Il volume, progettato sia per scopi didattici sia per finalità di approfondimento, declina il tema della partecipazione in una dimensione comunitaria, delineando un approccio psicosociale ai processi partecipativi che trova nella comunità territoriale sia il luogo fisico in cui essi possono esplicarsi e produrre i propri effetti, sia una delle loro radici. Il percorso concettuale che coniuga "comunità e partecipazione" si articola in tre passaggi. Il primo offre una lettura della "comunità", tanto sul versante teorico - distinguendo tra territori, luoghi e comunità, unità psico-socio-spaziali che possono sovrapporsi, coincidere e talvolta disgiungersi - quanto sul versante operativo, attraverso l'analisi empirica della stessa. Il secondo si dedica all'esame di alcune "interfacce" psicologiche tra le persone e le comunità, e del ruolo che esse giocano nell'attivare l'azione e la spinta partecipativa: l'attaccamento e l'identificazione con i luoghi che si abitano, il senso di appartenenza alla comunità in cui si vive, la capacità di relazionarsi a essa in chiave trasformativa e di empowerment, sono tutti fattori che contribuiscono a definire i modi con cui le persone si relazionano alla collettività prossima, anche in termini di impegno attivo e di azione. Il terzo passaggio affronta la "psicologia della partecipazione", trattando la fenomenologia delle diverse forme di partecipazione, i rispettivi moventi e gli esiti che producono per le persone e le comunità. Andando oltre le forme convenzionali della partecipazione politica, il volume si occupa dei processi di attivismo dal basso (azione collettiva), dell'impegno civico e sociale che si manifesta principalmente nelle pratiche dell'associazionismo e del volontariato e della variante istituzionalizzata della partecipazione, che si basa sull'interlocuzione attiva tra cittadini e amministrazioni locali e sul coinvolgimento della cittadinanza nelle decisioni di interesse collettivo.
Nell'affrontare la deontologia della professione di psicologo occorre prima di tutto ricordare che in questa professione, come in nessun'altra, la deontologia è costitutiva della competenza: in psicologia il principale strumento di intervento è la qualità della relazione con i soggetti assistiti, e dunque anche una semplice trascuratezza degli aspetti deontologici della relazione produce per definizione un intervento incompetente. Per questa ragione la deontologia della professione di psicologo si presenta come un sistema a più dimensioni, nel quale convergono elementi di etica, di diritto e di teoria della tecnica; e addentrandosi ancora più in profondità in queste aree tematiche, ci si trova confrontati con elementi di antropologia simbolica (come si forma un criterio diffuso nella comunità professionale, che diventa una prassi corrente prima ancora di essere codificato?); di semiotica (come un criterio, sia esso imposto dall'alto o spontaneamente condiviso, diventa regola scritta?); di psicologia del senso comune (come viene recepita dai professionisti la regola nelle applicazioni concrete?). Certamente la deontologia risponde a una epistemologia della complessità, e sarebbe ingenuo e fuorviante affrontarla secondo modelli lineari. Per questo l'Atlante è stato immaginato secondo una modalità espositiva che integra alla scrittura testuale anche schemi grafici, mappe concettuali e immagini iconiche: queste ultime quale aiuto alla comprensione e supporto alla memorizzazione.
Introdurre all'apprendimento degli ambiti teorici e applicativi della psicologia sociale può sembrare agevole da realizzare, ma si tratta di una disciplina solo all'apparenza di facile comprensione. Essa, infatti, richiede particolare attenzione e conoscenza di un vocabolario tecnico che gli studenti iscritti ai corsi non prettamente psicologici possono non avere acquisito. Il presente volume è stato pensato, in tal senso, per gli educatori in formazione e per coloro che già si muovono in ambito sociale come operatori delle relazioni di aiuto nei contesti educativi. Conoscere le principali tematiche psicosociali attraverso il rimando a contesti professionali quotidiani è sembrata, dunque, un'utile strategia per avviare con maggiore fluidità al percorso di apprendimento, e/o approfondimento, del rapporto esistente tra funzionamento psicologico individuale e processi sociali più ampi.
