È la vigilia di Natale e Blythe è seduta in macchina a spiare la nuova vita di suo marito. Attraverso la finestra di una casa estranea osserva la scena di una famiglia perfetta, le candele accese, i gesti premurosi. E poi c'è Violet, la sua enigmatica figlia, che dall'altra parte del vetro, a sua volta, la sta fissando immobile. Negli anni, Blythe si era chiesta se fosse stata la sua stessa infanzia fatta di vuoti e solitudini a impedirle di essere una buona madre, o se invece qualcosa di incomprensibile e guasto si nascondesse dietro le durezze e lo sguardo ribelle di Violet. Quando ne parlava con Fox, il marito, lui tagliava corto, tutto era come doveva essere, diceva. Era cominciata così, o forse era cominciata molto prima, quando era stata lei la bambina di casa. Blythe ora è pronta a raccontare la sua parte di verità, e la sua voce ci guida dentro una storia in cui il rapporto tra una madre e una figlia precipita in una voragine di emozioni, a volte inevitabili, altre persino selvagge. Un tour de force che pagina dopo pagina stilla tutto quel che c'è da sapere quando una famiglia, per preservare la sacralità della forma, tace. Viscerale, onesto fino alla brutalità, "La spinta" è un viaggio ipnotico e necessario nella psiche di una donna a cui nessuno è disposto a credere.
Se le chiedessero di indicare il punto preciso in cui è cominciata la loro amicizia, Elisa non saprebbe rispondere. È stata la notte in cui Beatrice è comparsa sulla spiaggia - improvvisa, come una stella cadente - con gli occhi verde smeraldo che scintillavano nel buio? O è stato dopo, quando hanno rubato un paio di jeans in una boutique elegante e sono scappate sfrecciando sui motorini? La fine, quella è certa: sono passati tredici anni, ma il ricordo le fa ancora male. Perché adesso tutti credono di conoscerla, Beatrice: sanno cosa indossa, cosa mangia, dove va in vacanza. La ammirano, la invidiano, la odiano, la adorano. Ma nessuno indovina il segreto che si nasconde dietro il suo sorriso sempre uguale, nessuno immagina un tempo in cui "la Rossetti" era soltanto Bea - la sua migliore amica.
In una Roma senza padrone, due giovani cuori imparano ad amarsi. Luca Di Fulvio racconta il momento irripetibile della nascita di una nazione. Stato Pontificio, 1870. L'orfano Pietro è fuggito da Novara insieme alla Contessa, una donna dagli occhi color ametista e dall'eleganza innata. Marta è cresciuta viaggiando insieme ai circensi: quando era bambina, il vecchio cavallaro Melo l'ha accolta sul suo carro insieme a giocolieri, acrobati e trapezisti. I loro destini si incrociano per caso, come i loro sguardi. Quando arrivano a Roma, restano entrambi a bocca aperta: nessun posto è così bello e corrotto insieme, così marcio e così incantevole. Eppure, a meno di un decennio dall'unificazione del Regno d'Italia, la Città Eterna è una polveriera. "Roma libera" è il motto segreto che passa di bocca in bocca tra botteghe e palazzi, tra gli straccioni dei vicoli e tra i giovani aristocratici del Caffè Perilli: "Siamo tutti fratelli, tutti carne italiana". Ma cosa significa davvero essere italiani? Cosa significa essere fratelli per due come loro, che non hanno mai avuto una casa e una famiglia? Mentre la tensione sale e le truppe del Papa sorvegliano le strade vicino a Porta Pia, Marta e Pietro dovranno farsi coraggio e decidere da che parte stare, prima che là fuori cominci la battaglia.
Vita Marlowe, dodici anni, inglese, è appena sbarcata a New York con sua madre e ha già una missione. Il nonno, amatissimo, è stato vittima di un raggiro, e ha perso tutto: i gioielli, i ricordi, il castello sulla riva dello Hudson. Vita, debole di gambe ma eccezionale nella mira, è determinata a restituirgli ogni cosa e studia un piano contro un noto e pericoloso truffatore legato alla mafia. Da sola, però, sa di non poterlo sconfiggere. Ha bisogno di alleati. E chi meglio di una giovane borseggiatrice e di due ragazzi del circo che si esibisce alla Carnegie Hall? Un'avventura a rotta di collo per le strade di New York, nei ruggenti Anni Venti. Età di lettura: da 10 anni.
È l'ultima missione nello spazio per la scienziata Kira Navárez. Semplici rilievi di routine su un pianeta non ancora colonizzato. Il sogno di un futuro d'amore con Alan sta per realizzarsi. Ma il giorno della partenza accade qualcosa di inatteso. Qualcosa di terribile. Spinta dalla curiosità, Kira si imbatte in un reperto alieno. Il terrore la invade quando il pulviscolo intorno a lei comincia a muoversi. Una guerra universale è alle porte, e Kira è trascinata nelle profondità della galassia in un'odissea di scoperte e trasformazioni. Lei ha dalla sua compagni formidabili e un coraggio immenso. Ma soltanto fidandosi davvero di se stessa potrà affrontare il destino a cui è chiamata e combattere per i propri simili.
Il racconto è un'attività identitaria del genere umano, tanto antica quanto irrinunciabile per una specie, la nostra, che si fonda sulla comunità. Le storie ci uniscono, mentre tutto ciò che rimane non detto, nascosto dal silenzio, produce distanza, isolamento. È questa la riflessione da cui muove Elif Shafak per proporre una lettura del tempo in cui viviamo. Il nostro mondo diviso, tartassato dal fiorire dei populismi, ferito da un'imprevista e violentissima crisi sanitaria, può trovare slancio, e un rinnovato ottimismo, dall'ascolto dell'altro. L'intero sistema mondiale è rotto e attraversiamo una fase storica unica, che spinge verso un cambiamento radicale. A cosa guardare, adesso, per dare forma a un nuovo presente? Elif Shafak, cittadina del mondo per antonomasia, stretta con il cuore alla sua Istanbul, dove però non le è permesso tornare, trova una risposta nel potere dello scambio con gli altri. In una comunicazione che non rifugga la complessità, una conoscenza che sia antitesi dell'informazione. Per arrivare infine a un racconto comune, un nuovo spazio di civiltà, in cui identificarsi.
Due più due fa quattro. La matematica non è un'opinione. E se non ci sei portato, meglio lasciar perdere, non hai speranze. Le donne, poi, con i numeri sono proprio negate... Quante volte ci siamo sentiti ripetere queste verità dal sapore assoluto, senza pensare che forse assolute non lo sono nemmeno un po'? Spesso quello in cui crediamo affonda le radici nel pregiudizio. E la matematica è il contrario del pregiudizio: è fatta per i curiosi, e quindi per tutti noi. Perché un teorema o una formula mettono in gioco la nostra fantasia e la nostra creatività non meno di un'opera d'arte, e ci consentono di interpretare il mondo con occhi più acuti e mente più aperta. Insomma, capire la matematica è questione d'immaginazione, e di provare a superare la visione comune. A smantellare uno per uno gli stereotipi che circondano la scienza di Pitagora e Einstein - e che molti di noi si portano dietro dai banchi di scuola - ci pensa Lorella Carimali, che ha dedicato la sua vita all'insegnamento della matematica, e che con questo libro, che è anche un'appassionata lettera d'amore per la scuola e il suo ruolo educativo, ci insegna ad avere fiducia nelle nostre potenzialità e a dare una chance ai numeri, alleati preziosi per affrontare le sfide della vita.
Amsterdam, 1892. All'orfanotrofio del Piccolo Tulipano arrivano cinque neonati abbandonati nelle maniere più diverse, chi in una cesta a forma di bara, chi dentro un secchio per il carbone. Tutti modi comunque inaccettabili per la direttrice, l'arcigna e puntigliosa signora Gassbeek. Milou, Dita, Oval, Finny e Sem diventano presto gli "inadottabili", casi disperati di cui la direttrice non riesce a liberarsi. Loro, però, sono uniti come fratelli e hanno trovato nell'amicizia la forza di resistere. Una speranza sembra profilarsi quando i ragazzi compiono dodici anni e un commerciante di zucchero, un certo signor Rotman, propone di prenderli con sé. Indossa abiti eleganti, ma ha baffi che fremono e un sorriso sbagliato. Per i cinque amici è l'inizio di un'avventura che richiederà tanto ingegno quanto coraggio. In un paese incantevole, tra i canali di Amsterdam e i mulini a vento del vasto polder, la loro fuga sarà costellata di atmosfere da brividi, messaggi segreti e colpi di scena. Età di lettura: da 10 anni.
Sicilia, 1743. Il loro legame viene da lontano, e ha radici profonde. È nato quando, ancora bambine, Agata e Annuzza hanno imparato l'arte tutta femminile del ricamo sotto lo sguardo severo di suor Mendola; è cresciuto nutrendosi delle avventure del Cid e Ximena, lette insieme in giardino, ad alta voce, in bocca il sapore dolce di una gremolata alla fragola; ha resistito alle capriole del destino, che hanno fatto di Agata la sposa di Girolamo e di Annuzza una giovane donna ancora libera dalle soggezioni e dalle gioie del matrimonio. Ora, mentre un'epidemia di peste sta decimando la popolazione di Messina, le due amiche coltivano a distanza il loro rapporto in punta di penna, perché la paura del contagio le ha allontanate dalla città ma non ha spento la voglia di far parte l'una della vita dell'altra. E anche se è lo stesso uomo ad accendere i loro desideri, e il cuore scalpita per imporre le proprie ragioni, Agata e Annuzza sapranno difendere dalla gelosia e dalle convenzioni del mondo la loro amicizia, che racconta meglio di qualunque altro sentimento le donne che hanno scelto di essere.
