A cinquant'anni dal Vaticano II, Papa Francesco ha messo in campo la categoria di «crisi dell'impegno comunitario» per leggere lo stato dell'arte della vita della chiesa di oggi. Per comprendere in maniera adeguata questo giudizio è necessario rileggere il lungo e accidentato percorso del rapporto della chiesa con il mondo: i termini con i quali, ancora oggi, si è soliti affrontarlo, proprio perché "moderni" nella loro genesi, non sono più attuali e utili. Occorre prendere sul serio l'invito a riconoscere e accettare senza riserve l'attuale «cambiamento d'epoca»: qui sembra aprirsi la strada per procedere a superare il divorzio tra la Chiesa e la storia, una tra le finalità al cuore del Vaticano II, ancora in attesa di essere pienamente recepito.
Questo volume intende offrire al lettore uno strumento di conoscenza dell'evoluzione dei contenuti e dei metodi delle discipline canonistiche ed ecclesiasticistiche nell'ambito degli studi accademici italiani. Il libro nasce da alcune importanti relazioni presentate a un convegno dell'Associazione dei docenti delle discipline ecclesiasticistiche, canonistiche e confessionali nelle Università italiane (Adec) sotto il titolo "Gl'insegnamenti del diritto canonico ed ecclesiastico a centocinquant'anni dall'Unità". Partendo da quegli spunti e da quelle riflessioni, altri studiosi hanno contribuito ad arricchire il dibattito e a dar forma all'opera, che si completa con saggi di grande interesse con i quali alcuni maestri, negli anni intorno all'Unità d'Italia, avevano preso posizione sui contenuti e sulle reciproche relazioni tra i due insegnamenti dell'antico diritto canonico e del nuovo diritto ecclesiastico. Ne risulta una corposa e articolata ricostruzione, dove non mancano letture originali e dati storici inediti, anche di provenienza archivistica.
Il più recente sviluppo del lungo processo d'integrazione europea è segnato dall'entrata in vigore (2009) del Trattato di Lisbona, sottoscritto il 13 dicembre 2007, che si ispira "alle eredità culturali, religiose e umanistiche" del continente. Questo volume si propone di illustrare i profili più significativi e innovativi del Trattato costituzionale, gli impegni che ne derivano e le relative conseguenze di carattere normativo e istituzionale. A tal fine dedica specifica attenzione all'adozione dei principi di "attribuzione, sussidiarietà e proporzionalità" per la delimitazione dell'esercizio delle competenze dell'Unione, all'adesione di quest'ultima alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, al suclmpegno a rispettare e a non pregiudicare "lo status di cui le chiese e le associazioni o comunità religiose godono negli Stati membri in virtù del diritto nazionale", nonché a mantenere con le stesse "un dialogo aperto, trasparente e regolare" su materie ancora da definire. I vari contributi raccolti (Feliciani, Mirabelli, Margiotta Broglio, Mazurkiewicz, Puza, Da Cunha, Long, Giordano, Cartabia, Rivella, Perrone, Corti, Miccinesi, Marano, Cardia, Frigo) consentono una valutazione complessiva e critica del processo di integrazione in corso e delle sue prospettive in un'Europa sempre più composita sotto il profilo etnico, culturale e religioso e quindi impegnata nella difficile ricerca di una specifica identità.
Il 1970 segna, con l'introduzione del divorzio (confermata nel 1974 dal voto referendario), una netta cesura con la tradizione confessionista che aveva dominato i primi venticinque anni della Repubblica. Cesura ribadita ed ampliata dalle leggi sull'aborto (1978) e sul cambiamento di sesso (1982). Nel 1984, con l'Accordo di modificazioni al Concordato del 1929, sarà formalizzata l'abrogazione costituzionale del principio della religione di Stato. È così aperta la strada alla ricostruzione, senza ambiguità, dei profili di libertà, pluralismo e laicità della forma di Stato che i Costituenti avevano delineato, pur con alcune contraddizioni, nella legge fondamentale della Repubblica. Solo nel 1971, però, la Corte costituzionale ammette che il richiamo ai Patti Lateranensi (art. 7 della Costituzione del 1948) "non può avere forza di negare i principi supremi dell'ordinamento costituzionale dello Stato". E solo nel 1989 desume dalla Costituzione "il principio supremo della laicità dello Stato" che garantisce la "salvaguardia della libertà di religione in regime di pluralismo confessionale e culturale". Questo volume, partendo dalla "geografia" della laicità delineata da Arturo Carlo Jemolo nel 1960, raccoglie una serie di contributi ormai classici (Jemolo, Missiroli, Lombardi, Pedrazzi); la ricostruzione della politica antidivorzista della CEI (Nannini); l'analisi puntuale del voto referendario del 1974 (Parisi) e una serie di interventi di "specialisti" sulla stampa quotidiana...
