"Prima del disastro dell'11 marzo 2011 alla centrale atomica Fukushima Daiichi, in Giappone un mito veniva propinato ai cittadini come verità. Il mito diceva che un incidente in una centrale nucleare non sarebbe mai potuto accadere, era impossibile. Dopo l'incidente è stato chiamato il "mito della sicurezza". Poi però il disastro nucleare è diventato una realtà e ha diffuso particelle radioattive in tutto il mondo. Ora, nel mezzo di una situazione irreparabile, in Giappone le forze filonucleari, quelle che hanno continuato a vendere il mito, cercano di diffonderne una nuova variante. Il mito della sicurezza è diventato il "mito della rassicurazione": "Non vi preoccupate, gli effetti delle radiazioni non sono gravi!". Così, per favore, non volgete altrove lo sguardo di fronte alle foto di questo libro. Restate all'ascolto delle voci delle vittime, compresse nel loro dolore: perché non possiamo permettere un nuovo incidente nucleare, non solo in Giappone ma ovunque al mondo."
BENEDETTO
L’eredità artistica
Mentre è inconcepibile pensare alla storia della cultura e della religiosità europea senza il contributo dei benedettini, è meno ovvio riconoscere, nei 1.500 anni trascorsi da Benedetto, le numerose stagioni artistiche nelle quali il fattore culturale benedettino è stato fondamentale. Oggi non è più in uso la formula "arte benedettina", come se Benedetto fosse stato all’origine di un movimento artistico in senso proprio. È invece riconosciuto che nessun altro avvenimento ha influenzato le arti occidentali con tanta forza e in ondate successive come il fenomeno benedettino.
Il volume non tratta quindi di arte benedettina ma di diverse stagioni artistiche, passi fondamentali, nella storia dell’arte occidentale.
Con Benedetto, la scelta dello spazio monastico non racchiuso in se stesso diviene modello per il monachesimo occidentale.
Nel IX secolo, con Benedetto d’Aniane e il favore di Carlo Magno, il monachesimo europeo diviene benedettino; lo stesso accade per l’arte monastica già prima dell’anno Mille. La riforma di Cluny segna l’esplosione dell’arte romanica europea. Poco dopo, a cavallo tra il romanico e il gotico, la riforma di Bernardo fa nascere l’arte cistercense. In età barocca, i benedettini danno la loro impronta monastica e artistica alla riforma cattolica, particolarmente in Europa centrale e in Brasile.
Nel XIX secolo, alle arti sacre accade come all’esperienza monastica: sono respinte in una sorta di esilio nell’Europa liberale e borghese. Sul finire del secolo, tuttavia, la scuola artistica benedettina di Beuron getta ponti verso l’art nouveau e la modernità. Infine, l’età contemporanea vede nascere edifici che sono veri capolavori, legati alla committenza di monasteri e spesso per opera di architetti benedettini.
Sono stati coinvolti in questo libro 32 autori tra i massimi studiosi dell'arte a livello internazionale.
Questo prestigioso volume sulla pittura murale in Italia presenta il magnifico mondo illusionistico, in tutta la sua gamma artistica e intellettuale, della grande decorazione barocca nelle chiese e nei palazzi nell'epoca della Controriforma e dell'Illuminismo. Per la prima volta viene qui offerta un'ampia panoramica di questo capitolo dell'arte italiana tanto spettacolare quanto importante. Il materiale fotografico, appositamente raccolto per quest'opera, permette l'accesso a luoghi d'arte eccellenti - alcuni famosi in tutto il mondo e alcuni finora meno conosciuti, ma ugualmente importanti -, esprimendo così magnificamente il fascino visuale e intellettuale del mondo delle immagini pittoriche del Barocco. La rassegna ha inizio con il periodo del primo Barocco romano, rappresentato dalle opere realizzate dopo il 1600 dagli allievi di Annibale Carracci: Albani, Reni, Domenichino e Lanfranco. Seguono, dal 1630 circa, gli affreschi di Pietro da Cortona, grande iniziatore, e di Luca Giordano, che porta a compimento l'arte barocca della decorazione murale. Di questi è possibile capire l'influenza stilistica mediante le loro opere più significative e quelle dei loro successori.
Deluigi, Scarpa, Viani: un pittore, un architetto, uno scultore, un comune sentire. Questo libro è l'occasione per fare omaggio a questa amicizia e alle opere che essa ha prodotto.
