Jaak Panksepp e Ken Davis hanno arricchito le neuroscienze affettive con una nuova teoria della personalità, fondata sull'idea che sia stata l'evoluzione a edificare nel nostro cervello le emozioni. Sono queste "memorie ancestrali" a plasmare ciò che noi indichiamo come i diversi tipi di personalità. A livello generale siamo guidati da sei emozioni. Rabbia, paura, sensibilità alla rottura delle relazioni e al rifiuto sociale sono le emozioni primarie negative, mentre le tre emozioni positive sono descritte come anticipazione speranzosa, cura o accudimento e giocosità. Queste sei emozioni sono legate a punizioni o a ricompense e ci permettono di apprendere che cosa evitare e cosa cercare in futuro. Come ultimo progetto di vasto respiro di Jaak Panksepp prima della sua scomparsa, il libro si propone non solo come testimonianza del notevole impatto delle neuroscienze affettive, ma anche come testo di massimo interesse per tutto il campo del comportamento umano. Prefazione di Mark Solms. Prefazione all'edizione italiana di Massimo Ammaniti e Nino Dazzi.
Questa guida clinica raccoglie gli interventi basati su solide basi scientifiche rivelatisi efficaci nel promuovere un attaccamento sicuro. Il manuale si concentra sul lavoro con genitori, neonati e bambini vulnerabili, ma descrive anche interventi rivolti a ragazzi in età scolare, adolescenti a rischio e coppie, con particolare attenzione al coinvolgimento dei padri nelle cure genitoriali. Il trattamento del trauma è un tema comune a molti capitoli. Le strategie di intervento clinico includono programmi di home visiting, il lavoro sulla relazione genitore-bambino, terapie di gruppo e familiari. Gli autori descrivono come hanno sviluppato i rispettivi interventi e a quale popolazione clinica si rivolgono. In ogni capitolo vengono presentati le basi concettuali ed empiriche di ogni approccio, in che modo sono strutturate e condotte le sessioni, le procedure di valutazione, le particolari tecniche utilizzate e gli obiettivi del training.
Argomento centrale del libro è la comprensione del ruolo delle emozioni nella vita mentale, considerate come aspetti dell'operare di diversi sistemi motivazionali selezionati dall'evoluzione biologica. Il volume tratta la storia del concetto teorico di sistema motivazionale, la possibilità di studiare empiricamente quanti e quali siano i sistemi motivazionali dotati di una base evoluzionistica, e l'utilità clinica di concepire le emozioni come fasi operative di diversi sistemi motivazionali. Le applicazioni cliniche della teoria toccano temi trasversali a diverse scuole di psicoterapia: rapporti tra processi mentali coscienti e non coscienti nella genesi dell'esperienza emozionale, ruolo di emozioni e motivazioni nella relazionalità umana, spiegazione dell'aggressività distruttiva interumana, ruolo dei diversi sistemi motivazionali nelle risposte al trauma psicologico, implicazione di specifiche sequenze di emozioni nella genesi dei disturbi psicopatologici, modalità cliniche di analisi dei rapporti fra emozione e cognizione, centralità dell'empatia e dell'alleanza terapeutica. Il libro si propone quindi anche come contributo alla riflessione sull'integrazione fra psicoterapie.
Per effetto dei costanti progressi nell'ambito della clinica e della ricerca scientifica, il costrutto teorico di inconscio sta subendo oggi una riformulazione e, indubbiamente, una trasformazione. I processi inconsci non sono più ritenuti espressione della mente soltanto, bensì di mente, cervello e corpo. Attingendo alla teoria degli affetti, alle neuroscienze cognitive e a una ricca esperienza clinica, Efrat Ginot analizza la propensione del cervello-mente a percepire l'ambiente interno ed esterno sulla base di mappe inconsce preesistenti, e a mettere in atto in maniera automatica pattern profondamente radicati di emozioni, comportamenti e processi cognitivi, anche quando inappropriati o dannosi. Poiché l'interazione tra processi inconsci e consapevolezza riflessiva è al centro dei percorsi di cura proposti, particolare attenzione è rivolta agli approcci terapeutici tesi a utilizzare le nuove acquisizioni relative ai processi inconsci e alla loro interazione con quelli consci. Efrat Ginot, psicologa e psicoanalista, svolge attività di libera professionista a New York, dove insegna all'Institute for Contemporary Psychotherapy e collabora in qualità di supervisore con il Fifth Avenue Center for Counseling and Psychotherapy. Nelle sue pubblicazioni scientifiche ha integrato neuroscienze e psicoanalisi, e ha ricevuto nel 2002 il Gradiva Award della National Association for the Advancement of Psychoanalysis, assegnato ogni anno negli Stati Uniti alla saggistica psicologica.