Nella prospettiva di una, ormai ineludibile, "sistemazione" europea degli status nazionali delle confessioni religiose e delle organizzazioni filosofiche e non confessionali - che il recente Trattato di Lisbona ha preso per la prima volta in diretta considerazione - questo volume fornisce una bussola sicura per orientarsi nei molti e complessi problemi del diritto ecclesiastico in Europa. Problemi che vengono affrontati, però, non nella tradizionale dimensione dei rapporti Stato-confessioni religiose, ma ricostruiti intorno al nucleo centrale delle libertà di religione e credenza garantite sia dai documenti costituzionali degli Stati membri, sia dalla normativa di derivazione internazionale e, ora, comunitaria. Problemi che hanno anche trovato una prestigiosa sede scientifica per la loro disamina (il Consorzio europeo di ricerca sui rapporti Stato-Chiese, fondato all'Università di Milano e attivo dal 1989) ed una ormai ventennale esperienza dottorale europea (il programma Gratianus, con sede nella Facoltà Jean Monnet di Parigi). Il volume prende in considerazione specifica alcuni paesi (la Spagna e gli altri Stati a maggioranza cattolica), valuta la pertinenza del concetto di "culto riconosciuto", approfondisce la condizione delle minoranze religiose, i sistemi concordatari, la disciplina interna ed europea della libertà di religione, la tolleranza e i sentimenti religiosi. I diversi aspetti esaminati costituiscono, nel loro insieme, una base omogenea e organica per comprendere le profonde trasformazioni istituzionali in corso nella geopolitica europea delle religioni e convinzioni.
Indice: Avvertenza, di F. Margiotta Broglio. - Premessa. - Tolleranza e libertà religiosa nell'Europa continentale. - Spagna: transizione politica, integrazione europea e libertà religiosa. - Stato e Chiesa nei Paesi cattolici. - Unione europea, religione e individuo. - Leggi sulla libertà religiosa nell'Europa occidentale: l'esperienza iberica. - La pertinenza del concetto di culto riconosciuto nei sistemi di rapporti Stato-religione nell'Unione europea. - I concordati dell'Europa meridionale. - La condizione giuridica delle minoranze religiose in Europa. - E' possibile una disciplina comune della libertà religiosa nei Paesi comunitari? - Confessioni religiose e Comunità europea: un primo approccio. - Concordati nell'Unione europea: reliquia del passato o strumento valido per il XXI secolo? - Concordati e accordi con la Chiesa cattolica nell'Unione europea. - La protezione della libertà religiosa nell'Unione europea. - Sentimenti religiosi in Europa.
Iván C. Ibán è titolare della cattedra di Diritto ecclesiastico alla Facoltà di Diritto dell'Università Complutense di Madrid. E' membro del Consorzio europeo di ricerca sui rapporti Stato-Chiese e insegna al Corso di dottorato Gratianus di Parigi. Autore di numerosi studi su molti aspetti delle discipline ecclesiasticistiche (alcuni su autori classici italiani come F. Scaduto), è una delle figure di punta della scienza spagnola di diritto delle religioni. Con il Mulino ha pubblicato "Diritto e religione in Europa occidentale" (con S. Ferrari, 1997).
