Perché i primi cristiani hanno cominciato a ripetere settimanalmente l'Ultima cena di Gesù? Che valore davano a questo incontro? Come e perché si cominciò a chiamare Eucaristia quella che inizialmente era la "Cena del Signore"? Perché la "liturgia eucaristica" precedeva la "liturgia della Parola"? Che rapporto esisteva tra Battesimo ed Eucaristia? Sulla base di un'impegnativa ma analisi dei testi religiosi e dei contesti sociali, Romano Penna, noto studioso delle origini cristiane, in questo saggio enuclea le sue risposte. Ricostruisce con cura il composito panorama delle prassi "celebrative" delle primitive comunità cristiane valorizzando le diversità di ambienti, di testimonianze e di riflessioni teologiche, tutte caratterizzate dalla totale assenza di categorie sacrali. Per i credenti in Cristo l'importante non è soltanto il momento di una prassi cultuale quanto ancor più il dato di una vita comunionale, condotta all'insegna della fede e di un solido legame con Gesù Cristo, nato con il Battesimo. Quella prima "immersione" in Lui si rinnova e si nutre grazie all'Eucaristia, tale da diventare fonte di una comunione fraterna altrettanto salda, vissuta nella concretezza, "finché egli venga".
Cos'è la "catechesi biblica" o la "catechesi della Bibbia"? In che senso la Bibbia è il libro della catechesi? Cosa significa "animazione biblica dell'intera pastorale"? Qual è il rapporto tra metodi esegetici e metodi catechetici? Si tratta di domande sollecitate dai documenti ufficiali del magistero e dalla prassi pastorale sempre più ricca e differenziata all'interno della Chiesa italiana. A simili interrogativi l'Équipe nazionale del Settore dell'Apostolato Biblico cerca di dare risposte in quest'opera destinata anzitutto agli Animatori Biblici, senza escludere quanti sono interessati alla Sacra Scrittura per un percorso di maturazione di fede personale. Posti i fondamenti biblici e metodologici (con una preferenza per i metodi esegetici narrativi), si delineano prospettive pastorali e si presentano esperienze specifiche. L'auspicio è che le pagine seguenti possano sollecitare o sostenere un rinnovato slancio d'amore per la Sacra Scrittura e di dedizione alla catechesi biblica nelle diverse realtà ecclesiali d'Italia.
Cos'è la vita che Dio ci dona e come possiamo viverla in pienezza? Con un linguaggio accessibile, Semeraro offre una risposta a questa domanda interrogando il libro della Genesi in cui si racconta la creazione dell'uomo e la scoperta del "fuoco- necessario alla trasformazione della creazione in autentica relazione. Questo fuoco è, indubbiamente, la scoperta della libertà. Il dono della vita e quello della libertà sono il grande giogo che ci è imposto per camminare dignitosamente verso la felicità come superamento di ogni disarmonia e ristabilimento della vera pace. Un libro che aiuterà i lettori ad assumere la vita in tutti i suoi risvolti, senza timore ma anzi con il coraggio e la gioia di lasciarla trasformare dalla Parola.
Benoît Standaert, monaco benedettino, è conosciuto per il suo scritto su "Le tre colonne del mondo", lo studio della Parola, la preghiera e le opere di misericordia che, come affermava Simone il Giusto alla fine del III secolo a.C., reggono il mondo. In questo volume, l'Autore propone di riconsiderare in quest'ottica l'insieme degli scritti di san Paolo. È un'idea vincente: l'apostolo dei gentili dimostra di essere un autentico doctor caritatis, un uomo esercitato nell'arte della preghiera, un discepolo esemplare della lectio divina. La chiave di lettura offerta dalle pagine del benedettino belga consente un approccio originale e integrato alle lettere paoline, testi indubbiamente complessi, spesso conosciuti solo nell'inevitabile frammentarietà di una presentazione liturgica. Questo saggio, che esprime grande familiarità con la Scrittura, indica a ogni lettore piste efficaci per accedere alla Bibbia e inoltrarsi in essa, per pregare, per vivere l'amore cristiano sulle orme dell'apostolo Paolo. Una lettura unitaria degli scritti di San Paolo sotto l'ottica delle tre colonne del mondo.
