Il domenicano francese Yves Marie Congar (1904-1995) fu tra i protagonisti del Vaticano II, a lui si devono parti consistenti di alcuni importanti documenti conciliari.
L'eterna unione di Parvati e Siva, la discesa di Krsna tra le gopi, l'inno all'amore del Cantico dei Cantici, il buon Pastore che ama le sue pecorelle fino alla fine (Gv 10, 11-18), quel Dio il cui cuore "si commuove dentro e il cui intimo freme di compassione" (Os 11, 8): tutte queste manifestazioni dell'amore di Dio, nonostante la lontananza temporale, culturale e linguistica, appartengono a un immaginario collettivo inesauribile e condiviso. Sembra esserci, nell'amore, una dimensione universale che trascende tutte le sue forme e le sue espressioni particolari: l'amore vive in ogni espressione culturale umana, genera empatia ed energia creativa, comunica attraverso le differenze di tempo, luogo e spazio. L'autore, in un vero e proprio esercizio di teologia comparata, si pone in ascolto di un classico hindu dell'amore di Dio per coglierne le risonanze cristiane in vista di un ripensamento dell'autocomprensione cristiana in chiave interreligiosa.
«Nello scenario attuale emerge un duplice e ambivalente indicatore: da un lato, si afferma sempre più la religione come spazio di ricerca e di spiritualità; dall'altro, l'esperienza religiosa si costruisce su di una esigenza individuale di un ben-essere esistenziale che prescinde dal riferimento a Dio. In tale quadro interpretativo si assiste a una rinascita della mistica, anche sulla base del fascino della proposta di ispirazione orientale, in particolare quella buddhista. Tale figura di mistica, però, non si iscrive necessariamente nell'esperienza religiosa, anche se indica un bisogno di ritrovamento del soggetto e la richiesta di nuove pratiche di vita. Alla riflessione teologica e alla prassi pastorale spetta il compito di saper intercettare il senso di tale richiesta che è, di fatto, legata ad una nuova immagine di sé e della realtà.» (C. Dotolo)
Studiosi e specialisti, che hanno preso parte a una serie di conferenze pubbliche organizzate dalla Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana, hanno condotto un'ampia e approfondita riflessione intorno al tema del monoteismo. L'indagine, di carattere interdisciplinare, si è sviluppata seguendo due percorsi tra loro correlati, corrispondenti alle due parti che compongono il presente volume: "Dire Dio oggi", la prima, e "La ricerca di Dio tra religioni e cultura contemporanea", la seconda. In aggiunta un contributo dedicato al "Rapporto con l'islam nel tempo della violenza religiosa". La molteplicità degli approcci - biblico, teologico, storico, missiologico, interreligioso - fa emergere implicazioni, punti d'incontro e di confronto e nuove prospettive di ricerca. La riflessione teologica è infatti invitata a comprendere la relazione da essa intrattenuta con aspetti e problemi sociali, politici ed ecologico-ambientali.
Nel contesto occidentale contemporaneo il rapporto tra la secolarizzazione e le esperienze del sacro riscontra un rinnovato interesse. Gli sviluppi attuali della ricerca, in campo teologico, filosofico, antropologico, hanno precisato che la secolarizzazione non può essere interpretata unilateralmente come causa della censura del sacro, ma piuttosto come un potente fattore di cambiamento dell'esperienza religiosa. Oggetto di dibattito pubblico sono oggi le nuove forme che essa sta assumendo, fortemente caratterizzate dalla pluralità e dalla individualizzazione. La teologia della missione, nel discernere i segni dei tempi per svolgere il suo servizio, ha il compito di far incontrare le forme del sacro segnate dalla secolarizzazione con la novità del santo cristologico, come ci è testimoniato dalla narrazione neotestamentaria. Questo incontro innesca la virtuosità di nuovi processi di evangelizzazione da recepire e da incoraggiare.