Molte cose sono cambiate nel campo della disabilità dall'uscita della prima edizione di questo testo, che risale al 1995: dalla terminologia utilizzata, alle classificazioni in uso, alla normativa nazionale e internazionale, ai modelli teorici sottostanti le diverse interpretazioni dei disturbi. In particolare, si è assistito al consolidamento di una prospettiva neurocostruttivista come chiave di lettura delle profonde differenze tra individui che presentano la stessa "condizione di salute": le traiettorie evolutive sono il risultato di una continua interazione tra fattori genetici, substrato neurale e fattori contestuali, intesi come condizioni ambientali, caratteristiche della persona ed esperienze di vita. In quest'ottica, all'attitudine a suddividere in categorie rigide i singoli disturbi si è sostituita una prospettiva dimensionale, che interpreta la diversa espressività dei sintomi come un continuum e riconosce i livelli di gravità come frutto non solo delle differenze individuali, ma della qualità e quantità di supporto. La quinta edizione del DSM applica tale prospettiva alla descrizione dei cosiddetti "disturbi del neurosviluppo", macrocategoria in cui, come si evidenzia nel corso del volume, ricadono molte delle condizioni descritte. Come nelle edizioni precedenti, il volume descrive percorsi di sviluppo e prospettive di intervento centrati sulla persona, nella sua complessa interdipendenza con i contesti storici, culturali e familiari. Scienza applicata? Un manuale per l'intervento? Anche, ma non solo. Certamente un'utile disamina degli aspetti psicologici connessi alla disabilità, una guida di base per la formazione degli studenti, ma anche delle diverse figure professionali - dagli specialisti agli insegnanti - e dei genitori che potranno trovarvi informazioni nuove o spunti interessanti per ulteriori approfondimenti.
Negli ultimi anni la sessuologia clinica è stata animata da una vera e propria rivoluzione, caratterizzata da un fervore nella ricerca scientifica e dall'affermarsi di approcci terapeutici centrati sul paziente. Le nuove classificazioni diagnostiche come il DSM-5, l'International Consultation on Sexual Medicine 2015 e la proposta dell'ICD-11 danno conferma di questi cambiamenti nella visione dei problemi sessuali e convalidano l'approccio biopsicosociale come gold standard nella terapia sessuale. L'importante novità di questo volume è l'integrazione delle più recenti nosografie e dei moderni algoritmi di trattamento delle disfunzioni sessuali, orientati all'incremento della soddisfazione di coppia e al miglioramento della qualità della vita. Fa da cornice l'esperienza maturata presso l'Istituto di Sessuologia Clinica di Roma, con il quale tutti gli autori, a vario titolo, collaborano. Il manuale guida alla clinica delle disfunzioni sessuali gli studenti che affrontano per la prima volta queste tematiche e offre un aggiornamento scientifico a quei professionisti della salute (psicologi, medici, fisioterapisti, assistenti sociali ecc.) che già lavorano su richieste di carattere sessuologico.
Il libro fornisce al lettore un approfondimento teorico-pratico riguardante la valutazione del danno non patrimoniale di natura psichica ed esistenziale. Si tratta di un lavoro che affronta gli aspetti basilari e critici del settore, offrendo al professionista psico-forense una guida da un punto di vista scientifico, normativo e delle buone prassi. Il lavoro è un buon punto di riferimento per chi approccia la tematica per la prima volta, come gli studenti di psicologia e di medicina, ma può fornire un valido contributo anche per l'aggiornamento professionale di psicologi, psichiatri e medici legali che già lavorano nel settore. Il testo individua con attenzione il procedimento complessivo che il professionista psicologo forense deve seguire per rispondere in prima persona ai quesiti del magistrato e alle istanze delle parti coinvolte nella controversia giudiziaria. Partendo dalla definizione di danno psichico ed esistenziale e dall'inquadramento giuridico dello stesso, il contributo approfondisce in modo specifico alcune criticità legate al nesso di causalità, ad un'attenta procedura per la valutazione psicodiagnostica, agli aspetti legati alla simulazione, approfondendo in particolare la rilevazione della "disfunzione neurocognitiva simulata". L'attenzione è incentrata inoltre sui metodi più comuni utilizzati per la valutazione ed il calcolo del danno psichico ed esistenziale e vengono presentati i quesiti peritali più frequenti nella prassi consulenziale. Il manuale si chiude proponendo alcuni modelli per la stesura della relazione peritale.
