Raccolta di alcuni dei più significativi contributi di mons. Giancarlo Bregantini, trentino di origine, vescovo prima di Locri-Gerace e attualmente di Campobasso.
I testi presenti nel libro sono organizzati attorno ad alcuni temi chiave: il mestiere di vescovo, testimoni della fede, società e politica, nella Locride, in Calabria, i giovani, chiesa bibbia e spiritualità, la nuova comunità. Ne emerge il profilo di un vescovo la cui profonda spiritualità sostiene il costante impegno per l'affermazione della legalità e della giustizia e per la difesa dell'uomo.
Era il periodo in cui si intensificavano le lotte partigiane in America Latina. Nel 1967 muore Che Guevara e il suo reparto viene sgominato in Bolivia, ma nello stesso tempo esistono ancora dei movimenti guerriglieri negli altri paesi, tra i quali il Venezuela, la Colombia e anche il Guatemala. Uno di questi gruppi guerriglieri, in Guatemala, assassinò l'ambasciatore della Repubblica Federale della Germania - Karl von Spreti - nella capitale e quel fatto venne diffuso con grande clamore. Così Ryszard Kapuscinski, autore di memorabili reportage dall'Africa, dall'Asia, dal Sudamerica - tradotti in trenta lingue - spiegò il senso di "Perché è morto Karl von Spreti": "Come spesso succede, i mass media hanno presentato l'evento senza un tentativo di capire di che cosa si trattasse esattamente. Siccome conoscevo il Guatemala, ho scritto un testo che era in un certo senso una polemica contro l'ondata delle assurdità e delle semplificazioni che si erano diffusi nella stampa mondiale. Ho scritto del Guatemala che era ed è ancora uno dei più infelici paesi dell'America Centrale e dell'America Latina, paesi con interminabili dittature, interminabili omicidi, interminabili orrori e povertà. Condannando l'omicidio in sé, ho spiegato in quali circostanze è avvenuto. Questo libro è contro i tentativi di abbindolamento dell'opinione mondiale da parte di noi i giornalisti...
L'autore di "Filosofia per tutti" - un manuale per la vita piena e felice, libro amatissimo dai lettori di tutte le età - con stile sapienziale, incrociando e contaminando testi biblici, riferimenti poetici e riflessioni filosofiche, propone un singolare avvicinamento all'evento religioso del Natale cristiano. L'Avvento diventa, in tal modo, un'attesa insieme inquieta e partecipe della grande e sorprendente speranza della nascita di Gesù di Nazareth. Il testo di Marcello Farina è una vera e propria guida che, giorno dopo giorno, fa gustare i momenti dell'attesa e quelli del compimento. In tal modo Avvento, Natale ed Epifania escono dal ritualismo religioso fine a se stesso e s'oppongono all'uso consumistico della grande festa cristiana. Leggendo queste pagine il credente ritroverà una freschezza inedita per la propria vita di fede e il cercatore di Dio si sentirà interrogato nel profondo. E la virtù inattuale della speranza troverà un proprio inatteso significato, per una vita meno intristita dalla banalità.
Ha quindici anni, Simone, quando il suo cuore si arresta, una mattina di ottobre alle 7.20, mentre va a scuola in motorino. E' Simo, è caduto. Da solo. Ma perché non si rialza?. Simone vomita, quelli dell'ambulanza spingono e lui convulsamente vomita un liquido rosso, non è sangue, è il succo di arancia rossa bevuto pochi minuti prima, con sua sorella, a colazione. Svegliati, Simone. Ma Simone non si è svegliato ancora. Sono passati 4 anni, da quella mattina di ottobre. E Simone non si è svegliato. Non si sveglierà. Storia di un ragazzo che suonava la chitarra e non amava la scuola. Storia di un ragazzo che aveva mille amici che, quattro anni dopo, continuano a stargli vicino, a parlargli. Non l'hanno dimenticato. Dopo 5 giorni senza vederlo, hanno nostalgia di lui. Continuano a dirgli: Svegliati Simone. Ad accarezzarlo, a fargli sentire le sue musiche preferite. Anzi, un po' meno rock di una volta. Storia di Gloria, la sua mamma che racconta la storia. Che respira (Non la voglio questa vita!) e piange (Non vedo più la città), che ride, lo cambia, lo bacia, non lo lascia andare. Sei un bel ragazzo, Simone. Non morire, Simone. Gloria non lancia messaggi, non fa prediche, non vuole insegnare niente a nessuno. Ma riconosce il miracolo dell'amicizia e della solidarietà cresciute intorno a Simone, che non si sveglia: Come spiegare alla gente che una persona in coma non è morta?