Questo libro rappresenta una significativa novità nel panorama degli Maurizio Gattoni studi sulla Storia della Chiesa e, in particolare, sui Pontificati di Sisto IV e di Innocenzo VIII, la cui politica estera è stata sinora poco meditata dalla storiografia; grazie ad una vasta documentazione archivistica ed una aggiornata bibliografia, l’autore riesce a coniugare la comparazione delle fonti con una nuova interpretazione dell’azione di Sisto IV, l’iniziatore della fase matura del Rinascimento per lo Stato Pontificio.
La cronaca avvincente delle battaglie e delle congiure è corredata dalle schede biografiche dei protagonisti e dalla descrizione delle magistrature; di notevole interesse l’analisi delle bolle pontificie dirette contro Lorenzo de’ Medici e delle fonti dottrinali cui si ispirarono. La disamina dell’evoluzione della politica estera si accompagna così allo studio delle complesse vicende istituzionali dei singoli Stati italiani.
Passioni civili, lussi cortigiani e intrepidi condottieri: la miglior Storia, il Rinascimento, rivive in questo appassionante volume.
Maurizio Gattoni (Genova, 1971) ha conseguito la laurea in Storia degli Antichi Stati Italiani presso l’Università degli Studi di Siena nel 1994. Due anni dopo ha iniziato l’attività di ricerca e collaborazione presso l’Archivio Segreto Vaticano da cui sono nati i volumi: Pandolfo Petrucci e la Repubblica di Siena (1487-1512), Siena 1997, Leone X e la geopolitica dello Stato Pontificio (1513-1521), Collectanea Archivi Vaticani, 47, 2000, Clemente VII e la geopolitica dello Stato Pontificio (1523-1534), Collectanea Archivi Vaticani, 49, 2002.
Con Studium ha pubblicato nel 2006 il volume Pio V e la politica iberica dello Stato Pontificio (1566-1572), 2006 e, nel 2007, il volume Gregorio XIII e la politica iberica dello Stato Pontificio (1572-1585), entrambi frutto degli studi svolti presso la Torre do Tombo di Lisbona e l’Archivo General de Simancas. È inoltre autore de La Titanomachia. L’età dei Nove e dei Petrucci a Siena e le guerre d’Italia (1477-1524), Siena 2010 e Palio e Contrade nel Rinascimento. I cavalli dei Gonzaga, Marchesi di Mantova al Palio di Siena, Siena 2010.
Il biennio 1946-1948, uno dei più densi e decisivi nella storia dell’Italia contemporanea, delinea e accentua, come emerge anche da una sempre più ricca fioritura di studi di ambito regionale, la specificità e le anomalie del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. Questa ricerca, attenta ai profili nazionali e meridionali degli eventi e dei problemi del periodo, sostenuta da un’ampia documentazione in gran parte inedita, ricompone e interpreta una pagina importante della recente storia del Molise, ricostruendo in particolare il ruolo svolto dalle forze cattoliche e dalla Democrazia Cristiana e rintracciando le radici della loro lunga egemonia politica.
L'islam ha cambiato la geografia religiosa dell'Europa occidentale. Tuttavia, benché irreversibile, l'integrazione delle comunità musulmane nel "Vecchio continente" conosce tutte le difficoltà e le contraddizioni tipiche dei grandi processi sociali, che coinvolgono nel profondo sia le pubbliche istituzioni sia i vissuti quotidiani dei singoli. Di qui la tensione tra "antichi" e "nuovi" costumi; fra la "tradizione delle radici" e le sfide del presente cui essa è confrontata. Ma qual è, oggi, il volto dell'islam europeo ed italiano? Quale la situazione dell'islam nella scuola; delle moschee; degli imam? A che punto si trova la prospettiva di un'intesa con lo Stato? Quali sono le esperienze europee che potrebbero rivelarsi più utili nell'affrontare queste ed altre questioni, a cominciare da quelle poste dalle famiglie musulmane? Con un approccio interdisciplinare, i saggi raccolti in questo volume intendono fare il punto della situazione e offrire alcune indicazioni operative per il futuro.
