironia e affetto sincero. Attraverso lo sguardo di Navarro-Valls e un ricco inserto fotografico, con immagini rese pubbliche per la prima volta, ripercorriamo i momenti salienti del papato di Giovanni Paolo II. Un viaggio al fianco di un protagonista indimenticabile della scena vaticana, che consegna un ritratto inedito di Wojtyla e aggiunge sfumature e complessità al suo pontificato.
Che cosa significa amore? E se diciamo: «Ti amo», cosa desideriamo comunicare? Sono domande che avevano poco ascolto quando, in tempi non lontani, le grandi utopie storiche dominavano il discorso pubblico, mentre la sfera dei sentimenti era e doveva rimanere una questione privata. Poi, tramontate le speranze di trasformazione radicale della società, quel mondo di affetti personali relegati, quasi nascosti, in un angolo, è riemerso, mostrando la sua forza e condizionando la vita pubblica. Oggi «tutto avviene nel nome dell'amore», fino a esasperarne il significato e tradendo il valore di quelle domande. Il libro di Stefano Zecchi mette ordine a ciò che chiamiamo - con sincerità o ostentazione - «amore», accompagnandoci in un viaggio alla scoperta dei diversi modi di viverlo e comprenderlo. Dai grandi miti alla filosofia, ai testi della nostra classicità, passando per gli immortali romanzi ottocenteschi, film e canzoni dei nostri giorni, Zecchi ragiona sulla natura del sentimento più affascinante e contraddittorio: amore passionale, romantico, sentimentale, vanitoso; amori sbagliati, impossibili, disperati. Dopo aver indagato le trasformazioni che il linguaggio dei sentimenti ha subito dal secolo scorso a oggi, Zecchi riflette su come siano cambiate le relazioni in seguito alla rivoluzione sessuale, sul matrimonio e sul divorzio, ma anche sui nuovi significati della maternità e sulla continua evoluzione della figura paterna. E poiché «l'amore ci interroga sul senso del futuro, su ciò che lasceremo alle generazioni che verranno», esso si esprime anche nella cura della Terra dei figli. Il viaggio si conclude riannodando i fili che congiungono l'amore alla bellezza, perché «il bene si comprende attraverso il significato del bello e l'amore trova nella bellezza la sua espressione più vera».
Che si tratti di un genio assoluto o un colossale truffatore, Elon Musk è senza dubbio uno dei personaggi più controversi della Silicon Valley. Quest'uomo impulsivo, testardo, esigente, volubile è riuscito là dove tanti, prima di lui, avevano fallito: realizzare un'auto completamente elettrica, elegante, dalle ottime prestazioni e a buon mercato. In queste pagine spesso sorprendenti, il giornalista Tim Higgins condivide gli inediti retroscena del cammino tortuoso che ha portato una piccola ma ambiziosa startup a diventare la maggior produttrice di auto elettriche al mondo, superando colossi quali General Motors e Ford. L'arrivo di Musk, la sua visione del futuro, il suo entusiasmo, la sua determinazione - e il suo investimento multimilionario - sono stati certamente un traino per Tesla. Ma per quindici, infernali anni Tesla è stata anche assediata dai rivali, messa sotto pressione dagli investitori, schiacciata dai debiti, oppressa da problemi tecnici. Lo stesso Musk si è spesso dimostrato il peggior nemico dell'azienda di cui è diventato in breve l'amministratore delegato: i suoi tweet più di una volta hanno portato la società, che lui stesso aveva inizialmente finanziato, sull'orlo del collasso. Quella di Tesla è una storia di sfide ingegneristiche potenzialmente disastrose e scontri agguerriti per il potere. Ma soprattutto è la storia di Elon Musk, del suo ego e della sua sfrontatezza, tra dichiarazioni eccentriche e spesso sopra le righe. Accanto all'immagine da tabloid, però, Higgins mette in luce, attraverso centinaia di interviste, un lato sconosciuto dell'imprenditore che ha stravinto la scommessa del secolo, svelando i tanti momenti in cui si è sentito stressato, sfinito, preoccupato, disperato, insicuro. In una parola: vulnerabile.
Quando inviti un amico a cena c'è il momento in cui quello ti vuole caricare la lavastoviglie, tu gli dici di no, gli dici di andare a casa «faccio io domani con calma», ma lui insiste e alla fine cedi. Poi l'amico se ne va, tu apri il portellone e rimani sbigottito: ma come la caricano gli altri la lavastoviglie? Con che logica? Come si può mettere una padella di ghisa sopra i bicchieri? I bicchieri sono fragili, santiddìo. E allora realizzi che siamo diversi, che tra tutti noi c'è un baratro culturale, ideologico. Le padelle sopra i bicchieri? Ma cosa abbiamo da dirci io e te? Come potremmo intavolare un dibattito serio su un qualsiasi argomento? Come potremmo mai metterci d'accordo su nozze gay, eutanasia, riscaldamento globale? Ecco. Fino a questo preciso momento la tua attenzione era dedicata alla comprensione di una serie di elementi: che roba sarà questo libro, farà ridere o no, potrà andar bene come regalo per mia cugina. Poi hai letto alcune parole, quelle che vengono spesso pronunciate nei dibattiti televisivi, e improvvisamente è avvenuto qualcosa in te. I tuoi neuroni sono ora completamente impegnati in una nuova questione di primaria importanza: questo tizio che scrive... da che parte della barricata sta? A quale clan appartiene? E i clan non sono tanti, sono soltanto due: il tuo e quello dei nemici. Il clan è quel luogo caldo e accogliente che noi umani abbiamo creato per tifare la squadra più giusta per noi, e soprattutto per indignarci insieme per le offese ricevute dal clan avversario. Ma c'è anche chi vive a disagio nel mondo dei pro e dei contro, e cerca un'alternativa. Quella che tenterà di trovare il protagonista di questo libro. Giovanni, infatti, vorrebbe un mondo dove ci sia posto anche per chi non ha tutte le risposte, o per chi ha risposte strane, incoerenti, contraddittorie, paradossali. Un'impresa disperata ed esilarante, in compagnia del suo animale guida, l'unico che gli somiglia perché sfugge a ogni genere di classificazione: l'ornitorinco. Ci proverà per ventuno capitoli, ventuno esperienze di conflitti quotidiani dove incontrerà attori buddisti, cattolici leghisti, atei militanti, attivisti Lgbtq+, alla ricerca della soluzione impossibile per caricare la lavastoviglie altrui senza offendere nessuno. Tenterà, farà conquiste e fallimenti, prenderà un po' di botte, offenderà tutti.
Molti di noi rispondono agli ostacoli della vita chiudendosi in se stessi e ignorando i problemi, finendo però per diventare vittime di ansia e depressione. Altri reagiscono buttandosi nel lavoro, in ufficio, a scuola o a casa, sperando che questo possa rendere più felici le persone che amano. E se invece bastasse essere se stessi? È come quando in aereo ci suggeriscono di indossare la maschera per l'ossigeno prima di pensare ad aiutare il nostro vicino: il messaggio è che dobbiamo innanzitutto essere in pace con noi stessi e solo dopo possiamo cercare di essere in pace con il mondo intorno a noi. In questo seguito a "Quando rallenti, vedi il mondo", il monaco buddhista zen Haemin Sunim rivolge la saggezza dei suoi insegnamenti alla cura di sé, sostenendo che solo accettando noi stessi - con tutte le imperfezioni che ci rendono ciò che siamo - possiamo avere relazioni piene e compassionevoli col nostro partner, la nostra famiglia, i nostri amici. Arricchito da più di trentacinque illustrazioni a colori, "Ama ciò che è imperfetto" appaga gli occhi e il cuore, e ci aiuta a imparare ad amare noi stessi, la nostra vita e tutte le persone e le cose che la riempiono.