Il volume fornisce esempi clinici e chiarimenti teorici sul modo di operare dei più importanti esponenti della prospettiva intersoggettiva. Questo modello propone una pratica clinica assai innovativa che si è rivelata essenziale nella terapia di molte patologie gravi. Alcuni concetti analitici fondamentali vengono trasformati o superati nella ricerca di un metodo sempre più vicino all’esperienza del paziente e alla realtà affettiva dell’incontro tra paziente e analista.
Il volume esamina le origini dell'attaccamento nella comunicazione faccia a faccia tra madre e bambino. Vengono descritte, in particolare, nuove forme di disturbo relazionale nella prima infanzia. Questi aspetti inconsapevoli della comunicazione forniscono al clinico prospettive inedite sulla prima infanzia e sulla comunicazione non verbale nel trattamento dei pazienti adulti. Basandosi su una microanalisi dettagliata delle interazioni filmate di diadi madre-bambino a quattro mesi, gli autori pervengono a una descrizione minuziosa del processo di formazione dell'attaccamento. La microanalisi secondo dopo secondo opera come una sorta di microscopio sociale, in grado di rilevare molto più di quanto sia visibile a occhio nudo. Il testo evidenzia come, accanto al contenuto linguistico, la dimensione corporea della comunicazione rappresenti una componente essenziale della capacità di comunicare e comprendere le emozioni. In particolare, le descrizioni delle comunicazioni corporee tra madre e bambino offrono utilissime analogie per i terapeuti che si occupano di pazienti adulti.
L'intersoggettività descrive le continue interazioni e gli scambi tipicamente umani che si sviluppano fin dai primi giorni di vita, in un processo che conduce alla capacità di comprendere la mente degli altri. Nel capitolo iniziale l'intersoggettività viene affrontata in un'ottica neurobiologica valorizzando il funzionamento cerebrale nel contesto dei comportamenti interattivi, con una particolare attenzione alla funzione dei neuroni specchio. Nei capitoli successivi si analizzano le dinamiche psicologiche materne e paterne che contribuiscono alla nascita della matrice intersoggettiva nel figlio. Queste dinamiche genitoriali vengono approfondite anche alla luce della cogenitorialità, ossia della capacità di entrambi i genitori di sostenersi reciprocamente nell'allevamento del figlio. Infine viene esplorato l'impatto dello stress genitoriale fin dalla gravidanza sullo sviluppo del bambino. Nelle conclusioni si delineano le implicazioni di queste importanti ricerche nella prevenzione e in campo clinico attraverso strategie di sostegno ai genitori e ai bambini in difficoltà.
Basandosi su materiale inedito tratto da interviste e documenti d'archivio, "John Bowlby. Dalla psicoanalisi all'etologia" racconta la vita e il percorso di ricerca del grande studioso, analizzando il processo di influenza reciproca fra la teoria dell'attaccamento e le scoperte in campo etologico, approfondendo in particolare il rapporto che legò Bowlby e l'etologo inglese Robert Hinde. Vengono inoltre documentati i numerosi scambi personali fra Bowlby e alcuni celebri colleghi (tra i quali lo psicoanalista James Robertson e l'esperto di psicologia animale Harry Harlow) e la collaborazione con Mary Ainsworth. Esplorando il significato di questi sodalizi, van der Horst getta luce sul graduale passaggio dalla psicoanalisi all'etologia, che avrà importanti ripercussioni non solo sul lavoro di Bowlby ma anche sull'intero campo della psicologia dello sviluppo.
È un libro che sta all’incrocio tra diverse discipline: psicoanalisi, filosofia e neuroscienze. Interesserà non solo agli psicoterapeuti, ma anche ai filosofi e altre figure professionali.
Gli studiosi più accreditati nell’ambito della teoria dell’attaccamento mostrano come l’uso dell’Adult Attachment Interview, in molteplici contesti clinici, possa arricchire il processo di valutazione e diagnosi, rafforzare l’alleanza terapeutica, facilitare l’individuazione degli obiettivi e la pianificazione del trattamento.
