Fra le feste del calendario ortodosso, la Pasqua ha una risonanza tutta particolare nella storia della cultura e della letteratura russa. Non solo è al centro di importanti testi medievali e perno della cronologia di alcune grandi opere del XIX secolo - ad esempio, Resurrezione di L.N. Tolstoj, Delitto e castigo e I demoni di F.M. Dostoevskij -, ma è anche ispiratrice di un genere letterario a sé stante: «il racconto pasquale». Antonella Cavazza traccia l'evoluzione del genere del racconto pasquale dalle sue origini a oggi, soffermandosi sulla produzione di autori noti come F.M. Dostoevskij, L.N. Tolstoj, A.P. Cechov, I.A. Bunin, V.V. Nabokov e A.I. Solzenicyn e altri meno noti o sconosciuti al pubblico italiano, come V.A. Nikiforov-Volgin, M.A. Kucerskaja, S.A. Scerbakov e A.B. Torik degni di nota, di attenzione e traduzione in lingua italiana. Poiché lo studio del genere del racconto pasquale è inscindibile dalla storia dei costumi e delle tradizioni russe e ortodosse, nel testo viene dedicato ampio spazio anche alle tradizioni popolari legate alla Pasqua. In appendice è proposta la traduzione integrale di cinque racconti, tre dei quali vengono portati alla conoscenza del pubblico italiano per la prima volta.
«Io porto perennemente le sbarre in me» confidava Kafka all'amico Gustav Janouch. Questo libro indaga le peculiari modalità di espressione letteraria dell'ebreo, concentrandosi su quel caratteristico sentimento del ghetto che Elena Loewenthal descrive come «un luogo che ognuno di noi porta ancora dentro di sé, che ognuno nasconde nelle pieghe del cuore, nei sogni di notte e in una strana, inappagata sete di spazi aperti». Luca De Angelis rintraccia questa cosmografia interiore viaggiando nella letteratura ebraica fra Otto e Novecento in autori come Kafka, Zangwill, Svevo, Bassani, Saba e molti altri.
In ogni regione e provincia autonoma d'Italia è intitolato al giovane e santo alpinista torinese Pier Giorgio Frassati (1901-1925) un sentiero di particolare interesse naturalistico, storico e religioso, grazie principalmente alle associazioni che lo ebbero come socio - il Club Alpino Italiano, la Giovane Montagna, l'Azione Cattolica Italiana, la Federazione Universitaria Cattolica Italiana - e a quelle scoutistiche, tra cui l'AGESCI. Il libro contiene il racconto di questa iniziativa e le schede tecniche di ciascun sentiero, ognuna dotata di un QR Code che rinvia alle pagine dell'opera, edita dal CAI, L'Italia dei Sentieri Frassati e pronta per accogliere la timbratura a ricordo delle varie esperienze lì fatte. Questo volume racconta le origini e lo svolgersi della rete dei Sentieri Frassati: uno straordinario progetto non solo escursionistico, ma anche educativo verso un approccio globale alla montagna come palestra che allena, scuola che educa, tempio che eleva. La narrazione parte dalla vita stessa di Pier Giorgio e da ampie riflessioni sul suo intenso vivere, anche la montagna, al servizio del raggiungimento delle vette della carità gioiosa. Il racconto, ricco di umanità, che ha accompagnato la realizzazione in Italia dei Sentieri Frassati è poi affidato alle tante storie qui depositate - come sassolini bianchi affinché nessuno si smarrisca - non solo dall'autore, ma anche da altri protagonisti di questo singolare cammino sinodale, tra i quali alcuni dei «vescovi custodi» e i presidenti nazionali di tutte le associazioni che continuano a sostenere il progetto. «Dalle radici piantate in una terra, germogli sono nati in tante altre, fino a coprire l'intera penisola. Un omaggio bellissimo all'esistenza verticale di Pier Giorgio Frassati, e un dono da scoprire per tutti e tutte noi» (Dalla prefazione di don Luigi Ciotti).