"Gesù è maestro, perché ha imparato", "Gesù è maestro, non perché dice delle parole di istruzione, ma perché è la Parola di Dio, comunicata a noi in modo concreto attraverso la sua umanità". "Un semplice maestro può solo spiegare la teoria, mentre il maestro Gesù ha la forza di cambiare la vita e di trasformare l'esistenza, per rendere una persona in grado di compiere quello che da sola, pur con tutta la buona volontà, non riuscirebbe a realizzare". In queste tre frasi sta la sintesi del volume: ripercorre la vita di Gesù attraverso i vangeli e mostra come diventi maestro perché lo è fin dall'inizio. Si conclude con una prospettiva interessante: al discepolo tocca imparare il Cristo. Aiuta a staccarsi da una concezione nozionistica di Gesù maestro.
Vedere la Parola, celebrare l’attesa
propone un’innovativa metodologia di analisi che permette di leggere i documenti iconografici paleocristiani non come mero esito di una ricerca estetica, ma come autentici manifesti teologici.
Per gli antichi cristiani l’immagine era un vero e proprio codice impiegato per elaborare una ricca ermeneutica, di natura tipologica, fedele erede
di quegli stessi principi che caratterizzarono l’uso della Scrittura nel culto delle comunità. Gabriele Pelizzari, attraverso l’illustrazione di numerosi esempi, dischiude al lettore un inedito e stimolante percorso che finalmente restituisce all’ermeneutica biblica e all’iconografia il giusto spazio nella storiografia delle origini cristiane. Un volume da studiare ma anche da ammirare.
L'AUTORE
Gabriele Pelizzari è titolare del Laboratorio di Introduzione all’ermeneutica biblica e collaboratore di cattedra di Remo Cacitti presso l’Università degli Studi di Milano. Dal 2012 dirige per le Edizioni Paoline la Collana Letture cristiane del primo millennio. Tra le sue pubblicazioni, si segnala l’ampia monografia Il Pastore ad Aquileia. la trascrizione musiva della catechesi catecumenale nella cattedrale di Teodoro, interamente dedicata all’analisi e alla decodificazione del ciclo musivo aquileiese.
Quella che si è soliti chiamare «fede cristiana» trae origine da una matrice israelitica, gesuana e pasquale. Tre tappe di un percorso complesso,
ma affascinante e coinvolgente per riscoprire come il Dio della fede cristiana si identifichi con un uomo crocifisso, anagraficamente identificabile come Gesù di Nazaret, anche se poi dichiarato risorto (ma in quanto crocifisso) da comunità che esplicitano in maniera diversificata
il contenuto cristologico della fede pasquale. Dietro una variegata trama di testi, si scorge il volto del Dio del Vangelo, il Dio di Gesù Cristo: un Dio sorprendente e imprevedibile. Una fede così sfocia nella contemplazione, e richiede nient’altro che umiltà, ringraziamento, e lode.
Ecco dunque una piccola summa della fede di Israele, di Gesù e della Chiesa primitiva. Agostino di Ippona afferma che «se la fede non è pensata, è
come se non ci fosse»: queste pagine vorrebbero contribuire a ripensarla per appropriarsene in modo nuovo.
L’AUTORE
Romano Penna, nato a Castiglione Tinella (CN), sacerdote della Diocesi di Alba, è Ordinario di nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense. È autore di numerose pubblicazioni, tra le quali ricordiamo: Lo Spirito di Cristo (1976); L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane (1991) e, presso le Edizioni San paolo, L’apostolo Paolo, Studi di esegesi e teologia (1991); Paolo di Tarso, Un cristianesimo possibile (1994); Una fede per vivere (1992).