"All'ultima ora hanno fatto cose che vanno dalla palestra all'officina, passando magari per un'ora di supplenza, oppure sono stati a pascolare nel laboratorio di informatica cercando di eludere i firewall della scuola. E poi arrivo io, apro la porta e mi chiedo se per caso nella borsa non abbia un calmante per sedarli, un anello per domarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli. Altro che pistole, caro Trump, la vera arma in dotazione agli insegnanti dovrebbe essere quel fucile con cui si sparano i sonniferi agli elefanti. Invece sotto il braccio ho la mia unica arma di distrazione di massa: il libro di letteratura." Quando entra in aula per la prima volta, Valentina è Quella Nuova e ha davanti ventotto futuri meccanici: c'è uno che si rifiuta di togliere gli auricolari e un altro che messaggia con la tipa; c'è Amebo che fissa il vuoto con aria indifferente; Piallato steso sul banco per nascondersi; il Trucido che ingurgita un panino al tonno. Siamo a settembre, ma l'anno scolastico sembra già lunghissimo. Eppure i giorni passano: passano sempre. E, tra petardi esplosi in cortile e turbolente gite all'Expo, capitano momenti di inaspettata meraviglia, in cui gli studenti abbassano la guardia e scelgono di fidarsi. Sono i momenti raccontati in questo libro, che ci riporta tra i banchi con lo sguardo amorevole e profondamente ironico di una prof davvero speciale. E ci ricorda che i ragazzi, se tendi loro la mano, sanno stupirti come nessun altro.
Il Roseto è una piccola oasi di pace, una palazzina circondata da siepi fiorite. I suoi abitanti si conoscono tutti, e non perdono occasione per incontrarsi e scambiarsi ricette, favori, consigli. Alla morte della vecchia Dora, la comunità si stringe per farsi coraggio e allo stesso tempo vibra di curiosità: chi prenderà il suo posto nel piccolo appartamento con vista sul giardino? All'arrivo dei nuovi inquilini - una giovane coppia con un figlio di dodici anni - i condòmini sono pieni di eccitazione, pronti ad accoglierli come membri della loro grande famiglia. Silenziosi, discreti, gentili, "gli altri" sembrano i vicini perfetti... eppure c'è qualcosa che non va. Perché si rifiutano di partecipare a feste e riunioni? Perché lasciano sempre solo il piccolo Antonio? E perché non rispondono al campanello anche quando sono in casa? In poche settimane, l'aria al Roseto diventa elettrica: antiche tensioni che tornano a galla, litigi che scoppiano per un nonnulla, una macchia sospetta che invade la facciata allargandosi a dismisura. E il dubbio cresce: di chi è la colpa? Sono stati "gli stranieri" a portare scompiglio con la loro presenza? O le responsabilità vanno cercate altrove?
«Mi chiamo Nicolò. E tu?» «Hammudi» dice, indicandosi. «Siria.» È sfuggito alla guerra, è sopravvissuto al mare, ma il suo sorriso è enorme. Nicolò sente che rischierebbe tutto, per non spegnere quel sorriso. Intorno a loro si estende l'hotspot di Samos, un posto che assomiglia all'inferno, in cui i profughi vivono ammassati nelle tende, senza acqua né luce, tra cumuli di immondizia. Per Hammudi e gli altri bambini del campo anche le cose più semplici, come giocare a palla o mangiare una pizza, sembrano impossibili. Nicolò è solo un volontario, ma di una cosa è convinto: il mondo, lui, lo vuole cambiare. Così decide di combattere il pregiudizio e l'omertà che circondano l'hotspot: vuole aprire una scuola, una scuola vera, un posto in cui i piccoli rifugiati possano finalmente sentirsi al sicuro. Imparando ad ascoltare, a perdonare e a credere nei propri sogni, Hammudi si lascia alle spalle gli orrori del passato e scopre, insieme a Nicolò, che la casa non è una questione di mura, ma di cuore, e la paternità non ha a che fare col sangue, ma con la fiducia. Con lo sguardo di chi vive ogni giorno sulla propria pelle le ferite più scottanti della nostra attualità, Nicolò Govoni ci racconta l'esperienza luminosa e piena di coraggio di un bambino senza futuro e di un ragazzo che lotta per ridargli speranza.
Raechel, sguardo vispo nascosto da un cespuglio di ricci scuri e crespi, sogna di diventare libraia, nonostante nel suo villaggio, sepolto dalla neve della steppa russa, alle ragazze non sia permesso neanche leggere. Rosetta ha ereditato un pezzo di terra, ma subisce ogni giorno le angherie dei suoi compaesani, convinti che una donna sola e bella non possa restare troppo tempo senza un marito a cui sottomettersi. Rocco, figlio di un uomo d'onore, è costretto a una scelta: se non vuole morire, deve diventare anche lui un mafioso. Tutti e tre sanno che c'è un solo modo per essere liberi: fuggire, scappare lontano, al di là dell'oceano. Arrivano a Buenos Aires per ricominciare, ma l'Argentina è terra di nessuno: per sopravvivere, gli emigranti accettano anche ciò che sembra inaccettabile, e sono le donne a pagare il prezzo più alto, in una città piena di uomini soli e senza scrupoli. Tra le grida del porto e i vicoli del barrio si annidano pericoli e fantasmi del passato, ma Raechel, Rocco e Rosetta sono pronti a tutto: inganni, travestimenti, loschi affari e fughe rocambolesche, per salvarsi ancora una volta e ricominciare, finalmente, a vivere senza paura.
Col tempo sarebbe giunto a pensare di poter fare tutto ciò che voleva senza doverne rispondere a nessuno, e avrebbe finito col prenderci gusto. Due vite. Più nomi di quanti un uomo possa ricordare. Un bagaglio pieno di segreti inconfessabili. Per oltre vent'anni, la storia di Gian Ruggero Manzoni - pronipote di Alessandro e cugino dell'irriverente Piero - è stata una messinscena dai toni tragici, un buco nero da cui nessuno sarebbe potuto uscire vivo. Figuriamoci raccontarla. Fino all'incontro con Pier Paolo Giannubilo, un'onda d'urto da cui è nato questo romanzo, il ritratto impietoso e intimo di un uomo qualunque con un cognome fatale che ha saputo fare di sé, del bambino Palla di grasso bullizzato dai coetanei a Lugo di Romagna, un'inspiegabile leggenda. Ruggero firma ogni suo gesto con l'inchiostro dell'eccesso, dannato e insieme eroe, fuori da ogni schema e per questo irresistibile, sempre disposto a tutto pur di restare umano. Giannubilo ci racconta ciò che dell'altro gli fa più paura come se si stesse guardando allo specchio, mettendo a nudo le contraddizioni che rendono unica una vita. Nelle sue pagine la grande Storia abbraccia la vicenda avventurosa di un irregolare fino a rendere impossibile riconoscere dove finisca l'una e inizi l'altra. Ed è questo il punto esatto dove si fa letteratura.
A sconvolgere l'esistenza cupa e afflitta di Lehmann Kaufmann, nel dicembre del 1933, è una lettera. Kurt, il suo migliore amico, gli chiede di prendersi cura della figlia Irene e di aiutarla a stabilirsi a Norimberga. Kaufmann ha sessant'anni, è uno stimato commerciante ebreo, vedovo, e presidente della comunità ebraica di Norimberga - vittima, in quegli anni, della persecuzione nazista. Irene si presenta da subito come un raggio di sole a illuminare la vita di Leo. Ha vent'anni, è bella, determinata e tra i due si instaura un rapporto speciale fatto di stima, affetto, ma anche di desiderio. Però è ariana, e le leggi razziali stabiliscono che il popolo ebreo è nemico della Germania. L'odio, sapientemente fomentato dal governo nazista, entra pian piano nelle vite dei comuni cittadini e le stravolge. Diffidenza e ostilità prendono il posto di rispetto e stima. Gli sguardi si abbassano, i sorrisi si spengono. E quando anche la Giustizia, nelle mani dello spietato giudice Rothenberger, si trasforma in un mostro nazista, per l'onestà e la verità non ci sarà più scampo.
Se ti dicono che il mondo è sbagliato e non puoi fare nulla per aggiustarlo, hai due possibilità: ti rassegni a vivere una vita che non è la tua, con il dubbio dì sprecare tempo prezioso, o ti rimbocchi le maniche e provi a migliorare le cose, un bambino alla volta. È quello che sceglie Nicolò, vent'anni carichi di domande, di energia e di un'inestinguibile ricerca di senso. A casa, in Italia, mancano le risposte, le prospettive di un futuro che lo riempia, così sceglie di partire. Lo zaino che si porta è leggero: è convinto di trattenersi in India, nell'orfanotrofio di Dayavu Home, per qualche mese. Ma non sa che in quell'angolo remoto di mondo la sua vita è destinata a cambiare. Perché presto scoprirà che una vacanza da "volonturista" non è quello che sta cercando. I venti bambini che incontra sono stati abbandonati dalla società ma nonostante questo, ogni giorno gli insegnano che si può sempre rinascere. E anche se Nicolò sa bene che la battaglia contro il male è persa in partenza, capisce che vale la pena di rischiare tutto per regalare un solo sorriso ai suoi ragazzini. Così decide di restare: Dayavu Home diventa la sua Casa, Joshua, direttore dell'orfanotrofio e suo mentore, un secondo Padre e i bambini la sua Famiglia. "Bianco come Dio" è la loro storia, il racconto che Nicolò ha scritto - prima su un blog e poi su Facebook - per raccogliere fondi destinati alla struttura e agli studi dei ragazzi. È la testimonianza semplice e sincera di una passione contagiosa che vuole cambiare il mondo, sorriso dopo sorriso.