Tra i doni straordinari di cui la Serva di Dio Fortunata Evolo (Natuzza), nata a Paravati (VV) il 23 Agosto 1924 e morta a Paravati il 1° Novembre 2009, fu dotata, vi era quello di vedere il proprio Angelo Custode e gli Angeli Custodi delle persone che si recavano da lei e di potere colloquiare con essi. Grazie a questo dono fu sempre capace di dare eccellenti consigli, nelle varie situazioni della vita. Questo studio presenta un'ampia raccolta di testimonianze e prove di autenticità della visione degli angeli da parte di Natuzza.
Ripercorrere oggi la storia di Mario Gozzini significa andare al cuore della storia italiana del XX secolo: ricostruire quel «dialogo alla prova» tra mondo cattolico e comunista di cui si fece promotore, vuol dire affrontare una delle vicende più complesse e meno studiate della storia dell'Italia repubblicana. La storia di un paese «mancato», di una nazione che avrebbe potuto esserci ma che non c'è stata. Vuol dire anche recuperare un «filo rosso» che va dall'antifascismo alla Costituzione fino alla fine della guerra fredda per costruire prospettive che hanno unito uomini e donne schierati ideologicamente in campi diversi, cattolici e comunisti, ma con la condivisione di valori fondanti. Mario Gozzini ha partecipato, da protagonista indiscusso, a quella storia: fu uno dei principali sostenitori della candidatura della «pattuglia cattolica» nelle liste elettorali del Pci; fu un pioniere, sul fronte dei credenti, di alcune tra le più importanti battaglie sui diritti in Italia, dal divorzio alla regolamentazione dell'interruzione di gravidanza, alla obiezione di coscienza al servizio militare fino alla riforma carceraria in funzione umanitaria e garantista; fu un severo critico del comunismo ateista, ma anche un riformatore nel mondo religioso. Ricordare la sua vita è recuperare un pezzo fondamentale del Novecento italiano.
Quando 22 dicembre 1977 il il segretario di Stato del papa Jean-Marie Villot scrisse all'arcivescovo di Parigi François Marty a nome di Paolo VI, citò Jules Isaac definendo il suo lavoro una fonte di ispirazione per tutti gli uomini di buona volontà che cercano di promuovere il rispetto reciproco, la stima e l'amicizia tra ebrei e cristiani. Questa autorevole considerazione nasce anche dall'influenza che il pensiero di J. Isaac ebbe nella stesura del paragrafo sugli ebrei della dichiarazione conciliare Nostra Aetate. Le pagine di questo libro ripercorrono il modo in cui la chiesa cattolica sia arrivata a chiarire e ad abbracciare il ruolo di Israele nella storia della salvezza, a superare il concetto della colpa collettiva degli ebrei per la morte di Gesù e a offrire una nuova visione teologica e un novo atteggiamento pastorale nei confronti degli ebrei e dell'ebraismo. Nel farlo Norman C. Tobias ricostruisce la biografia di Jules Isaac, un pioniere del dialogo ebraico-cristiano, una delle persone a cui si deve il rinnovamento della riflessione cattolica sugli ebrei e sul giudaismo dopo secoli di incomprensioni.