È da più di un millennio che la tradizione cristiana legge la passione di Gesù con la categoria sacrificale:‘’Cristo ci ha redenti con il suo sangue’’,‘’ci ha liberati dal peccato con la sua morte’’,‘’ha espiato con la sua sofferenza la colpa umana’’,‘’è morto sulla croce per salvare il mondo’’. Espressioni entrate profondamente nel linguaggio teologico, liturgico e catechetico che spesso hanno creato l’immagine di un Dio crudele e violento che, per essere placato nella sua collera, ha mandato a morire il figlio.
In questo libro toccante, disarmante, scritto con la passione della fede cristiana e con la lucidità della intelligenza antropologica moderna (Elmar Salman, dalla prefazione) Carmine Di Sante opera un radicale ripensamento di queste categorie e, alla luce degli studi più recenti, propone una chiave diversa. Partendo dalle fonti evangeliche, la passione di Gesù è riletta come evento di nonviolenza e di perdono — nel senso di dono all’ennesima potenza — con cui Gesù, in obbedienza al Padre, sottrae alla violenza la pretesa di essere la parola ultima e sovrana dell’umano, inaugurando così i tempi nuovi della fraternità e della pace come possibilità affidata alla responsabilità indeclinabile di ognuno.
Perché Gesù ha costituito il gruppo dei Dodici? In modo chiaro e competente l’autore analizza testimonianze bibliche e patristiche così da recuperare il senso originario di questa scelta decisiva di Gesù. Solo successivamente qualificati come «apostoli», la loro istituzione costituisce da parte di Gesù un gesto profetico rispondente all’attesa del popolo di Dio: radunare tutte le tribù di Giacobbe. Così inizialmente i Dodici rappresentano il rinnovato popolo di Dio. L’evento inaspettato della risurrezione e l’esperienza trasformante dello Spirito hanno prodotto un po’ alla volta il superamento dei confini di Israele: le dodici tribù diventano le nazioni. Alcuni membri del gruppo dei Dodici si lanciano in prima persona nel lavoro missionario. Così, si giustificano l’identificazione sistematica dei Dodici con gli apostoli operata da Luca e la missione di testimonianza universale che il Risorto aveva affidato loro.
Nei Vangeli i riferimenti allo sguardo di Gesù sono molteplici e certamente non sono casuali o semplici elementi narrativi. Lo sguardo è la nostra finestra sulla realtà, dalla quale possiamo guardare verso gli altri per gettare un ponte e costruire relazioni. Lo sguardo per sua natura è reciprocità e in questa reciprocità si realizzano la conoscenza vicendevole, l’intesa, l’amicizia, l’amore.
Per queste ragioni seguire, secondo un approccio rispettoso dei testi, un percorso attraverso i riferimenti allo sguardo di Gesù significa avere una visione d’insieme sulla sua straordinaria proposta, cioè il Vangelo.
"Francesco Bargellini ci guida in un percorso attraverso gli sguardi dei Gesù nel Vangelo. Un volume dal taglio originale che sorprende i lettori".
L'Autore
Francesco Bargellini, presbitero della diocesi di Novara, licenziato presso il Pontificio Istituto Biblico (1997) e laureato in lettere antiche presso l’università di Pavia (2005), svolge il suo ministero con l’insegnamento nel seminario San Gaudenzio e con l’attività pastorale in una parrocchia. Oltre ad alcuni articoli specialistici, ha collaborato al commento delle Lettere di Paolo, a cura di B. Maggioni e di F. Manzi (Cittadella, Assisi 2005), e ha pubblicato Paolo. Tra esegesi e spiritualità (Padova 2011).