I capitoli sono elaborati a partire da diversi orientamenti teorici, compresa la prospettiva psicoanalitica e quella cognitivo-comportamentale, e vengono riportati chiari esempi di materiale clinico per illustrare le procedure e le tecniche terapeutiche.
I curatori
Howard Steele insegna Psicologia alla New School for Social Research di New York.
Miriam Steele insegna Psicologia clinica alla New School for Social Research di New York.
Prefazione all’edizione italiana
di Nino Dazzi
Il libro
Autori di primo piano, tra cui Peter Fonagy, Mary Target, Anthony Bateman, Glen Gabbard, Otto Kernberg, John Clarkin, Philip Bromberg, offrono al lettore una sintesi dettagliata delle più importanti e recenti teorie psicoanalitiche e ricerche sullo sviluppo.
Psicoanalisi, psicologia e psicopatologia dello sviluppo, psicologia cognitiva e neuroscienze sono prese in esame con l’obiettivo di estendere i confini del concetto di mentalizzazione. Tra i temi trattati, l’impatto del trauma sulla mentalizzazione e il rapporto tra mentalizzazione e attaccamento.
I curatori
Elliott L. Jurist dirige il dottorato in Psicologia clinica alla City University di New York.
Arietta Slade insegna Psicologia clinica al City College di New York.
Sharone Bergner insegna Psicologia clinica alla City University di New York.
Gli scritti di Mary Main raccolti in questo volume arricchiscono in modo determinante le nostre conoscenze sulle forme di attaccamento organizzato e disorganizzato nella prima infanzia e nell’età adulta.
I temi trattati includono le origini e gli sviluppi della teoria dell’attaccamento, l’interpretazione del comportamento evitante, il problema delle cause “ultime” dell’attaccamento. Tra le metodologie innovative introdotte dall’autrice e dal suo gruppo è di particolare rilievo l’Adult Attachment Interview, che si è imposta negli anni come strumento indispensabile nella ricerca e nella pratica clinica.
L'interazione tra terapeuta e paziente viene analizzata nella prospettiva di una teoria evoluzionistica delle motivazioni allo scambio interpersonale, che sostiene l'esistenza di almeno cinque sistemi motivazionali: attaccamento o richiesta di cura, accudimento o offerta di cura, formazione della coppia sessuale, competizione per il rango sociale, collaborazione fra pari. Nella seconda parte viene presentato il manuale AIMIT (Analisi degli Indicatori della Motivazione Interpersonale nei Trascritti), una guida per valutare il susseguirsi dei sistemi motivazionali all'interno di un dialogo clinico, che rende il volume uno strumento per la formazione dei futuri psicoterapeuti.
Sono raccolti nel volume gli scritti più significativi di Edward Tronick, considerato uno dei maggiori studiosi a livello internazionale nell’ambito della psicologia evolutiva. Vengono esaminate le prime fasi dello sviluppo socio-emotivo, attraverso l’introduzione di un paradigma sperimentale, quello del volto immobile della madre, che costituisce un punto di svolta per la psicologia dello sviluppo. L’autore introduce quindi il modello della mutua regolazione, un modello innovativo secondo il quale, nel rapporto con la madre, il bambino mostra precoci capacità di sintonizzazione emotiva.
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Nella relazione psicoanalitica l'"ispirazione" è una sorta di talento creativo che mobilita lo spirito di ricerca sia nel terapeuta sia nel paziente, sostenendo e motivando l'uno e l'altro per l'intera durata del trattamento. Lo spirito di ricerca permea il "mestiere" del terapeuta con la vitalità di un fine costante: acquisire l'abilità di operare in maniera incisiva aiutando i pazienti a interagire con efficacia. Il mestiere diviene in questo modo un'attività che sfiora l'arte e la creatività e allontana la tecnica da regole e rituali. Nei dieci capitoli che compongono il libro, Lichtenberg formula altrettante linee guida per le psicoterapie esplorative: strategie euristiche per negoziare dilemmi inerenti alla terapia come processo diadico in cui il terapeuta deve sentirsi emotivamente coinvolto nel trattamento ed essere percepito come tale dai pazienti. Diversi esempi clinici illustrano il senso del lavoro esplorativo proposto dall'autore.
Quando, e in che modo, i lattanti di pochi mesi iniziano a entrare in contatto con gli stati affettivi degli altri? Il volume affronta tali interrogativi alla luce delle ricerche più attuali nel panorama internazionale. La prima parte mette a confronto le principali teorie sulle prime forme di intersoggettività, la seconda illustra le origini dell'esperienza intersoggettiva dal periodo neonatale ai dodici mesi di vita, mostrando che questa prima compartecipazione emotiva costituisce la base per la condivisione di ogni altro stato mentale che si manifesta nella comunicazione del bambino con gli altri.