Incredulità, sgomento, tristezza: sono questi i sentimenti condivisi in tutto il mondo il 12 agosto 2014 alla notizia del suicidio, a soli 63 anni, di Robin Williams. Il profondo dolore suscitato dal tragico epilogo della sua vita, in stridente contrasto con le esilaranti interpretazioni per le quali è diventato famoso, è la testimonianza della stima e dell'affetto che Robin è riuscito a guadagnarsi, tra i colleghi e presso il grande pubblico, sia come attore sia come persona. Già negli anni alla Juilliard School di New York, infatti, o durante la lunga gavetta come comico di cabaret, Robin ha saputo conquistarsi la simpatia dei compagni con il suo carattere estroverso e bizzarro, ma soprattutto grazie all'altruismo e all'umiltà, che sono sempre stati la sua cifra umana. Artista di eccezionale talento, ha strappato più di una risata nei panni di Mork, il tenero e stralunato alieno protagonista di una fortunatissima serie televisiva, e del padre-governante di Mrs. Doubtfire , e ha commosso le platee prestando il suo volto e la ricchezza della sua sensibilità a personaggi come il travolgente DJ di Good Morning, Vietnam , l'appassionato professore di letteratura dell'Attimo fuggente e il poco ortodosso psicologo di Will Hunting - Genio ribelle , ruolo che nel 1998 gli valse l'Oscar come miglior attore non protagonista. E anche all'apice della carriera, non ha mai fatto mancare il proprio sostegno agli amici in difficoltà - primo fra tutti Christopher Reeve, rimasto paralizzato dopo una caduta da cavallo - così come si è sempre impegnato con generosità per associazioni di beneficenza. Nessun'ombra, dunque, nella vita di Robin Williams? Attingendo a testimonianze dirette - interviste alle ex mogli, ai tre figli (Zak, Zelda e Cody) e ai più cari amici e colleghi - e a lunghe conversazioni con lui, Dave Itzkoff racconta senza reticenze l'uomo e l'artista, rivelandone, oltre alle evidenti doti, le debolezze nascoste, il bisogno quasi ossessivo di piacere a tutti, il dubbio di non meritare la popolarità ottenuta, la paura di non essere all'altezza delle aspettative del pubblico. E, più drammaticamente, la battaglia tante volte persa contro la dipendenza da alcol e droga, e la profonda depressione che lo attanagliava, aggravata negli ultimi anni dallo spettro della disabilità associata alla malattia neurodegenerativa da cui era affetto. Chissà se, con il suo gesto estremo, Robin non ci abbia voluto inconsciamente ripetere l'invito rivolto dal professor John Keating ai suoi allievi, gli intrepidi membri della setta dei poeti estinti: «Cogliete l'attimo, ragazzi. Rendete straordinaria la vostra vita...».
Antonio Ricci ha scoperto di essere un comico a tre anni, grazie a una caramella andata di traverso e al drastico sistema per fargliela sputare, in una "scena primaria" di assoluta e involontaria comicità. Se fosse morto soffocato non avremmo "Striscia la notizia", "Drive in", "Paperissima", le veline e le velone, il Gabibbo e il tapiro. Ci saremmo persi più di trent'anni di risate, un imprinting di ironia e buonumore che ha accompagnato con leggerezza la vita di tutti noi. Il libro racconta gli anni della formazione (la scuola dalle suore, le bacchettate sulle dita, le prime ribellioni all'autorità costituita), poi gli anni dell'impegno (a divertirsi e a divertire), le beffe, gli scherzi atroci, la scoperta di compagni di risata come Beppe Grillo e Fabrizio de André, in un perenne cabaret che, nel caso di Ricci, alla fine diventa un mestiere. Racconta anche il mondo dorato della televisione, spifferandone ghiotti retroscena e bersagliando i suoi protagonisti con una ferocia satirica proporzionale alla loro popolarità. Come un Giamburrasca munito di cerbottana o di fionda, Ricci spara proiettili a destra e a sinistra, soprattutto alla sedicente sinistra, smascherando conformismi e ipocrisie. "Striscia la notizia", la sua creatura più sorprendente, record assoluto di longevità e di ascolti, è un programma di satira, e la satira non è corretta, non è compiacente, attacca anche gli amici e non ha paura dei nemici. Una vita non proprio di tutto riposo, ma che Ricci vive con imperturbabile serenità. Forse anche grazie al suo essere un caso clinico di bipolarismo: le sue trasmissioni sono le più viste, ma lui è l'uomo più schivo della tv, è un impavido collezionista di cause (tutte vinte) ma anche di piante rare, che cura con passione maniacale. Forse è questo che da più di trent'anni gli permette di sopravvivere nella sua personale trincea. La satira è il mestiere che si è scelto, ma leggendo questo libro si capisce anche che era il suo destino. Ma "Me Tapiro" non è tanto (o non solo) un'autobiografia. Nella seconda parte, ispirata dalle domande del giornalista Luigi Galella, diventa un piccolo trattato sulla tv, su chi la fa e su chi la guarda, una lezione magistrale sulla nostra società dell'apparire.
Nella notte fra il 1º e il 2 maggio 2011, mentre nella situation room della Casa Bianca il presidente Barack Obama seguiva in un silenzio carico di tensione una delle operazioni militari più segrete della storia, a dodicimila chilometri di distanza, in un compound di Abbottabad, nel Pakistan occidentale, un raid dei Navy SEAL, le forze speciali della marina degli Stati Uniti, metteva fine alla vita di Osama bin Laden, il terrorista più ricercato al mondo. La tragedia dell'11 settembre - una ferita ancora aperta nella carne viva di un'intera nazione - sembrava finalmente avere trovato giustizia. Fin dal giorno dopo, però, le circostanze della morte del capo di al-Qaeda suscitarono innumerevoli interrogativi e contribuirono ad alimentare le tante teorie del complotto. Chi erano gli uomini che avevano portato a termine la missione? Chi l'aveva pianificata? Se bin Laden era davvero morto, chi, materialmente, aveva premuto il grilletto? In The Operator Robert O'Neill, il Navy SEAL dal cui fucile partirono i colpi letali, risponde a queste domande ripercorrendo le varie fasi dell'operazione e ricostruendo, quasi in presa diretta, gli ultimi istanti di vita dello «sceicco del terrore». Il racconto di O'Neill, però, muove da lontano, dall'infanzia trascorsa a caccia di cervi nei boschi del Montana alla decisione di arruolarsi e di sottoporsi all'addestramento più duro, spietato e selettivo del mondo per essere ammesso nel corpo d'élite per eccellenza della marina militare americana. Quindi il dispiegamento in Iraq, alla ricerca dei terroristi, poi in Afghanistan, nella guerra contro i talebani. Quasi diciassette anni di carriera, quattrocento missioni, un succedersi ininterrotto di operazioni condotte sempre nella massima segretezza. Ma O'Neill non racconta solo la guerra. Anzi. Il suo sguardo si sofferma piuttosto su tutto ciò che «precede» il combattimento vero e proprio: la meticolosa, quasi maniacale pianificazione, l'addestramento continuo ed estenuante, lo stress emotivo dell'attesa. E poi l'angoscia, che si ripresenta, puntuale, al momento di lasciare la famiglia. Come pure le tante ore di noia trascorse nelle basi militari di mezzo mondo, tra eccessi, spacconate, bevute colossali ed epiche sfide alla playstation. Per arrivare, infine, a quel compound di Abbottabad, quando, nel visore notturno a infrarossi, compare l'ombra dell'uomo che da dieci anni rappresenta il peggiore incubo dell'America.
Ci sono tre Italie: quella dei retori, quella dei denigratori, quella vera. L'Italia vera è vista da un travet del Prenestino, popolare quartiere romano: Cesaretto Mericoni, uno dei tanti, uno di noi, uno che guarda con i propri occhi, giudica con la propria testa, e vede le cose come stanno. Cos'è il Belpaese? Un manicomio, un luna park, un circo equestre, una discarica a cielo aperto, una camera a gas. È, soprattutto, un bordello senza una maîtresse. L'Italia, dove - citando Ennio Flaiano - «la linea più breve fra due punti è l'arabesco», sta in piedi perché non sa da che parte cadere. Non funziona più niente e, se qualcosa sventuratamente funziona, provi un tale sconforto che preferiresti non funzionasse. Cesaretto vede e giudica i politici, indegni di esercitare un potere spesso usurpato, uomini forse anche intelligenti, ma non abbastanza per dimostrarlo... Cesaretto, che per sua e nostra fortuna non è un politologo, racconta, attraverso un amico agente della CIA, l'Italia a Donald Trump, che finalmente la capisce. E capisce gli italiani, un popolo furbo e fantasioso, ma senza carattere, senza senso civico, che dà il meglio di sé più nelle disgrazie che nella buona fortuna.
"Le leggi italiane sono imbevute di cultura cattolica. Dall'interruzione volontaria di gravidanza alla fecondazione assistita, al fine-vita, i dogmi confessionali hanno influenzato e continuano a influenzare le norme che dovrebbero regolare in modo laico il patto sociale fra le persone. Ciò che rende tutto ancora più assurdo è che la Bibbia non dice in proposito quello che comunemente si pensa." In questo libro scritto a quattro mani, Mauro Biglino e Lorena Forni elencano e analizzano alcune delle leggi italiane che contengono il "peccato originale" della confessionalità. Si tratta principalmente delle leggi che afferiscono alla sfera etica, condizionate dalla dottrina della Chiesa cattolica. Anzitutto, sostengono gli autori, uno Stato laico dovrebbe promulgare leggi laiche, evitando di imporre dogmi confessionali a chi non è interessato o respinge una dimensione di fede nella propria esistenza di libero cittadino, o a chi professa una diversa confessione religiosa. Ma ciò che gli autori rivelano e mettono in evidenza è che a leggere i testi sacri alla luce di una traduzione rigorosa e letterale, quegli stessi passaggi che sono stati usati dai legislatori per scrivere leggi sotto l'egida della morale cristiana, non ci si trova nulla di quelle prescrizioni e quegli indirizzi morali, che risultano piuttosto il frutto di personali interpretazioni. In "La Bibbia non l'ha mai detto", il complesso lavoro di scrittura dei due autori è ben sincronizzato: mentre la professoressa Lorena Forni passa al setaccio le leggi maggiormente influenzate dal cattolicesimo, Mauro Biglino propone la traduzione dei passi biblici "normativi" dimostrando, come è sua abitudine di profondo studioso, che le traduzioni diffuse nel mondo contemporaneo sono lontanissime dal vero senso letterale e sono, al contrario, una palese interpretazione dei teologi. Un libro che riscrive le fonti da cui discendono molti degli assunti morali che guidano la nostra società attraverso le leggi in vigore, e che si candida a diventare un autorevole e dirompente manifesto della laicità.