All'interno della psicologia sociale, la psicologia giuridica e criminologica sono discipline che si sono affermate in modo crescente e radicato ormai da anni, sia nel panorama accademico che nel territorio sociale e, in questi contesti, un numero sempre maggiore di operatori si trovano impegnati a gestire casi che richiedono un continuo aggiornamento normativo e metodologico. Questo testo non ha la pretesa di rappresentare un manuale onnicomprensivo sui temi giuridico-criminologici, tuttavia si pone all'attenzione di chi è in formazione, così come di chi già opera sul campo, come interessante aggiornamento rispetto a tematiche attuali, di ambito civile e penale, che riportano l'attenzione scientifica, giudiziaria e clinica, su argomenti attuali ed estremamente controversi quali l'alienazione parentale, la rilevazione e rivelazione nei casi di abuso su minore, l'omogenitorialità, la disforia di genere, il femminicidio, il figlicidio, ecc. Il volume risulta particolarmente indicato per lo studio e l'approfondimento di laureandi e laureati in psicologia, giurisprudenza, medicina e chirurgia, sociologia, scienze dell'educazione, scienze del servizio sociale e scienze della comunicazione che sono intenzionati a comprendere operativamente i diversi ambiti applicativi della psicologia giuridica e criminologica. Il taglio prettamente manualistico fa sì che questo contributo rappresenti anche un utile strumento di aggiornamento per figure professionali dei vari settori giuridico, sociali e sanitari, dal momento che le diverse tematiche vengono trattate approfondendo le relative metodologie tecniche, necessarie allo sviluppo di competenze adeguate all'attività e alla consulenza nei diversi ambiti della psicologia giuridica e criminologica.
Da un punto di vista psicodinamico, la realtà psichica è un oggetto di studio complesso che, per via delle sue caratteristiche di unicità, irripetibilità, trasformabilità, obbliga il clinico a dotarsi di un equipaggiamento del tutto speciale: un atteggiamento mentale mobile rivolto costantemente all'altro privilegiando la dimensione relazionale; la scelta di metodi e tecniche molteplici e rispettosi dell'unicità dell'altro; il riferirsi ad una teoria della mente che non si avvale di dati puramente empirici o pragmatici, che va oltre la separazione tra normalità e patologia, che riconosce le peculiarità del funzionamento psichico individuandone fragilità e punti di forza e che infine poggia sull'idea che il sapere sulla mente è incompiuto. Gli autori partono da questi assunti e propongono ai lettori (studenti di psicologia ma anche specialisti che desiderano un aggiornamento puntuale e rapido su metodiche e contesti valutativi particolarmente attuali) un manuale che, rifondando l'impianto epistemologico della psicodiagnostica, articola, la diagnosi con la psicopatologia mediante l'uso di tecniche su misura per le esigenze delle persone.
Le nuove dipendenze vengono esplorate come l'espressione più dolorosa e significativa della tendenza emersa nella cultura contemporanea di negare che la coscienza sia il centro della condizione umana. Per comprendere la relazione tra questa tendenza culturale e le dipendenze il libro propone un percorso conoscitivo che si sviluppa in tre tappe. Nella prima vi sono alcune incursioni corsare nella cosmologia, nella paleoantropologia, nel linguaggio omerico, nella storia e negli archetipi dell'inconscio collettivo. Nella seconda tappa, vengono descritti i motivi per cui l'emersione della coscienza nella vita umana è sempre esposta al rischio di una regressione, di cui le dipendenze sono un esempio incontrovertibile. È necessario ricordare che negli ultimi decenni alla dipendenza distruttiva dalle droghe si è aggiunta quella, altrettanto distruttiva, da alcuni comportamenti. Comportamenti che normalmente fanno parte della vita quotidiana delle persone poiché riguardano il gioco, il sesso, l'attività sportiva, il lavoro, gli acquisti, l'uso di internet, il cibo e gli affetti. Infine, nella terza tappa le nuove dipendenze sono descritte e analizzate da due punti di vista differenti ma complementari. Il primo evidenzia lo stretto legame di queste dipendenze con le trasformazioni socioculturali che segnano il tempo presente, mentre il secondo le analizza utilizzando il contributo della psicologia contemporanea, soprattutto della psicopatologia, di stampo prevalentemente cognitivo.
L'approccio cognitivista descrive la mente come un sistema di scopi e conoscenze che regolano sia le reazioni emotive, sia l'attività mentale, sia la condotta individuale. Così, anche i sintomi psicopatologici, nella maggior parte dei casi, possono essere considerati espressione di attività finalizzate al raggiungimento di un obiettivo, al pari di qualsiasi altra attività. Il manuale riunisce i contributi di psicoterapeuti che da anni si occupano di psicopatologia infantile e utilizzano l'approccio cognitivo comportamentale nella formulazione del caso e nella pianificazione dell'intervento. Gli autori considerano anche eventuali spiegazioni legate all'espressione di un danno neurale o alla conseguenza di un deficit cognitivo e fondano il proprio intervento su alcuni punti salienti: la consapevolezza che le difficoltà psicopatologiche dell'infanzia e dell'adolescenza debbano essere inquadrate in una prospettiva temporale comprendente la fase di sviluppo che il soggetto sta attraversando e il percorso evolutivo del processo psicopatologico; l'importanza dell'individuazione dei meccanismi di mantenimento ovvero di quei processi ricorsivi di aggravamento e di cronicizzazione della sofferenza psicopatologica; la rilevanza che assumono le esperienze di attaccamento e la storia di vita del soggetto, elementi utili a comprendere i fattori di vulnerabilità individuale; il coinvolgimento dei genitori nel processo terapeutico e l'importanza dell'intervento su più setting contemporaneamente.