Antonio Panaino ci conduce in un viaggio attraverso l'ambiente religioso e politico in cui la figura dei magi è nata e delinea i motivi simbolici e teologici che ne hanno determinato la fortuna tanto in Oriente quanto in Occidente. "Da anni inseguo il cammino dei magi e i temi connessi a queste figure. La loro storia è stata e rimane gravida di problemi e di aspetti intricati e sfuggenti. Due, tre, otto o dodici, apostoli o segni zodiacali, preti o maghi, re o sacerdoti, mercanti o legati, essi hanno altresì ispirato narratori e artisti di secoli e paesi diversi, suscitato imbarazzo e curiosità, ambiguità e devozione. Nella prospettiva di un orientalista, più precisamente, di uno specialista dell'Iran preislamico, conto di poter suscitare interessi profondi sul tema del dialogo tra religioni, in modo da aprire percorsi e argomenti di ulteriore riflessione, a partire da una delle pagine più dense e suggestive dell'antichità mediterranea, capace da sola di far scaturire una letteratura di enorme portata contenutistica e di stimolare una produzione artistica di ricchezza ed efficacia incredibili." (Antonio Panaino)
Queste meditazioni di carattere biblico e teologico sulVangelo di Giovanni sono ispirate da un principio caro alla tradizione giovannea e alla stessa rivelazione giudaico-cristiana: tutto ciò che è luce si manifesta.
Poiché ilVerbo è da sempre presso il Padre e la luce splende nelle tenebre, nessuno è in grado di fermare la forza rivelatrice e liberante della luce che resta e permane nella sua dinamicità e storicità. La luce è ciò che resta: è Dio fatto carne, l’Emmanuele.
Se è vero che Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre, lo spazio di questa luce è Gesù Cristo, impenetrabile luce dalla quale non ci resta che lasciarci toccare e illuminare.
L'autore
Edoardo Scognamiglio, teologo e filosofo, insegna Teologia dogmatica presso la Pontificia FacoltàTeologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e Dialogo interreligioso e Introduzione all’islam presso la Pontificia Università Urbaniana (Città del Vaticano). È consultore del Santo Padre per il Pontificio Consiglio della Famiglia. Dirige la rivista di teologia «Asprenas» e il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture a Maddaloni (Caserta). È ministro provinciale dei Frati Minori Conventuali di Napoli e Basilicata. Ha pubblicato numerosi saggi di filosofia, teologia, storia delle religioni e letteratura. Attualmente, si dedica alla meditazione della Parola di Dio mediante la condivisione della Lectio divina con gruppi di giovani, di adulti e di consacrati.
Bussa alla nostra porta, viene dal Sud del mondo, è il diverso. Mentre il dibattito pubblico parla di “clandestinità”, si riscopre qui il messaggio più intimo della Bibbia, quello che considera lo straniero come “luogo divino”. Non una minaccia ma, all’opposto, la porta che spalanca la relazione dell’uomo con l’Altissimo. In un percorso lucido e accessibile, Carmine Di Sante accosta alla tradizione ebraica la recente riflessione filosofica per giungere ad affermare e giustificare quanto molti hanno solo intuito: che negli occhi di chi ci chiede aiuto possiamo trovare il senso profondo della nostra esistenza.
Destinatari
Studenti, religiosi, un pubblico interessato alla cultura biblica e al confronto.
L’autore Carmine di Sante ha studiato teologia presso Istituto Teologico di Assisi, si è specializzato in Scienze Liturgiche al Pontificio di Sant’Anselmo di Roma e si è laureato in Psicologia all’Università La Sapienza di Roma. Ha insegnato all’Istituto Teologico di Assisi e ha lavorato come teologo dal 1980 al 2000 al SIDIC (Service International de Documentation Judéo-Chrétienne) di Roma, un centro fondato dopo il Concilio Vaticano II per promuovere l’applicazione della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate n. 4 e per favorire il dialogo ebraicocristiano.Tra i suoi volumi, alcuni tradotti in varie lingue, ricordiamo: Parola e terra. Per una teologia dell’ebraismo (Cittadella, 2011); L’uomo alla presenza di Dio. L’umanesimo biblico (Queriniana, 2010); La morte finestra sull’esistenza (Cittadella, 2010); La preghiera d’Israele. Alle origini della liturgia cristiana (Marietti, 2009); L’umano buono e i vizi capitali (Cittadella, 2009).