«A un certo punto Marta mi prese la mano e mi confessò: "Nulla mi fa più felice che aiutare il prossimo, Christian. Credo che sia doveroso far qualcosa in più per sostenere chi ha bisogno. Mi sta girando nella testa un'idea: un viaggio itinerante in Italia per raccogliere fondi per la ricerca sulle malattie rare. Sarebbe anche un modo per farle conoscere alla gente". La sua mano mi trasmetteva un'incredibile energia, i suoi occhi erano colmi d'amore, l'amore per il prossimo.» Christian Cappello e Marta Lazzarin sono una giovane coppia all'apice della felicità: insieme hanno girato il mondo, insieme hanno creato un coinvolgente lavoro nella new economy e costruito la loro casa. E ora aspettano il loro primogenito di cui hanno già deciso il nome: Leonardo. Tutto procede per il meglio, ma all'improvviso Marta muore in modo fulminante. E con lei se ne va anche il bambino che porta in grembo. Dopo settimane di sorda disperazione, Christian si ritrova a camminare lungo un sentiero, come in trance, per diverse ore. Quando rientra in sè, sente di essere preda di un'insolita euforia fisica e di una nuova consapevolezza: il progetto che Marta gli aveva accennato a Natale - aiutare le persone colpite dalle malattie rare - sarà anche quello della sua rinascita. Christian fonda quindi la onlus Marta4kids e si mette in cammino. Impiegherà quasi un anno per visitare di persona i ventisette centri di ricerca sulla fibrosi cistica sparsi in tutto il territorio italiano. Camminerà a costo zero, raccogliendo soldi per la onlus e ospitalità per sé. Incontrerà migliaia di persone, malati di ogni tipo, familiari, medici, giornalisti, sindaci e semplici curiosi. A tutti racconterà che il senso della vita, anche quando è la vita stessa ad apparire ingrata e ingiusta, è l'amore per gli altri: l'ultima, semplice lezione di Marta. Questo libro è il diario di una avventura vera, partita da Bassano il 2 aprile 2016 e continuata per oltre quattromila chilometri di eccezionale solidarietà.
In Corea del Sud è chiamato healing master, «maestro guaritore». Con i suoi consigli e le sue parole di conforto, Hae-min Sunim è diventato uno dei monaci buddhisti zen più autorevoli del suo paese. Grazie ai social network, che gli hanno permesso di entrare in contatto con migliaia di persone, i suoi brevi messaggi, semplici e diretti, sono arrivati al cuore di un pubblico sempre più vasto, fornendo spunti per la meditazione e consigli per superare le sfide della vita quotidiana. Da quei messaggi nasce "Quando rallenti, vedi il mondo", una raccolta di aforismi che illustrano con grande semplicità la filosofia del Maestro. Raccolte in otto capitoli, le sue parole di saggezza intendono guidare il lettore nel labirinto delle emozioni e delle contrarietà di tutti i giorni: dal lavoro alle aspirazioni per il futuro, dalle relazioni interpersonali al rapporto con la spiritualità, Sunim offre preziosi suggerimenti volti al raggiungimento del benessere e della felicità attraverso la pratica della mindfulness. Guida da consultare nei momenti di bisogno, più che opera da leggere tutta d'un fiato, queste pagine invitano a prendere il giusto tempo per riflettere e celebrare la lentezza, per scoprire la ponderata pacatezza dei gesti e la profondità delle parole, allo scopo di sperimentare il mondo in base al nostro stato mentale, perché «quando la tua mente riposa, anche il mondo riposa».
«L'amore passa. L'aver amato non passa mai.» Se per ciascuno il sogno è quello di un amore eterno, la realtà con cui dobbiamo fare i conti è spesso differente, e può venire il giorno in cui il "per sempre" a cui tendevamo con ogni fibra e ogni energia si riduce a un'espressione vuota e senza valore. In questo libro Maria Rita Parsi fornisce gli strumenti più adeguati ad affrontare la delicata fase di passaggio e trasformazione che accompagna la rottura di un legame di coppia, aiutandoci a far sì che possa diventare una risorsa: per chi non si ama più ma anche per chi, vittima innocente della situazione - i figli e i parenti -, ne viene suo malgrado coinvolto. Attraverso le testimonianze concrete e le voci autentiche di chi ha affrontato in prima persona una separazione, l'autrice descrive i diversi scenari e le conseguenze non solo psicologiche, ma anche sociali, economiche e legali che ne derivano. E giunge a formulare un vero e proprio «Decalogo del lasciarsi bene», per affrontare, elaborare, trasformare e superare la fine di un amore. Queste pagine sono pensate come una guida per conoscere le regole e i meccanismi che trasformano una comune "separazione" in un "lasciarsi bene" e persino in un'inattesa ricchezza.
Ha viaggiato nel corpo umano, nella preistoria, nel passato e nel futuro, e ogni volta ci ha portati con sé. Con questo libro, Piero Angela ci accompagna in un viaggio diverso, attraverso due secoli e molti continenti, in mezzo a mille peripezie, incontri, scoperte e avventure: la sua vita. Il principe della divulgazione televisiva, l'autore di decine di bestseller che hanno svelato a tre generazioni di italiani la bellezza della scienza, stavolta ha scritto un libro diverso: «Non è un libro di divulgazione scientifica, ma un racconto personale dedicato al pubblico che da tanti anni mi segue nel mio lavoro, spesso con vero affetto. Il libro racconta le mie esperienze di lavoro, il 'dietro le quinte' di oltre mezzo secolo di televisione ... Ma per la prima volta rispondo anche a certe domande che spesso mi vengono rivolte in occasione di incontri o conferenze, e che riguardano la mia vita, la mia formazione, gli inizi in RAI, il pianoforte, persino la mia infanzia». Nato nel 1928, testimone oculare di due secoli, ci racconta in modo vivido l'Italia degli anni Trenta e Quaranta, gli anni esaltanti del miracolo economico, la nascita della televisione, la sua straordinaria carriera di giornalista: prima cronista, poi inviato, poi inventore e conduttore di programmi che hanno contribuito a diffondere tra gli italiani una cultura scientifica. Nel libro ci sono decine di aneddoti e di incontri, ma c'è soprattutto un grande insegnamento, particolarmente prezioso per i giovani che lo venerano come un mito: la passione di sapere e la voglia di scoprire possono portare molto lontano nella vita, e fare di chiunque una persona speciale.
"Se solo avessimo avuto a disposizione questo libro quando stavamo male a causa dell'ansia e dello stress! Be', adesso c'è e speriamo che possa aiutare molte persone che, come noi, non riescono a capire che devono smettere di fare quello che stanno facendo e fermarsi a riflettere sulla direzione che sta prendendo la loro vita. Durante quei mesi difficili, un medico ci dette il consiglio di scrivere le nostre esperienze, lo abbiamo fatto e ci ha fatto bene, ma non pensavamo che le avremmo condivise con qualcuno. A un certo punto alcuni dei nostri amici hanno letto questi diari e ne sono rimasti molto colpiti. È stato in quel momento che abbiamo capito che ciò che avevamo scritto avrebbe potuto aiutare altre persone che si trovavano ad affrontare i nostri stessi problemi. La nostra speranza è che possiate fermarvi in tempo, prima che la corsa folle generata dal micidiale cocktail di ansia e stress vi porti a toccare il fondo, come è accaduto a noi. Provate a leggere questo libro lentamente. Finite un capitolo, assimilatene il messaggio e pensate all'effetto che può avere sulla vostra vita. Se invece preferite, potete anche concentrarvi maggiormente sui capitoli che fanno più vibrare le vostre corde interiori. Il messaggio che vogliamo darvi è semplicemente questo: è giunto il momento di migliorare la vostra vita! Buona lettura." (Susan e Mats Billmark)
Che lettori va cercando questo libro che cerca segnali d'amore nell'universo? Coloro che vogliono conoscere tutto di Luca Barbareschi? Anche, certo. Ma più ancora chi, di questo personaggio che non si può dire si sia negato alle cronache lungo gli ultimi quarant'anni, pensa di sapere già tutto. Perché ogni pagina, ogni riga, ogni parola risulterà una scoperta. Senza negare né rinnegare nulla, Luca Barbareschi - con la "spudoratezza" di sempre - si racconta. Cerca segnali. D'amore. In una autonarrazione ironica, divertente, piena di energia. Di ciò che ha vissuto come uomo, come attore, come manager culturale, ci dice per la prima volta le motivazioni profonde. E come la ricerca di ciò che sta dietro l'apparenza si sia trasformata via via in cammino spirituale, un cammino che unisce ebraismo e neuroscienze, trasgressione e restituzione, rabbia e amore. Il "pirata" Barbareschi all'assalto non più dei velieri nemici ma di se stesso. Confrontandosi con le parole dei grandi - da Shakespeare all'ironia pungente di David Mamet, il suo autore di elezione - Barbareschi ha scritto un romanzo autobiografico dedicato a quanti non hanno smesso di credere nei loro sogni, nei cieli notturni, nelle storie antiche, nelle lunghe attese, nella voglia di fare festa perché la vita è questo strano gioco nel quale tutti ci troviamo a recitare.