Il volume raccoglie i contributi originali dei principali studiosi italiani nel campo della ricerca in psicoterapia. La comunità di ricercatori italiani si dà un appuntamento unitario e dialoga con i principali modelli di ricerca internazionali. Gli argomenti trattati: aspetti generali della ricerca in psicoterapia, principali costrutti e strumenti di misurazione, modelli di intervento clinico, e una bibliografia di oltre 2000 voci fanno di questo volume un testo completo e aggiornato sull'argomento e lo candidano a essere un riferimento per clinici e ricercatori.
Vengono presentati in questo volume i saggi, pubblicati da Mary Ainsworth dal 1962 al 1991, che hanno rivoluzionato il modo in cui gli psicologi concepiscono l'attaccamento del bambino ai suoi caregiver e le relazioni affettive profonde caratteristiche di ogni età. Come filo conduttore emerge la classificazione dei modelli di attaccamento del bambino in base alle risposte mostrate a casa e nella "Strange Situation", una procedura sperimentale oggi diffusamente utilizzata nella valutazione dell'attaccamento.
Gli autori sostengono l'importanza dell'attaccamento e dell'affettività nello sviluppo della coscienza, proponendo modelli di intervento psicoanalitico che consentono la graduale acquisizione dell'abilità di mentalizzazione anche in pazienti con una storia di abusi e trascuratezze ambientali. Il primo tentativo davvero convincente di mostrare come le ricerche sull'attaccamento possono effettivamente influenzare il modo in cui vengono trattati i pazienti.
Anche se noi siamo vivi e coscienti solo "qui e ora", il momento presente nell'esperienza quotidiana è stato poco studiato. In questo libro l'autore focalizza l'attenzione su quei momenti di esperienza intensa e immediata che durano qualche secondo ma rivelano verità fondamentali sulla psiche. Ponendo il momento presente al centro della psicoterapia, l'autore modifica la nostra concezione del cambiamento terapeutico, evidenziando come il rapporto con gli altri nel presente possa riscrivere il nostro passato e definire il nostro futuro.
Frutto della collaborazione dei due autori per più di trent'anni, questo libro è uno dei contributi più validi e originali apparsi in ambito psicoanalitico negli ultimi dieci anni. Applicando le affascinanti scoperte delle osservazioni sulla coppia madre-bambino al trattamento dei pazienti adulti, Beebe e Lachmann aprono nuove strade per comprendere la miriade di comunicazioni fra paziente e analista che rappresentano il nucleo del processo analitico.
Il libro raccoglie gli scritti di Daniel Stern dagli anni '70 a oggi, disegna il percorso di ricerca e gli sviluppi clinici di questo studioso americano, figura innovativa nel panorama psicoanalitico. I primi scritti sulle interazioni precoci madre-bambino aprono nuove prospettive di studio non solo nel campo dei modelli dello sviluppo infantile ma nella stessa teoria del funzionamento psichico. La fertilità di questo approccio si rivela anche decisiva per rileggere le stesse esperienze cliniche e in particolare la psicoterapia madre-bambino, come risulta negli scritti degli ultimi anni. Dall'intersezione fra gli studi infantili e il lavoro clinico si viene a delineare questo nuovo campo di esplorazione.
L'autore delinea un nuovo modello di terapia familiare che consente alle famiglie di sentirsi così sicure da accettare il rischio di nuove modalità di relazione invece di ripetere rigidamente i vecchi copioni. I copioni familiari possono creare schemi ripetitivi all'interno della famiglia e tenere in vita comportamenti problematici. L'obiettivo della terapia familiare è quello di aiutare la famiglia ad affrontare gli scenari delle soluzioni tentate in passato per poterli cambiare.
Gli autori mettono in evidenza che si possono curare le relazioni con le relazioni nell'idea che il rapporto di coppia sia uno dei potenti organizzatori (o disorganizzatori) degli affetti nella vita delle persone e delle funzioni legate alla genitorialità. L'ambito è quello della psicoanalisi con particolare riferimento sia alle più recenti teorie sulle relazioni oggettuali, sia alla teoria degli "affetti" che rappresenta un ponte tra psicoanalisi e psicopatologia dello sviluppo.