Il dolce sussurro trae spunto dal fanatismo religioso per impartire una lezione su fede e tolleranza muovendo proprio dalle vicende narrate nella Sacra Scrittura, in particolare dalla figura del profeta Elia. Un saggio profondo e argomentato che ispira il lettore a prendere in mano le fonti bibliche e talmudiche citate.
Dal vangelo ai vangeli prende in esame molteplici aspetti del Nuovo Testa- mento oggetto di lunghe dispute: l’affidabilità dei vangeli, il carattere orale della primissima tradizione su Gesù, la nascita del genere dei sinottici, la diversità del vangelo di Giovanni, il passaggio da Gesù a Paolo, Paolo apostolo e apostata, la giustificazione per fede, l’ecclesiologia trinitaria di Paolo.
James D. G. Dunn, di formazione protestante, si rivolge a un pubblico cattolico ed ebraico «nella speranza di favorire una più piena conoscenza di Gesù, di Paolo e dei vangeli, della loro reciproca relazione e della loro incessante importanza per l’autocomprensione cristiana e per la crescita del rispetto della comprensione vicendevole tra Ebrei e cristiani».
Destinatari
Studenti, biblisti, religiosi.
Autore
James d. G. Dunn. Lightfoot Professor Emeritus of Divinity presso l’Università di Durham, in Inghilterra. Tra le sue molte pubblicazioni, oltre ai commentari a Romani, Galati, Colossesi e Filemone, ricordiamo i tre volumi Gli albori del cristianesimo: La memoria di Gesù. Fede e Gesù storico (2006), La memoria di Gesù. La missione di Gesù (2006) e La memoria di Gesù. L’acme della missione di Gesù (2007) pubblicati da Paideia, così come La teologia dell’apostolo Paolo (1999) e Cambiare prospettiva su Gesù. Dove sbaglia la ricerca su Gesù storico (2011).
Percorrendo le Scritture, queste pagine di taglio sapienziale tentano di rintracciare quel desiderio profondo e inestinguibile d’Amore che continua ad albergare nel cuore di tanti amanti, anche del nostro tempo. È un itinerario biblico in sette tappe che, prendendo avvio dalla scena evangelica della Pasqua, risale alle lontane vicende dell’Antico Testamento, per tornare all’esperienza di fede delle comunità cristiane primitive, che nel matrimonio sperimentavano il mistero dell’Amore.
Destinatari
Coppie, formatori di coppie.
Autore Franco Manzi ha conseguito il dottorato in scienze bibliche e in teologia nelle Pontificie Facoltà di Roma, nonché il titolo di élève titulaire de l’École Biblique de Jérusalem. È docente di sacra Scrittura e lingua ebraica nel Seminario di Milano, nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano. Collabora con varie riviste di esegesi biblica, teologia, liturgia e pastorale. Tra le sue numerose pubblicazioni si segnalano: Lettera agli Ebrei, Città Nuova 2001; Il pastore dell’essere, Cittadella 2001 (con G.C. Pagazzi), tradotto in francese; Seconda Lettera ai Corinzi, Paoline 2002; Noi due davanti a Te. Il cammino del fidanzamento e la preghiera, In Dialogo 2003; La bellezza di Maria. Riflessioni bibliche, Àncora 2005, tradotto in spagnolo; Lettere di Paolo, Cittadella 2005 (ed. con B. Maggioni); Memoria del Risorto e testimonianza della Chiesa, Cittadella 2006; Paolo, apostolo del Risorto. Sfidando le crisi a Corinto, San Paolo 2008.