Con il termine coping s'intende il complesso processo che gli individui mettono in atto con lo scopo di fronteggiare e ridurre lo stress. Il coping non si riferisce soltanto allo sforzo per ridurre o risolvere i problemi, ma alla gestione delle proprie emozioni e dello stress derivante dalle situazioni problematiche. Il coping si compone di emozioni, pensieri e comportamenti, tutti finalizzati a controllare, tollerare e ridurre le richieste (interne e esterne), le pressioni ambientali e i conflitti che ne derivano. Mentre sta crescendo la sensibilità dei ricercatori e dei professionisti nei confronti dello studio dello stress, il coping - nonostante la sua importanza strategica nel definire il benessere soggettivo degli individui - è un costrutto ancora poco esplorato e conosciuto. Lo scopo del volume è di introdurre il lettore alla conoscenza del costrutto del coping - presentando la più recente letteratura scientifica - e di illustrare i risultati di oltre quattro anni di ricerche svolte in quest'ambito dagli autori. Il volume è arricchito, inoltre, da sette strumenti psicometrici per la misurazione del coping.
Lavorare con i bambini richiede competenza professionale, ma anche grande capacità di stare in relazione con loro, di comprenderne il linguaggio, di conoscere il loro mondo o di avere, comunque, la curiosità di conoscerlo, non perdendo però di vista il mondo dei grandi, non lasciando in secondo piano le preoccupazioni adulte e rispettando il tessuto della famiglia, che ha bisogno di far emergere tracce delle trame passate, di liberare le emozioni troppo a lungo bloccate. L'intento di questo lavoro è offrire una panoramica completa ed esauriente a chi si vuole occupare di infanzia e di terapia familiare. Il manuale, oltre ad offrire importanti riferimenti teorici relativamente all'infanzia e alla terapia familiare, descrive concrete esperienze con i bambini e con i loro genitori, attraverso l'uso del gioco, del disegno e di altre attività che favoriscono la condivisione e che portano alla luce contenuti ed emozioni indispensabili per la costruzione del processo terapeutico. Un testo fondamentale per tutti i corsi di terapia familiare con i bambini.
La psicologia può offrire un importante contributo alla comprensione dei dinamismi familiari implicati negli attuali mutamenti sociali. Può aiutarci, per esempio, a definire la sua identità, a comprendere la sua trasformazione in una pluralità di forme familiari, ad interpretare le transizioni da una fase di sviluppo all'altra del suo ciclo di vita, a studiare i vari tipi di relazione che comporta come quello coniugale, genitoriale, tra le generazioni, con la società, ecc. Lo scopo di questo volume è proprio quello di avviare il lettore alla comprensione delle relazioni familiari da un punto di vista psicologico. Vista la specificità dei suoi contenuti può rappresentare un utile sussidio per docenti e allievi di un corso di psicologia della famiglia a livello universitario. È comunque indicato anche per chi lavora con le famiglie nei diversi ambiti (psicologico, psicoterapeutico, educativo, sociale, pastorale, giuridico, ecc.) o sia interessato ad approfondirne la conoscenza.
Questo volume intende rivolgersi a quanti intendano, personalmente e/o professionalmente, percorrere un viaggio alla ricerca dei perché più profondi della propria esistenza. Perché sono, penso, agisco, sento, mi relaziono, in un determinato modo? E se fossi nato in un'altra famiglia, in un altro paese, con un altro credo, sarei ancora io? Che legame c'è tra esperienza psicologica ed esperienza spirituale? La cultura sociale, politica, scolastica, nella quale sono immerso e dalla quale sono attraversato, che peso ha nell'influenzare le mie decisioni e le mie idee? Ed ancora, le relazioni che ho e che intrattengo mi condizionano nella costruzione del mio io e della mia idea di me? Ed io sono proprio certo di essere ed essere pensato come individuo unico, coerente, razionale o forse mi accorgo di cambiare forma, opinione, comportamento, in accordo alle situazioni temporali, relazionali, istituzionali, gruppali nelle quali trascorro la mia esistenza? Ed infine, esiste un'anima, un'identità, un'individualità o una relazione dinamica tra esseri in ricerca, in viaggio, verso orizzonti di benessere e felicità? Il volume non risponderà a questi interrogativi, ma organizzerà un pensiero originale, innovativo, complesso e poliedrico: stimolerà il lettore a percorrere un viaggio interiore, un percorso di verità ed autocoscienza, alla ricerca dell'anima, sino a giungere ad una possibile narrazione rigenerata di sé: il proprio testo in un contesto interpretativo relazionale.