Qualunque cosa sia la felicità, è accanto a te o, per essere ancora più precisi, dentro di te. Tu però non lo sai: non la riconosci e per di più la immagini distante e difficile da raggiungere. E così rinunci, lasci perdere, ti adagi, ti adegui e poco alla volta la vita perde colore, sapore e odore. La strada per la felicità è in realtà molto più breve e semplice di quello che comunemente crediamo. A farcela sembrare lunga e difficile sono i pregiudizi e i luoghi comuni su noi stessi e sulla vita, pregiudizi che assorbiamo dall'esterno e che accettiamo passivamente. Fin da quando eravamo piccoli ce ne hanno propinati di tutti i tipi. Questo libro raccoglie i più diffusi - che sono nel contempo i più pericolosi e i più difficili da estirpare - e li analizza brevemente affinché ciascuno possa capire quanto certe presunte verità granitiche siano in realtà inconsistenti, e come terribili spauracchi che ci hanno tenuto in scacco per anni si rivelino, a un veloce esame, mostri di fumo, da spazzare via con un semplice soffio. E fornisce consigli pratici per aiutare ciascuno a muoversi in autonomia verso il benessere. Ecco allora che le cose si possono chiamare con il loro vero nome, che il dolore ha un senso, che ogni giorno può portare i suoi frutti, che le soluzioni vengono a galla, i problemi trovano la giusta collocazione, i talenti emergono, la spontaneità prende il posto del calcolo, i rapporti si animano, i sentimenti si liberano dalla patina uniforme e triste dei conformismi. E il cuore può battere al suo ritmo.
Il sentimento di affiliazione che ci lega alla Natura, il sentirsi figli della Madre Terra, di Gaia, è innato ed è presente in tutte le culture umane, comprese quelle più tecnologicamente avanzate. Tuttavia nelle nostre società artificiali ormai molto lontane dal mondo naturale, c'è il rischio concreto che questa predisposizione innata non riceva più stimoli adeguati per fiorire. Fortunatamente stiamo scoprendo che Gaia, come una vera madre, agisce su di noi a un livello profondo, attivando la nostra attenzione involontaria e favorendo in questo modo la nostra rigenerazione psichica. Entra così in gioco l'ecologia affettiva: lo studio delle relazioni insieme affettive e cognitive che gli esseri umani instaurano con il mondo vivente e non vivente. Al richiamo di Gaia e del mondo naturale possiamo imparare a rispondere affinando i nostri sensi e le nostre capacità mentali con una pratica di meditazione di consapevolezza, la mindfulness, che si sta rivelando particolarmente efficace per ristabilire la nostra personale connessione con Gaia e con il mondo vivente. Leggere la Natura con cuore aperto, ascoltare la Natura con la mente pronta: questo è ciò che serve per recuperare un buon rapporto con il nostro pianeta.
Una vacanza a New York programmata da tempo, la sveglia che non suona, l'inutile corsa in aeroporto. E, quando la prospettiva di partire sembra ormai sfumata, l'inaspettato regalo di uno sconosciuto. Il protagonista di questo libro non sa che quella mattina, quando con leggerezza accetta la curiosa proposta di un viaggio in Tibet, sta dicendo di sì al destino. Nulla succede per caso e, ora che gli ingranaggi si sono messi in moto, i suoi occhi stanno per aprirsi su una realtà impensabile. Da un incontro fortuito prende infatti avvio un percorso iniziatico in un monastero tibetano, dove grazie alle sagge parole di un anziano monaco scopriremo verità sconvolgenti e l'esistenza di una realtà fino ad ora inimmaginabile.
"È il 25 maggio 2016, è passato un anno da quando ci siamo incontrati. Io sono appoggiata alla balaustra, la gente dietro preme, ma i miei quarantadue chili reggono alla grande (ah, quanto conta l'entusiasmo nella vita!). Il Papa cambia direzione, scende le scale del sagrato, sì, viene proprio verso questa vecchietta, col viso semicoperto da un cappello a falde e col suo metro e cinquanta soverchiato dall'entusiasmo della folla. Il mio cuore sembra uscire dal petto. Il contagioso sorriso di Francesco, diventato un simbolo universale, è via via sempre più nitido. È a un metro da me: 'Ciao campiona!'. Mentre lo dice, alza il pollice e poi mi abbraccia." L'entusiasmante abbraccio fra papa Francesco ed Emma Morosini conclude idealmente un percorso devozionale cominciato una notte di tanti anni fa, in un piccolo ospedale della Lombardia, precisamente sulla barella che conduce la protagonista di questa storia in sala operatoria. Prima di abbandonarsi alle mani del chirurgo, Emma fa un voto alla Madonna: se la aiuterà a superare questa prova, andrà a piedi a Lourdes. Sopravvissuta all'intervento, Emma mantiene fede alla sua solenne promessa. Poi, però, non si è più fermata. Anche oggi che di primavere ne ha novantatré, la straordinaria vecchietta di Castiglione delle Stiviere compie ogni anno almeno un pellegrinaggio in un santuario mariano. Quel che rende i suoi cammini eccezionali, salutati da folle spontanee e affettuosissime, documentati da radio e televisioni, è che li affronta da sola, con acqua, pane e qualche ricambio piegato dentro un carrellino della spesa. Armata, cioè, solo della sua incrollabile fede e in compagnia soltanto della Provvidenza. In questo libro, Emma narra le motivazioni profonde e le avventure più emozionanti vissute in sedici pellegrinaggi, in Italia e all'estero, fra i quali non poteva mancare quello verso il santuario di Lujàn, il preferito da papa Francesco, che l'ha "battezzata" la nonna pellegrina di tutti noi.
«Oggi, sotto i colpi dei micidiali attentati perpetrati dai terroristi dell'Isis, tutto il mondo occidentale, facendo anche un po' di confusione, guarda all'Islam con un sentimento d'odio frammisto a paura e terrore. Ma c'è stato un tempo in cui l'Italia poteva vantarsi, pur tra luci e ombre, di avere intessuto stretti rapporti con la Mezzaluna dopo un corteggiamento durato quasi tutto il periodo fascista. Il feeling culminò nel "matrimonio" di Tripoli del 20 marzo 1937, testimone di nozze Italo Balbo, quando un impettito Mussolini, in sella a uno splendido cavallo, nell'oasi di Bùgara appena fuori dalla capitale libica, sguainò, come anello nuziale dell'unione italo-araba, la famosa Spada dell'Islam, un gioiello in oro massiccio cesellato da artigiani fiorentini. Dopo il 25 luglio 1943, con la caduta del duce - nonostante i tentativi di cooperazione con il mondo arabo portati avanti nel secondo dopoguerra dall'Eni di Enrico Mattei - quel vecchio rapporto si è molto attenuato, se non addirittura dissolto. Storie del passato che, alla luce degli scenari degli anni Duemila, appaiono quasi impossibili: oggi quel ponte lanciato dall'Occidente verso l'Islam sembra davvero crollato. Questo libro cercherà di ripercorrere le strade di un dialogo che, nonostante tutto, crediamo non si sia ancora interrotto.» (Giancarlo Mazznca)
"Questo libro parla della gioia di osservare il mondo. È un testo autobiografico, però non riguarda tanto me quanto le cose che ho visto. Sono affascinato dal mondo che mi circonda e da quello che sono riuscito a vedere e a registrare in sessant'anni di osservazione, prima come studioso del comportamento animale e poi come studioso del comportamento umano. Per tutta l'infanzia sono stato attorniato da animali: dividevo con essi perfino la carrozzina. Da grande ho studiato zoologia e sono diventato etologo. I miei studi sul comportamento animale mi hanno condotto allo Zoo di Londra, dove ho ricoperto la carica di conservatore dei mammiferi. Poi le mie ricerche sugli scimpanzé mi hanno spinto ad analizzare il più affascinante di tutti gli esemplari: la scimmia nuda. In questo libro introdurrò il lettore nei vari scenari della mia vita: da uno studio televisivo nello Zoo di Londra a una casa di geishe a Kyoto; da una sperduta tribù africana a un casinò di Las Vegas; dalla 'dolce vita' mediterranea alla dura realtà della malavita di Los Angeles. Ammetto che ho spesso sorriso del lato più leggero della vita o riso di gusto delle bizzarre manie e idiosincrasie dell'umanità, ma non me ne scuso. È indubbiamente una mia debolezza, ma credo che renderà più gradevole la lettura." Con strepitoso humour britannico, Desmond Morris racconta in questo libro la sua carriera di uomo di scienza e divulgatore, e i tantissimi incontri con animali straordinari e altrettanto straordinari esseri umani, da Dylan Thomas a Joan Mirò, a Yoko Ono, Stanley Kubrick e Marion Brando.
