Il volume tratteggia la vita e l'azione di personaggi - suore, preti e laici - che hanno dato un contributo essenziale alla Resistenza cattolica a Milano e nelle zone limitrofe tra il 1943 e il 1945. Spiccano figure paradigmatiche come il cardinal Schuster e Giuseppe Lazzati, nonché quelle di alcune suore, come Enrichetta Alfieri, attiva nel carcere di San Vittore, e Rosa Chiarini Solari, che mise a disposizione un'ala del convento per le riunioni del Comitato di Liberazione Nazionale. Ampio spazio è dedicato ai «ribelli per amore», preti che hanno rischiato la vita pur di dare una testimonianza di carità, per esempio nascondendo degli ebrei, e ad alcuni imprenditori laici.
A Napoli, tra il 1522 e il 1540, prese forma la Cittadella degli Incurabili, uno dei massimi centri propulsori della riforma religiosa del Cinquecento. A fondarla fu Maria Lorenza Longo, una vedova spagnola che non solo aprì un ospedale per gli indigenti impossibilitati a curarsi dalla «malattia del secolo», la sifilide, ma diede vita anche a una spezieria per sperimentare nuove cure e realizzare farmaci; appoggiò opere di assistenza per i malati mentali, per le famiglie dei condannati a morte, per le prostitute, per le donne incinte. Fondò, infine, l'ordine delle monache Cappuccine. Si ritirò quindi nel monastero da lei voluto, Santa Maria in Gerusalemme, dove ancora oggi le monache ne conservano le spoglie e la memoria. Presentazione di Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli.
Questo libro presenta la figura del giudice siciliano Rosario Livatino (1952-1990), oggi Servo di Dio. Lavora al Tribunale di Agrigento prima come sostituto procuratore per oltre dieci anni, poi come giudice a latere. Con capitoli brevi e forma narrativo-discorsiva, vengono delineate l'infanzia del giudice, la sua formazione umana e di studi, la sua vita professionale, infine la sua morte, appena trentasettenne, per mano di sicari della mafia. A dare maggiore spessore contribuiscono i passi tratti dalle agende che il giudice aggiornava ogni giorno dal 1978 e la ricostruzione dell'agguato, tramite le sentenze dei processuali. L'opera, inoltre, approfondisce la fede cristiana di Livatino. Nella seconda parte sono riportate le uniche due relazioni che il giudice tenne in pubblico. La prima è il suo testamento spirituale sul ruolo del giudice. La seconda è il manifesto del suo impegno di magistrato credente.
Un viaggio attraverso la vita di Albino Luciani, divenuto Giovanni Paolo I: l'infanzia a Canale d'Agordo (BL), con i ricordi di prima mano della nipote Pia Luciani; ma anche con le testimonianze rimaste dei fratelli Edoardo ed Antonia. Infanzia umile e semplice come fu sempre, formazione sacerdotale robusta e profonda. Fu uomo di profonda cultura, attraverso la quale trasmetteva la Verità. Umile e amabile, Papa Luciani era comunque dotato di fermezza e di coraggio, come ricordano i testimoni. Morì in circostanze ancor oggi non accertate, lasciando un grande vuoto, nonostante i soli trentatré giorni del suo indimenticabile pontificato.
Il libro affronta, in modo rigoroso, gli eventi legati all'apparizione della Madonna a La Salette (Grenoble, Francia) il 19 settembre 1846: la Bella Signora appare a due pastorelli (Melania e Massimino) piangente a causa della dissacrazione della domenica, delle bestemmie e del non rispetto della Quaresima. Oltre a questi tre messaggi, che i fanciulli dovevano "far passare a tutti", Maria ha affidato un segreto a Massimino e uno a Melania, circa la difficile situazione della fede nel futuro, in assenza della conversione dei cuori. Il libro fa emergere anche la reazione della Chiesa agli eventi. In Francia l'apparizione fu contestata da una parte del clero, nonostante miracoli e conversioni, perché alcuni passi del messaggio della Vergine riguardavano le infedeltà di sacerdoti e religiosi e la politica del governo. Si presenta infine l'impegno del filosofo J. Maritain nel raccogliere documentazione su La Salette da consegnare in Vaticano.
