La dottrina delle categorie costituisce uno dei capisaldi del pensiero aristotelico. In essa, Aristotele fornisce il fondamento teorico di una concezione della realtà caratterizzata dal primato della sostanza individuale e della multivocità dell’ente. Partendo dalle definizioni di omonimia, sinonimia e paronimia, Aristotele traccia i presupposti per la formazione di colonne di predicati di cui le categorie costituiscono i più universali. Segue un elenco di dieci categorie e l’analisi di quelle della sostanza, della quantità, della relazione e della qualità. Il ricchissimo saggio introduttivo di Marcello Zanatta esamina la genesi e il significato dottrinale delle categorie; l’amplissimo commento chiarisce punto per punto l’impianto argomentativo dell’opera.
Questa edizione delle "Opere" segue l'ordine che diede loro Immanuel Bekker nella sua edizione per l'Accademia di Berlino. I testi sono corredati di una nota introduttiva sugli scritti aristotelici, di una cronologia della vita di Aristotele e di un indice dei nomi. I volumi che compongono l'opera raccolgono quasi tutta la produzione dello Stagirita: non solo le opere di fisica, metafisica, estetica, politica, ma anche gli scritti più importanti di storia e scienze naturali. Ne restano escluse soltanto alcune operette minori e altre di dubbia attribuzione o certamente non autentiche, mentre sono stati inclusi i frammenti delle opere giovanili e una scelta dei frammenti di quelle perdute.