Tutti i bambini giocano spontaneamente. Perché? Bernard Aucouturier ci invita a considerare questa attività come mezzo privilegiato di espressione di una storia relazionale arcaica, talvolta dolorosa. Nel gioco spontaneo si concretizza un processo di rassicurazione che il bambino mette in atto contro le angosce derivanti dal suo passato.
Per favorire uno sviluppo armonioso, Aucouturier propone una metodologia pedagogica, educativa e terapeutica che pone il corpo, il gioco e il piacere al centro dell’attenzione. In quest’opera, l’autore approfondisce i concetti fondanti della pratica psicomotoria, illustrando i contesti in cui si fa della cooperazione e del piacere di imparare i principi cardine della relazione con il bambino.
Il manuale, il cui autore è il fondatore della omonima Pratica Psicomotoria Aucouturier (PPA), traccia in modo sistematico, forte di trentacinque anni di attività, i fondamenti teorici e le linee applicative del proprio metodo, già noto e applicato in Italia. L'autore dedica la prima parte del volume alla psicodinamica della motricità infantile letta attraverso il concetto di fantasma d'azione. La seconda parte illustra la pratica psicomotoria nelle sue funzioni educativa e preventiva da un lato, e terapeutica dall'altro, esplicitandone gli obiettivi e le strategie di rassicurazione profonda tramite il corpo e il linguaggio. Questo libro si rivolge agli psicomotricisti, ma anche a tutti coloro che lavorano con i bambini.
Chi è il bambino terribile? Che cosa può consentire di entrare in relazione con lui senza essere sopraffatti e di conseguenza sopraffarlo? Che cosa significa essere d'aiuto, in quanto insegnanti e educatori, di fronte a un bambino agitato, aggressivo, addirittura violento? Bernard Aucouturier, uno dei massimi teorici della psico-motricità si occupa qui dei disturbi di comportamento e delle difficoltà di apprendimento dei bambini difficili da gestire nell'ambito scolastico, che restano ai margini della scuola e faticano a raggiungere lo statuto di allievi. L'osservazione e un lungo lavoro con questi "bambini terribili" ha portato l'autore a proporre risposte educative e pedagogiche ispirate alla pratica psicomotoria e alle sue strategie di rassicurazione profonda tramite il corpo e il linguaggio. Una riflessione che si rivolge a tutte le figure educative che si occupano di infanzia, interrogandole sul senso profondo da attribuire alla scuola di domani.