Un volume pensato per studenti universitari alle fasi iniziali del loro percorso, ma utile anche ad operatori della formazione psicosociale e dell'educazione, che vi troveranno temi che in genere sono dispersi in testi diversi. Vuole introdurre all'uso dei metodi e delle tecniche di gruppo nei contesti formativi ed educativi, premettendo una rassegna dei temi principali della dinamica di gruppo e dei gruppi di lavoro organizzativi, e della psicologia sociale dei gruppi. Il volume è caratterizzato da una forte e costante sottolineatura del carattere non meramente fattuale del gruppo, dunque della necessità di trattarlo in quanto fenomenologia contingente, che si configura ed acquista specifiche modalità di funzionamento in ragione dei contesti di pratica entro cui ed in ragione dei quali si dispiega. Questa idea di gruppo se non può considerarsi di per sé originale in assoluto - essa riflette una concezione più generale dei processi psicosociali di matrice socio-costruttivista - è sicuramente innovativa nel campo della psicologia dei gruppi, troppo spesso portatrice di una visione reificata, entro la quale il gruppo, invece che costrutto teorico, viene inteso e trattato come uno stato del mondo.
La prima edizione di questo volume risale al 1995: da allora nel campo della disabilità sono avvenute trasformazioni radicali che hanno reso necessario rivedere e aggiornare sostanzialmente il testo in molte sue parti. Anche il titolo è stato modificato in "Psicologia della disabilità e dei disturbi dello sviluppo" proprio per meglio fare riferimento alle diverse condizioni esaminate e dare enfasi al ruolo dei percorsi evolutivi e dei contesti sul concreto manifestarsi delle limitazioni e delle potenzialità In questa nuova edizione trovano riscontro anche gli avanzamenti del dibattito scientifico, che in alcuni casi ha raggiunto livelli di maturità tali da veder tradotti nella vita quotidiana i progressi della ricerca. Così, una maggiore conoscenza delle cause di alcuni disturbi e una accresciuta consapevolezza del legame fra processi psichici, basi biologiche e fattori ambientali hanno portato a mutamenti legislativi, all'applicazione di strumenti - ad esempio il sistema di classificazione Icf - e, in generale, a una maggiore sensibilità ai diritti delle persone con disabilità. Un'utile disanima degli aspetti psicologici connessi alla disabilità, una guida di base per la formazione degli studenti, ma anche delle diverse figure professionali - dagli specialisti agli insegnanti - e dei genitori che potranno trovarvi informazioni nuove o spunti stimolanti per riflessioni e ulteriori approfondimenti.
Un manuale sulle psicosi pensato per gli studenti dei corsi di laurea magistrale in psicologia e delle scuole post-universitarie che presenta le più attuali elaborazioni teoriche, sostenendole con chiari esempi clinici. Ma anche un testo di aggiornamento per i professionisti della salute mentale che si confrontano con casi di psicosi nella loro pratica clinica. Il testo propone contributi originali di autori italiani e stranieri che si occupano dell'inquadramento e della cura delle psicosi, dai prodromi alla remissione. Privilegia l'approccio cognitivo perché, insieme ai farmaci, è il più empiricamente solido per le numerose prove di efficacia. Dopo un primo inquadramento storico, la prima parte del manuale affronta il tema della valutazione della psicosi, tendendo conto dei modelli psicologici e dei malfunzionamenti cognitivi e metacognitivi. Emerge una descrizione per fasi/stadi di malattia, ciascuno con le proprie caratteristiche ed implicazioni sull'esito funzionale e sociale. La seconda parte propone un'analisi dei possibili trattamenti e si apre con una rassegna di quelli validati empiricamente, spiegando quali prove di efficacia ne sostengono l'impiego nelle linee guida internazionali. I capitoli che seguono illustrano specifiche tecniche per il miglioramento delle abilità sociali (social skills training) e delle funzioni cognitive (cognitive remediation).