Le tre virtù teologali, fede, speranza e carità, sono esclusive del cristiano; altre, come le virtù cardinali, già note e anche praticate dagli antichi saggi pagani, completano la vita cristiana. Queste ultime, tuttavia, spesso sono state considerate soltanto in prospettiva filosofica, poco invece alla luce del Vangelo. Illuminarle con la parola di Dio, come fa Bruno Maggioni, dà ad esse un colore e un calore particolari, perché il fondamento non sta solo nella ragione.
E ancora, proprio dalle pagine evangeliche vengono poste in risalto altre virtù importanti per la formazione del cristiano: l’accoglienza, il dialogo, il discernimento, nonché l’attesa del ritorno del Signore. È questa infatti la grande novità del Nuovo Testamento. Qohelet diceva: «Nulla di nuovo sotto il sole», tutto è vecchio... Ma ora non è più così. Nel mondo c’è qualcosa di nuovo: Dio si è “incarnato” nel nostro mondo e ci insegna che la “novità” che non viene mai meno è l’Amore. La gioia di essere amati, la capacita a nostra volta di amare: ecco quello che dà senso alla vita e rende il cristiano veramente adulto.
Destinatari
Religiosi, ma anche tutti i cristiani.
Autore
Bruno Maggioni, sacerdote della diocesi di Como, è docente di Esegesi del Nuovo Testamento presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, e di Introduzione alla teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.Autore di numerose pubblicazioni, tra i suoi libri ricordiamo: Un Dio fedele alla storia. L’esperienza spirituale nella Bibbia (edizioni San Paolo, 2009), Pregare in Spirito e verità. La preghiera secondo la Bibbia (edizioni San Paolo, 2009, con Raniero Cantalamessa), inoltre insieme a Mons. Gianfranco Ravasi ha curato la Bibbia Via Verità e Vita (San Paolo).
Questo libro si propone di offrire uno stimolo a chi è interessato ad approfondire la conoscenza dell’ermeneutica dei Padri e di Agostino in particolare, e vuole godere delle loro intuizioni nell’approccio al testo biblico. I Padri della Chiesa avevano un modo particolare di avvicinare la Parola, un metodo frutto del contesto storico, culturale, e ovviamente teologico e spirituale, in cui essi leggevano, studiavano, vivevano e spiegavano agli altri il libro, da tutti loro ritenuto ispirato, della Bibbia.
In Agostino, l’amore di Dio diventa l’obiettivo necessario e determinante di ogni utilizzazione e comprensione propria della Bibbia.
Si potrebbe perfino dire che esso è il criterio ermeneutico principe cui ogni altra regola esegetica o ermeneutica dovrà sottostare. Questo criterio è talmente determinante che Agostino ha potuto concludere: «Quando dunque l’uomo è sorretto dalla fede, dalla speranza e dalla carità e ritiene tenacemente queste virtù, non ha bisogno delle Scritture se non per istruire gli altri».
Destinatari
Studenti, ricercatori, religiosi.
Autore
Guido Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, è maestro dello studentato generale camaldolese. Professore straordinario di patrologia al Pontificio Istituto Orientale, insegna storia dell’esegesi dei Padri presso il Pontificio Istituto Biblico. Ha collaborato a diverse opere collettive e dizionari di teologia e spiritualità ed è direttore del trimestrale Vita Monastica. Con le edizioni san Paolo ha pubblicato La lectio divina nella vita dei credenti (2008).
Punti forti
Un autore noto nel suo campo di studi.
Settembre 2011, capitolo dei camaldolesi.