Se la vita ti pone un problema, i numeri possono darti la soluzione. Donatella ne è fermamente convinta quando, fresca di laurea in Matematica, sceglie di dedicarsi all'insegnamento. Sono gli anni Settanta, per amore ha lasciato Milano trasferendosi a Catania, e l'incontro con la scuola è dirompente. Certa che la risposta giusta non sia mai quella che si ha in tasca, Donatella è una prof fuori dagli schemi: alle sue alunne e ai suoi alunni che vedono solo le regole spiega che la matematica è creatività e che un piano può anche essere una superficie sferica, basta solo spostare il punto di vista. Capire la matematica, in fondo, è come capire un'opera d'arte: ci vogliono fantasia e spirito libero. Quarant'anni dopo, a un passo dalla pensione, Donatella fa un altro incontro che le resterà nel cuore: quello con Bianca, una giovane prof di italiano e latino alla prima supplenza, che entra nel suo stesso liceo con gli occhi pieni di speranza e preoccupazione. I ragazzi, ne è certa, la guarderanno come guardava lei i supplenti quando era sui banchi: è questa la sua prima sfida, e non ha idea di come affrontarla. Ma non sarà sola nell'avventura che la aspetta, Donatella sarà la sua compagna di viaggio dentro e fuori dalla scuola. Divisa tra le tradizioni familiari del padre iraniano e i propri desideri, Bianca troverà nella collega più esperta una guida che la condurrà per mano nel mondo a lei sconosciuto dei numeri, dove imparerà a fare i conti con le emozioni e scoprirà la radice quadrata della propria felicità.
Mafalda ha nove anni, indossa un paio di spessi occhiali gialli e conosce a memoria "II barone rampante" di Italo Calvino. Scappa dai professori arrampicandosi sul ciliegio all'entrata della scuola insieme a Ottimo Turcaret, il fedele gatto che la segue ovunque. Su quel ciliegio, sogna perfino di andarci a vivere, ma tra pochi mesi non lo potrà più vedere perché i suoi occhi si stanno spegnendo e un po' alla volta, giorno dopo giorno, diventerà cieca. È una bambina curiosa e l'idea di rimanere al buio la spaventa: per questo tiene un diario in cui annota le cose che non potrà più fare, come contare le stelle e giocare a calcio con Filippo, il bullo della classe che parla solo con lei. Grazie all'aiuto della sua famiglia e dei suoi amici, Mafalda capisce che un altro modo di vedere è possibile. Impara a misurare la distanza dal ciliegio accompagnata dal profumo dei fiori e comincia a scrivere un nuovo elenco: quello delle cose a cui tiene e che riesce ancora a fare. Questa è la storia di Mafalda, ma è anche quella di Paola Peretti, una scrittrice dalla forza contagiosa, che ha voluto scrivere il suo primo romanzo quando ha saputo di avere una grave malattia agli occhi. Un libro che ci insegna a vedere ciò che ancora non esiste, a lottare per i propri sogni.
Sono trascorsi trent’anni. Ed Munster adesso è un uomo, è rimasto a vivere nella stessa cittadina e insegna nella scuola locale. Abita nella bella casa che gli ha lasciato la madre e affitta una stanza a una studentessa vivace da cui è attratto, suo malgrado. Ed sembra essersi lasciato il passato alle spalle, quell’estate del 1986 in cui era un ragazzino e trascorreva giorni interi con i suoi amici. Tra infinite corse in bicicletta, spedizioni nei boschi che circondano la pittoresca e decadente Anderbury e i pomeriggi a scuola, il loro era un tempo sereno: erano una banda, amici per la pelle. E avevano un codice segreto: piccole figure tracciate col gesso colorato, per poter comunicare con messaggi comprensibili solo a loro. Poi, un giorno, quei segni li avevano condotti fino al bosco. Fino al corpo smembrato di una ragazza. Chi sia stato l’artefice di un simile delitto, in questi trent’anni, non si è mai saputo. Sono state percorse innumerevoli piste, tutte finite in vicoli ciechi, tutte rimaste fredde. La verità di cosa sia successo quel giorno nel bosco non è mai emersa. Ma adesso Ed ha ricevuto una lettera: un unico foglio, un uomo stilizzato, disegnato col gesso. Anche gli altri hanno ricevuto lo stesso messaggio. L’uomo di gesso è tornato.Con un thriller ispirato alla migliore tradizione anglosassone, C.J. Tudor afferra il lettore in una spirale progressiva e inesorabile, dentro la quale, solo nelle ultime pagine, ogni tassello troverà il proprio posto. Quando il quadro si farà d’un tratto necessariamente chiaro.
Ogni donna è una voce, uno sguardo, una sensibilità unica e irripetibile. Lo sono anche Gesuina, Maria e Lori, una nonna, una madre e una figlia forzate dalle circostanze a convivere in una casa stregata dall'assenza prolungata di un uomo. Tanto Gesuina, più di sessant'anni e un'instancabile curiosità per il gioco dell'amore, è aperta e in ascolto del mondo, quanto Maria, sua figlia, vorrebbe fuggire la realtà, gli occhi persi tra le carte di traduttrice e i sentimenti rarefatti rivolti a un altrove lontano. Il ponte tra questi due universi paralleli è Lori, sedici anni fatti di confusione e rivolta, che del cuore conosce solo il ritmo istintivo dell'adolescenza. Ma il fragile equilibrio che regola la quotidianità di queste tre generazioni è destinato a incrinarsi quando un uomo irrompe nelle loro vite, e ristabilirne uno nuovo significherà abbandonarsi alla forma più pura di passione, quella per la libertà. "Tre donne" illumina i percorsi nascosti e gli equilibri impossibili del desiderio, li fotografa con un taglio inedito che ne coglie le delicate sfumature in tutte le età della vita.
Certe giornate partono talmente storte che solo un miracolo potrebbe raddrizzarle. Anche se è la mattina di Natale, e nella villa della padrona Giulia sul lago d'Orta fervono i preparativi per l'apertura dei regali e l'imminente cenone, Gatto, il fedele micio del vicecommissario Enea Zottìa, è nervoso: cosa ci fanno quelle palline colorate appese allo strano albero accanto alla sua cuccia? Che razza di dispetto è questo, non permettergli di giocarci? Ma soprattutto: chi gli ha nascosto la ciotolina dove ora, appena sveglio, vorrebbe fare colazione? Una seccatura dietro l'altra per Gatto, anche se, deve ammetterlo, la villa è davvero incantevole e la compagnia non è poi così male: Giampaolo, il cane color fango sempre impegnato a rotolarsi nelle pozzanghere, Sappo, il felino più saggio del circondario, con mille cicatrici e avventure da raccontare, e poi Fred, il leggendario Tacchino che per la sua bellezza è diventato animale da compagnia e che dovrebbe partecipare alla serata di festa. Qualcuno però vuole fargli del male, e potrebbe trattarsi proprio di chi ha ordito la sparizione della ciotolina di Gatto. Ma questi sono misteri che solo chi ha nove vite e un coraggio di gran lunga superiore alla propria taglia può risolvere...
"Ogni mattina alle sette, lavato, sbarbato, vestito di tutto punto mi siedo al tavolo del mio studio e scrivo. Sono un uomo molto disciplinato, un perfetto impiegato della scrittura. Forse con qualche vizio, perché mentre scrivo fumo, molto, e bevo birra. E scrivo, io scrivo sempre. Questo è Camilleri. Poi a novant'anni arriva il buio. E così come non era terrorizzato dalla pagina bianca, combatte anche l'oscurità della cecità e inizia a dettare. La sua produzione letteraria trova nell'oralità una nuova via per raccontare le sue storie. Ma se forte era la sua disciplina prima, lo è ancora di più oggi che può contare esclusivamente sulla sua memoria. E quindi occorre tenerla in esercizio: osservare nei dettagli i ricordi, rappresentarsi nella mente le scene. Quelli qui pubblicati, come dice lui, sono i compiti per l'estate: 23 storie pensate in 23 giorni, che raccontano come nitide istantanee la sua vita unica e, sullo sfondo, quella del nostro Paese. La memoria qui non è mai appesantita né dalla malinconia né dal rimpianto. Per questo Camilleri ha chiesto a chi parla attraverso i colori, le forme e i volumi di rendere il suo esercizio più godibile, più leggero, più spettacolare. L'ideale della mia scrittura è di farla diventare un gioco di leggerezza, un intrecciarsi aereo di suoni e parole. Vorrei che somigliasse agli esercizi di un'acrobata che vola da un trapezio all'altro facendo magari un triplo salto mortale, sempre con il sorriso sulle labbra, senza mostrare la fatica, l'impegno quotidiano, la presenza del rischio che hanno reso possibili quelle evoluzioni. Se la trapezista mostrasse la fatica per raggiungere quella grazia, lo spettatore certamente non godrebbe dello spettacolo."
