Cosa significa educare? perché educare? chi educa chi? quali rapporti esistono tra educazione e società e tra educazione e cambiamento? A cinquantacinque anni dall'uscita di Pedagogia degli oppressi, concluso da Freire nel 1968 (anno - come il libro - di radicalità e di liberazione) le domande restano prepotentemente attuali. E le risposte di Freire, ispirate al principio fondamentale che non c'è educazione se non attraverso la liberazione degli uomini dall'oppressione, continuano a essere un punto di riferimento nel mondo. Come scrive Gustavo E. Fischman in una delle interviste, «L'effetto principale del lavoro di Freire credo sia stato quello di aver dimostrato che il perseguire anche brevi esperienze di scuola democratica - in una singola classe, fuori o dentro la scuola, con bambini o adulti - è di per sé un valore. Tali esperienze insegnano a educatori e studenti ad aspettarsi di più da se stessi e inoltre a collegare gli atti individuali e sociali agli obiettivi dell'uguaglianza e della solidarietà». Oggi come cinquant'anni fa.
Cosa significa educare? perché educare? chi educa chi? quali rapporti esistono tra educazione e società e tra educazione e cambiamento? A cinquant'anni dall'uscita di "Pedagogia degli oppressi", concluso da Freire nel 1968 (anno - come il libro - di radicalità e di liberazione) le domande restano prepotentemente attuali. E le risposte di Freire, ispirate al principio fondamentale che non c'è educazione se non attraverso la liberazione degli uomini dall'oppressione, continuano a essere un punto di riferimento nel mondo. Per questo una nuova edizione, con il corredo di una introduzione e di una postfazione attualizzanti e di brevi interviste a studiosi contemporanei, non è il semplice ripescaggio di un classico.
Cosa è accaduto nella mente di una giovane donna appartenente a un ceto privilegiato di una delle più fortunate regioni d'Italia, la Toscana, e anzi della così vivibile città di Lucca, studentessa dell'università di Pisa, compagna di corsi e di idee di un gruppo di intellettuali di sinistra di primo piano, perché abbia a un certo momento lasciato il suo Paese, si sia fatta suora, sia andata a finire in Brasile e in quel Paese, nel fuoco di una drammatica e feroce dittatura, abbia trovato, seppure in convento, le fila dell'impegno politico diretto, fino al rischio per la propria vita? Com'è potuto accadere che sia stata capace, al suo ritorno in Italia dopo aver dovuto fuggire dal Brasile, di assumere un ruolo così importante come quello che ha svolto come animatrice di una grande battaglia terzo-mondista in seno alla Fondazione Lisli e Lelio Basso? Come ha avuto la capacità di conciliare la sua non dismessa vocazione religiosa con un rigorosissimo impegno politico?... Tutto questo fa di Linda Bimbi un personaggio straordinario e irripetibile" (dall'Introduzione, di Luciana Castellina).
Tutta l'opera di Paulo Freire, uno dei più noti pedagogisti al mondo, è attraversata dalla riflessione sulla necessaria eticità che connota la pratica educativa in quanto pratica formativa: "l'etica universale dell'essere umano". In "Pedagogia dell'autonomia", pubblicato per la prima volta nel 1996, si ribadisce, in particolare, che "uno dei saperi indispensabili è che chi viene formato, fin dall'inizio della sua esperienza, si consideri egli stesso un soggetto che produce sapere, e si convinca una volta per tutte che insegnare non è trasferire conoscenza, ma creare le possibilità per produrla o costruirla". Formare, in altri termini, è molto più che addestrare una persona, grande o piccola, giovane o adulta, nell'uso di alcune abilità. Insegnare esige comprendere che educare è una forma di intervento sul mondo; l'educazione non è mai stata, non è, né può essere neutrale, "indifferente". Su ciò si appunta questo volume le cui domande di fondo sono: Esiste un'etica della pratica educativa? E di quale bagaglio di conoscenze necessita un buon educatore?
Una piccola enciclopedia dedicata all'arcipelago delle dipendenze: da droghe legali e illegali, da gioco d'azzardo, da lavoro, da acquisto compulsivo, da sesso, da cibo, da Internet... L'arcipelago è complesso ed eterogeneo ma interessa ormai milioni di persone e le loro famiglie, mentre mancano ancora validi strumenti di divulgazione scientifica. Il volume, che comprende oltre 100 voci svolte da più di 50 specialisti dei diversi settori, si propone come uno strumento di conoscenza per tutti, oltre a costituire un'importante sintesi per gli operatori impegnati in ambito educativo, sociale e sanitario.
La corruzione è un fenomeno che sta trascinando l'Italia in fondo alle classifiche internazionali sulla legalità. A che cosa è dovuta la persistente diffusione della corruzione in Italia? Su quali meccanismi di riproduzione si basa? E quali sono i suoi effetti sul sistema politico ed economico del paese? L'autore, docente presso l'Università degli Studi di Pisa è tra i massimi esperti di corruzione nel nostro paese e individua nel libro i protagonisti degli scambi occulti, le ragioni dei fallimenti delle politiche anticorruzione e l'efficacia dei possibili strumenti di contrasto. Presenta i risultati di ricerche e dei modelli di analisi più significativi, confermati e avvalorati da un'ampia rassegna di casi empirici, di episodi e di testimonianze, ricavati da materiale giudiziario e giornalistico.
Il tema della dipendenza da sostanze (in particolare stupefacenti) resta in gran parte inesplorato nel dibattito pubblico. Uno degli approcci ricorrenti è stato - ed è tuttora - quello della delega alle comunità terapeutiche che dovrebbero accogliere soggetti malati per restituirli risanati dopo un congruo periodo di tempo. Questa concezione miracolistica della comunità terapeutica è, evidentemente, fuori dalla realtà e fonte di potenziali delusioni. Il libro di Maurizio Coletti e Leopoldo Grosso, entrambi impegnati da decenni nel settore, affronta il tema in modo scientifico, descrivendo e analizzando le potenzialità e i limiti dell'approccio comunitario nel più ampio panorama del trattamento delle dipendenze. Prefazione di Luigi Ciotti. Postfazione di Luigi Cancrini.
Il testo di Freire è un classico del pensiero nel campo pedagogico, sempre richiesto negli anni perché continua a suscitare tanti approfondimenti e applicazioni concrete in campo educativo. La nuova edizione, attesa dagli operatori del settore, riprende il testo originario e lo aggiorna con una prefazione sulle conseguenze pedagogiche in questi anni. La centralità del rispetto della persona è la chiave della proposta educativa di Freire, al di là del suo credo politico e del suo particolare metodo. L'educazione rimane lo strumento fondamentale che garantisce la liberazione degli uomini dalle tante forme di oppressione.