A volte si dimentica che la santità è un itinerario esistenziale complesso, disseminato di ardenti desideri ma anche di fatica e perfino di fallimenti. Charles de Foucauld (1858-1916) aspirava a essere «fratello universale», desiderio che lo ha portato a condividere la vita con gli ultimi, nel deserto del Sahara. Tuttavia, nel suo processo di maturazione spirituale, si è confrontato con ombre e limiti che non si sono completamente dissolti, e che hanno contribuito a fare di lui un vero fratello: un «fratello incompiuto». Questo libro, basato sugli scritti di Charles, ne offre sia un profilo biografico, costruito su dati storici, sia un profilo spirituale, che mette in stretta relazione il «marabù cristiano» con gli interrogativi del credente di oggi.
Vittorina Gementi (1931-1989) è stata una delle figure più significative della vita sociale, politica, educativa ed ecclesiale mantovana del secolo scorso. È conosciuta soprattutto come fondatrice e animatrice della Casa del Sole, un'opera che dal 1966 si dedica all'educazione dei bambini e dei ragazzi con disabilità cerebrale. Queste pagine raccontano la sua vita e il suo impegno, al cui centro si possono individuare due atteggiamenti fondamentali: contemplazione e azione. Il lavoro socio-educativo svolto da Vittorina nelle varie fasi della sua esistenza - come delegata diocesana dell'Azione Cattolica, come maestra, come assessore all'infanzia e come ortopedagogista - nasce dalla consapevolezza di questo binomio inscindibile. Nel 2011 è stata aperta la causa per sua canonizzazione.
Com'è cambiato il maternage al tempo della fuga dei cervelli e della pandemia? L'Autrice, partendo dalla sua esperienza, fa entrare nel vivo del problema: «Siamo diventate, nostro malgrado, "Madri con la valigia", che spediscono pacchi di cibo e volano, potendo, in ogni angolo del mondo. Chattiamo, festeggiamo compleanni su Skype e ci auguriamo la buona notte su Whatsapp, rinunciando alla fisicità di un abbraccio, di una carezza o di un bacio...». Attraverso le testimonianze di altre madri che vivono queste maternità «schizofreniche», il testo è una sorta di manuale di sopravvivenza per tutte le Madri con la valigia.
Quando fu liberata, con l'arrivo degli Alleati, Liliana Segre aveva 14 anni e pesava 32 kg. Come abbia potuto sopravvivere nell'inferno di Auschwitz in quelle condizioni, non sa spiegarselo ancora oggi. Non è mai più ritornata ad Auschwitz. Dopo tanti anni di voluto silenzio, Liliana ha deciso di testimoniare per una serie di ragioni private e universali insieme: il debito verso i suoi cari scomparsi ad Auschwitz; la fede nel valore della memoria, e nella necessità di tenerla viva per tutti coloro che verranno dopo. L'esperienza inumana del periodo di deportazione, non ha condizionato la sua volontà di essere una donna di pace e di perdono. E racconta soprattutto per i giovani e per gli adulti che si occupano di giovani. Per tutti è importante conoscere ciò che successe allora e ricordare... perché simili aberrazioni della storia non si ripetano più.
In questa autobiografia raccolta dalla voce del protagonista, emerge la figura di un grande medico cattolico, di viva fede e lucide intuizioni, che ha sostenuto il modello di un sistema sanitario fondato sulla qualità degli operatori e sul rispetto della dignità e del benessere dei malati. La storia della Divisione “Campari” dell’Ospedale di Sesto San Giovanni (MI) e la nascita dell’AVO sono la testimonianza della capacità di Longhini di trasformare in fatti le intuizioni su cui, in quegli anni, pochi avrebbero scommesso.
Nel centenario della morte di don Carlo San Martino (1844-1919), prete ambrosiano che ha dedicato la sua vita alla difesa dei bambini e all'educazione dei giovani, pubblichiamo il volume che ripercorre la sua storia e quella dell'opera da lui fondata. Infatti nel 1885, grazie al sostegno di amici e benefattori, anche della borghesia milanese, don Carlo fonda il Pio Istituto pei Figli della Provvidenza per accogliere i minori soli, abbandonati o maltrattati. I giornali dell'epoca parleranno di lui e del suo instancabile lavoro di prevenzione e difesa dei piccoli. Riceve la visita della Regina Margherita di Savoia e incarichi dal governo. Apre tre case a Milano, Rigola e Montano Lucino. Si circonda di collaboratori per educare e istruire i «suoi» ragazzi. Crea l'ordine religioso Ancelle della Provvidenza. Attraversa gli anni difficili della guerra (1915-1918), ma continuerà la sua opera instancabile. Altri continueranno dopo di lui. Il Pio Istituto vive ancora: le case sono diventate scuole dove oggi si educa e si insegna secondo i valori formativi da lui vissuti e indicati.