Roma, agosto 2010. In un vecchio palazzo senza ascensore, Ilaria sale con fatica i sei piani che la separano dal suo appartamento. Vorrebbe solo chiudersi in casa, dimenticare il traffico e l'afa, ma ad attenderla in cima trova una sorpresa: un ragazzo con la pelle nera e le gambe lunghe, che le mostra un passaporto. «Mi chiamo Shimeta Ietmgeta Attilaprofeti» le dice, «e tu sei mia zia.» All'inizio Ilaria pensa che sia uno scherzo. Di Attila Profeti lei ne conosce solo uno: è il soprannome di suo padre Attilio, un uomo che di segreti ne ha avuti sempre tanti, e che ora è troppo vecchio per rivelarli. Shimeta dice di essere il nipote di Attilio e della donna con cui è stato durante l'occupazione italiana in Etiopia. E se fosse la verità? E cosi che Ilaria comincia a dubitare: quante cose, di suo padre, deve ancora scoprire? Le risposte che cerca sono nel passato di tutti noi: di un'Italia che rimuove i ricordi per non affrontarli, che sopravvive sempre senza turbarsi mai, un Paese alla deriva diventato, suo malgrado, il centro dell'Europa delle grandi migrazioni.
Sotto il cielo terso di fine giugno, una Renault viaggia lungo la costa atlantica, vicino Royan. Sembra che niente possa rompere la quiete. Invece basta un attimo, la pressione di un dito sul grilletto, il proiettile del fucile tattico che fora il parabrezza, lo schianto delle lamiere. L'uomo alla guida muore. È Fred Céline, uno sbirro della stradale di Parigi. La sua compagna, Leila Santoni, sopravvive per miracolo e fugge braccata dagli assassini. Ma chi ha sparato non sa di aver commesso un grosso errore, perché Leila fa parte della Brigata criminale del quai des Orfèvres, agli ordini del commissario Pierre Mordenti. Li chiamano les italiens, sono intoccabili e per loro vale ancora il motto "Uno per tutti, tutti per uno". Mentre incombe la festa nazionale del 14 luglio e l'estate avvolge la Francia in un caldo torrido, Mordenti e i suoi devono vendicare la morte dell'amico, ritrovare la collega e cimentarsi con un'indagine che può scuotere gli assetti politici di un Paese sfregiato dagli attacchi terroristici, dove la paura è moneta corrente. Pierre sarà costretto a rischiare tutto: anche la storia con Tristane Le Normand, figlia del gran capo della Crim e l'unica capace di placare la sua sete d'amore.
L'amore, quello vero, quando arriva te ne accorgi. Ti prende dritto al cuore e alla testa, e a quel punto è già troppo tardi: il tempo, la distanza, le tempeste piccole e grandi, non c'è più niente che possa fermarlo. Ed è impossibile da dimenticare. Lo sa bene Leonardo, che l'ha sentito bruciare sulla pelle e ancora non riesce a liberarsi dai ricordi. Da quando Angela se n'è andata ha avuto tante donne, ma nessuna può sperare di prendere il suo posto. L'amore, adesso, Leonardo lo cerca nelle cose semplici: nei sorrisi soddisfatti dei clienti quando ripara le loro auto; nella musica che ascolta sulla sua Duetto d'epoca o nelle serate con gli amici di una vita. E poi c'è Laura, la figlia di diciassette anni, sempre più bella, ma anche terribilmente distante. Lei l'amore lo impara su internet, nelle parole di blogger che sanno sfiorarle il cuore come quel padre così silenzioso non potrebbe mai fare. Se sua mamma è fuggita, si dice, un motivo ci sarà pure. Già, ma quale? E come scoprirlo? La risposta gliela porterà il destino, al termine di un viaggio sorprendente, che per lei significherà trovare il coraggio di amare, per Leonardo la forza di ricominciare a farlo. Perché anche il più piccolo gesto d'amore è un miracolo, ma quel miracolo bisogna desiderarlo insieme.
Ci sono persone che restano con noi anche quando se ne sono andate, e a volte basta un gesto minimo, tuo figlio che si sfiora le labbra con un dito mentre gioca, per ricordarti che non sei mai riuscito ad archiviarne il ricordo. È quello che succede a Luciano: il pensiero corre subito ad Alex, il suo capitano di vent'anni prima. Stesso campo, stesso amore, il rugby. Alex, forte, generoso, cuore della squadra e mattatore dello spogliatoio, Alex, il campione che li aveva abbandonati troppo presto. Sei amici, fratelli in campo e nella vita. Sembravano indivisibili. Invece erano rimasti in cinque e avevano finito col perdersi. Oggi, superati i quarant'anni, a unirli c'è una ferita che non si è mai fatta cicatrice. Ma quando il passato torna a presentare il conto con quella che sembra una strana convocazione, è come se l'amicizia che li legava da ragazzi non si fosse mai spenta. È la miccia, l'inizio di un viaggio inatteso e necessario che permetterà a ciascuno di loro di ritrovare l'altro, restituendo un senso doloroso ma pieno allo schiaffo che li aveva colpiti e disorientati. Con "Semplice" Giorgio Terruzzi ci racconta gli inciampi e la forza dei sentimenti dell'adolescenza, e ci ricorda che c'è sempre tempo per riscoprire un'amicizia autentica, perché una squadra che ha lottato davvero non abbandona nessun compagno.
Avere diciott'anni ai margini di Roma, il cemento di Corviale a fare da sfondo a tutti i sogni possibili, può essere una condanna. Ma non se hai un'Idea in testa e sei disposto a qualunque cosa per realizzarla. È quello che succede a Matteo, sguardo di ghiaccio e una determinazione capace di superare ogni ostacolo: un padre che resta senza lavoro e deve reinventarsi proprio quando lui sta per iscriversi all'università, un allenatore che lo esclude dalle nazionali di nuoto Juniores perché porta il cognome sbagliato e il grande amore, Emma, che non ne può più di essere sempre al secondo posto nel suo cuore. Perché il primo è occupato da lei, l'Idea. È il 2011, Facebook è entrato di prepotenza nelle vite della gente, e Matteo ha capito che quello che serve per far parlare chi cerca con chi offre lavoro è proprio un social network: eccola, la chiave per accendere il futuro. È così che il ragazzo dalla massa ribelle di capelli castani lascia la periferia estrema della Capitale - e lo scantinato dove con un amico ha iniziato a progettare il suo sito - per dare forma concreta alla sua intuizione. A Milano lo accoglie un coinquilino che parla solo per indovinelli e citazioni di film e poi la Bocconi, il tempio della finanza e il luogo dove, con tanta sfrontatezza e i contatti giusti, una startup può diventare una delle più importanti realtà nel mercato delle risorse umane. Perché quando sogni in grande, i confini non esistono.
Tutto ha inizio con un piccolo favore tra madri. «Puoi passare tu a prendere Nicky?» chiede Emily alla sua migliore amica, Stephanie. E Stephanie, mamma di Miles, è felice di dare una mano, guidata dall'urgenza di essere utile, di sentirsi in qualche modo importante per gli altri. Quel giorno però Emily non torna a prendere suo figlio, e non risponderà alle telefonate, né ai messaggi. Stephanie, preoccupata, smarrita, si avvicina al marito della sua amica, Sean, gli sta accanto e si prende cura di lui e del bambino. E col passare dei giorni si innamora. Poi la notizia. Un corpo è stato ritrovato nelle acque del lago, e la polizia conferma: si tratta di Emily. Suicidio, il caso è chiuso. Ma è davvero così? Presto, Stephanie si renderà conto che niente è come sembra, e dietro l'amicizia, l'amore, o anche la semplicità di un piccolo favore, si nascondono invece una mente subdola e un disegno perverso e diabolico. Un piccolo favore è un thriller psicologico ad alto tasso adrenalinico, ricco di imprevisti e colpi di scena, denso di segreti e rivelazioni, che scivola tra amore e lealtà, morte e vendetta. Qui Darcey Bell ci presenta due figure femminili opposte, eppure per certi versi affini, di cui il lettore capirà presto di non potersi fidare.
Negli anni Settanta Annibale Canessa è stato l'uomo di punta nella lotta al terrorismo, quella combattuta in strada, dove le ideologie o i colori politici contavano zero, le pistole sparavano e troppa gente è rimasta a terra. "Carrarmato Canessa" lo chiamavano, perché era irruente, forte, deciso. Nel lavoro, ma anche con le donne, attratte dalla sua vita in perenne pericolo, dal suo essere inafferrabile, dal profondo senso dell'onore. Questo era prima, molto tempo fa. Perché poi c'è stato quel giorno nero del 1984 in cui tutto è crollato - certezze, fiducia, sogni - e lui ha lasciato l'Arma, preferendo l'esilio nel suo paradiso personale, San Fruttuoso, tra nuotate all'alba e il piccolo ristorante da gestire con un'anziana zia. Dalle ombre del passato però non ci si libera mai del tutto, e questa verità diventa dolorosa la mattina in cui da Milano arriva una notizia: suo fratello Napoleone, che non incontrava da trent'anni, è stato massacrato da una raffica di Kalashnikov. Accanto a lui, steso sull'asfalto, il corpo di "Pino" Petri, ex terrorista di spicco che proprio Annibale, nella sua precedente vita, aveva arrestato. Ma che facevano quei due insieme? E chi li ha uccisi? Alla ricerca delle risposte e del suo "tempo perduto", Canessa non concederà sconti né indulgenze, neppure a se stesso e alla bella giornalista che saprà aprire una breccia nel suo cuore malandato.