"Per una bambina di sette anni avere il trentasei di piede nel 1972 era come avere due teste o la barba... I bambini erano bassi e le bambine più basse ancora. Poi c'ero io. La più alta della classe, irrimediabilmente fuori misura." Fuori misura, ma mai all'altezza! Su questo paradosso Veronica Pivetti ha costruito una carriera, e questo libro. Un libro che racconta di una casa andata in fumo, di un'infanzia funestata dalle cattive ragazze, di una vita costellata di grandi e piccoli traumi, di incontri con una serie di personaggi bizzarri, meschini, improponibili, o semplicemente ridicoli. Ma che racconta anche come dalle macerie si possa ricostruire, come dai traumi si possa guarire, come dalla cattiveria ci si possa difendere, semplicemente applicando a ogni cosa il magico filtro dell'umorismo. Veronica, l'ironica, riesce a ridere e a farci ridere delle sue disavventure. Certo, la vita può essere un inferno per chi si sente costantemente inadeguata, troppo spesso in debito di autostima. Ma il riscatto - anche dall'inferno - è possibile, basta riderci sopra e saperlo raccontare. Nel suo primo libro Veronica ha descritto la sua depressione facendoci morire dalle risate. In "Mai all'altezza" ricorda i traumi di una vita con la stessa verve irresistibile.
«... E ora registro me stesso. Una penna, un foglietto, anche un microfono. Non è che mi senta pronto per stendere le memorie di un rompicoglioni. Voglio soltanto sistemare la mia gioia e, quando c'è, anche il mio sconforto. Per questo annoto, per questo registro. Perché la conquista della democrazia passa anche in un abbraccio, in una discussione sul liberalismo e un'altra sulle rivoluzioni, passa per ogni uomo e per ogni idea capace di migliorare il mondo. Passa per ognuna delle cazzate che ci vengono in mente e che abbiamo la voglia e la forza di comunicare e condividere. L'importante è osare e usarsi, l'importante è accettare ogni sfida che può guadagnare un grammo in più di libertà.» Un libro, Marco Pannella, non aveva mai voluto scriverlo. Come spiega Matteo Angioli, che ha raccolto e curato questa autobiografia: «... poi un giorno ha smesso di sentirsi immortale, ha avvertito che la battaglia, la sua battaglia, poteva concludersi presto. D'un tratto, però, si è trovato anche al cospetto del passato e deve aver cominciato a osservarlo, come forse non aveva mai fatto prima. Eccolo, dunque, il suo libro. Ecco il senso delle pagine che abbiamo costruito con lui, parola più aggettivo meno, sensazione dopo sensazione, giornata dopo giornata. Non è stato facile, ma è stato meraviglioso». Questo libro straordinario è una sorta di resoconto intimo di una passione totalizzante per la libertà e i diritti, di battaglie, digiuni, infinite discussioni, «come se la vita fosse una lunga riunione politica». Ma è anche il diario dell'amore e del dolore dei suoi ultimi mesi di vita, una lezione involontaria di saggezza e nobiltà d'animo di un uomo che non ha paura dei sentimenti e del loro scandalo radicale.
La storia di Lazzaretti unisce lo sciamanesimo con il socialismo cristiano, le stimmate con un'opera di alfabetizzazione degli strati sociali più miseri, la forza inarrestabile dell'annuncio evangelico molto simile alle parole di papa Francesco e lo scontro finale proprio contro la Chiesa e contro lo Stato.
"Si sente spesso dire 'Come è difficile il mestiere di genitori...'. E proprio questo il punto: essere genitori non è un mestiere, non è un progetto da portare a compimento. Se essere bravi genitori diventa un compito, allora sì che abbiamo fallito. I bambini non si domandano se sono bravi figli. Dovremmo imparare da loro. Educare è prima di tutto stare con i propri figli senza nessun retropensiero. Vale a dire senza un fine, senza il progetto di migliorarli. 'Migliorarli' significa sempre omologarli al pensiero convenzionale e mettere a rischio la loro unicità. Questo libro non propone modelli educativi da perseguire, che diventano vecchi subito dopo essere stati annunciati. Capovolge l'idea di educazione: non più centrata su obiettivi da raggiungere, su compiti e punizioni, ma sul talento, su cosa caratterizza i nostri piccoli. La stella polare dell'educazione è chiedersi che cosa li rende unici, chiedersi: 'Che fiore è mio figlio?'. E lasciare che cresca. Se ci liberiamo dai luoghi comuni, dai falsi miti, delle idee sbagliate che contaminano la nostra epoca, accompagnarli verso la felicità diventa la cosa più semplice, naturale e spontanea che esista." (Raffaele Morelli)
Il buddhismo è praticato da centinaia di milioni di persone in ogni angolo della terra, dalle grotte del Tibet ai templi di Tokyo fino ai ritiri nei boschi di sequoie degli Stati Uniti. Tutte le sue diverse tradizioni (quella meridionale Theravada, basata sul canone pali, e quelle settentrionali del Tibet e dell'Asia orientale, che fanno riferimento a testi originariamente scritti in sanscrito) affondano le radici negli insegnamenti di un uomo vissuto in India 2500 anni fa, che, tradotti in numerose lingue, hanno conosciuto una diffusione globale e reso il buddhismo una delle religioni più influenti del mondo contemporaneo. In queste pagine Sua Santità il Dalai Lama e la monaca buddhista americana Thubten Chodron esplorano, con un'analisi mai condotta finora in questi termini, gli elementi comuni, le sinergie e le divergenze fra le principali correnti del buddhismo rispetto ad alcune pratiche e dottrine essenziali: le "quattro nobili verità" sull'origine del dolore e sulla via per la sua cessazione; l'"originazione dipendente", ossia il ciclo che dall'ignoranza porta all'attaccamento, al karma e a perpetuare rinascita, invecchiamento e morte; la pratica della meditazione, nella sua progressione a vari livelli e i relativi ostacoli e antidoti; la cura della condotta morale da parte di laici, monaci e negli stadi di realizzazione più avanzati; la coltivazione delle virtù (fra le quali l'amore, la compassione, la gioia e l'equanimità). Premessa di Bhante Henepola Gunaratana.
Che cosa ci rivelano gli studi di genetica sul racconto della creazione? Come si possono facilmente spiegare alcuni episodi di miracoli e guarigioni narrati nella Bibbia? Quali scenari si aprono se si scopre, da una traduzione attenta e letterale, che la "gloria" di Dio era probabilmente una vera e propria arma fisica? Perché ci sono somiglianze così sorprendenti tra i comportamenti di Yahweh e quelli degli dei dell'era classica descritti nell'"Iliade" e nell'"Odissea"? Che cosa emerge da uno studio attento del presunto patto di alleanza tra Dio e gli uomini? E quale luce getta tutto questo sui Vangeli? Questo libro è il nuovo capitolo dell'opera di rilettura che Mauro Biglino sta compiendo da anni sulle Sacre Scritture. Un cammino iniziato con le traduzioni della Bibbia compiute dallo stesso Biglino per le Edizioni San Paolo e che sta suscitando l'interesse di un numero sempre crescente di persone in Italia e all'estero. "Queste pagine proseguono il racconto di ciò che ancora non era stato evidenziato o, peggio, di ciò che è stato da sempre volutamente dimenticato o variamente interpretato dagli esegeti-teologi allo scopo di celarne i potenziali effetti dirompenti. Sono il frutto di un approccio multidisciplinare che spazia dalla genetica alla filologia classica, avvalendosi dell'apporto di diversi studiosi, e utilizzano una chiave di lettura che rivela una nuova visione di quella che potrebbe essere stata la nostra storia.
"Mi chiamo Laura Lynne Jackson e sono una moglie, una madre e un'insegnante. Sono anche una medium sensitiva. Il dono meraviglioso che mi è stato dato appartiene a tutti: la consapevolezza che siamo uniti da potenti legami di luce e amore, qui sulla terra e oltre." Molti credono che un muro impenetrabile divida il mondo dei vivi da quello dei morti, ma Laura Lynne Jackson vede fili di luce che attraversano una barriera sottile come un foglio di carta. I legami d'energia luminosa che connettono tutti noi qui sulla terra continuano infatti a collegarci con i nostri cari anche dopo la morte. La Jackson ha dedicato la vita a esplorare la connessione che ci lega all'aldilà, a dialogare con i defunti, ad aiutare gli altri ad accettare la perdita. Le sue doti sono state sperimentate con metodi scientifici e confermate dai i più autorevoli istituti di ricerca sui fenomeni paranormali. In questo libro condivide il suo cammino e le lezioni d'amore che ha imparato lungo la strada.