Nei lontani anni Ottanta un giovane Paolo Dall'Oglio si imbatte per caso in un antico monastero sperduto fra le montagne nel Qalamun siriano a circa 1500 metri di altitudine, a metà strada fra Damasco e Homs. Quel luogo e la spiritualità che ne emana diventano la missione del giovane gesuita che ha, oltre alla vocazione, l'idea di un punto di incontro fisico e simbolico fra Oriente e Occidente. Nel corso di lunghi anni la visione teologica e spirituale di padre Paolo ha coinvolto un gran numero di persone, le ha colpite, cambiando il corso delle loro esistenze. Dal 1982 il monastero di Mar Musa al-Habashi, ovvero di San Mosè l'Abissino, è diventato un saldo punto di riferimento per il dialogo islamo-cristiano ed è passato attraverso numerose trasformazioni, sopravvivendo alla guerra, alla minaccia dell'Isis e al rapimento del suo fondatore avvenuto a Raqqa il 29 luglio 2013. Da allora, di lui non si hanno più notizie. Questo libro ne racconta la storia attraverso la voce dei protagonisti. Ciascuna di queste testimonianze narra un viaggio nel cuore della fede, dell'accoglienza e dell'amore verso l'Islam. È un viaggio carico di umanità spesso difficile e sofferto ma sempre accompagnato da una profonda comunione spirituale all'interno della Comunità e guidato dalla fede. È un viaggio iniziato per mano di padre Paolo, ma che non è finito con la sua scomparsa. Al contrario. In questi scritti la Comunità rinnova un voto di fede che trascende le vicende storiche per rimettere al centro il pensiero del suo fondatore. Oltre le testimonianze dei monaci, delle monache e dei laici che a vario titolo hanno fatto parte di questa storia, dodici lettere di padre Paolo accompagnano il racconto. Questo libro ci racconta e ci spiega molte cose, dando giustamente lo spazio principale alle testimonianze personali di tutti i membri della Comunità che ne fanno parte finora, o di altri che hanno partecipato più profondamente al suo cammino nel corso degli anni. Paolo è presentissimo, come origine, guida e ispiratore di questa straordinaria avventura, e anche con le sue lettere. Ma non c'è solo lui. Ed è proprio per questo che la Comunità c'è ancora. (Padre Federico Lombardi s.j.)
Pier Giorgio Frassati (Torino 1901-1925) è uno dei testimoni della fede più amati dai giovani. Conosciuto in tutto il mondo, continua ad accompagnare verso Dio persone di ogni lingua, latitudine, età, condizione di vita. Uno dei motivi è senz'altro l'intensità impressionante della sua vita, centrata sulla presenza di Gesù nella quotidianità ed espressa incessantemente nell'amore verso il prossimo. Una vita stroncata da una malattia fulminea in soli sei giorni, che in questo libro la sorella Luciana racconta con una cronaca minuta, senza veli e pacatamente commossa, guidando per mano i lettori a confrontarsi con la dimensione misteriosa e feconda del sacrificio. «Non scene patetiche, non colloqui solenni, non frasi memorabili: una cronaca semplice, esatta, accorata ma senza abuso di aggettivi e di effetti. Eppure io conosco pochi racconti di morti così capaci di commuovere l'animo di chi legge, anche degli animi non confortati dalla fede». Prefazione Giovanni Papini. Introduzione Jas Gawronski.
Pier Giorgio Frassati (Torino 1901-1925) è uno dei testimoni della fede più amati dai giovani. Conosciuto ormai in tutto il mondo, continua ad accompagnare verso Dio persone di ogni lingua, latitudine, età, condizione di vita. Come sarebbe trovarselo accanto e vivere fianco a fianco con lui un'ascensione alpina? Sarei rimasto ad ascoltarlo tutto il giorno, ma il tempo stringeva, la cima ci aspettava e le energie da spendere erano ancora tante. Riprendemmo la scalata con animo rinnovato, la parte più difficile era alle spalle, e sembrava quasi che danzassimo sulla liscia parete verticale. Come aquile, accarezzavamo le rocce. Prefazione Roberto Falciola. Postfazione Antonello Sica.