Gli scrittori lavorano nelle tenebre, e come ciechi soppesano l'oscurità" ha detto José Saramago. Ma è davvero possibile raccontare una figura sfaccettata, mutevole e imprevedibile come quella di chi per mestiere inventa mondi? Come rintracciare la sua natura autentica negli abissi dell'immaginazione in cui lavora? Forse bisognerebbe partire dalle cose concrete, dalle pulsioni più animali, dai difetti. Questa è la risposta di Luca Ricci, in un ritratto composto da quattordici istantanee - fulminanti, indiscrete, perfette - che sono anche quattordici racconti d'amore: perché è l'amore, a ben vedere, il difetto più evidente, e necessario, di ogni essere umano. C'è lo scrittore che trascorre una vacanza in una spiaggia nudista, salvo poi incapricciarsi dell'unica ragazza che, chissà perché, resta vestita; c'è quello che per sbarcare il lunario apre un bed & breakfast e una sera, con la complicità di un volo cancellato, ha l'occasione di affittare una camera al più potente agente letterario del mondo; c'è quello che ogni lunedì, con una puntualità inflessibile, chiama una casa editrice pur sapendo che il suo dattiloscritto non verrà mai letto... Sebbene il risultato rimandi alla perentorietà di un classico, Ricci spinge l'arte del racconto al di là delle forme note e dei generi consolidati, chiedendo alla letteratura di assolvere ancora una volta al compito più arduo, quello di indagare l'impasto misterioso di cui è fatta ogni esistenza.
Capelli rossi raccolti in una coda alta, lentiggini sparse un po' ovunque e passo sicuro: nel cortile della New York School of Economics Jennifer Milton non passa di certo inosservata. Da quando ha lasciato Londra per Manhattan con suo padre, John Milton, ricco uomo d'affari, nella enorme scuola newyorkese non si parla d'altro. Jennifer vorrebbe solo rifugiarsi tra i suoi libri senza guardare in faccia nessuno, ma un giorno in biblioteca sbatte contro a Josh Cliver, faccia da schiaffi e sorriso malizioso, segnato da un passato difficile tanto quanto lei. Le sue guance prendono fuoco e la sua sicurezza vacilla; tra loro è guerra, da subito. Perché se abbassassero le difese, lo sanno, verrebbero travolti dall'amore.
New York. Reduce da un caso in cui ha rischiato la vita, l’avvocato Elisabeth Scorsese accetta di difendere Jonathan Brimley, fondatore di un prestigioso studio di consulenza finanziaria, in una causa contro il governo degli Stati Uniti. Ma il suo cliente muore nel carcere in cui è rinchiuso in attesa di processo: il killer è una donna che sta sfidando i sistemi di sicurezza e le polizie di mezzo mondo. Chi l’ha assoldata e perché? Quando le vittime si moltiplicano, anche il distretto del capitano Hoffman comincia a indagare ma senza il contributo di Peter Makarov, il suo detective migliore, sospeso per un errore del passato. In poco tempo prende vita una trama oscura in cui finanza, politica e servizi segreti sono impegnati in una guerra spietata per il controllo di una nuova risorsa che rivoluzionerà il futuro dell’economia. Ben presto, Elisabeth si rende conto di essere finita in una trappola in cui un’élite senza volto manovra il destino del mondo fin dagli albori della civiltà attraverso la conoscenza. Dalle indagini emergono altre inquietanti verità: sua madre Caterina, una spia data per morta da anni, è viva e sembra avere a che fare con gli eventi che stanno minacciando la sua incolumità…Codice Scriba è un viaggio nelle profondità del potere occulto, dove i confini tra criminalità ed economia si fanno più labili e il bene e il male sono ugualmente pericolosi, in un susseguirsi di colpi di scena che terranno il lettore inchiodato dalla prima all’ultima pagina.
Il romanzo racconta la vita di una protagonista del Novecento, Dacia Maraini. E lo fa grazie a una voce che mette a nudo le emozioni, svelando l'unicità nascosta in ogni esistenza. La cronaca si fa storia vera e immaginario collettivo, raccontando un viaggio in cui l'eccezionalità è stata la norma: una famiglia che ha rotto ogni schema, la scrittura, e poi Moravia, Pasolini, il femminismo...
Certi incontri hanno una forza quasi magica, perché dilatano lo sguardo lasciando affiorare le nostre paure più profonde. A volte sono persone, altre idee, altre ancora solo voci. Ma tanto basta. Non saremo più gli stessi. È quello che ci racconta Anna Marchesini in questo suo ultimo romanzo. Due vite, due donne, due storie vicine e lontane: una creatura che sta per venire al mondo e un'orfana che del mondo conosce solo l'indifferenza. Un prima e un poi legati a doppio filo dalla stessa presenza: il passaggio dell'arrotino che deposita le sue orme sulla polvere, lo specchio di tutto quello che nella vita temiamo e amiamo. In bilico tra il sorriso e la lacrima, queste pagine sono un inno alla gioia e alla libertà, il dono più bello di una delle più grandi artiste italiane degli ultimi anni.
New York. Anna, Isabel, Beth e Maggie sono amiche e donne in carriera. Insieme lavorano alla Red Hot Mama, una startup di successo che produce e vende biancheria sexy per signore incinte e neo mamme. Anna è sempre di corsa, ha un marito disoccupato e due figli a cui dedica troppo poco tempo. Sua sorella Isabel è incinta e in preda a una tempesta ormonale che la porta a tradire Sam, marito amorevole ma spesso in viaggio, con Christopher, una vecchia fiamma che le aveva spezzato il cuore. Beth invece, con forza, dedizione e un pizzico di leggerezza ha deciso di dedicarsi a Paul, il suo ex marito affetto da AIDS. Poi c'è Maggie, che vive con John, professore associato di storia del cinema avvolto da un'aura intellettuale; nel passaggio da amante a marito John però è diventato noioso e pigro, e a Maggie basta lo sguardo ammiccante di uno sconosciuto per capire che ha bisogno di un piano. Tutte con segreti e battaglie quotidiane da combattere e vincere, le quattro protagoniste di "A cosa servono gli uomini" si ritrovano a dover compiere scelte importanti che mettono in gioco il loro ruolo di donne, madri e mogli. La domanda che le terrà unite e le sosterrà è semplice e brutale: ma gli uomini servono ancora?
Edo è arrabbiato. Detesta i suoi professori - Voldemort, la Frigida, il Cetaceo. Non ha veri amici. Odia Cordaro, la sua città. Perché è caotica e sporca, ma soprattutto perché è piena di stranieri. E lui gli stranieri non li può vedere, in particolare i cinesi. Finché non incontra Yong. Chiara è una brava ragazza, fa volontariato, ha voti altissimi a scuola. Tiene un diario intitolato Memorie di un bruco sognatore. Per gli adulti è una da additare come esempio, per i suoi compagni è troppo seria. Finché non scopre Facebook. Raccontata a due voci, una storia che impasta amore, amicizia, pregiudizio; che fa emozionare, ricordare, sognare; che scatta una fotografia nitidissima della vita tra i social network, la scuola, i genitori; che mette a nudo il razzismo dei finti forti e il coraggio dei fragili. Che fa diventare adolescente anche chi non lo è mai stato.
Dall’autrice del bestseller internazionale mangia prega ama
Prima di tutto, credeteci. Non datela vinta alla paura. E ogni giorno, con perseveranza, semplicità e assoluta leggerezza, mettetevi lì, rimboccatevi le maniche e rinnovate il vostro sogno. Si può fare, parola di Elizabeth Gilbert. L’autrice in questo nuovo libro esplora a fondo per noi il processo creativo, mettendoci a parte della sua esperienza e della sua prospettiva unica: la natura misteriosa dell’ispirazione riguarda tutti, ognuno di noi la contiene, ma spesso non sappiamo dove scovarla. La creatività non è, in fondo, un salto del processo logico? Coltiviamo allora la curiosità, accogliamo con spirito lieve le giravolte della vita, e combattiamo con brio ciò che ci spaventa. Poco importa se il nostro sogno è quello di scrivere un libro, o di diventare attori, o di far fronte al meglio agli impegni di lavoro, o se stiamo invece pensando di intraprendere un’avventura a lungo rimandata. Elizabeth Gilbert ci esorta, con fare scanzonato, a portare alla luce i tesori che ognuno di noi custodisce in sé e ad affrontare la quotidianità a testa alta, con consapevolezza, passione e libertà. Non è difficile, e il mondo ci si spalancherà davanti, fatto di gioia e speranze finalmente raggiungibili. Quindi “fate ciò che vi fa sentire vivi. Seguite le vostre passioni, ossessioni e compulsioni. Fidatevi. Create a partire da qualsiasi cosa provochi una rivoluzione nel vostro cuore. Il resto verrà da sé”.