L'incontro tra missione ed ecumenismo che ha avuto luogo con la Conferenza missionaria mondiale di Edimburgo, del 1910, si è rivelato fecondo: nonostante innegabili difficoltà, da allora le tradizioni cristiane hanno allargato, approfondendoli, gli spazi della riflessione, ricercato nuovi ambiti di presenza e di azione, aggiornato i vecchi ruoli e compiti, creandone al contempo di nuovi. Il volume offre uno spaccato di questo lungo itinerario, non ancora concluso. I primi quattro saggi trattano aspetti dell'impegno ecumenico delle Chiese globalmente inteso, gli altri sette sono dedicati a peculiari questioni missiologiche rilevanti dal punto di vista ecumenico. Pur connotati da una specificità, dipendente sia dal tema trattato, sia dalla biografia personale e accademica del loro estensore, i contributi presentano al contempo tratti di contiguità e di intersezione, dovuti al richiamo a significativi elementi di fondo, quali la rilevanza del contesto, si tratti del passato o della contemporaneità, la centralità del discorso antropologico, il profilo ecclesiale della missione e dell'ecumenismo.
Il termine 'inculturazione' è un neologismo coniato e adoperato innanzitutto negli studi antropologici. È stato recepito nel linguaggio del magistero ecclesiastico e nella teologia, acquisendo progressivamente nuove accezioni in conformità con i cambiamenti occorsi nella stagione postconciliare. I contributi raccolti in questo volume mettono in luce innanzitutto la complessità teorica e pratica insita nel termine 'inculturazione', il cui significato non può prescindere dal suo passaggio dall'antropologia alla teologia/missiologia, dalle diverse accezioni del sostantivo 'cultura' e, infine, dalle molte e talvolta divergenti forme del rapporto fra cristianesimo e cultura/e. Da questo approccio interdisciplinare emergono interrogativi adeguati a orientare un approfondimento chiarificante dell'intrinseco rapporto tra la fede e le culture nel quadro della missione evangelizzatrice della chiesa.
"Immaginare l'altro è un'impresa ardua. Richiede coraggio, fantasia, voli inaspettati, andare per sentieri poco battuti. L'alterità è il concetto che più ripugna al 'buon senso', che più facilmente si tacita, si sopprime, tanto è preponderante il desiderio di omogeneizzare, di normalizzare. Eppure abbiamo la necessità, come singoli e come comunità, di metterci sulle tracce dell'Altro, ma se siamo incapaci d'immaginarlo ne sentiremo l'esigenza?". A partire da questa domanda, l'autore si cala nel pluralismo religioso odierno per presentare gli sguardi che le diverse religioni (cristianesimo, induismo, buddismo, giudaismo e islam) hanno rivolto all'a/Altro nel tentativo d'immaginarlo, di non spezzare quella relazione. Da questo bisogno di socialità, diventa indispensabile un rinnovato impegno per il dialogo e l'incontro tra i credenti, in vista della costruzione di una "casa di preghiera per tutti i popoli".
L'impegno evangelizzatore della Chiesa nel sociale è qui richiamato e analizzato da specifici punti di vista, sia teoretici sia pratici, che contribuiscono a mettere a fuoco la questione centrale dell'essere umano, la cui dignità essenziale è comune a tutti e a ciascuno. Diversi elementi ricorrono nei saggi di questa raccolta: il tema della speranza, che comporta un riferimento essenziale al regno di Dio sia nella sua prospettiva storico-escatologica, sia nella sua dimensione personale-collettiva; l'individuazione di un criterio di interpretazione della realtà in chiave integrale e inclusiva, con particolare attenzione alla periferia; l'opzione per i poveri, biblicamente fondata e non ridimensionata nel suo potenziale dirompente; l'inclusività di tutti e di ciascuno nel rispetto delle differenze, superando le conflittualità culturali e religiose.
