A seguito del1a "riscoperta di Aristotele in Occidente" , il rapporto theologia-scientia-sapientia christiana è una delle questioni più dibattute nel corso del secolo XIII.
Lo studio di Marco Arosio (t 2009) pone l'accento sul metodo della "scienza" teologica che Bonaventura elabora a partire dagli anni del suo magistero parigino (1250-1257) e che sarà adottato dal Serafico per l'intero arco della propria attività di pensatore francescano: una theologia che accoglie la ragione "scientifica" come modus inquisitivus et perscrutatorius applicato al credibile, affinché possa costituirsi come una tappa dell'iter graduale compiuto dalla fede verso la sapientia, in via, e la visione della gloria, in patria.
Il dibattito sul tema della conciliazione tra fede e ragione è sempre stato particolarmente vivo, soprattutto nel periodo medievale, quando l'intelligibilità della fede rappresentava una vera e propria sfida per l'epistemologia teologica e filosofica. Una voce autorevole è stata quella di Bonaventura da Bagnoregio, che si espresse sulla questione dell'intellectus fidei offrendo riflessioni di estremo interesse, capaci di interrogare e di confrontarsi anche con gli autori più moderni. Marco Arosio esamina e discute le interpretazioni che la storiografia filosofica del XX secolo ha dedicato al pensiero e all'opera di san Bonaventura. Il volume fornisce una panoramica ampia e dettagliata del dibattito novecentesco e offre una rilettura originale del pensiero bonaventuriano.