Armida Barelli, fondatrice di quello straordinario fenomeno ecclesiale e civile che fu la Gioventù Femminile di Azione Cattolica, ebbe un impatto determinante sulle giovani della prima metà del Novecento. In questo volume ampio spazio è dato alle sue riflessioni, ai suoi scritti, alla sua attività nella Chiesa e nel mondo del suo tempo. La sua vita era anche un esempio: «Se lei ha fatto così, perché non posso farlo anch'io?», poteva dirsi ogni ragazza della grande città o del più sperduto paesino d'Italia. Le sue indicazioni erano alla portata di tutte, semplici ma profonde. Anche il linguaggio, comprensibile dalle dotte e dalle analfabete, la rendeva testimone credibile di un ideale che superava gli stretti confini della civiltà contadina che ancora imperava in Italia. E si videro miracoli. Il messaggio era avere la consapevolezza di una chiamata di Dio a far fruttificare i tanti o pochi doni elargiti a ciascuna, dentro un'esperienza di fede autentica, rendendosi conto che in ciascuno vive la Trinità e che nel contatto con Dio, fatto non solo di formule di pietà, ma di amicizia profonda, si potevano vivere le gioie e le sofferenze che la vita portava con sé. In questa relazione con Dio si potevano anche cogliere le occasioni del nuovo che si intravedeva: l'assunzione di responsabilità familiari, lavorative e sociali, e poi politiche, con cui le ragazze erano chiamate a confrontarsi. Senza cedere alle mode, anzi andando contro corrente, le ragazze stavano scrivendo una storia nuova.
A partire dal 1924 fino alla sua morte nel 1981 Marthe Robin ha ricevuto nella sua camera più di centomila persone, dal vicino di casa al membro dell'«Académie française», dal cardinale all'ateo dichiarato. Affettuosa, piena di buon senso e lucida, accoglieva ogni ospite con attenzione straordinaria. All'occorrenza, dava un consiglio illuminante per il futuro. Voleva il progresso spirituale dei visitatori. Era lì per quello: consolarli se necessario e invitarli ad andare avanti. Così facendo ha cambiato la vita di migliaia di persone. Quando è stato aperto il processo per la sua canonizzazione, le testimonianze sono affluite in massa. Un tale tesoro andava assolutamente messo a disposizione di tutti. Abbiamo perciò raccolto in questo volume una selezione di significative conversazioni inedite. Questo libro è semplicemente la voce di Marthe, la parola che rivolge ai visitatori e, attraverso di loro, ai lettori: quello che desiderava per chi andava a trovarla, lo desidera anche per voi. Nel corso di queste conversazioni, vi auguriamo un bell'incontro con Marthe. Ascoltatela parlare. Parla a voi. Siamo certi che il viaggio non vi deluderà.
Riusciamo oggi a comprendere l'iGeneration? Siamo in grado di impostare una corretta educazione digitale che possa aiutare i ragazzi a utilizzare i device in modo responsabile, critico e consapevole? Di fronte alla velocità con la quale evolve la tecnologia e cambiano gli ambienti di relazione, di gioco, di intimità, di apprendimento, le scienze psicologiche possono offrire punti di riferimento che permettono di affrontare con resilienza lo svincolo adolescenziale, oggi profondamente ristrutturato in chiave digitale. Il volume, in una nuova edizione aggiornata, fornisce un maneggevole strumento teorico e operativo per capire le dinamiche mentali degli adolescenti sottese al loro rapporto con la multimedialità dando ampio spazio ai vissuti emotivi riportati da loro stessi.
Non è facile conoscere intimamente, nei vari aspetti umani e spirituali, l'animo di una religiosa, che consacra la sua vita al Signore e la trascorre «nascosta con Cristo in Dio», anche se si è prodigata in un'attività febbrile per il bene delle anime e la gloria di Dio. Ciò si può dire in particolare per madre Maria della Santa Croce - al secolo Maria Teresa D'Ippolito -, superiora generale delle Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, morta «in odore di santità» nel 1945. Quante persone, che l'hanno conosciuta o hanno sentito parlare di lei, vorrebbero conoscere molto di più della sua spiritualità e della sua vita interiore, a cominciare dalle stesse Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, e poi tutti coloro che sperano di vedere presto madre Maria della Santa Croce elevata agli «onori degli altari». Penso che la presente pubblicazione possa aiutare molto a penetrare nel suo animo, dato che è soprattutto una raccolta di scritti, lettere e circolari, totalmente trasparenti, usciti dal cuore di madre Maria della Santa Croce, nella concretezza della vita e dei problemi affrontati durante il suo mandato di superiora generale. ? Francesco Card. Monterisi Arciprete Emerito di San Paolo fuori le mura «Il nostro spirito sia sempre assorto nell'estasi dell'ardentissima carità per il Diletto Gesù Signor Nostro».