Indice: Nota introduttiva, di A. Ferrari. - PARTE PRIMA: LA SITUAZIONE. L'"islam europeo" e i suoi volti, di F. Dassetto. - Islam italiano e società nazionale, di S. Allievi. - Le questioni normative, di S. Ferrari. - PARTE SECONDA: FAMIGLIA E MATRIMONIO. Famiglie musulmane in Italia. Dinamiche sociali e questioni giuridiche, di L. Mancini. - Il matrimonio: conflitti di leggi o di culture?, di G. Conetti. - A proposito del matrimonio islamico in Italia, di A. Albisetti. - Diritto matrimoniale inglese e legge musulmana, di W. Menski. - PARTE TERZA: LA SCUOLA. Studenti musulmani e prospettive dell'educazione interculturale, di M. Santerini. - La scuola italiana di fronte al paradigma musulmano, di A. Ferrari. - L'islam nel sistema scolastico inglese, di B. Gates. - PARTE QUARTA: IMAM E MOSCHEE. Quali imam per quale islam?, di P. Branca. - Moschee e formazione degli imam in Francia, di B. Basdevant Gaudemet. - Moschee e formazione degli imam in Austria, di W. Wieshaider. - PARTE QUINTA: VERSO UN'INTESA TRA STATO ITALIANO E ISLAM? L'ente di culto e gli statuti nell'islam, di N. Colaianni. - La rappresentanza e l'intesa, di G. Casuscelli. - PARTE SESTA: REALTÀ E PROSPETTIVE. Tariq Ramadan. - Maurice Borrmans. - Francesco Margiotta Broglio.
Alessandro Ferrari insegna Diritto canonico e Diritto ecclesiastico nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università dell'Insubria. Tra le sue pubblicazioni, "Libertà scolastiche e laicità dello Stato in Italia e Francia" (Giappichelli, 2002) e, con R. Aluffi Beck-Peccoz e A.M. Rabello, "Il matrimonio. Diritto ebraico, canonico e islamico: un commento alle fonti" (Giappichelli, 2006). Per il Mulino ha curato, con E. Dieni e V. Pacillo, "Symbolon/Diabolon. Simboli, religioni, diritti nell'Europa multiculturale" (2005).S
Questo volume rappresenta una importante novità per la comprensione della storia dello Stato Pontificio nel Cinquecento. Forte di una rigorosa analisi delle fonti archivistiche, il libro coniuga la serietà della ricerca, sostanziata dalla comparazione dei documenti italiani ed europei attinti dai principali archivi, con una nuova visione interpretativa della filosofia politica dei protagonisti e, particolarmente, di Gregorio XIII, nonché dei re di Portogallo e di Spagna. Uno dei pregi del volume, pertanto, consiste nella capacità di far rivivere i protagonisti sia nel loro "titanismo" sia nei disegni geo-politici, agevolando il lettore in questo percorso, anche attraverso l'impianto delle note, impreziosite dalle biografie dei personaggi e dalla descrizione delle magistrature che hanno interagito nel periodo preso in esame. Utile ed innovativa la trattazione di un Pontefice così poco studiato quale Gregorio XIII e di un Regno, egualmente, poco frequentato sul piano storiografico quale il Portogallo.
I simboli, come spiega l'etimologia (syn-ballein = "mettere insieme"), uniscono coloro che in essi si riconoscono. Al contempo, però, gli individui uniti da certi simboli si separano da chiunque non riconosca in quei simboli la propria identità (ciò che è simbolico può essere allora anche diabolico: dia-ballein "separare"). Simili dinamiche sono ben visibili in alcune note vicende legislative e giudiziarie che mettono alla prova nelle società occidentali l'idea di laicità, come quelle che concernono il crocifisso e il velo islamico negli spazi pubblici. I saggi raccolti in questo volume intendono offrire un contributo al dibattito su tali argomenti.
La questione di Gerusalemme origina in gran parte dalla mancata applicazione della risoluzione 181 dell'ONU (1947), che costituiva la città e i suoi Luoghi Santi in un corpus separatum sotto amministrazione internazionale. L'inestricabile legame tra gli aspetti religiosi e politici che la caratterizzano e la difficile situazione della regione rendono assai ardua la sua soluzione attraverso i tradizionali meccanismi del diritto internazionale. Non è certo un caso se, quando a metà del 2000 israeliani e palestinesi si sono riuniti a Camp David per cercare di comporre il loro secolare conflitto, siano state soprattutto le complesse problematiche di Gerusalemme a determinare il fallimento dei negoziati.
