«... E ora registro me stesso. Una penna, un foglietto, anche un microfono. Non è che mi senta pronto per stendere le memorie di un rompicoglioni. Voglio soltanto sistemare la mia gioia e, quando c'è, anche il mio sconforto. Per questo annoto, per questo registro. Perché la conquista della democrazia passa anche in un abbraccio, in una discussione sul liberalismo e un'altra sulle rivoluzioni, passa per ogni uomo e per ogni idea capace di migliorare il mondo. Passa per ognuna delle cazzate che ci vengono in mente e che abbiamo la voglia e la forza di comunicare e condividere. L'importante è osare e usarsi, l'importante è accettare ogni sfida che può guadagnare un grammo in più di libertà.» Un libro, Marco Pannella, non aveva mai voluto scriverlo. Come spiega Matteo Angioli, che ha raccolto e curato questa autobiografia: «... poi un giorno ha smesso di sentirsi immortale, ha avvertito che la battaglia, la sua battaglia, poteva concludersi presto. D'un tratto, però, si è trovato anche al cospetto del passato e deve aver cominciato a osservarlo, come forse non aveva mai fatto prima. Eccolo, dunque, il suo libro. Ecco il senso delle pagine che abbiamo costruito con lui, parola più aggettivo meno, sensazione dopo sensazione, giornata dopo giornata. Non è stato facile, ma è stato meraviglioso». Questo libro straordinario è una sorta di resoconto intimo di una passione totalizzante per la libertà e i diritti, di battaglie, digiuni, infinite discussioni, «come se la vita fosse una lunga riunione politica». Ma è anche il diario dell'amore e del dolore dei suoi ultimi mesi di vita, una lezione involontaria di saggezza e nobiltà d'animo di un uomo che non ha paura dei sentimenti e del loro scandalo radicale.
Il testo congiunge due approcci alla misericordia distinti ma complementari: quello religioso-cristiano di Roberto Donadoni e quello laico-politico di Marco Pannella, di cui si riportano gli interventi più significativi pronunciati negli anni di maggiore drammaticità degli istituti di pena e delle condizioni dei carcerati. Ad unificare le due prospettive sta il comune riconoscimento di una giustizia riconciliatrice che sia finalizzata alla riabilitazione del delinquente e al suo reinserimento nella comunità.
“Qualcuno mi ha chiesto quale sarebbe
il primo provvedimento che prenderei
se fossi eletto democraticamente ‘presidente’.
Ebbene il primo provvedimento che prenderei
sarebbe quello di dimettermi,
perché se il paese mi eleggesse democraticamente
vorrebbe dire che non ha più bisogno di me.”
Marco Pannella è parte della storia della politica italiana del dopoguerra. Ma, pur avendo molto parlato e comunicato, prima di questo libro non si era mai raccontato. Per lui hanno parlato le sue battaglie, i suoi discorsi parlamentari a Roma e a Bruxelles, le sue resistenze, i suoi scioperi della fame e della sete. Alla guida di un “piccolo partito”, è spesso stato espressione di maggioranze degli italiani, interprete dei loro desideri, delle loro necessità, dei loro bisogni. Per questo non considera il suo un “partito minoritario”.
Stefano Rolando lo interroga, qui, a tutto campo: dalla formazione della classe dirigente nella Goliardia alla nascita del Partito Radicale, alle battaglie vinte per aborto, divorzio, obiezione di coscienza, all’attualità della politica. E gli chiede conto del suo retroterra politico e culturale. Su padri, figli e compagni di viaggio: da Mario Pannunzio ad Arrigo Benedetti, da Leonardo Sciascia a Elio Vittorini, da Pier Paolo Pasolini a Emma Bonino. Un libro agile e approfondito, punto di riferimento per chi voglia capire una personalità che ha marcato per sessant’anni la politica italiana.
“Dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati come Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi.”
Eugenio Montale (Corriere della Sera, 1974)
“Quel Pannella, credetemi, è il diavolo!”
Flaminio Piccoli (Segretario nazionale della Democrazia Cristiana, 1978)
Marco Pannella (Teramo, 1930), in gioventù nella sinistra liberale, ha rifondato a metà degli anni cinquanta il Partito Radicale di cui è tuttora leader. È entrato in Parlamento nel 1976. È stato per trenta anni europarlamentare. Ha condotto storiche battaglie referendarie per i diritti civili che hanno portato alla legalizzazione dell’aborto, alla scomparsa degli aborti clandestini, alla chiusura dei manicomi, alla legittimazione dell’obiezione di coscienza. Tra le molteplici iniziative internazionali quella che ha permesso di formare nel 2008 una maggioranza all’ONU contro la pena di morte.