20 marzo 2014. Verso mezzanotte una ragazza di diciotto anni abbandona la casa rifugio dove è scampata alla furia dei persecutori per fuggire con il suo innamorato. Fuori, se avrà fortuna, l'attende una precaria sopravvivenza, fatta di stenti, incertezze e paure. Ma se qualcosa andasse storto, rischia l'arresto, violenze di ogni genere e, quasi sicuramente, la morte. Soprattutto se la polizia la consegnerà alla sua famiglia. Perché Zakia, ragazza afghana di etnia tagika, musulmana sunnita, ha osato rifiutare il matrimonio combinato dai famigliari per amore di Ali, un ragazzo di etnia hazara, musulmano sciita. La madre l'ha maledetta, e il padre e i fratelli sono disposti a tutto pur di lavare col sangue la macchia del disonore. Quella fuga cambierà irreversibilmente non solo la vita dei due ragazzi, ma anche quella di molte altre persone, tra cui il giornalista americano Rod Nordland, che si troverà sempre più coinvolto nella vicenda di cui ci offre un appassionato resoconto, fino a oltrepassare i limiti posti dalla deontologia professionale e diventare "complice" di due latitanti. Alle prese con le incertezze, le ipocrisie e le ambiguità della politica, con l'intreccio di inconfessabili interessi che accompagnano ogni guerra, Nordland scoprirà la propria impotenza, l'incapacità, nonostante la sua posizione privilegiata e le risorse di cui dispone, di garantire non solo il lieto fine della storia d'amore, ma anche la stessa incolumità dei due amanti...
"Questa lunga esplorazione, questa lunga riflessione, a questo punto della mia vita è stata importante e persino necessaria. Entrare in contatto con i ricordi non significa solamente malinconia di qualcosa che sfugge via come il tempo, ma anche guardare avanti, capire che ci sono ancora, e chissà quanto ancora può succedere." Questo libro è il risultato di anni di incontri fra Ennio Morricone e il giovane compositore Alessandro De Rosa. E un dialogo denso e profondo, e allo stesso tempo chiaro ed esatto, che parla di vita, di musica e dei modi meravigliosi e imprevedibili in cui vita e musica entrano in contatto e si influenzano a vicenda. Morricone racconta con ricchezza di particolari il suo percorso: gli anni di studio al Conservatorio, gli esordi professionali per la Rai e la Rca dove scrive e arrangia numerose canzoni di successo - sua, tra le tante, Se telefonando, interpretata da Mina -, le collaborazioni con i più importanti registi italiani e stranieri, da Leone a Pasolini, a Bertolucci e Tornatore, da De Palma a Almodovar, fino a Tarantino e all'ultimo premio Oscar. In pagine che danno vertigine a chiunque ami la musica e l'arte, il maestro apre per la prima volta le porte del suo laboratorio creativo, introducendo il lettore alle idee che stanno al cuore del suo pensiero musicale e fanno di lui uno dei più geniali compositori del nostro tempo.
"Da anni lavoriamo sulle carte dell'archivio di Fabrizio De André, eppure siamo costantemente sorpresi da nuove scoperte e costretti a confessarci ogni volta che "era molto più curioso" di noi. Leggere le sue carte significa scorrere quaderni, fogli sparsi, libri, agende, buste, sacchetti per rifiuti messi a disposizione da compagnie aeree... vuol dire sfogliare qualsiasi pezzo di carta sul quale potesse appuntare un'immagine nell'istante stesso in cui affiorava. Un caleidoscopio di frasi all'apparenza casuali che tuttavia ci restituiscono il ritratto della sua fede laica nella pietas umana, l'anarchia di chi è libero dagli abusi di potere e il sarcasmo ironico tipicamente ligure. Sorridiamo con le sue rime goliardiche o i "pensierini" scritti per puro gusto del divertimento. Siamo costretti a fermarci e riflettere quando invece "il pensiero e la scrittura diventano grido, insulto o lacrime di rabbia". O, a parer nostro, sollievo. Fabrizio annotava in maniera istintiva e quasi maniacale impressioni, ricordi, detti popolari imparati nei carruggi di Genova o appresi dai contadini della Gallura, ricette, citazioni. In questo mare di appunti si trovano le idee che avrebbero dato vita alle sue canzoni, trasformate poi nelle parole che potevano essere collocate negli "spazi stretti" lasciati dalla musica grazie ad un lavoro di artigiano meticoloso e alla ricerca di un solo termine, il migliore e più agile, in grado di restituire tutta l'idea originale.
"Ho una laurea in ingegneria presa più di sessant'anni fa, ma da allora ho tenuto gli occhi aperti e ho appreso diverse cose. È più di un hobby. Se impari a costruire oggetti oppure a fare lavori elettrici o meccanici, dopo un po' ti annoi. Invece, prova a ragionare sull'economia, l'industria, l'agricoltura, la letteratura, la ricerca, la scienza. Sono argomenti di cui radio, tv e giornali parlano poco e male. Studia qualche testo elementare e poi guarda i numeri. Ragionaci sopra. Vedrai che i discorsi astratti che non riesci a capire sui giornali o alla radio diventeranno chiari, oppure ti accorgerai che molti di essi sono inutili. Il mondo ti comincia ad apparire diverso: non dico scontato e prevedibile, ma più trasparente, quasi comprensibile. Gli hobby fatti di attività semplici sono cose da ragazzi. Il super-hobby da adulti (e anche da anziani) che illustro in questo libro non ti potrà mai annoiare. Infatti l'universo delle cose da scoprire, da capire, da seguire man mano che se ne trovano e se ne inventano di nuove, è senza fine. Se riesci a cascarci dentro, non hai più problemi su come riempire i tuoi giorni e le tue ore. Non è necessario occuparsi di scienza, socioeconomia o tecnologia. Puoi anche dedicarti alle letterature di varie epoche e nazioni, alle storie politiche e civili, o a quelle che raccontano le follie che gli uomini hanno inventato, disseminato o imposto. Il tempo non ti vola più via fra le mani; anzi, non ti basta mai se ti dedichi a guardare bene dentro...
Un libro che "nasce da una sofferta crisi personale che nel 2005 mi ha investito sconvolgendo salute, relazioni, lavoro, amicizie e ideali. Effimero e inefficace ogni tentativo di uscirne. Poi, quasi all'improvviso, ho scoperto il perdono. In genere questa parola fa pensare alla religione o alla psicoterapia. Nel libro che avete tra le mani, invece, si parla del perdono come di un valore universale dell'umanità, svincolato da qualsiasi appartenenza che non sia alla vita stessa. Il perdono fa parte di una nuova educazione alla consapevolezza e alla felicità; una strategia evolutiva che ha effetti positivi sulla salute, il benessere e la qualità della vita. Questo libro è un viaggio dentro il significato più autentico del perdono, attraverso le storie di chi la propria vita l'ha cambiata davvero, di chi ha guarito la sofferenza più profonda, ha imparato ad amare, ha ottenuto successo, ha riscoperto gli affetti. Gli approfondimenti scientifici, la formazione, la pratica possono costituire una premessa per la ricerca di una nuova via alla felicità, un invito a scoprire il senso perduto del perdono, una chiave che può aprire le porte del cuore e far ritrovare equilibri e armonie, fino a guarire relazioni, pensieri, emozioni, corpo e anima".
«I monumenti, una volta eretti, non si sviluppano più, né in altezza, né in larghezza. Possono sono crollare.» Con l'intelligente ironia a cui siamo ormai abituati, nel suo nuovo libro Stefano Bollani traccia un personale catalogo dei grandi della musica, però non li affronta come «monumenti» intoccabili, ma li racconta da vicino. Ne viene fuori una ricca e umanissima galleria di personaggi, da Louis Armstrong a Gorni Kramer, da Renato Carosone a Francis Poulenc, da Nino Rota a Frank Zappa, e poi Elis Regina, Maurice Ravel, Billie Holiday, George Gershwin, Henry Purcell, João Gilberto, Erik Satie, Astor Piazzolla, passando per figure nascoste ma non meno importanti, come Nadia Boulanger, Wanda Landowska, Belinda Fate. Storie, aneddoti, curiosità e appassionati sguardi da intenditore, dietro i quali Bollani lascia intravedere uno spirito che vaga e unisce queste anime artistiche in un'unica grande tribù, quella degli uomini che inseguono la libertà. Dopo Parliamo di musica, Stefano Bollani con Il monello, il guru, l'alchimista e altre storie di musicisti torna a raccontarci il mondo «caldo e gioioso» del quale è oggi uno dei grandi protagonisti. Una passeggiata alla riscoperta delle proprie passioni «dove la musica fa sognare una via di fuga, uno svincolo insperato. Ma a patto di poterci giocare».