Primo volume di un grande dittico dedicato all'arte universale, questo libro introduce ai mondi artistici estranei al percorso storico dell'Occidente. Si tratta di contesti culturali e di forme espressive che necessitano di strumenti propri per essere accostati e compresi, gettando un ponte con la "nostra" propensione, squisitamente occidentale, a leggere l'avventura artistica di un popolo nell'avvicendarsi e nel reciproco superarsi di "stili" e di "forme". Gli autori coinvolti in questa opera non mirano a ricostruire una simile "Storia" degli orizzonti artistici su cui sono stati chiamati a scrivere, ma anzitutto a offrirne una chiave di lettura che consenta di aprire una porta varcando la soglia che ci separa da quei mondi. Si è trattato di costruire ponti con il passato paleolitico e neolitico, pur ancora presenti in varie parti del globo; ponti con tradizioni artistiche che hanno saputo mostrare una impressionante continuità al di là dei cambi di regimi, di imperi, di confessioni, come l'arte persiana o indiana; ponti con civiltà scomparse, come quelle precolombiane, i cui segni espressivi chiedono di essere interpretati quali poderosi messaggi e non più solo come documenti archeologici.
Santo Ë ogni battezzato in quanto figlio di Dio.
La Chiesa propone, attraverso la canonizzazione, alcuni di loro come modelli da imitare. Sono persone che hanno vissuto in epoche e luoghi diversi, che hanno lasciato un segno inconfondibile della missione affidata loro, che hanno compiuto imprese, ed opere, o che hanno semplicemente vissuto con particolare fede la loro normalit‡ e che, tutte, hanno lasciato una loro eredit‡.
Antonio Maria Sicari (autore presso Jaca Book della serie di Ritratti di santi che ha avuto un'enorme successo di pubblico, giunta gi‡ al nono libro) mette in evidenza la testimonianza e il segno lasciato nella storia dalla santit‡ attraverso le figure di 112 santi, fondatori e martiri.
Il volume ha un andamento cronologico e si avvale di una documentazione ricca e variegata, composta da illustrazioni a colori che attraverso espressioni artistiche, miniature, oggetti della religiosit‡ popolare, carte e piante, da corpo al contesto sia storico che geografico. Nel caso dei santi fondatori vengono offerte informazione sulla diffusione attuale e sul ruolo dei diversi ordini, seguendone anche la storia interna.
Opera trasversale di storia della pittura. Quando nel 1998 uscì presso la Jaca Book l'opera La natura morta, la tiratura si esaurì tra ottobre e dicembre.Il paesaggio, come la natura morta, rappresenta uno dei fondamentali "generi" dell’arte, espressa nei dipinti su tavola e su tela, ma come vedremo non può essere limitato a semplice genere.
Il paesaggio largheggia nella tarda antichità, diviene simbolico e trattenuto nel Medioevo, prorompe sempre più impetuosamente nell’epoca moderna per divenire nuova metafora e pretesto espressivo nella contemporaneità.
Nils Büttner ne illustra qui in modo chiaro la storia dall’antichità ai giorni nostri, affrontando i diversi contesti in cui il paesaggio è stato visto e rappresentato nelle varie epoche. L’opera si avvale dell’eccezionale documentazione offerta dalle immagini di 220 capolavori, che permettono di identificare le tappe e gli sviluppi di questo genere pittorico.
Il testo è arricchito da ampie didascalie, dense di informazioni, che invitano all’osservazione e acuiscono lo sguardo, costituendo un ulteriore percorso autonomo di lettura.
CASTELLI MEDIEVALI D’EUROPA
Questo volume presenta il modo con cui le esigenze di controllo del territorio, di difesa personale e di abitazione sono state affrontate dalla nobiltà nel medioevo. L’autore documenta la necessità di collegare i dati architettonici e archeologici con lo sviluppo complessivo della società medievale e con le forme di organizzazione del potere al fine di escludere un approccio puramente tecnico che tenderebbe inevitabilmente all’analisi dei soli caratteri difensivi dei manufatti. In una prospettiva ampiamente europea, dal Baltico al mar Mediterraneo, dalla Spagna ai Balcani, si presentano per ogni periodo storico e regione per regione, i castelli e i resti archeologici di maggior rilievo. Grazie alla ricca scelta di illustrazioni si offre una descrizione efficace dei castelli europei, delle loro somiglianze e delle loro differenze, come espressione di un unico sviluppo tecnico, militare e sociale che contribuì a formare l’Europa prima dell’avvento degli stati nazione.