Il volume raccoglie gli Atti del convegno internazionale "Il cammino della missione. A cinquant'anni dalla promulgazione del decreto conciliare Ad gentes", organizzato dalla Pontificia Università Urbaniana con il contributo di missio, Aachen, e della Associazione Internazionale dei Missiologi Cattolici. Protagonisti della vitamissionaria e studiosi di fama internazionale hanno esplorato - ciascuno a partire dalla propria prospettiva scientifica e di esperienza - il significato del Decreto Ad gentes e del cambiamento missionario da esso originato, tracciando un percorso che si articola nei seguenti, principali ambiti storico-missiologici:
Il Concilio come nuova primavera della Chiesa e della missione;
L'istanza del Concilio nella missione;
La ricezione di Ad gentes nei territori di missione;
I cinquant'anni del divenire della missione;
I protagonisti del cammino missionario;
Il panorama missionario attuale: per una nuova missione ad gentes
Il percorso di lettura che viene proposto nel volume si articola in tre parti. La prima, Le grandi religioni monoteiste, comprende due contributi, rivolti rispettivamente alla spiritualità ebraica e a quella musulmana. La seconda parte, Alcune esperienze contestuali, è dedicata alle religioni tradizionali africane, al mondo indù e a un'esperienza di spiritualità occidentale. La terza e ultima parte, "Dalla fenomenologia alla riflessione teorica", prende il via dall'idea che la spiritualità è sempre in rapporto alla vita e alle concezioni del mondo, oltre che in dialogo con la cultura, proponendo alcuni momenti di riflessione: sulla creazione di identità progettuali aperte; sulla spiritualità della vita conviviale; sulla trasformazione della storia umana in storia di liberazione e riconciliazione.
Il grande continente americano, plurale nei suoi popoli, religioni e culture è fonte di grande riflessione: per la complessa identità, per il cammino della sua storia e per le dinamiche attuali tra globalizzazione e percorsi locali. È un Continente dove colonizzazioni, deportazione di schiavi e continue migrazioni hanno fuso o anche solo mescolato, tra numerosi conflitti e ibridazioni, popolazioni e culture autoctone, europee, africane e anche asiatiche. Il volume raccoglie i contributi di esperti e protagonisti della vita culturale, sociale e religiosa americana sui seguenti temi: l'America tra culture indigene, meticce e migranti. Contaminazioni, inter cultura, culture globali; culture americane ed esperienza cristiana; società urbane e megalopoli; mass Media e New Social Media. Nuove strategie e frontiere della comunicazione; beni comuni e progresso sostenibile. L'ambiente come valore, risorsa e merce; la convivenza delle religioni. I nuovi paradigmi dell'incontro nel dialogo interreligioso; la fede oggi fra domande nuove e antica sapienza. Le teologie, la comunità e la sfida dell'evangelizzazione.
"La teologia dialogica interreligiosa non è una nuova stanza che si aggiunge a quelle già esistenti della teologia biblica, sistematica, dogmatica e fondamentale, ma un modo diverso di abitare ogni stanza". In pagine di ampio respiro, l'autore - riprendendo le riflessioni metodologiche della teologia delle religioni svolte da alcuni suoi esponenti di spicco come Jacques Dupuis, Michael Amaladoss, Claude Geffrè - raggiunge le ultime frontiere del pensiero su cristianesimo e religioni, attingendo al pensiero di David Tracy, Felix Wilfred, Paul Tillich, Raimon Panikkar, Francis X. Clooney e James Fredericks. Sullo sfondo dell'emergente pluralismo religioso e della condizione postmoderna, l'Autore esplora poi alcuni degli ambiti e dei temi critici della prassi e della teoria dell'incontro tra le religioni così da enucleare orientamenti inediti per un ripensamento della metodologia teologica. Di qui l'attenzione specifica a due grandi religioni orientali: l'induismo e il buddismo.
Per essere l’unico autore biblico di origine e di cultura non ebraica Luca ha vissuto sulla sua pelle il dramma dell’interculturalità e dell’interreligiosità tra mondo ebraico ed ellenista, superandolo a pieni voti (cf. At 15).