Quando fu liberata, con l’arrivo degli Alleati, Liliana Segre aveva 14 anni e pesava 32 kg. Come abbia potuto sopravvivere nell’inferno di Auschwitz in quelle condizioni, non sa spiegarselo ancora oggi. Non è mai più ritornata ad Auschwitz.
Dopo tanti anni di voluto silenzio, Liliana ha deciso di testimoniare per una serie di ragioni private e universali insieme: il debito verso i suoi cari scomparsi ad Auschwitz; la fede nel valore della memoria, e nella necessità di tenerla viva per tutti coloro che verranno dopo. L’esperienza inumana del periodo di deportazione, non ha condizionato la sua volontà di essere una donna di pace e di perdono.
E racconta soprattutto per i giovani e per gli adulti che si occupano di giovani. Per tutti è importante conoscere ciò che successe allora e ricordare… perché simili aberrazioni della storia non si ripetano più.
È la biografia di suor Nunziella Scopelliti (Messina 1948), fondatrice dell'Istituto del Bell'Amore. Nel 1971, dopo aver conseguito la laurea in filosofia, Nunziella lascia Messina e giunge a Roma, dove abbraccia la vita religiosa nell'Istituto delle Suore della Santa Famiglia di Bordeaux. All'interno dell'Istituto si dedica soprattutto alla formazione delle giovani e all'insegnamento. Ottenuto il diploma in Teologia spirituale al Teresianum, tra il 1992 e il 1994 si trova in Canada, dove studia scienze delle comunicazioni sociali (Ottawa) e psicologia (Montréal). È in questo periodo che matura l'idea di lasciare l'istituto religioso di origine per seguire quella personale vocazione all'amore, percepita fin dalla giovinezza, che la condurrà a fondare l'Istituto delle Suore del Bell'Amore (1994). Oggi sr Nunziella vive a Palermo, nella Casa Madre, in qualità di superiora generale dell'Istituto da lei fondato. Katia Mammana l'ha intervistata sulle vicende della sua vita e sulla spiritualità del Bell'Amore. In Appendice Lettera del card. Salvatore Pappalardo.
Ritenuto il maggiore poeta francese del XX secolo, Paul Claudel (1868-1955) è stato anche drammaturgo e diplomatico. In questa biografia, l'autrice ne esplora la personalità a partire da una parola-chiave: desiderio. Il desiderio è stato un motore potente nella vita di Claudel: lo riempiva di stupore, da bambino, per i misteri della natura, gli faceva sognare la gloria in un mondo senza confini, gli rivelò il sacro nella poesia di Rimbaud. Lo stesso desiderio lo fece piangere, la sera di Natale del 1886, al canto del Magnificat nella cattedrale di Notre Dame, a Parigi. Un'emozione travolgente, destinata a trasformare la sua vita. In quell'occasione Claudel comprese che il suo desiderio era unicamente bisogno appassionato dell'amore di Dio.
Giorgio La Pira [Pozzallo (RG) 1904 - Firenze 1977] è stato un protagonista della vita del Novecento italiano e non soltanto; docente universitario in mezzo ai giovani, uno dei padri della Costituzione italiana, deputato e sottosegretario, sindaco di Firenze attento alle attese della povera gente, instancabile fautore di un dialogo di pace fra Est e Ovest, fra Nord e Sud del mondo negli anni ancora dominati dai muri e dai blocchi ideologici.
Questo profilo biografico intende documentare come tutte le scelte di Giorgio la Pira, nei diversi passi e ambiti della sua vita, siano state dominate dalla profondità e dalla forza della fede che lo animava e lo motivava. Sorprendente uomo di azione, politico onesto e competente, amico dei poveri, sfuggente a tutti gli schemi precostituiti, è stato contemporaneamente uomo di contemplazione, convinto che la preghiera è in ogni epoca storica la forza capace di trasformare il mondo.