Lara è esile, pallida, lo sguardo sfuggente di chi non si lascia addomesticare. Elena è forte, sorridente, due occhi nocciola che trasmettono calore. Una l'opposto dell'altra, ma sono inseparabili. Quando il padre ha abbandonato lei e sua mamma, Lara non ce l'avrebbe mai fatta senza Elena. Da quel giorno in cui, a scuola, si è schierata dalla sua parte contro tutti i compagni, sono inseparabili. E, anni dopo, quando Lara si trasferisce da Roma a Londra per inseguire l'amore e la carriera di pittrice, sono ancora le stesse amiche di sempre. Elena è lì, pronta a difenderla e a credere in lei. Ma qualcosa si mette fra loro due. Non se lo sarebbe mai immaginata, Lara, di trovarsi davanti a una scelta che cambierà le carte in tavola: fino a che punto è disposta a sacrificare la felicità della sua migliore amica per raggiungere la propria? Basta una sola decisione per cambiare irrimediabilmente la nostra vita e quella di chi amiamo. I sentimenti che ci trascinano con tutta la loro forza fanno paura. Ma, a volte, per scoprire davvero chi siamo, dobbiamo rinunciare anche a ciò che non avremmo mai voluto perdere.
In piedi davanti alla finestra, con la Berlino notturna dall'altra parte del vetro, il commissario capo Faris Iskander ingaggia la sua lotta quotidiana contro i demoni che lo tormentano. Rivede con gli occhi della mente la vampata dell'esplosione, nella testa l'eco dei gemiti, le urla, il pianto singhiozzante di quel bambino... È lì, immobile nella sua stanza, nel buio appena rischiarato dall'alba, quando il suono del cellulare spacca il silenzio: Che la morte sia con te, lo saluta una voce sconosciuta. E la trappola scatta. Berlino è una città in fermento che va riempiendosi di fedeli per accogliere il Santo Padre; ed è in quel magma che il potenziale assassino ha sparpagliato le sue bombe. Le ha programmate affinché esplodano simultaneamente, nell'attimo esatto in cui un uomo, tenuto nascosto chissà dove, esalerà l'ultimo respiro. In questa folle macchinazione, un posto di primo piano è stato riservato al commissario capo Iskander dell'unità specializzata in crimini di matrice religiosa - tedesco, musulmano e testa calda poco incline a mandar giù provocazioni. Il modus operandi dell'assassino è implacabile: a ogni mossa della partita corrisponde una telefonata fatta a Iskander per fornirgli istruzioni precise su quel che deve o non deve fare. Vogliono evitare la carneficina? Hanno 40 ore di tempo per stanarlo e bloccarlo, non un minuto di più.
1407. È solo un bambino, il principe Marcus II di Saxia, quando nel cortile del castello di famiglia assiste impotente al massacro dei suoi cari, trucidati per ordine di Ojsternig, signore del regno vicino. La strage, in cui tutti lo credono morto, è la prima mossa dell'usurpatore Ojsternig per farsi riconoscere dall'imperatore come legittimo erede della terra di Raühnvahl. Ma qualcosa va storto, perché Marcus sopravvive a quella violenza sanguinaria grazie all'aiuto della piccola Eloisa, figlia della levatrice del villaggio. Così quel giorno ritornerà ogni notte nei suoi incubi come l'ultimo della sua agiata vita da nobile e il primo di quella da pezzente. Accolto nella casa della levatrice Agnete. Marcus perderà il suo nome - nessuno deve sapere che l'erede del principe della Raühnvahl è vivo - e diventerà Mikael. Ma soprattutto imparerà a vivere come un animale, forgiato dagli stenti e dalla fatica della vita da contadino, e a combattere come un guerriero, senza mai dimenticarsi chi è e cosa gli spetta di diritto. Non può immaginare, Mikael, che la sua nuova esistenza è destinata a fare di lui un eroe che conoscerà la forza inarrestabile dell'amore. E cambierà per sempre le sorti dell'Impero.
Un weekend romantico a Parigi. Caterina non ci è mai andata, ed è stata una delle prime promesse che Giacomo le ha fatto. Invece niente. Un eterno rinvio, il simbolo perfetto della loro relazione. Quando si conoscono lui le pare quasi irraggiungibile. Caterina è ancora una studentessa mentre Giacomo, fedele collaboratore del padre di lei nell'azienda di famiglia, è sorprendente e pieno di fascino. Ma soprattutto sposato. Con il tempo, però, tra loro nasce una sintonia perfetta. Fra un bicchiere di vino e una chiacchierata notturna, l'amore li travolge. Giacomo intanto si è separato da Federica, la compagna di sempre, e Caterina comincia a capire ciò che vuole da lui: un amore profondo, un futuro insieme. Ma lui non è ancora pronto a darle tutto questo, perché il senso del dovere e la nostalgia lo spingono a correre ogni volta che la moglie lo chiama. Nel frattempo, a unirlo ancora di più a Caterina, sono le difficoltà del padre e dell'azienda. Quando tutto precipita, il loro legame è messo alla prova e nessuno dei due può più nascondersi. Sapranno, insieme, dimenticare il passato e vivere l'amore?
Frutto di oltre dieci anni di studi e ricerche, ricco di documenti inediti e originali, rintracciati da Melania Mazzucco negli archivi veneziani, "Jacomo Tintoretto & i suoi figli" è la seconda parte del dittico che, col romanzo "La lunga attesa dell'angelo", l'autrice ha dedicato al grande maestro, passando così dalla libera interpretazione dei fatti e dalla dimensione fantastica dei personaggi all'indagine appassionata di una possibile verità storica. Prima importante biografia mai apparsa in Italia su Tintoretto, che torna oggi in una nuova edizione con uno scritto inedito dell'autrice, questa opera storico-documentaria rappresenta un vero e proprio monumento alla grandezza e alla complessità di un pittore immenso, inventore di sterminati teleri narrativi, affollati da centinaia di personaggi e animati da violenti chiaroscuri - un artista ambizioso e discusso, scorretto e devoto, colto e popolare, eccentrico e conformista, incalzato da un perenne furore creativo. In un dialogo continuo e attraverso un confronto serrato con le sue opere, Melania Mazzucco ricostruisce minuziosamente la vita del "più terribile cervello che abbia avuto mai la pittura". Ma, accanto al protagonista, come in una delle sue tele brulicanti, dal buio della storia riemergono le figure dei suoi familiari: il padre, la giovane moglie Faustina, le figlie suore, i nipoti rinnegati.
Quentin Jacobsen è sempre stato innamorato di Margo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembrava essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all'improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un'avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti credono che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l'hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso. Questa fuga da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono spezzati, potrebbe essere l'ultima.
Il Greco aveva un'ossessione: proteggere dalla verità le persone che amava. È per questo che nel '92, dopo l'incidente d'auto in cui morì sua moglie, portò suo figlio lontano da Genova, in un casale isolato dal mondo, e gli insegnò a vivere come un lupo solitario, senza paura né padroni. Oggi Alessandro Kostas è un gigante di trentasei anni e, da quando ha perduto anche il padre, si sente intrappolato in un'esistenza randagia. Poi arriva il giorno in cui viene aperto il testamento del Greco, un uomo che si è lasciato alle spalle punti interrogativi e qualche segreto inconfessabile: per vent'anni ha lavorato nei Servizi di intelligence e ha dovuto fare i conti con gli affari più sporchi della Repubblica. Leggere le sue ultime parole è un duro colpo per Alessandro, perché lo risucchia in un gorgo di ricordi e lo costringe a tornare nella sua città natale, dove si troverà faccia a faccia coi misteri più dolorosi della sua famiglia. Ma leggere quel testamento è anche togliersi una benda dagli occhi e capire finalmente che tutta la sua vita è stata programmata per dare la caccia a qualcuno. Anzi, la caccia è già iniziata.
Quando hai toccato l'Olimpo degli organigrammi aziendali - business class, jet lag e cene nei top ristoranti del mondo - precipitare in fondo alle gerarchie, con chi arriva puntuale alle riunioni perché ha l'agenda vuota, è un incubo a occhi aperti. Soprattutto se ti chiami Andrea Gamma e di lavoro fai il direttore del personale. Taglia teste e costi in una grande multinazionale, l'ing. Gamma, regista assoluto della vita di centinaia di risorse. Cinismo e una buona dose di ferocia danno un senso alle sue giornate, che finiscono sempre con un mucchio di lettere di licenziamento da firmare. Poi, all'improvviso, Gamma si trova dal lato sbagliato della scrivania, per la prima volta vittima e non carnefice, e per mesi che gli sembrano infiniti è costretto a vestire i panni del disoccupato. Finché non arriva la sua opportunità di rimettersi in gioco: un incarico a termine come consulente per una piccola impresa di frigoriferi. Ha ancora voglia di fare, Gamma, anche se adesso lo scenario non è certo quello in cui ha mosso i primi passi: la tenaglia della crisi non accenna ad allentare la morsa sul mercato del lavoro e si perdono ore in conference call, debriefing e feedback prima delle ferie. Ora, nel suo ufficio spoglio illuminato da una lampada Ikea, senza piante grasse da innaffiare e assistenti da vessare, Andrea è un temporary manager di cinquant'anni con la data di scadenza stampata in fronte.