Con i suoi due scritti Luca, medico scienziato ellenista, ma anche storico fluido e teologo critico, occupa nel NT una posizione unica, intermedia e intermediaria: tra i due altri sinottici, Marco e Matteo; tra tradizione sinottica e tradizione giovannea; tra “Paolo lucano” e “Paolo epistolare”; tra ecumene ellenista e località ebraica; tra chiesa ellenista e chiesa gerusalemitana. Da questa intermediarietà scaturisce una chiesa lucana capace di fare la sua storia e allo stesso tempo di riscriverla criticamente nella discontinua continuità.
In un’epoca, come la nostra, la cui globalità supera di gran lunga l’ecumene romano-ellenista, le critiche di Luca e i suoi teoremi missionologici meritano un’attenzione speciale da parte della Chiesa in cammino verso una seconda epocale Gerusalemme. Nell’odierno metabolismo e fermentazione interreligiosa e interculturale l’evangelista Luca, teorico e testimone della missione, può essere guida e ispirazione.
P. Giuseppe Frizzi, missionario della Consolata, ha studiato filosofia e teologia all’Università Urbaniana e continuato gli studi a Mu¨nster, Germania, ottenendo il dottorato in esegesi del NT. Dal 1975 lavora in Mozambico, tra l’etnia Macua Scirima, dove ha continuato a fare esegesi non solo sui testi della Bibbia, ma anche su quelli orali-scritti della biosofia e biosfera Macua Xirima. Dirige il Centro di Investigazione Macua Scirima, distretto di Maúa (Niassa, Mozambico), dando corsi di lingua e di cultura Macua Scirima e seguendo i percorsi formativi di studenti universitari di varie nazioni. Nel 2009 la Pontificia Università Urbaniana lo ha insignito della Laurea honoris causa. È autore di lavori pioneristici come il Dicionário Xirima-Português e Português-Xirima. Gramática e Alfabetizaçaão (2005), e il poderoso volume Biosofia e Biosfera Xirima (2008), la traduzione della Bibbia in lingua Macua Scirima, la Biblya Exirima (2002), realizzati con l'intensa cooperazione di catechisti e catechiste locali.
Voci di autorevoli rappresentanti dei diversi "mondi" asiatici interpretano il sentire e il vivere dei loro popoli. Multiformi e stratificate dottrine hanno segnato e segnano i confini delle geografie intellettuali e sociali di questi "mondi", come le spiritualità e le pratiche rituali delle grandi religioni hanno trasformato ininterrottamente il loro dinamismo interno ed esterno. Qui però l'interesse è rivolto principalmente al vissuto religioso e al sotteso spessore esistenziale. In questo volume, quindi, viene fatto emergere il "volto" inconfondibile delle Persone asiatiche, la loro interiorità e la fecondità della loro luce spirituale tra tradizione e contemporaneità. Le diverse prospettive consentono d'individuare lo spazio di un possibile ascolto cristiano fondato sulle domande esistenziali universali e sulle risposte che, nel corso dei secoli, le diverse fedi e filosofie asiatiche hanno saputo dare. Il volume è frutto dei lavori svolti dal Convegno Internazionale sull'Asia organizzato dalla Pontificia Università Urbaniana (15-17 aprile 2013).
Qual è oggi la prospettiva migliore per conoscere il mondo dei contesti sociali e culturali degli uomini? La fede in Cristo ne suggerisce una? I credenti imitano Cristo che amò gli uomini senza esclusioni e confini? Tenta di dare risposte a queste domande Juan Esquerda Bifet, attingendo alla sua lunga attività di studioso e missionario. L'incontro globale di culture e religioni è per lui come un atto dovuto del cristiano. La sua visione teologica ha un respiro universale perché centrata sul mistero di Cristo e sulla speranza che l'evangelizzazione semina nel cuore di uomini e culture. Il volume offre un'ampia e articolata selezione di saggi di Esquerda Bifet, "un uomo per la missione", frutti della sua attività missionaria e della lunga esperienza d'insegnamento.
