Sede delle fredde istituzioni comunitarie, intristita da un clima umido e piovoso, teatro recente di attentati islamisti, Bruxelles non parrebbe destinata ad attirare il turista moderno al pari di altre grandi città europee. Ma se si prova a guardare oltre gli stereotipi, cosa che questo libro fa egregiamente, si scopre una capitale originale e insolita, vero melting pot di culture ed esperienze diverse che meglio di altre incarna le differenti anime del continente europeo. Storica terra di frontiera tra il mondo latino e l’universo tedesco, la capitale belga è la città dei compromessi incredibili e delle convivenze inaspettate. Il 30% dei suoi abitanti è straniero (e il 70% di questi è europeo), due sono le lingue ufficiali, tre con l’inglese come lingua franca, è attraversata da un confronto acceso tra laici e cattolici oltre che da quello di lunga data tra fiamminghi e valloni. è stata terra d’esilio di numerosi intellettuali europei, da Marx a Baudelaire, patria di artisti di rinomanza mondiale, da Van Eyck a Magritte, culla di una straordinaria rivoluzione industriale e capitale di un grande impero coloniale. Come tutto questo trovi una sua sintesi imperfetta nella città, metafora di un’Europa incompiuta, è il racconto che si dipana in queste pagine.
Immagine oscura proiettata da un corpo opaco quando sia esposto alla luce, luogo delle tenebre, area in cui non è possibile gettare lo sguardo (le congiure si tramano nell'ombra): sono esempi dei molti significati cui si presta la metafora dell'ombra. La psicologia di Jung ha fatto dell'ombra una delle principali figure che abitano il nostro spazio interiore. In quella oscurità si nasconde ciò che non coincide con i valori cui la coscienza aderisce: ciò che è svalutato, negato, rimosso, o anche solo potenziale, non sviluppato. Non è possibile comprendere il pensiero junghiano senza affrontare il nodo centrale delle relazioni tra l'io e l'ombra e dunque il rapporto tra esistenza e negatività e tra esistenza e disvalore. In questa edizione arricchita di nuovi contributi, gli autori descrivono le problematiche connesse al concetto di ombra e ne illustrano le manifestazioni attraverso un vasto materiale clinico ed esempi letterari tratti da opere di Beckett, Brecht, Conrad, Hoffmann, Melville.
Il volume analizza le dinamiche educative nella società postmoderna e frammentata, partendo dalle due differenze insopprimibili dell'esistenza umana: l'essere maschio e femmina, l'essere piccolo e grande. Quest'ultima polarità viene ulteriormente suddivisa ed analizzata nel quadro delle varie fasi del ciclo di vita: infanzia, fanciullezza, adolescenza e gioventù, adultità, anzianità. All'interno della fase dell'adultità vengono poi presi in esame i due status che caratterizzano la maturità, e cioè l'essere coppia e l'essere genitori/famiglia.
Com'è che "ognuno può essere felice solo a modo suo"? Perché "non tutto si può né si deve guarire"? E davvero "chi fa sempre tutto bene finisce con l'annoiarsi"? Da questi e altri interrogativi, suscitati da esemplari citazioni junghiane, gli autori, come già nel precedente "A spasso con Jung", prendono spunto per divagazioni non accademiche suggerite non solo dalla psicologia ma anche da filosofia, letteratura, poesia, nonché dalla quotidianità. Qua e là si incontreranno lettere apocrife, interviste impossibili, personaggi inesistenti e vite immaginarie (così immaginarie, forse, da essere fin troppo reali). I brevi commenti che gli autori offrono alle citazioni scelte vogliono essere niente più che un esempio e un suggerimento per invogliare il lettore a procedere per proprio conto, sulla falsariga di un esercizio di meditazione volto a contrastare la banalità e il chiacchiericcio del nostro tempo.
Gi‡ pubblicati presso Jaca Book nel 2000 in versione saggio i testi del volume sono arricchiti da importanti materiali fotografici e descrivono la straordinaria e originale continuit‡ artistica a Roma dall'et‡ tardoantica al Trecento, quando cioË con lo spostamento a Avignone della curia pontificia il filo si interruppe.
Sono tutti saggi per cosÏ dire "trasversali": ricercano i fili conduttori, le costanti, gli assi della lunga durara e della trasformazione. I temi proposti sono solo alcuni fra i tanti possibili, ma sono naturalmente tra quelli che ci sono sembrati i pi˘ rilevanti, e che forse si riassumono attorno ad un punto essenziale, cha ha almeno due facce. La prima Ë la questione della continuit‡ e/o della frattura fra la civilt‡ pre-cristiana e quella medievale. La seconda Ë nella produzione artistica della Roma medievale, in quanto legata in modo assolutamente necessario alla presenza del papato: ed Ë quindi la questione della "lunga durata", che garantisce ai temi portanti e alle modalit‡ di base dell'espressione figurativa una persistente riconoscibilit‡, al prezzo di una incessante trasformazione e di un progressivo continuo aggiornamento.
Questo approccio unitario si sfaccetta poi, nei saggi del volume, attraverso i temi di discussione che sono stati tra i pi˘ avanzati degli ultimi decenni di studi.