Condor è irriconoscibile. Invecchiato e paranoico, dietro ogni angola di Washington vede una potenziale minaccia. La sua ultima missione per la CIA è stata così folle che al ritorno dall'Afghanistan si è ritrovato chiuso in un manicomio. Per riabilitarlo gli hanno affibbiato un lavoro di ripiego, lo hanno imbottita di pillole di cui non conosce l'effetto, l'hanno condannato a una vita infestata dai fantasmi. Perché troppi eventi del sua passato sono ancora senza spiegazione. Poi un pomeriggio, rientrato a casa, crocifisso al camino del soggiorno trova il corpo martoriato di un uomo, le orbite vuote da cui sgocciola un liquido scuro e vischioso, un taglio profondo alla gola. E capisce: qualcuno lo sta incastrando. Un nemico invisibile, che si nasconde nei luoghi del potere della capitale statunitense, lo vuole all'angolo per qualche ragione che non riesce a ricordare. O che forse ricordare è troppo pericoloso. "Il ritorno del Condor" riconsegna alla spy story un personaggio che ha segnato un'epoca, ambiguo e indimenticabile protagonista del romanzo "I sei giorni del Condor" e dello storico adattamento cinematografico interpretato da Robert Redford e diretto da Sydney Pollack.
Luca ride mentre spegne le candeline sulla torta e all'applauso degli invitati balla scatenato per la stanza. Festeggia i diciott'anni ed è felice ogni volta che l'iPad suona le canzoni di James Taylor. Marina, la sua mamma, oggi è serena, ma ha passato anni a chiedersi come mai fosse toccato proprio a lei quel figlio "diverso", autistico e con la sindrome di Down. Quando gli altri genitori insegnavano ai loro bambini a camminare, lei stava ancora aspettando che il suo piccolo la guardasse negli occhi. E ci sono voluti mesi di terapie, di attese fuori dalle sale operatorie, di etichette affibbiate dagli estranei, di momenti bui, per farle capire che Luca è Luca e non lo cambierebbe con nessuno al mondo. Strappandoci lacrime e sorrisi. Marina Viola ci racconta la storia di una vittoria a fianco del suo bambino nel mondo dell'autismo e il percorso, di donna e di madre, che l'ha portata giorno dopo giorno a vincere la sfida di loro due insieme contro tutti. Ed è stato proprio suo figlio a insegnarle la lezione più importante sull'amore: per Luca quelli strani, quelli diversi siamo noi. mentre lui, con la sua sovrabbondanza di cromosomi e la sua risata contagiosa, è perfetto così com'è.
Una mattina come tante a Coldwater, sul lago Michigan. La stagione turistica è finita e la città si prepara alla tranquillità sonnolenta dell'autunno: pochi negozi aperti, parcheggi vuoti e la tavola calda di Frida di nuovo semideserta. Accade così, all'improvviso: i telefoni cominciano a squillare. Il primo è quello di Tess, che riceve una chiamata dalla madre. Poi quello di Jack Sellers, che ne riceve una dal figlio, e di Katherine Yellin, dalla sorella. Per ultimo tocca a Elias Rowe, con una telefonata che arriva da Nick, un suo ex dipendente. Tutti dicono di essere in paradiso. Impossibile contenere una simile notizia nei confini della città: il mondo deve sapere che la morte non è la fine di tutto. Coldwater è invasa dai media, ma anche da migliaia di fedeli richiamati dal miracolo più straordinario mai accaduto. Solo Sully Harding, tornato in città dopo la prigione e la perdita della moglie, sospetta che si tratti di una grande truffa. Mentre tutti sono in balia della "febbre da miracolo" - anche il suo bambino tiene sempre con sé un telefono giocattolo sperando che la mamma lo chiami - Sully va a caccia della verità. Ma quel che scopre è molto lontano da ciò che si aspettava.
1569, Cipro. Quando prende terra a Famagusta, città di mercanti nota per i suoi bordelli, Marcantonio Bragadin trova un'estate torrida ma un'accoglienza glaciale da parte della popolazione. Perché il nuovo governatore militare preceduto da una fama durissima - è stato inviato da Venezia per gestire con pugno di ferro l'imminente guerra con i Turchi, ma la città si ostina a vivere nell'illusione della pace. Nessuno però può immaginare, nemmeno Bragadin, che Famagusta sta per subire uno dei più feroci assedi della Storia. È convinto che i Nuovi Armamenti segreti progettati all'Arsenale della Serenissima terranno Cipro al sicuro, e così, mentre la fortezza della città è circondata dal Serdar turco, ogni giorno lui scruta il mare: le galee dalla madrepatria non si vedono all'orizzonte, ma lui resiste, 7.000 uomini contro 240.000 Turchi, per quasi un anno. Il tempo che impiegano Pio V e il Rey Felipe II di Spagna a formare la Lega Santa e a muovere contro l'Impero Ottomano la loro Armada invincibile. Ma non c'è più nulla da fare: Famagusta ormai è capitolata e Bragadin affronterà con coraggio sovrumano il suo atroce destino. Prima che le acque del Golfo di Lepanto si tingano di rosso in una battaglia epocale tra Oriente e Occidente, destinata a cambiare il volto del Mediterraneo.
La mattina del suo primo compleanno, una bambina galleggia nella custodia di un violoncello sulle acque della Manica. A raccoglierla è Charles, un eccentrico ma premuroso scapolo inglese, che decide di prendersi cura di lei. Una cura un po' speciale, perché Charles usa i libri come piatti e permette a Sophie di scrivere sui muri. Per questo, quando la ragazzina compie tredici anni, i servizi sociali minacciano di metterla in un istituto. Allora Charles e Sophie fuggono a Parigi in cerca della madre di lei, con un solo indizio in mano: la targhetta sulla custodia del violoncello che l'ha salvata dal naufragio. L'impresa non è affatto semplice, ma Sophie troverà sui tetti di Parigi un aiuto inaspettato. Età di lettura: da 12 anni.
Guylain Vignolles è un invisibile, uno di quegli esseri solitari che nessuno nota. Lavora in una fabbrica di riciclaggio, al servizio di un'impietosa trituratrice di libri invenduti soprannominata "la Cosa". Nient'altro gli dà gioia, se non leggere a voce alta ogni mattina, sul solito treno delle 6:27, qualche pagina scelta a caso tra le poche che il giorno prima è riuscito a salvare dai denti d'acciaio dell'infernale macchinario. Questo fin quando, un mattino, sul treno trova una chiavetta USB. Rosso granata, che contiene il diario di una giovane donna: settantadue file scritti al computer da una certa Julie, signorina addetta ai bagni di un centro commerciale, pagine su pagine che irrompono come un diluvio nella sua vita sempre uguale. E dalle quali Guylain non saprà trovare riparo. Jean-Paul Didierlaurent ha scritto una storia d'amore al quadrato tra un uomo e una donna che si scoprono legati dalla passione per la lettura e ha dipinto un universo positivo nonostante tutto, perché sopra la coltre grigia di un'esistenza scandita da una routine desolante qualcosa c'è che solleva il cuore e apre lo sguardo: le parole, e le storie che le parole raccontano.
Dintorni della città-stato di Platea, 431 a.C. Il giovane guerriero Nikias si allena al combattimento del pancrazio, combinazione greca di pugliato e lotta, in attesa del giorno in cui brucerà i lunghi capelli biondi sull'altare di Giove e sarà ufficialmente un uomo. Sogna di seguire le orme del nonno Menesarco, eroe delle guerre persiane, partecipando alle Olimpiadi e militando nella falange, e sogna di sposare Callisto, la sua dea in terra. Ma l'eco dei corni di guerra sta per risuonare: Atene e Sparta sono sull'orlo del conflitto e Platea rischia di finire schiacciata tra le due potenze "come un nocciolo di oliva premuto tra due macine enormi". Una notte la minaccia spartana si concretizza in un inganno: un pugno di invasori riesce a violare le mura grazie alla complicità di un traditore plateese e a prendere il controllo della città dall'interno. E sarà Nikias, con il favore del dio che addensa le nubi e forte dell'incoraggiamento di suo nonno - "ama la morte, odia il nemico" - a dover proteggere la famiglia, la sua donna e la sua intera stirpe, radunando un esercito di fortuna che guiderà in uno scontro decisivo davanti alle porte di Platea. Inizia così una delle battaglie più sanguinarie ed epiche della storia della Grecia Antica. Romanzo sul coraggio e sull'arte della sopravvivenza, "I figli di Zeus" fa rivivere in queste pagine ricche di conflitti, ferocia e amore il fascino della Storia e dei suoi eroi.
Giovani, innamorati e soprattutto instancabili viaggiatori, Fosco Maraini e Topazia Alliata sono poco più che ventenni quando iniziano a percorrere in lungo e in largo l'Italia dei primi anni Trenta. Non ancora marito e moglie, con l'entusiasmo vorace degli spiriti liberi, tra il 1934 e il 1935 attraversano città, campagne e panorami dal fascino ancora incontaminato. Da Firenze al Monte Bianco, dalla Sicilia alle Dolomiti, tra gli addii e le lunghe attese di riabbracciarsi c'è spazio per amicizie nuove e consolidate, momenti di alpinismo epico, avventure e incidenti di percorso; materia viva e imprevedibile che solo l'esperienza totale del viaggio può regalare. Dormono in piccoli alberghi o in alloggi di fortuna, in gruppo o scandalosamente da soli visti i tempi, e ogni tappa diventa memoria annotata con cura, lettera, fotografia, disegno. Il risultato sono cinque quaderni che i due amanti chiamano Love Holidays: diari appassionati e testimonianza intima dell'amore intenso e assoluto che proprio in quegli anni mette radici nelle loro vite. Sono pagine inedite in cui il gusto della scrittura si incontra con la passione per l'immagine e che, riprodotte integralmente in questo volume, ci raccontano per la prima volta la dimensione privata di una donna e artista straordinaria e di uno dei più grandi etnologi e viaggiatori italiani. Topsy e Fosco. Più semplicemente, T&F. Con uno scritto di Dacia Maraini e una nota storica di Toni Maraini.