Storia, teologia, catechesi, pastorale, interculturalità e altre tematiche attuali, configurano uno spettro di studi che la Facoltà di missiologia della Pontificia Università Urbaniana ha offerto e continua a offrire agli universitari provenienti dalle diverse parti del mondo. Questo libro riproduce i lavori di ricerca svolti in occasione del 25° anniversario della creazione della facoltà (1986-2011). La comunità accademica, riunita in una ricerca collettiva, ha focalizzato l'attenzione su tre momenti chiave della formazione missionaria: la missione come opera del missionario, la missione come munus della Chiesa e la missione come testimonianza al mondo.
"L'autrice esplora la struttura profonda della vita trinitaria cogliendo 'la kenosi d'amore vissuta dalle tre divine Persone nei loro rapporti l'una verso le altre, e nei confronti di noi loro creature. È di qui - sulla traccia, soprattutto, di autori come Sergej Bulgakov - che prende ispirazione il saggio di Tiziana Longhitano. Con una peculiarità accentuata: quella di voler penetrare, con la sensibilità sofiologica consentanea al 'genio femminile', nel significato non solo teo-logico e, dunque, in divinis, ma anche e di conseguenza antropologico ed ecclesiologico e, dunque, nella nostra vita, della kenosi quale forma Christi dell'esistenza cristiana. E ciò, da un lato, rileggendo l'intera Tradizione della Chiesa, in Oriente come in Occidente, per rilevarvi la presenza e l'efficacia crescente di questa coscienza; e, dall'altro, via via evidenziandone le ricadute nella delineazione dello stile della vita." (Dall'Introduzione di Piero Coda)
Il volume è frutto dei lavori svolti dal Convegno Internazionale sull'Africa organizzato dalla Pontificia Università Urbaniana (14-16 maggio 2012).
Gli Autori dei contributi danno vita ad un articolato discorso attraverso il quale il lettore è come posto in ascolto dell’Africa, per poterne conoscere contesti, attese e potenzialità nel dinamismo di trasformazione globale del volto del mondo contemporaneo e per poter cogliere lo spirito che anima il cristianesimo africano.
Ne è risultato un quadro complesso nel quale sono state fatte emergere "voci" forti. In evidenza: l'attenzione alla persona, alla vita, alla famiglia, alla società, alla costruzione della comunione attraverso il dialogo inter-etnico e inter-religioso; le sfide rappresentate dalla crescita demografica, dalle povertà, dalle crisi dei valori, dalla fragilità delle governance politico-economiche.
Le tematiche affrontate e le analisi svolte costituiscono quindi un momento di verifica per la stessa Chiesa in Africa che, nell’ultimo Sinodo, aveva assunto l'impegno a operare per la riconciliazione, la giustizia e la pace.
Autori Alberto Trevisiol (curatore), Barthélemy Adoukounou, Jean Yawovi Attila, Ghaleb Bader, Gianni Colzani, Fernando Filoni, David Kaulem, Giuseppe Iuliano, Baudouin Mubesala Lanza, Eberhard Mwageni, John Njue, Antoine Ntalou, Stephen Okello, Godfrey Igwebuike Onah, Théodore-Adreien Sarr, Ambrogio Spreafico, Tedros Abraha, Cataldo Zuccaro.
La raccolta di saggi editi e inediti del prof. Gianni Colzani rappresenta il percorso intellettuale di un missionario. L’amore per la missione e per la Chiesa sono i due assi portanti che hanno guidato la scrittura di questi testi. In essi, l’attenzione al presente della vita e della missione dei credenti in Cristo si coniuga con la ricerca scientifica, spaziando dai fondamenti biblici dell’evangelizzazione alle questioni missiologiche ancora aperte e discusse. Il risultato è un’indagine composita e rigorosamente documentata su personaggi, documenti, contesti e problemi teoretici, presentati con lucidità e con chiarezza espositiva.
Gianni Colzani, docente della Pontificia Università Urbaniana di Roma e della Facoltà Teologica dell’Italia centrale (Firenze). Numerose le sue pubblicazioni, tra le quali si segnalano: Convertirsi a Dio (UUP 2005); Missiologia contemporanea (San Paolo 2010); La speranza scelta pastorale della Chiesa italiana (EDB 2008). Recentemente ha curato la pubblicazione degli Atti del II Sinodo speciale per l’Africa: La Chiesa in Africa (UUP 2012). Dal 2008 al 2010 ha diretto la rivista Euntes Docete della Pontificia Università Urbaniana.