L'abbé Henri Huvelin ( Laon 1838 - Parigi 1910) è una delle figure più interessanti del mondo ecclesiale e civile, francese ed europeo, tra XIX e XX secolo. È stato un uomo dall'intelligenza fuori dal comune che ha «scelto di essere il Vangelo vivente manifestandone la bontà», mettendosi a servizio degli uomini e delle donne del suo tempo attraverso la predicazione, la cura pastorale e l'accompagnamento personale. Tra i segreti di Huvelin come guida spirituale, ci fu non solo la sua intelligenza e cultura, ma anche la sua straordinaria capacità di ascolto, che esercitava anzitutto nei confronti del proprio tempo. Quel «cercare di vedere» e «di scoprire» diventava per lui un aiuto per conoscere gli altri. La lettura di questo testo ci aiuti a dare sempre più valore all'ascolto, alla cura dei legami, all'accompagnamento umano e spirituale, forme concrete per portare, oggi, «il Vangelo con la vita». «La cosa migliore è cercare di vedere ciò che c'è di bene nel tempo in cui si vive, cercare di scoprire ciò che c'è di bello e di grande».
In questo libro l'autrice risponde alla richiesta che molti le rivolgono: «Come avviene una Causa di canonizzazione? Qual è stato il percorso di Chiara Badano verso la beatificazione? Ne conosciamo la vita e la spiritualità, ma non lo svolgimento dell'Inchiesta canonica nella diocesi di appartenenza e, in seguito, presso la Congregazione delle Cause dei Santi». Mariagrazia Magrini, con la competenza acquisita in qualità di vicepostulatrice, illustra l'iter dell'Inchiesta canonica e i passi man mano percorsi unitamente al Vescovo promotore, al Postulatore e al Relatore. Il 24 maggio 1998, giorno della beatificazione in Torino della Martire Teresa Bracco, mons. Livio Maritano - vescovo della diocesi di Acqui - decide di «partire con la Causa di Chiara Badano», da lui conosciuta, cresimata e seguita in modo profondo, nell'ultimo periodo della grave malattia. Dall'11 giugno 1999, un lavoro coscienzioso e costante porta la giovane dal titolo di Serva di Dio a quello di Venerabile quindi, con il riconoscimento di una guarigione miracolosa ottenuta per sua intercessione, alla beatificazione del 25 settembre 2010, presso il santuario della Madonna del Divino Amore alle porte di Roma, alla Messa di ringraziamento al Signore nella basilica di San Paolo fuori le Mura e alla consegna del reliquiario al Santo Padre Benedetto XVI, il mercoledì seguente. È uno studio scientifico, storico e narrativo. Ricco di informazioni canoniche, puntualizza questo decennale percorso nella verità delle persone che ne hanno preso parte e dei fatti, con segni di stima e di riconoscenza. Ultimo delle molte pubblicazioni dell'autrice, sempre attingendo alle Fonti, esso completa l'iter della beata Chiara «Luce» Badano, amata da tanti e, in particolare, riconosciuta degna di venerazione dalla Chiesa come esempio di vita cristiana, soprattutto per la gioventù. Non avere paura della santità. Arriverai ad essere quello che il Padre ha pensato. Ogni cristiano, nella misura in cui si santifica, diventa più fecondo per il mondo. Papa Francesco.