Darcy Archer lavora in una piccola libreria indipendente di Manhattan. È una sognatrice: non è disposta ad accontentarsi e a trentatré anni aspetta l'arrivo del Vero Amore, quello che abita nei suoi adorati romanzi. Un giorno di dicembre, sfrecciando in bicicletta per le strade innevate della città, travolge un uomo che le sbuca davanti all'improvviso. Quando Aidan Harris viene portato via dai paramedici, sul marciapiede rimangono il suo cane e un pacco misterioso. In preda ai sensi di colpa, Darcy fa di tutto per ricongiungere il cane, un adorabile husky di nome Bailey, al suo padrone e quando scopre che nell'incidente Aidan ha perso la memoria, le cose si complicano. Inizia cosi l'indagine di Darcy che, decisa ad aiutarlo a ritrovare la sua identità, si lascia trascinare da Bailey attraverso una New York natalizia, vibrante di luci e colori, fino a un lussuoso appartamento nell' Upper West Side. Qui raccoglie indizi preziosi sulla vita dello sconosciuto, che sembra fatta di viaggi esotici, sport estremi e bellissime donne, e trova la stanza dei suoi sogni: una biblioteca privata colma di preziosissime prime edizioni. Mettendo insieme le tessere del puzzle, la sua vivida immaginazione costruisce un ritratto di Aidan incredibilmente somigliante al suo uomo ideale. Ma le sue fantasie corrispondono alla realtà? E cosa succede quando la realtà è ben diversa da quanto sembra?
È il 1934, a Parigi, quando a Marie-Laure, una bambina di sei anni con i capelli rossi e il viso pieno di lentiggini, viene diagnosticata una malattia degenerativa: sarà cieca per il resto della vita. Ne ha dodici quando i nazisti occupano la città, costringendo lei e il padre a trovare rifugio tra le mura di Saint-Malo, nella casa vicino al mare del prozio. Attraverso le imposte azzurre sempre chiuse, perché così impone la guerra, le arriva fragorosa l'eco delle onde che sbattono contro i bastioni. Qui, Marie-Laure dovrà imparare a sopravvivere a un nuovo tipo di buio. In quello stesso anno, in un orfanotrofio della Germania nazista vive Werner, un ragazzino con i capelli candidi come la neve e una curiosità esuberante per il mondo. Quando per caso mette le mani su una vecchia radio, scopre di avere un talento naturale per costruire e riparare questi strumenti di fondamentale importanza per le tattiche di guerra, un dono che si trasformerà nel suo lasciapassare per accedere all'accademia della Gioventù hitleriana, e poi partire in missione per localizzare i partigiani. Sempre più conscio del costo in vite umane del suo operato, Werner si addentra nel cuore del conflitto. Due mesi dopo il D-Day che ha liberato la Francia, ma non ancora la cittadina fortificata di Saint-Malo, i destini opposti di Werner e Marie-Laure convergono e si sfiorano in una limpida bolla di luce.
Raphael, Gardo e Ratto, quattordici anni, vivono nel quartiere-discarica di Behala. Passano le giornate a smistare rifiuti per venderli a peso. Finché Raphael trova un borsello in mezzo all'immondizia: dentro ci sono tanti soldi, una carta d'identità, una mappa e una piccola chiave. La polizia si fa avanti: sembra disposta a tutto pur di recuperare la borsa. Se è così importante, pensano i ragazzi, vale la pena di scoprire cosa c'è sotto. Così, con una buona dose di scaltrezza e parecchio sangue freddo, cominciano a indagare... Età di lettura: da 13 anni.
Una scuola che crolla perché il costruttore ha messo la sabbia nel cemento. Un uomo che entra in un cinema e spara all'impazzata. Una ragazza rapita e rinchiusa per anni nel garage di uno sconosciuto. Ogni volta che la cronaca nera conquista le prime pagine dei giornali, ci sentiamo sgomenti. Pensiamo che il Male abbia le sembianze di un mostro, o di un demone. Ma il Male ha mille facce, e molte familiari. Il Male può non tradursi in violenza, e tentarci con l'insistenza di un'ossessione. A volte è un evento che manda tutto a rotoli, ci toglie soldi, affetti e sicurezze, lasciandoci senza scelta. A volte è tradire se stessi e gli altri, e per farlo basta un click con il computer. Altre volte è una menzogna, o sentirsi impantanati in un dubbio atroce. A volte è addirittura la liberazione da un'esistenza ingrata, e abbracciarlo può significare un nuovo inizio, affrontare il proprio destino a testa alta. Ma il peggiore dei Mali è pensare che tutto questo sia controllabile, o che non ci appartenga, per sentirci innocenti. Perché il Male ha già piantato i suoi semi dentro ognuno di noi. Ed è pronto a esplodere.
Due occhi intensi e un sorriso luminoso: Clara è una ragazza come tante, cresciuta a Borgaro, alle porte di Torino. Dopo la sua prima delusione d'amore, le sembra di aver toccato il fondo, non si immagina che se ne dimenticherà in un attimo quando, un po' per gioco, partecipa a un concorso di bellezza. Così, su un'Alfa Romeo scassata, tutta la famiglia la accompagna tra una selezione e l'altra, facendo il tifo per quella ragazzina che sul suo tacco 12 procede sicura fino alla meta. Clara fa appena in tempo ad accorgersi che il sogno si è realizzato prima di ritrovarsi ad affrontare la lontananza da casa, la gelosia della sorella e le proprie debolezze... Per fortuna c'è la danza, la sua passione di sempre, ed è un corso di ballo a riservarle la sorpresa più grande. Uno spilungone occhialuto attira la sua attenzione: balla con tutte tranne che con lei e non le rivolge la parola. Per Clara riuscire a strappargli un tango diventa una questione di principio e non demorde finché non si ritrova nell'abbraccio goffo di Massimo. Insieme a quel tango arriva l'amore ma, si sa, sentimenti e successo non vanno d'accordo e Clara si trova ben presto davanti a una scelta. Qualunque sarà la decisione, però, di una cosa è certa: non importa chi sei, né da dove vieni. Solo se conosci la direzione dei tuoi desideri e non smetti di seguire la tua stella guida, la favola si avvera.
L'aria è frizzante, in una mattina anni '60. Andrea cammina verso via Solferino, teso e pronto per la sua nuova vita. Da Isernia si è trasferito a Milano per lavorare nel più importante quotidiano del Paese, il "Corriere della Sera", e gli sono bastati pochi giorni per immergersi in un'epoca favolosa e folle. Ci si incontra al Bar Jamaica, le ragazze ballano il twist e Mina è già una stella. Andrea non pensa alla moglie lontana, al figlio nato da poco. Assapora il ritmo frenetico e i sogni d'Italia. Nei corridoi del giornale, incontra grandi figure come Eugenio Montale e Indro Montanelli. La sera frequenta i locali fumosi di Brera e lì conosce Bianca, una donna algida e bellissima di cui si innamora. Per Andrea le giornate diventano una gara di equilibrio, tra passato e presente, tra ambizione e disincanto, ma una telefonata fa precipitare tutto. Suo fratello, tornato dalla naja, sta male. Torna a casa per vederlo e Luca delira, parla di un film segreto che Fellini sta per girare. Andrea non gli crede, finché non viene contattato da un collaboratore del maestro. Per lui è un'occasione senza precedenti: sarà il primo a raccontare la "Nuova dolce vita". Tra Milano e il set, dovrà fare i conti con le proprie paure e i desideri e intanto vedrà scorrere l'Italia tutta. Le colline, la politica, la televisione. I sorrisi, le delusioni e l'amore.
Bologna, 1494. Gli ospiti di palazzetto Aldrovandi hanno occhi solo per lui, un giovane artista schivo e irrequieto. Ha il naso schiacciato, da lottatore, e le labbra carnose di chi non sa trattenere un pensiero in bocca: di nome fa Michelangelo Buonarroti e la parlata tradisce la sua provenienza da Firenze. A meno di vent'anni è già uno dei favoriti alla corte medicea, dove l'ha voluto il Magnifico, ma ha lasciato la città prima dell'ondata di terrore dei roghi del Savonarola. E ora, libero dai capricci di un committente, sta realizzando una scultura marmorea che è destinata a cambiargli la vita. Il Cupido dormiente è un omaggio ai maestri dell'antichità, ma se in tempi così duri mettere un tozzo di pane in tavola è un'impresa anche per un astro nascente come lui, affidarlo a un apprezzato mercante d'arte come Baldassarre del Milanese è quasi una necessità. E così, mentre il suo autore è ostaggio di una passione da cui non sa se farsi travolgere, l'Amorino inizia un viaggio per le corti italiane che si trasforma presto in una vera e propria caccia. Da Caterina Sforza, pericolosa alchimista, allo spietato Cesare Borgia, ognuno è disposto a pagare la statua con il sangue. Per arrivare al cuore più segreto del Rinascimento, un luogo dove ogni cosa che l'uomo abbia mai sognato diventa possibile.