Il libro di Ester, proposto nella recente (2008) traduzione curata dalla Conferenza Episcopale Italiana, è qui corredato di un duplice commento. Il primo è quello tecnico di Giulio Michelini, che studia l’opera, giunta a noi in una duplice versione ebraica e greca, nei suoi complessi problemi testuali e la inquadra dal punto di vista esegetico con linguaggio piano e accessibile. Il secondo è il commento proposto dai coniugi Gillini-Zattoni che, nella loro qualità di consulenti familiari, fondano l’analisi sulla loro conoscenza dei problemi di coppia. Facendo ricorso a testimonianze di persone in difficoltà e favorendo con opportuni accorgimenti l’attualizzazione dell’antica storia, Gillini e Zattoni colgono nel libro veterotestamentario molteplici risonanze ancor oggi valide. La vicenda dell’ebrea Ester che umanizza il suo dispotico marito e signore, il re persiano Assuero, e con ardimento gli strappa la salvezza della sua gente, ha in serbo molti insegnamenti sull’amore coniugale, sulla funzione del corpo come strumento di dialogo e della bellezza fisica come linguaggio dell’anima, sulla presenza sollecita di Dio che valorizza le grazie dei deboli, modera l’alterigia dei potenti e sconfigge la protervia dei malvagi.
DesTinaTaRi
Studiosi, religiosi, coppie.
Autori Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini sono docenti all’istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia e nominati come esperti nella Consulta Nazionale della Famiglia della CEI. Sono autori di numerose pubblicazioni su tematiche psicopedagogiche tra le quali ricordiamo: Il grande libro dei genitori, A pranzo da mamma, Genitori nella tempesta, La famiglia nel giardino delle Scritture (Cinisello Balsamo 2004, 2005, 2006, 2008) e, con lo psicoterapeuta Matteo Selvini, autori di L’aiuto alla famiglia. Guida per gli operatori volontari (Cinisello Balsamo 2007); hanno inoltre redatto la voce “Famiglia” per il Dizionario di ecclesiologia (Roma 2010). Giulio Michelini, frate minore, insegna Nuovo Testamento all’Istituto Teologico di Assisi. Ha studiato alla Facoltà di Lingue dell’Università di Perugia (dove ha lavorato sulla traduzione verso il gotico del Vangelo secondo Matteo), alla Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il dottorato in Teologia biblica, e al Bat Kol Institute di Gerusalemme. È autore di diversi articoli scientifici e – insieme ai coniugi Gillini e Zattoni – di due commenti biblici destinati alle coppie: La lotta tra il demone e l’angelo (Cinisello Balsamo 2007); Rut. La straniera coraggiosa (Cinisello Balsamo 2009, con un contributo di Massimo Cacciari).
Punti forti
Testo greco ed ebraico a fronte.
La vicenda viene illustrata in funzione dei suoi insegnamenti, validi ancora oggi.
Da alcuni decenni, la teoria detta delle «due fonti» è la più seguita tra gli specialisti per illustrare la nascita dei vangeli sinottici. I redattori dei vangeli di Matteo e di Luca avrebbero attinto a due fonti: il vangelo di Marco e una fonte chiamata «fonte Q». L’ipotesi dell’esistenza di questo documento è stata formulata nel XIX secolo, rivelandosi particolarmente feconda.
Ma in che modo è possibile ricostruirne il testo? Qual è il suo contenuto teologico? Quale il volto di Gesù che ne emerge? Queste le domanda a cui tentano di rispondere Nathalie Siffer e Denis Fricker. Dopo aver introdotto i lettori nella storia della formazione dei vangeli, gli autori invitano a visitare il cantiere della ricostruzione della fonte Q: il documento – essenzialmente una raccolta di parole e di discorsi di Gesù – ne traccia un ritratto originale e inedito, che ha tutti gli elementi per essere ritenuto molto antico.Tra le righe affiorano preziose informazioni non solo sul maestro di Galilea, ma anche sui primi discepoli di Gesù, sulla loro teologia ed ecclesiologia.
Destinatari
Religiosi e studenti che nel testo troveranno un ritratto originale e inedito di Gesù, che ha tutti gli elementi per essere ritenuto molto antico.
Gli autori
Nathalie Siffer è dottore in teologia, professore associato di Nuovo Testamento presso la facoltà di teologia cattolica dell’università di Strasburgo.
Denis Fricker è dottore in teologia, professore associato di Nuovo Testamento presso la facoltà di teologia cattolica dell’università di Strasburgo e già direttore dell’Istituto di pedagogia religiosa.