Sandra Mazzolini, docente della Pontificia Università Urbaniana. Ha pubblicato Chiesa esalvezza. L’extra Ecclesiam nulla salus in epoca patristica (UUP 2008), Vaticano II in rete. IV: Una lunga preparazione andata in fumo? (Claudiana – il Mulino 2012).
Nel volume vengono individuate e illustrate le coordinate socio-religiose dell'Europa di oggi. Vi è ricostruita la nuova mappa del vecchio continente che documenta le profonde trasformazioni antropologiche e culturali che l'hanno reso "nuova terra di missione". In forma critica e originale, l'autore mette a fuoco i fenomeni della secolarizzazione e dell'indifferenza religiosa, dilaganti nei paesi europei dell'Ovest come dell'Est. Intreccia quindi molteplici prospettive interdisciplinari richiamando il magistero degli ultimi pontefici e i risultati della ricerca più aggiornata e accreditata. La sua analisi dei fenomeni sfocia in una robusta proposta di evangelizzazione all'interno e all'esterno della Chiesa. Secondo l'autore una vera e propria auto-evangelizzazione ecclesiale si renderà possibile con l'approfondimento della propria identità cristiana. Essa non potrà che confermare la vocazione missionaria di ogni credente-in-Cristo.
Il pluralismo che contrassegna il nostro tempo pone in discussione l’unicità e l’universalità della mediazione salvifica di Cristo e, conseguentemente, la stessa funzione mediatrice della Chiesa. Emblematica è la comprensione del tradizionale assioma extra Ecclesiam nulla salus,che sinteticamente esprime la necessaria relazione tra Cristo e la Chiesa nell’ottica della salvezza. Molti infatti oggi lo interpretano in maniera tanto pregiudiziale da alterarne il senso. Nella prospettiva dello sviluppo e dell’interpretazione della dottrina dogmatica e dei modelli ecclesiologici, lo studio – basato sulle fonti e su una correlata bibliografia ad hoc – individua le radici dell’assioma risalendo al pensiero di importanti autori cristiani dei primi secoli. Emergono e si precisano così significative coordinate di fondo che puntualizzano progressivamente la natura e la missione della Chiesa. Di non poco conto è soprattutto la rilevanza del contesto ecclesiale, che incide anche sul pensiero degli autori di riferimento riguardante la Chiesa e la sua mediazione salvifica.
The question about religion is one that stubbornly refuses to go away. Rather than getting rid of religion, the secularization of societies has brought in its wake a heightened sense of the plurality of its expressions.
In this book, Benedict Kanakappally offers a thoroughgoing analysis of the thought of Karl Jaspers, whose contribution to a general clarification of the contemporary religious problematics has often gone unnoticed. A phenomenological review of man's belief in the reality of transcendence in its essentially constitutive aspects would show why religious plurality represents a legitimate state of affairs in the world. Apart from clarifying the grounds for religious plurality, this book is an attempt to unearth some of the interfaith dialogical motifs which belatedly came to dominate Jaspers' thinking.
Under the somewhat curious notion of his `philosophical faith' what Jaspers ultimately understands is a philosophical framework capable of serving as platform for a communicative encounter between different faiths. The book should appeal to those who are interested in the religious thought of Jaspers as well as to those who are interested in the broader issue of interreligious dialogue.
Parlare di "missione" nell'Antico Testamento può sembrare improprio, perché in esso non viene sviluppato esplicitamente il tema della "missio ad gentes" e neppure si individua la volontà di fare proselitismo. Spesso ci si rivolge all'Antico Testamento, allora, andando alla ricerca di brani o figure (Abramo, il Deutero Isaia, Giona, alcuni Salmi, ecc.) che sembrano anticipare la prospettiva missionaria del Nuovo Testamento. È però importante cogliere qual è il contributo specifico che l'Antico Testamento può fornire al tema della missione senza forzare i dati biblici.