Il testo ripercorre la vita di Antonietta Capelli (Milano 1896 - Macerata 1974). Medico psichiatra, sin da piccola riceve
la chiamata all’annuncio del Vangelo. Comprende, a poco a poco, che la sua missione speci ca deve compiersi a favore delle classi colte e più in uenti sulla vita sociale, lontane dalla fede. Incoraggiata da Pio XI, fonda a tale scopo nel 1927 l’Istituto femminile San Giovanni Battista. Inoltre – per l’epoca una novità – si occupa della formazione permanente del clero e dell’accompagnamento spirituale di preti in crisi e di vocazioni adulte. Forte di questa esperienza, fonda nel 1958 la Congregazione sacerdotale San Giovanni Battista Precursore.
Attingendo alla sua autobiogra a e a una biogra a entrambe inedite, il libro non vuole essere esaustivo, essendo la vita di Antonietta non facile da sintetizzare, sia per la vastità delle frequentazioni, sia per l’intensità della fede e la riservatezza dello stile di apostolato.
Il libro racconta la storia di un frate cappuccino, Gianfranco Priori, che già in tenera età scopre una dimestichezza con le carte. Diventato predicatore, le giornate conclusive delle Missioni Popolari sono un trionfo, sia pastorale sia artistico. Frate Mago arriva in televisione, è chiamato per spettacoli in tutt’Italia e all’estero. Diventato responsabile delle missioni estere cappuccine, alimenta molti progetti in Africa. Dalla sua attività nascono le maggiori realizzazioni caritative in quel continente, dai pozzi alle chiese, dalle scuole alle adozioni internazionali. Il 7 aprile 2014 incontra in Santa Marta papa Francesco che, vedendo le carte, le cordicelle colorate e il fazzolettone, spalanca gli occhi, sorride, lo benedice e gli dice: “Ma tu sei un mago… Va’!”. Poi, il terremoto è la nuova missione: ricostruire il Santuario della Madonna dell’Ambro, dove si trova dal 2010. E la sua storia continua…
Don Stefano Lamera fu uno dei primi sacerdoti nell'Istituto della Società San Paolo. Postulatore Generale della Famiglia Paolina, delegato per gli Istituti aggregati «Gesù Sacerdote» e «Santa Famiglia». E molto altro. Rimase celebre la sua rubrica di posta settimanale su Famiglia Cristiana, «Il padre risponde», che durò più di un decennio. Si firmava «Padre Atanasio», ed era il padre di tutti, credenti e non credenti. Molti altri impegni occuparono la sua vita sacerdotale. Viaggiava di continuo per raggiungere attraverso la Penisola, da Nord a Sud, quelle centinaia e centinaia di persone che popolavano i due istituti aggregati. E non soltanto quelli. Era un uomo di intensa vita interiore e di profondo spirito apostolico, che comunicava a quanti lo avvicinavano. Aveva ricevuto dalla Provvidenza doni particolari. A vent'anni dalla morte la sua memoria è sempre viva tra quanti lo hanno conosciuto.
Il premio Motta della bontà, assegnato a Marcello Candia nel 1970 per la sua azione missionaria, lo aveva definito: Uomo dal cuore d'oro. Il libro ripercorre la vita (1916-1983) del ricco industriale di Milano, che ha dato tutto ciò che aveva per i poveri dell'Amazzonia. Nel 1965, dopo aver liquidato l'attività, si trasferisce a Macapà, in Brasile, dove costruisce un ospedale poi donato ai Camilliani per garantirne la continuità dopo la sua morte. Successivamente si trasferisce a Marituba, dove si dedica alla cura dei lebbrosi. Nel 1982 istituisce la Fondazione Dottor Marcello Candia, tuttora operante. Nel 1983 rientra malato dal Brasile e muore a Milano il 31 agosto. Il libro, con uno stile agile e profondo, mette in rilievo le sue innumerevoli attività e soprattutto la sua «statura» umana e spirituale.
La storia recente di El Salvador, piccolo Stato dell'America centrale, è costellata di episodi drammatici nei quali sono stati eliminati molti testimoni delle ingiustizie e delle violenze perpetrate dal regime militare. Questo libro presenta la vicenda di alcuni di essi. Tra gli altri, oltre a monsignor Oscar Romero: p. Octavio Ortíz, attivo nella formazione spirituale dei giovani, e quattro dei suoi ragazzi; p. Rutilio Grande, particolarmente vicino ai campesinos; Marianella García Villas, presidente della Commissione per i diritti umani; sei padri gesuiti dell'Università Centroamericana (Uca) e due donne laiche che lavoravano presso di loro.