"Crediamo di essere speciali per i traumi che ci sono capitati e così ne facciamo una ragione di vita, pronti a raccontarli al primo venuto. Una madre che ci ha abbandonato, un padre tiranno, un lavoro insoddisfacente, un matrimonio infelice finiscono per catturare il nostro sguardo e farci credere di essere condannati a un destino ingrato. Niente di più falso! Mentre pensiamo alle delusioni che hanno segnato la nostra vita, perdiamo di vista che un processo creativo continua instancabilmente a produrre la nostra unicità. Se penso di essere "quello che è stato ferito", la mia interiorità viene riempita dal passato e dal ricordo, che prendono così il sopravvento su tutte le risorse dell'inconscio che, invece, sarebbero capaci di veri prodigi terapeutici. Questo libro è dedicato a tutti coloro che vogliono smettere di lamentarsi, di credere che è capitata loro una vita sbagliata. A coloro che non vogliono usare i loro insuccessi, le loro sfortune, le loro sconfitte come alibi per la rinuncia a vivere. È scritto per chi, come me, ritiene che siamo abitati da forze provvidenziali, capaci di farci guarire come per miracolo. In questi anni, con l'équipe di psichiatri, psicoterapeuti e psicologi di Riza, ci siamo chiesti cosa bisogna fare per sfatare l'idea che le conseguenze di certi episodi della nostra vita dureranno per sempre. Trovare e mettere a punto risposte terapeutiche che aiutino a non trascinarci dietro i dolori del passato ha richiesto un lungo lavoro". (Raffaele Morelli)
Tutto ciò che riguarda Padre Pio è stato sviscerato dai mass media, soprattutto dopo la proclamazione della sua santità. Solo un aspetto della sua vita resta ancora in ombra: la persecuzione cui fu sottoposto da parte della Chiesa. Una persecuzione che rimane un enigma. Iniziata subito dopo la comparsa delle stigmate sul corpo del religioso, è durata, sempre più accanita, per il resto della sua vita e per diversi anni anche dopo la morte. Padre Pio visse in un continuo dissidio. Tremendo. Martirizzante. Furono molte le persone umane fallibili che all'interno della Chiesa cattolica, ebbero il compito di giudicare la sua vita, la sua condotta e i suoi fenomeni mistici, e che si sbagliarono clamorosamente. La cosa grave sta nel fatto che quelle persone erano ai vertici di vari dicasteri vaticani, in particolare il Sant'Uffizio, il supremo tribunale per la difesa della fede. "Dimenticare le sue sofferenze significa tradirlo" mi disse un giorno Fra Modestino, un confratello di Padre Pio, considerato, dopo la morte dello stigmatizzato, il suo erede. Non è possibile pensare Gesù senza croce; non è possibile pensare Padre Pio senza sofferenze. Questo libro intende soffermarsi soprattutto sul racconto di queste sofferenze "morali e spirituali". E sulle persecuzioni che ne furono causa e che il religioso subì per tutta la vita. Il racconto si basa su migliaia di documenti conservati nell'Archivio segreto del Vaticano e in quello del Sant'Uffizio...
"La vita senza cinismo sarebbe un tartufesco piagnisteo. Il cinismo te la fa vedere in faccia, con le sue rughe, le sue pieghe, le sue piaghe. Il cinismo non fa sconti a nessuno, neppure ai cinici che lo predicano e lo praticano. Il cinico non ti illude, non ti infonde fallaci speranze. Ti mostra le cose come sono. Il cinismo fa cadere le maschere dell'ipocrisia, delle pose senza sostanza e delle pretese senza fondamento. T'insegna a giudicare gli altri e a capirli. A sbugiardarli e a infliggergli il giusto castigo. Il cinico sa come andrà a finire, a differenza del fanatico, vittima di chimere, dogmi, pregiudizi. Il cinico è l'antibuonista, il quale sa che il mondo è una valle di lacrime e non crede al regno di Saturno e di Bengodi. Se ti deve pugnalare, ti pugnala al petto lealmente. A differenza del buonista, che ti pugnala alle spalle dopo averti abbracciato. Che si avvicina a te per colpirti meglio. Solo lui piange lacrime di coccodrillo sul tuo sangue. Lacrime 'politicamente corrette'". Questo libro è un corso in forma di aforismi, un breve corso di educazione cinica. Le materie sono varie e a frequenza libera: psicologia femminile, religione, antropologia (di casa nostra), economia, educazione sentimentale, medicina del corpo e dell'anima... Il diploma finale è tanto simbolico quanto prezioso: imparare a godersi la vita così com'è.
Come tutti i bambini cresciuti nella Corea del Nord anche Hyeonseo Lee pensa, che il suo paese sia "il migliore del mondo". È una "brava comunista", studia le gesta leggendarie del Caro Leader Kim Il-sung, partecipa alle coreografie di massa organizzate dal Partito e crede che la Corea del Sud, l'acerrimo nemico, sia un paese poverissimo, pieno di senza-tetto, dove la gente muore per le strade e gli odiati yankee si divertono a prendere a calci bambini e disabili. Per lei, proveniente da una famiglia della classe media "leale" nei confronti del regime, le cose cambiano all'improvviso quando, nel 1994, la Corea del Nord viene sconvolta da una terribile carestia. È allora, nel vedere molti suoi connazionali morire di fame o sopravvivere a stento cibandosi di erba, insetti e corteccia d'albero, che Hyeonseo, appena diciassettenne, comincia a interrogarsi sulla reale natura del proprio paese e a dubitare delle verità confezionate dalla propaganda. Ed è allora che si accorge che al di là del confine, in Cina, poco lontano dalla sua casa di Hyesan, le luci non si spengono mai. E che forse, dall'altra parte del fiume ghiacciato, un'altra vita è possibile. Comincia così la storia di una rocambolesea fuga da una dittatura spietata e corrotta, una fuga che la porterà dapprima a vivere da illegale nella Cina del tumultuoso sviluppo economico, e in seguito a Seul, la capitale del Sud, dove riuscirà a condurre la sua famiglia dopo un avventuroso viaggio di oltre duemila chilometri attraverso il Sudest asiatico.
Esiste una vita dopo la morte? Potremo mai rivedere i nostri cari, riabbracciare le persone che abbiamo amato? Da più di vent'anni Ginella Tabacco, in seguito a un grave lutto personale, ha scoperto di possedere particolari facoltà medianiche che le consentono di entrare in contatto con l'Aldilà. Di ricevere messaggi da chi sta "dall'altra parte". Dopo il successo di "Con te sempre accanto", Ginella ha preso di nuovo in mano "carta, penna e cuore" per offrire un messaggio di speranza e consolazione a tutte le persone che soffrono il distacco e il dolore del lutto. Con una fiducia tenace e contagiosa, perché dettata dal cuore, Ginella Tabacco ci garantisce che tutta questa tristezza è ben comprensibile, ma i nostri cari ci supplicano di non nutrire eccessivi rimpianti, né rimproveri; ci assicurano che il bello vissuto insieme rimane. Il resto va allontanato: i rimorsi, la desolazione emotiva, il pensiero troppo frequente alla malattia sono "pesi" di cui ci dobbiamo liberare. Con delicatezza e pudore, e tramite esempi concreti tratti dalla sua esperienza, Ginella Tabacco invita tutti coloro che si sentono vinti dalla disperazione a non abbandonarsi a un presente e a un futuro di solitudine. Li convince a ritrovare se stessi, a far pace con la Morte e con Dio, a recuperare la Speranza, a credere che esiste una dimensione nella quale i nostri cari defunti continuano a vivere. Prefazione di Roberto Giacobbo.
"Chi legge l'Antico Testamento con la mente disincantata e vi si avvicina con l'atteggiamento sereno che avrebbe verso qualsiasi libro scritto dall'umanità non ha alcuna difficoltà a cogliere l'evidenza dei fatti." Questo libro è il risultato di anni di studio, pubblicazioni e conferenze. Un cammino che Mauro Biglino ha iniziato come traduttore per le Edizioni San Paolo e che lo ha portato a sviluppare una lettura alternativa dell'Antico Testamento capace di suggerire ipotesi davvero rivoluzionarie. Il primo passo del suo metodo è quello del "fare finta che": se si "fa finta che" gli autori biblici abbiano voluto tramandare semplicemente fatti storici realmente accaduti, se si tolgono dalla Bibbia le interpretazioni metaforiche e teologiche che dogmi e abitudini culturali le hanno attribuito, e si applica una lettura laica e letterale, il quadro cambia in modo radicale. Ci si rende conto che la Bibbia non parla di Dio, né di alcunché di divino, ma di una storia tutta "fisica" che svela un'ipotesi dirompente sull'origine dell'essere umano sulla Terra. A supporto di questa tesi, l'autore porta una traduzione attenta dei testi: "Il Dio spirituale, trascendente, onnisciente e onnipotente non trova riscontro in nessuna parola presente nella lingua ebraica". Porta contributi forniti spontaneamente da altri studiosi.