Dalla prospettiva delle beatitudini emerge la figura di don Dolindo, sacerdote poliedrico, che ha fatto della sua relazione col Signore la sua forza, pur tra le prove della vita che non l'hanno risparmiato. Il testo ben si presta ad essere strumento di accompagnamento spirituale per quanti conservano memoria di questo santo sacerdote napoletano. Ma anche per coloro che sanno apprezzare la testimonianza di vita di chi ha saputo operare tra la gente e con la gente, nei quartieri popolari di una grande città. Una scelta indovinata per mostrare come la più bella esegesi delle beatitudini sia quella che ci viene offerta da coloro che l'hanno saputa interpretare con la vita. E don Dolindo è uno di questi. Dalla Presentazione di Mons. Francesco Oliva Mi viene in mente una particolare immagine per descrivere la personalità di don Dolindo: quella di un genitore amorevole che, vedendo un figlio caduto in disgrazia, investe tutte le proprie energie e risorse per aiutarlo. Nel fare ciò, egli metterà in atto ogni strategia possibile, mostrando di possedere un amore sconfinato. Questa immagine meravigliosa del padre che ama incondizionatamente suo figlio fino a dare tutto se stesso per lui rispecchia molto la personalità poliedrica di don Dolindo. Pasquale Rea
Da Matrix a Star Wars, da Harry Potter al Trono di spade: i grandi successi dell'entertainment contemporaneo si basano sempre più sulla creazione di esperienze di fruizione unificate e trasversali, che hanno il proprio fulcro in storie e mondi narrativi che si espandono e si dispiegano su molteplici canali mediali. Si parla a riguardo di transmedialità: una logica ormai centrale nelle produzioni mediali contemporanee, ma anche un modo coordinato di organizzare i contenuti che negli ultimi anni si è diffuso negli ambiti più diversi, dal marketing all'informazione, dal documentario all'educazione, fino a permeare il nostro stesso modo quotidiano di comunicare.
Il lessico dell'italiano (e di qualsiasi altra lingua) si rinnova di continuo, via via che mutano le esigenze di designazione della collettività. A volte si ricorre al prestito da altre lingue, fenomeno subito evidente e spesso giudicato sfavorevolmente dai parlanti; a volte si attivano procedimenti di formazione di nuove parole, che sono percorsi interni alla lingua stessa, che trova in sé le risorse necessarie (parole, affissi, regole di combinazione) per sopperire alle sue necessità. Il libro esplora questa seconda opzione, solo di recente indagata con sistematicità dalla ricerca, cui costantemente si ispira. L'intento è quello di guidare il lettore non specialista, con un linguaggio semplice e piano, in un viaggio fra le parole: le parole di oggi, ovviamente, così inestricabilmente intrecciate col loro passato, e insieme così chiaramente indicative dei percorsi futuri.
La riflessione e il mondo di uno dei maggiori pensatori del medioevo cristiano - qui ripercorsi in un testo divenuto «classico» e adottato nelle università italiane - restano per ogni epoca punti imprescindibili di riferimento. La vita e la ricerca di sant'Agostino seguono il filo di un travaglio e di un'appassionata indagine che consente ancora oggi all'uomo occidentale di confrontarsi con gli aspetti essenziali e decisivi della vita e con le aspirazioni profonde che tentano di avvicinare il mistero indicibile di Dio.
I Savoia sono la dinastia che ha regnato più a lungo in Europa: dieci secoli, dal conte Umberto I detto Biancamano, il capostipite, nato attorno al 980, ad Umberto II, ultimo re d’Italia nel 1946. Sono anche il Casato con il santorale più numeroso: comprese tre donne diventate Savoia per matrimonio, ci sono due santi, sette beati, tre venerabili e due serve di Dio, riconosciuti dalla Chiesa. Oltre a loro ci sono una marchesa impropriamente considerata beata, un duca diventato antipapa e una ventina di Savoia, alcuni vissuti nel secolo scorso, che sarebbero morti «in concetto di santità», ma dei quali non è stato avviato il processo di canonizzazione. Uomini e donne che oggi qualcuno definisce cristiani esemplari o testimoni della fede, e quindi meritevoli di segnalazione.
Senza esprimere giudizi sul Casato, né dimenticare che qualche riconoscimento ecclesiale è stato dato anche per opportunità politica, queste pagine intendono soprattutto sottolineare che si può essere cristiani esemplari in tutti gli ambienti. Regge comprese.