Il libro colloca Fratelli tutti nella scia della dichiarazione di Abu Dhabi. Smontare le ragioni del conflitto con il terrorismo e l'Islamic State, evitando la strumentalizzazione della religione a fini politico-militari, significa ripartire dal principio di distinzione o laicità e dal valore della libertà. Due dinamiche implicite nel concetto di fratellanza, che non possono articolarsi in un dialogo fruttuoso, in particolare nel variegato mondo islamico contemporaneo, se si rimane soltanto sul piano della discussione teorica e su quello dei principi. Servono testimoni, e il Papa e il Grande Imam lo sono.
Nel nostro mondo tutto sembra a portata di mano e, insieme, complesso e intricato, al punto che ciascuno sperimenta la propria incapacità di stare al passo con l'incalzare delle trasformazioni scientifiche, tecnologiche, economico-finanziarie, culturali e sociali. Si finisce così, quasi inevitabilmente, col rimpiangere un mondo più semplice e interpretabile. Questa sensazione collettiva di complessità suscita un generale desiderio di ordine di stampo fondamentalista che, come un virus, attacca le culture e le religioni, davanti al quale le scienze umane sono tenute a interrogarsi, nel tentativo di delineare nuovi orizzonti, capaci di dare ossigeno al pensiero.
Il volume presenta in modo organico attraverso un contributo a più voci, la vita, la teologia e la spiritualità del monaco benedettino Henri Le Saux, che, arrivato missionario in India nel 1948, ha prima fondato l'ashram cristiano di Shantivanam e poi condiviso la vita dei sannayasin indù fino a vivere esperienze mistiche profondissime che rappresentano una pietra miliare del dialogo intrareligioso con l'induismo.
Paura dell’Islam propone un’articolata riflessione sulla natura più profonda di quella religione in rapporto alle altre fedi monoteistiche e sulle strumentalizzazioni che le organizzazioni terroristiche cercano di farne. Il testo analizza da una parte la strategia con la quale l’odio per l’Occidente cerca di darsi una dignità ideologica, dall’altra i nostri pregiudizi che ci portano a vedere in ogni musulmano un potenziale terrorista, per approdare all’esigenza del dialogo interreligioso, culturale e politico.
Informazioni sull'autore
Roberto Rapaccini è stato funzionario del Ministero dell’Interno occupandosi prevalentemente di problematiche comunitarie. Dal 2000 al 2002 ha lavorato a Bruxelles presso la Commissione Europea come esperto nazionale distaccato per gli aspetti della cooperazione di polizia relativi alla lotta al terrorismo e al traffico illecito di armi e per le questioni inerenti alla sicurezza e all’ordine pubblico.
Il libro ripercorre la storia della nonviolenza attraverso un'ampia presentazione dei contesti religiosi e culturali nei quali essa e nata e dei quali si e nutrita, dai primordi fino a Gandhi.
Storia, teologia e mistica concorrono a comporre la visione panoramica che questo volume presenta dell'Islam.
Un comitato di ricerca di teologi musulmani e cristiani, lungo un percorso di studio di alcuni anni, ha sintetizzato in questo libro il confronto tra i testi sacri delle due maggiori religioni monoteistiche.