"La guerra è il delitto perfetto. Anzi, di più. L'autore del delitto perfetto resta non scoperto e perciò impunito. L'autore della guerra è invece scopertissimo, anche perché si esibisce e si gloria del suo delitto. Resta impunito perché la guerra si fa legge sopra ogni legge, e perché non manca mai chi teorizzando identifica il fatto col valore, l'imposizione violenta con il diritto, e convince le vittime (uccisori e uccisi) alla rassegnazione". È uno dei pensieri che formano questo libro di Enrico Peyretti, studioso di Gandhi e della nonviolenza, tra i fondatori del mensile torinese "Il foglio", collaboratore di "Servitium" e di "Rocca". Si tratta appunto di una raccolta di fulminanti, profondi pensieri contro la guerra e la violenza, ma soprattutto che scavano con ostinazione dentro la possibilità, la necessità, l'urgenza di costruire una cultura della nonviolenza, che parta dalla persona e arrivi alla politica.
A un anno dalla scomparsa di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, gli autori (attivamente impegnati nel Movimento e con incarichi di grande responsabilità) raccontano cosa ha significato per la loro vita, personale e familiare, l'incontro con Chiara e la sua spiritualità dell'unità fondata sul Vangelo. Dagli anni della gioventù e della contestazione, con la scoperta di "un ideale che non passa", al matrimonio, ai figli (sei); dal ritrovarsi a vivere questo ideale in Parlamento (Lucia) e nello sport (Paolo, medico sportivo di squadre nazionali), fino agli impegni internazionali col Movimento, gli autori ripercorrono la loro avventura con lo stupore di chi non la poteva immaginare.
"Mi chiamo Alidad Shiri. Il mio nome vuol dire "dono di Alì". Il mio cognome, Shiri, indica l'abbondanza e la bontà del cibo. Vuol dire infatti: tanto latte, molto dolce. Sono cresciuto in Afghanistan, nella città di Ghazni, ma quando avevo nove anni i talebani hanno ucciso il mio papà. Pochi mesi dopo la mia mamma, la mia sorella più piccola e la mia nonna sono morte sotto un bombardamento. Allora, con i miei zii, mio fratello e mia sorella più grandi siamo emigrati in Pakistan perchè per noi era pericoloso rimanere. Ma lì non c'era futuro per me. Con un amico sono emigrato clandestinamente in Iran dove ho lavorato per due anni in una fabbrica di Teheran finchè ho guadagnato abbastanza soldi per fuggire in Europa. Dopo un lungo e pericoloso viaggio sono arrivato in Alto Adige legandomi sotto un tir che partiva dalla Grecia. Adesso ho sedici anni e vivo a Merano. Con l'aiuto della mia insegnante di italiano, Gina Abbate, vi racconto la mia storia".
Don Franco Mosconi, monaco camaldolese, priore dell'Eremo di S. Giorgio di Bardolino (Verona), è uno dei più apprezzati biblisti e conferenzieri italiani. Con linguaggio semplice e vivo commenta in queste riflessioni alcuni dei più importanti passi del Vangelo di Giovanni: "La Samaritana", la "parabola del buon Pastore", "L'Ultima cena", "il Processo" e "Pilato".
L'autore si trova a suo agio sulle frontiere, luoghi di incontro e scontro, luoghi rischiosi ma che lui giudica sempre originali e stimolanti: la frontiera italo-tedesca, innanzitutto, segnata da conflitti ma anche da creative mescolanze; e poi le frontiere dei non credenti, delle altre religioni, dei poveri, degli omosessuali, dei massoni, degli immigrati, dei malati, dei moribondi ...Ovunque egli trova segni della presenza di Dio e ricchezza di umanità. E dovunque egli porta la vitalità prorompente e singolare di un uomo di fede e di pensiero profondamente innamorato della vita e del Vangelo e felice di essere prete. All'età di cinquant'anni don Paul Renner ha scritto questa schietta e gustosa autobiografia per testimoniare gioiosamente la sua gratitudine a Dio e alle tante persone che gli sono "compagne, maestre, angeli custodi".
Questo libro affronta alcuni passaggi decisivi nella storia dei rapporti tra cattolici e politica nell'Italia del '900. Un tema di grandissima attualità che continua a segnare la politica italiana di oggi. L'autore - uno dei migliori storici della nuova generazione - unisce la profondità dell'analisi all'acutezza dell'interpretazione. Il libro risponde ad alcune questioni centrali. Quali sono le correnti di pensiero che da sempre dividono i cattolici in politica? Qual è stato l'atteggiamento della Chiesa di fronte alla democrazia? E il ruolo del partito cattolico? Perché è finita la DC? Qual è stato il ruolo del Cardinale Ruini nell'ultimo ventennio? E cosa resta della lezione di grandi protagonisti come Sturzo, Dossetti, De Gasperi, Lazzati, Moro?
Don Dante Clauser ama definirsi "un vecchio prete di strada". E' l'amico dei poveri e dei barboni. Dopo il grande successo della sua autobiografia, La mia strada, e del piccolo libro Francesco d'Assisi, ambedue pubblicati da Il Margine, ora si presenta con il suo libro più impegnativo e appassionante: un commento al Vangelo di Matteo. Il "prete dei poveri" fa riscoprire a tutti la forza semplice e sconvolgente del Vangelo con pensieri brevi e folgoranti, semplici e profondi, sinceri e diretti, vivissimi e gustosi, che attingono alla vita di tutti i giorni e vogliono parlare al cuore di tutti.