Peccato che nessun cronista e nessun cameraman abbia potuto assistere in diretta all'evoluzione dell'Universo e della vita sulla Terra. Sarebbe stato il più grande reportage della storia. Ma oggi qualcosa del genere si può fare: tutte le conoscenze e le immagini che gli scienziati hanno accumulato possono essere rimontate insieme per diventare un grandioso film, un racconto straordinario del nostro passato. È proprio quello che cercherà di fare questo libro: osservare le concatenazioni degli eventi che hanno portato la nube di gas iniziale a trasformarsi in stelle, pianeti e poi in esseri viventi, e infine in esseri viventi intelligenti. Sarà un po' come seguire il racconto di un cronista che, dialogando con un immaginario interlocutore curioso, ripercorrerà questa fantastica storia, soffermandosi soprattutto sui passaggi cruciali, sui momenti di svolta che hanno modellato pian piano l'Universo e che hanno scandito il percorso della vita sulla Terra. Questo percorso, avvincente come una grande saga, sarà l'occasione per approfondire molte delle conoscenze scientifiche attualmente a nostra disposizione sugli argomenti più diversi: l'astronomia (il Big Bang, i buchi neri, la formazione dei pianeti e delle stelle, il destino dell'Universo...), la biologia (la cellula, il DNA, la teoria dell'evoluzione...), la storia della vita sulla Terra (i primi organismi viventi, i dinosauri, le estinzioni di massa...), lo sviluppo dell'uomo (dagli ominidi preistorici all'Homo sapiens).
C'è un rifugio segreto di Michelangelo nel cuore di Firenze, con le pareti decorate a carboncino. Un viaggio esaltante come una caccia al tesoro alla scoperta del doppiofondo misterioso dei luoghi che credevamo di conoscere. "Questo libro nasce da un'esperienza personale, fatta di chilometri, notti fuori casa e tanta passione. Un viaggio attraverso un'Italia meno conosciuta, un percorso di scoperta dove si pensava che da scoprire non ci fosse più nulla. Entreremo in tante città, e lo faremo da una porta meno conosciuta, quasi segreta. Una porta che magari molti hanno visto passando ma che a pochi è venuta l'idea di aprire e attraversare." Questo è un libro che solo Roberto Giacobbo poteva scrivere. Perché è stato personalmente in ogni luogo che racconta, si è calato in cunicoli in cui un uomo passa a malapena, si è fatto aprire cancelli che di solito rimangono sigillati, ha toccato carte, analizzato dipinti, aperto botole, intervistato vecchi custodi. Il risultato è uno scrigno fatto di tante piccole perle, che pagina dopo pagina ci rivelano un'immagine diversa e inaspettata dei luoghi che credevamo di conoscere. Come in una grande caccia al tesoro, scopriremo laghi sotto le metropoli, la leggenda di un fantasma in un famoso parco, documenti storici sul passaggio di oggetti volanti sconosciuti, tracce di ipotetiche Atlantidi, società segrete di giustizieri della notte, porte magiche, messaggi occulti, complotti, cripte piene di teschi, quadri fantasma, cannibali, miracoli, veggenti...
Che cosa accadde esattamente il 19 settembre 1980 alla base missilistica di Damascus, in Arkansas, nel silo sotterraneo che ospitava un Titan II a testata nucleare? Da cosa fu provocata la tremenda esplosione che, fortunatamente, costò la vita "solo" a un addetto alla manutenzione e il ferimento di una ventina di persone? Ma, soprattutto: fu quello l'unico caso in cui l'umanità rischiò di assistere a una nuova tragedia come quelle di Hiroshima e Nagasaki? In un racconto ricco di colpi di scena, episodi di straordinario eroismo e coincidenze sospette, Eric Schlosser fa la cronaca dell'incidente nucleare di Damascus e rivela come la combinazione di fallibilità umana e complessità tecnologica abbia messo più volte a repentaglio la vita del genere umano, ponendolo di fronte al drammatico e tuttora irrisolto dilemma: come utilizzare armi dal grandissimo potenziale distruttivo senza esserne a propria volta distrutti? E poi, come esercitare il pieno controllo di un arsenale atomico, garantendo che nessuna arma esploda per caso o in seguito a una procedura non autorizzata? Da pagine dense di dati, di fatti e di testimonianze personali emerge una terrificante realtà tenuta finora in gran parte segreta: lo sforzo immane di scienziati, politici e militari per scongiurare il pericolo che le armi nucleari potessero essere rubate o sabotate, ma anche le storie di piloti, comandanti di missili e semplici manutentori che hanno rischiato la vita per evitare ubn olocausto nucleare.
La notte fra il 3 e il 4 giugno 1989 i carri armati entravano in piazza Tienanmen per porre fine a quella che il Partito comunista cinese aveva definito una "sommossa controrivoluzionaria". Migliaia di studenti, intellettuali, operai e semplici cittadini, che per settimane, con le loro manifestazioni pacifiche, avevano inneggiato alla libertà e alla democrazia galvanizzando il paese e tenendo il mondo intero con il fiato sospeso, venivano massacrati dalle truppe dell'Esercito popolare di liberazione. Sfioriva così, in un bagno di sangue, la "primavera di Pechino". In quelle stesse ore Liao Yiwu, giovane poeta "individualista e indifferente alla politica", sconvolto dalle notizie provenienti dalla capitale, componeva un breve poema intitolato "Massacro". Non poteva certo immaginare che quei versi - il suo j'accuse contro un regime omicida - lo avrebbero precipitato per quattro anni nell'incubo delle carceri della Repubblica popolare cinese. "Un canto, cento canti" è il resoconto di quell'incubo, un viaggio nell'orrore di un sistema penitenziario disumano, scandito dalle tappe di una vera e propria discesa agli inferi. Prefazione di Herta Müller.
"Guardia di finanza, apra subito." Sono le cinque del mattino del 23 febbraio 2010, l'alba di una delle tante giornate di lavoro di un professionista milanese, quando il suono del citofono interrompe bruscamente i suoi ultimi momenti di riposo. L'incredulità, le febbrili perquisizioni, una gigantesca ordinanza di custodia cautelare, il trasferimento in caserma e poi in carcere. Inizia così la vicenda kafkiana di Mario Rossetti, raccontata in prima persona dal protagonista, ex direttore finanziario di Fastweb, coinvolto nell'inchiesta Fastweb-Telecom Italia Sparkle su una maxifrode da due miliardi di euro. Intanto incomincia l'odissea carceraria, tra San Vittore e Rebibbia, le asprezze del penitenziario, temperate dalla solidarietà dei compagni di cella, i "concellini". Una "terra di nessuno", con le tante assurdità che ne scandiscono le giornate, come le celle da sei adattate a nove persone, gli innumerevoli ostacoli per ottenere qualsiasi cosa, anche un colloquio. Quattro mesi di carcere tra Milano e Roma, gli arresti domiciliari, tre anni di processo, 147 udienze, il sequestro di ogni bene, persino dei ricordi più cari. Si arriva così alla sentenza di primo grado del 17 ottobre 2013, che, riconoscendo la totale estraneità ai reati contestati, mette fine all'incubo. Un'ingiustizia di cui nessuno risponderà e che per Rossetti non è semplicemente figlia di un terribile errore ma è la conseguenza delle tante anomalie del nostro sistema giudiziario. Prefazione di Massimo Mucchetti.
Un memoir caldo e divertente. Carlo Conti, star della tv generalista ed eroe della normalità, per la prima volta si racconta. Conti è padre maturo e ultracinquantenne di un figlio, Matteo, nato l'8 febbraio 2014 a Firenze. E lui, noto per essere molto riservato sulla sua vita privata, in questo libro racconta le allegre peripezie della sua nuova coinvolgente condizione. "Ci chiacchiero, gli dico i risultati della Fiorentina, gli ripeto: 'Si dice babbo, non papà'". E tutto senza poter contare su un modello di paternità perché Carlo è cresciuto senza il padre, morto quando aveva 18 mesi. Questo è lo sfondo emozionante e toccante della sua storia. Carlo non ha alcun ricordo, se non fotografico, dell'immagine paterna. A lui la madre, da poco scomparsa, ha fatto da madre e da padre. Un libro di grande umanità, col tocco leggero e popolare di Carlo Conti, sulla sua storia di figlio e di padre e, in generale, sul rapporto tra genitori e figli oggi.
Il computer e Internet sono innovazioni fondamentali della nostra epoca, eppure pochi conoscono come sono nati e i nomi dei loro inventori. Contrariamente a ciò che si crede, questi strumenti ormai indispensabili nella nostra vita quotidiana non sono stati ideati in soffitte e garage da scienziati solitari e un po' stravaganti, ma sono il frutto dell'incontro e della collaborazione di tante persone diverse, alcune particolarmente intelligenti, altre addirittura geniali. Sulla scia del successo della biografia di Steve Jobs, Walter Isaacson continua a raccontare la storia della rivoluzione digitale, attraverso la vita dei grandi pionieri, uomini e donne, che l'hanno resa possibile raggiungendo vette esaltanti di creatività. Ne emerge una galleria di personaggi affascinanti e di vicende incredibili. Ada Lovelace, figlia di Lord Byron, appassionata studiosa di matematica, a metà Ottocento annotò intuizioni così acute da venire oggi ricordata come la prima programmatrice della storia. Alan Turing, brillante matematico inglese, ritenuto da molti il padre dell'informatica, condusse una vita leggendaria fino all'inaspettato e tragico epilogo. E poi, ancora: il genio eclettico e instancabile di John von Neumann, che fu il primo a costruire una macchina simile a un computer moderno; la sfrenata ambizione del premio Nobel per la fisica William Shockley, che progettò il transistor; l'interminabile battaglia legale tra Jack Kilby, Robert Noyce e Gordon Moore...