Introducing charity as a social principle valid not only for the micro-relationships like the family or friendship but also for the macro-relationships like the economy or politics, poses a challenge, because charity, as the central message of the Gospel and the distinguishing Christian virtue, is not a directly applicable social program. It requires the mediation both of a correct political philosophy and of a social organization based on legal justice. However, charity is difficult to handle in organizations because the exigencies of charity go beyond justice and are difficult to predict. Love (charity, benevolence, etc.) gives without return, without calculation. Love transcends the loving person and therefore cannot be forced into a socio-legal structure that needs regularity and predictability in order to function. This then is the challenge for Christians striving to evangelize the society in general and the economy in particular: Charity is the hallmark of Christian ethics, but is not fit to function as an immediately applicable social principle. Christians therefore struggle to find the way that charity can manifest itself institutionally in a free market economy. This book is a result of such an endeavor. We ask in which way the big social principles of human dignity, solidarity and subsidiarity as they have been developed in centuries of Catholic social thought and magisterial teaching express charity as a principle in society, and how solidarity is compatible with freedom and spontaneity.
Un testo sulla magnanimità. E' un ideale che ha le sue radici nella fiducia nell'uomo e nella sua intrinseca grandezza. E' la virtù dell'agire. E' la forma suprema della speranza umana. La magnanimità è una virtù capace di dare senso a una vita intera, trasformandola, dandole nuovo significato e guidandola verso la maturazione della personalità. E' la prima virtù che identifica un leader.
Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa è stato pubblicato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace nel 2004 e da allora è stato tradotto in più di trenta lingue. Si è dimostrato uno strumento pastorale utile per diffondere l'insegnamento sociale della Chiesa. Questo libro vuole offrirne una sintesi, al fine di renderne più accessibile il contenuto. Allo stesso tempo gli autori hanno inserito idee tratte dai nuovi documenti dell'insegnamento sociale dei pontefici. Il titolo del libro esprime l'ineludibile responsabilità di ognuno verso la società in cui vive. "[...] sarebbe assai utile un compendio o una sintesi autorizzata della dottrina sociale cattolica, compreso un 'catechismo', che mostri la relazione esistente tra di essa e la nuova evangelizzazione" (San Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Ecclesia in America, 54).
La leadership non è solo ciò che possiamo immaginare in modo superficiale. Nel sentire questa parola, pensiamo a capi di stato o di governo che muovono nazioni, capitani d'azienda che lanciano sul mercato prodotti che cambiano le nostre vite, generali al comando di eserciti sul campo di battaglia. Si pensa che la leadership consista in un amalgama di ambizione, carisma, abilità, competenze, soldi, e del dono di essere al posto giusto nel momento giusto. Certamente questi sono talenti e qualità di cui approfittare al massimo, ma nessuno di questi è l'essenza della leadership. L'essenza della leadership è il carattere. La leadership non è riservata a un'élite. Non è una vocazione per pochi ma per molti. Capi di stato e professori di scuola, direttori d'azienda e donne di casa, capi di stato maggiore e infermieri, tutti fanno uso della leadership. La leadership è poi una questione di virtù e la virtù è un'abitudine acquisita con la pratica, si può affermare, senza timore di sbagliare che nessuno nasce leader, ma si diventa leader attraverso l'allenamento e la pratica. Non tutti possono diventare presidenti, primi ministri o vincere il Premio Nobel per la letteratura o giocare da attaccanti nel Real Madrid. Tutti però possiamo crescere in virtù e la leadership non esclude nessuno.
Due grandi capi militari e politici, l'instancabile lottatore contro la schiavitù e il campione della promozione dell'aborto che poi ne diventa il più strenuo oppositore. Perché riparlare di queste storie, entro il contesto della saggezza? Le grandi personalità, da un lato, sono sempre un modello e motivo d'ispirazione, ma, dall'altro, appaiono come figure troppo lontane dalla nostra realtà, sia per quel che concerne la posizione o le capacità personali che per le condizioni sociali: non abbiamo il compito di salvare la patria, di lottare contro la schiavitù o di abrogare le leggi del paese più potente del mondo. Questo piccolo volume si riferisce alla portata delle sfide - cioè affrontare gli elefanti - e alla nostra capacità di superare noi stessi di fronte a tali obiettivi, quindi non intende essere la vetrina di una grandezza che debba semplicemente essere ammirata dai comuni mortali. Non è neanche uno studio sulla leadership dei potenti o delle personalità singolari. Si tratta invece di uno spunto e uno sprone a riflettere su una capacità comune a tutti, cioè la virtù della prudenza e su alcune delle sue relazioni con le nostre abilità conoscitive ed emozionali. Lo studio di fatti come questi con una prospettiva filosofica sarebbe sterile, se non ci portasse a rivedere le nostre priorità nel contesto personale di oggi. Aristotele rimproverava a Platone che non studiamo etica per sapere cosa è il bene, ma per essere buoni...
Migliaia di persone in tutto il mondo usufruiscono del coaching con benefici considerevoli. È un dato, infatti, che il coaching ottiene risultati che probabilmente sarebbero impensabili senza di esso. Chi lo esperisce e chi, per professione, studia la persona umana, si interroga sul fenomeno. Che cos'ha di speciale il coaching per ottenere tali effetti sulla persona? Quali sono le sue origini e i suoi strumenti? Cosa accade nella relazione di coaching e che cosa rivela della persona? Gli autori, docenti e ricercatori universitari, che hanno esperito il coaching sia come coach (la maggior parte) che come coachee (tutti), offrono risposta a tali domande in una molteplicità di prospettive: filosofica, teologica e psicologica. Il lettore potrà così confrontarsi con diversi approcci che gli permetteranno di leggere il fenomeno coaching in una dimensione plurale e unitaria al contempo.
Parlare di umanesimo e virtù per la vita imprenditoriale è un compito pressante nei nostri giorni. Il dialogo fra il mondo delle imprese e quello accademico è quanto mai importante per trovare punti d'incontro che aiutino entrambe le parti ad aggiornare la riflessione e la pratica delle attività in cui si sviluppano gli esseri umani. Come ha sottolineato Sumantra Ghoshal, le pratiche aziendali dipendono da teorie e ideologie con le quali normalmente non si fanno i conti. Si diventa così dipendenti da modelli mentali che si traducono in modalità organizzative parziali o miopi.