Questo volume è un primo tentativo di descrivere in modo completo i rapporti fra Stato e Chiesa nei paesi post-comunisti dell'Europa centrale e orientale. I contributi sono strutturati secondo uno schema parallelo che mette in luce analogie e differenze dei diversi sistemi giuridici e che evidenzia immediatamente le caratteristiche delle relazioni tra Stati e confessioni religiose. Dopo una breve introduzione storica e sociologica, per ogni paese si procede analizzando i criteri di registrazione delle organizzazioni religiose, le modalità di finanziamento delle chiese, l'educazione nelle scuole pubbliche e via dicendo.
Frutto di un vasto lavoro di ricerca condotto nelle sedi archivistiche, questo libro ricostruisce, in forma originale e completa, lo scontro fra la Chiesa cattolica e la Prussia nella seconda metà dell'Ottocento, che ha profondamente regnato i rapporti fra la Santa Sede e la nazione germanica anche nei decenni successivi. Il testo presenta una impostazione nuova sul piano cronologico. Il Kulturkampf (la "Battaglia culturale") è visto non solo nella tradizionale chiave culturale-ideologica del conflitto tra Stato e Chiesa in Prussia negli anni Settanta-Ottanta dall'Ottocento, ma è posto in relazione anche con il periodo precedente. L'autore opera una narrazione degli eventi secondo una visione politico-diplomatica; ma offre al tempo stesso un quadro articolato e completo dei rapporti tra Santa Sede, episcopato e movimento cattolico in Prussia. Il testo ricostruisce dunque la complessa realtà del cattolicesimo in Germania in anni cruciali e rappresenta un contributo importante nella serie di interventi che figurano nella collana "Religione e società". In essa compaiono infatti studi originali, che ricostruiscono la storia dei rapporti fra la Santa Sede e significative aree politiche e culturali: la Cina, la Terra Santa, la Francia, l'Inghilterra, le Chiese Orientali, le missioni e le colonie in Africa, negli anni del colonialismo e nel successivo periodo della decolonizzazione.
All'inizio del Novecento, Austria, Francia e Spagna avevano ancora la facoltà di esercitare il diritto di veto in occasione dell'elezione del pontefice. Durante il conclave del 1903, al termine del lungo pontificato di Leone XIII, il veto dell'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe impedisce l'elezione del cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato del defunto pontefice. Alla luce di importanti documenti inediti, questo volume, di grande interesse, ricostruisce la vicenda di quest'ultimo veto del potere politico nell'elezione dei papi (ingerenza che si manifestava in precedenza anche in occasione di nomine di cardinali a posti di responsabilità nel governo della Chiesa) fino alla sua definitiva abolizione nel 1904, con una riforma del conclave che rimane in vigore ancora oggi.
Gli archivi d'interesse storico e le biblioteche appartenenti ad enti e istituzioni religiose costituiscono, per consistenza e interesse, parte considerevole del patrimonio culturale nazionale. L'accordo concordatario del 1984 per favorire ed agevolare la loro conservazione e consultazione ha previsto la stipulazione di un'apposita intesa che è stata sottoscritta nel maggio del 2000 dal Ministero per i beni e le attività culturali e dalla Conferenza Episcopale Italiana. Con essa si rafforza l'impegno di collaborazione tra Stato e Chiesa Cattolica già operante in molti settori ed in particolare in quello dei beni di interesse storico e artistico.
Sulla base di circa 2000 visite pastorali e 44 sinodi diocesani, svolti tra Sei-Settecento nella diocesi di Benevento (allora la più grande d'Italia) dall'arcivescovo Vincenzo M. Orsini, poi Papa Benedetto XIII, il volume, di taglio storico-antropologico, esplora il dinamico e ondivago rapporto tra culto e cultura, antropologicamente intesa; tra istituzioni ecclesiastiche e società civile; riti e tradizioni attinenti al sacro e quotidianità della vita, esperiti in una comunità del Sud. Ne risulta una intensa pagina di storia della mentalità e di storia religiosa.