L'ipotesi sviluppata in questo volume è che la missione di Israele consiste nel rendere testimonianza al Signore attraverso tutta la vita del popolo, assumendo quindi la sua elezione come una responsabilità da vivere in rapporto agli altri. II particolare "servizio" che il popolo offre al suo Dio è analizzato a partire da alcuni esempi emblematici (la creazione, la liturgia, il culto, ecc.) che consentono di individuare e apprezzare la novità che scaturisce dalla rivelazione.
Fenomeni come "la società plurale" e "il mescolarsi dei popoli" con le nuove migrazioni, interpellano la Chiesa la cui 'geografia' coincide con i continenti del mondo. Le pongono istanze inedite e urgenti in ordine alla pace, alla giustizia, alla solidarietà. In una parola, all'alba del terzo millennio, le chiedono di rafforzare lo 'spirito di Assisi' , di farsi maestra e strumento di dialogo tra gli uomini. Esplorare e seguire ovunque in Europa, in Asia, in Africa, nelle Americhe, in Oceania - tutte le possibilità di dialogo tra le culture, le sensibilità spirituali, le religioni, è l'intento di questo libro, un mosaico di dati teologici, di approfondimenti geografici, antropologici e sociologici, di suggestioni profetiche. Si tratta del frutto dei lavori del rilevante e recente (gennaio 2007) Convegno Internazionale Nel convivio delle differenze, organizzato dalla Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana con la significativa partecipazione del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
La mappa delle religioni si presenta oggi quanto mai ampia e variegata. A fine secolo XX, l'85% della popolazione mondiale dichiara di aderire a una confessione religiosa e i profondi cambiamenti sociali e culturali del nostro tempo ripropongono l'importanza del fenomeno religioso, come causa di un potenziale scontro delle civiltà o, all'opposto, come fattore di crescita e di dialogo. Il libro fornisce, con il corredo di tavole, grafici e mappe, una rielaborazione di informazioni quantitative sull'evoluzione sociale, religiosa ed ecclesiale nel XX secolo. L'indagine si sofferma principalmente sullo sviluppo demografico mondiale, sulla mobilità, sulla crescita e distribuzione della ricchezza, sulla diffusione delle grandi religioni e della non credenza, prendendo in esame lo sviluppo del cristianesimo, i suoi cambiamenti, l'articolazione nelle sue principali denominazioni. Si guarda alla diffusione e distribuzione dei cattolici, all'andamento dei battesimi e dei matrimoni, allo sviluppo delle istituzioni ecclesiastiche, ai problemi degli operatori: il calo delle vocazioni, la ripartizione del clero tra le Chiese del Nord e del Sud del mondo, la formazione dei catechisti, l'arretramento dei cattolici in alcuni continenti, nonostante in termini assoluti si registri una crescita dei cristiani e un tasso di incremento nell'ultimo secolo sostanzialmente stabile.
I diversi, possibili "mondi" dell'islam sono qui presentati attingendo sia dalla ricerca storico-religiosa sia dall'indagine geo-politica tuttora in atto, rilevando tensioni, attriti, contraddizioni e segni profetici all'interno di ciascuno di essi e nei confronti della modernità. Emergono alcune questioni di primaria importanza: la marginalità, il terrorismo, la guerra, la libertà religiosa, fino a riprendere i dati essenziali del dialogo non solo teologico tra cristiani e musulmani. Si delineano così i caratteri dell'islam in seno all'Occidente, con uno sguardo particolare all'Europa, pervenendo anche a una valutazione teologica più serena e, allo stesso tempo, credibile.
Questo studio propone un approccio ai temi della migrazione nella prospettiva della missionarietà della Chiesa. L'obiettivo è comprendere quale rapporto esista o potrebbe essere sviluppato tra la mobilità umana e Chiese locali, quale relazione ci sia, cioè, tra i fenomeni in atto e il momento ecclesiale o viviamo, esaminando le risorse della pastorale nell'ottica dell'imperativo missionario che caratterizza la Chiesa.