ETIOPIA:
STORIA, ARTE, CRISTIANESIMO
Quella etiopica è una cultura di confine, collocato com’è il paese sugli altopiani dell’Africa nord-orientale e lungo il Mar Rosso, tra l’Africa e la parte meridionale della penisola arabica. Il regno di Axum, nel 329 d. C., quando comparve sulle sue monete la croce, era uno dei maggiori dell’epoca e la città era un grande centro cosmopolita, incrocio di tradizioni africane ed ebraiche. L’avvento del cristianesimo non comportò l’abbandono di queste tradizioni, ma generò piuttosto nuove formulazioni frutto dello scambio. Nel volume si passa in rassegna il periodo axumita, caratterizzato dagli obelischi e l’architettura religiosa dei secoli successivi, caratterizzata dai centri monastici e dalle chiese scavate nella roccia: è il caso, ma non solo, di Lalibela. È questa una architettura che offre una diversa percezione dello spazio, profondamente legata alle cerimonie e ai riti. È la stessa originalità espressa dalla pittura murale e dalle icone. In queste ultime ancora oggi continuano a vivere tradizioni e sensibilità più antiche ed originali.
La regione iranica vanta una produzione artistica complessa e ricca di soluzioni originali nel campo architettonico, ma anche in quello delle arti definite minori, che ne fa un caso emblematico nel panorama mondiale. Il volume è un tentativo di enucleare le caratteristiche comuni e di continuità di quella che viene definita "arte persiana", allo scopo di segnalare e documentare un sentiero che attraverso differenti, ma coerenti, tappe si svolge con un filo logico e un percorso originali. Non una storia dell'arte persiana, che avrebbe dovuto includere il periodo antico e pre-achemenide, ma un percorso che mostra le sfaccettature più affascinanti e singolari di un poliedro che per sua natura rifugge dalla sistematizzazione scolastica.
Nel panorama del romanico quello marchigiano è fra i meno noti, e immeritatamente. Il volume documenta una serie di evidenze monumentali di qualità e significato storico notevoli: il nesso con il tardo antico di Ravenna, il legame con la consistente eredità romana, l'immersione suggestiva in un paesaggio di rara e incontaminata bellezza.
Nei testi che fondano la “compagnia di Gesù” di arte non si parla, ma da subito, con la nascita e l’inesauribile pullulare dei collegi, prorompe l’arte come musica e teatro. La costruzione accelerata di chiese, seminari, case prefettizie e collegi fa dei Gesuiti i realizzatori di una creatività artistica che ha pervaso il mondo intero, dall’Europa all’America Latina e all’Asia. Un gruppo di studiosi americani e europei ci accompagnano in un’avventura che dal rigore della Chiesa del Gesù a Roma, dalla parsimonia iniziale ci porterà all’inculturazione delle opere in Paraguay, e in Giappone, alle rappresentazioni teatrali in tutta Europa ai soffitti delle chiese straripanti di figure e teologia.
Gi‡ pubblicati presso Jaca Book nel 2000 in versione saggio i testi del volume sono arricchiti da importanti materiali fotografici e descrivono la straordinaria e originale continuit‡ artistica a Roma dall'et‡ tardoantica al Trecento, quando cioË con lo spostamento a Avignone della curia pontificia il filo si interruppe.
Sono tutti saggi per cosÏ dire "trasversali": ricercano i fili conduttori, le costanti, gli assi della lunga durara e della trasformazione. I temi proposti sono solo alcuni fra i tanti possibili, ma sono naturalmente tra quelli che ci sono sembrati i pi˘ rilevanti, e che forse si riassumono attorno ad un punto essenziale, cha ha almeno due facce. La prima Ë la questione della continuit‡ e/o della frattura fra la civilt‡ pre-cristiana e quella medievale. La seconda Ë nella produzione artistica della Roma medievale, in quanto legata in modo assolutamente necessario alla presenza del papato: ed Ë quindi la questione della "lunga durata", che garantisce ai temi portanti e alle modalit‡ di base dell'espressione figurativa una persistente riconoscibilit‡, al prezzo di una incessante trasformazione e di un progressivo continuo aggiornamento.
Questo approccio unitario si sfaccetta poi, nei saggi del volume, attraverso i temi di discussione che sono stati tra i pi˘ avanzati degli ultimi decenni di studi.
Straordinario periodo di creatività archistica fu il passaggio tra primo e secondo millennio. Il cuore dell'impero ottomano, che coinvolse soprattutto regioni della Germania, Milano e la Lombardia, fu attraversato da una corrente artistica di alto profilo, stilizzatat e colta, che è rimasta documentata in alcune esperienze architettoniche, in pochi affreschi, come quelli di Galliano a Cantù, ma soprattutto nelle miniature, negli oggetti di culto e nei simboli del potere. Appare evidente l'influsso di Bisanzio, ma prevalgono i segni di una nuova sensibilità e di un nuovo gusto propriamente occidentali. Il volume affronta lo stesso periodo in Francia, nell'Inghilterra meridionale e nei regni del nord della penisola iberica.