Robert Hugh Benson, con "Il padrone del mondo" (1907), ci porta in una realtà nella quale l'uomo ha raggiunto gli estremi confini del progresso materiale e intellettuale, dove tutto è meccanizzato e programmato per un unico grande progetto: il trionfo dell'Umanitarismo. L'eliminazione della guerra, l'abolizione dei rumori, la legalizzazione dell'eutanasia, l'adozione di cibi artificiali, l'uso dell'esperanto sono solo alcune tra le caratteristiche che fanno da naturale corollario al nuovo tipo di convivenza civile. In questo paesaggio si muovono, con estrema ponderatezza, i personaggi di Benson, ricchi di umanità e descritti in modo sapiente: Oliviero Brand, il politico; Mabel, la deliziosa compagna di Oliviero, che sceglie la dolce morte offerta dalle case dell'eutanasia e che, nel momento estremo, vede, capisce e prova la netta sensazione del misterioso Altro; Giuliano Felsemburgh, l'uomo che costituisce la sintesi più sconcertante dei sentimenti e delle aspirazioni che l'Umanitarismo suscita; Percy Franklin, un prete in cui la fede vacilla per poi riconfermarsi più viva e vera.
Definito da Papa Francesco un romanzo capace di aver "visto quello spirito della mondanità che ci porta all'apostasia" nel contesto della condanna del "pensiero unico" che discende dalle lusinghe della mondanità, Il padrone del mondo racconta un futuro globalizzato e tecnologico e l'ascesa al potere di un grande filantropo, fautore della pace, che realizza un ideale che annulla le differenze e predica la tolleranza universale. Tutto è ammesso da questo grande democratico, tranne la Chiesa, che deve invece essere annientata. Il capolavoro di Benson si presenta ai lettori di oggi in una nuova traduzione più moderna e graffiante, con una lingua più consona ai tempi e alla sua carica visionaria che lo rende uno dei più straordinari esempi di distopia mai scritti. Prefazione Aldo Maria Valli.
Quando la morte ci separa all’improvviso dalla persona amata l’amore si trasforma in disperazione e la tentazione di cercare un contatto con l’aldilà può essere fatale. Così Laurie, figlio brillante e un po’ viziato di una famiglia bene, da poco convertito al cattolicesimo, comincia ad avvicinarsi allo spiritismo per il desiderio di rivedere la sua Amy, da poco defunta. Nessuno intorno a lui sembra disposto a prenderlo sul serio: parenti, amici e persino il parroco evitano il discorso o liquidano il tutto come sciocchezze. L’Autore de Il Padrone del mondoracconta un horror soprannaturale di stampo vittoriano che sottende temi ancora attuali: l’indifferentismo religioso, l’importanza della preghiera, la poca preparazione di credenti e sacerdoti che lasciano prosperare una religione “fai da te”, forme di magia, spiritismo e truffe ai danni dei più deboli.
Intrighi politici, conflitti religiosi e drammi umani in questi due romanzi di ambientazione Tudor di Robert Hugh Benson per la prima volta riuniti insieme: il primo,Il trionfo del re, è ambientato alla corte di Enrico VIII e vede il conflitto di due fratelli di famiglia aristocratica, il primo sacerdote fedele alla Chiesa di Roma e intenzionato a rispettare la sua vocazione fino alle estreme conseguenze, il secondo ambizioso e servo del potere alle dipendenze del potente cancelliere Thomas Cromwell, vero artefice della spoliazione dei monasteri cattolici in nome di una pretesa “purificazione” della religione”. La tragedia della regina è invece incentrato sul personaggio della sfortunata regina Maria la Sanguinaria, figlia di Enrico VIII, incapace di comprendere l’umore del suo popolo e della sua corte nel ristabilimento della religione cattolica, frustrata per il fallimento del suo matrimonio con Filippo II di Spagna e sicura di dover lasciare il trono all’intrigante sorella Elisabetta con il rischio di un drammatico ritorno al passato.
Solo la Chiesa cattolica può definirsi la vera Chiesa, voluta e fondata da Gesù Cristo: in questo saggio il grande sacerdote convertito dall’anglicanesimo Robert Hugh Benson risponde alle argomentazioni di chi accusa i cattolici di scarsa democrazia e tolleranza e di aver favorito così la sempre maggiore scelta del motto “Cristo sì, Chiesa no”. Il cattolicesimo è invece l’unica forma di cristianesimo veramente universale che sa accogliere e valorizzare tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro nazione di provenienza, dal ceto sociale e dalle capacità personali. Infatti, la Chiesa è un grande corpo in cui Cristo gioca un ruolo essenziale, vivificandola e parlando a tutti quelli che accolgono la sua Parola.
Per la prima volta riuniti insieme i due romanzi visionari di Robert Hugh Benson scritti all’inizio del XX secolo, “Il padrone del mondo” e “L’alba di tutto”: il primo, il maggior bestseller mondiale di “Christian Fiction”, immagina (in anticipo sui tempi) un mondo globalizzato e tecnologico in cui le comunicazioni sono istantanee e si viaggia su alivascelli, si utilizza l’esperanto ed esiste un parlamento europeo, ma soprattutto la religione è stata sostituita dalla tolleranza e dalla filantropia universale. “L’alba di tutto” rimane nello stesso scenario futuristico di riferimento ma affronta un’utopia di senso opposto: la fede, riconciliata con la scienza, trionfa in tutto il mondo, il papa è arbitro delle contese internazionali e gli economisti sono convinti che la carità assistenziale degli ordini religiosi è la migliore forma socioeconomica. Due romanzi speculari, che utilizzano la chiave della fantascienza per parlare dell’oggi e dei pericoli che minacciano la nostra società.
In questo suo romanzo, Benson abbandona lo scenario storico dell'epoca Tudor per introdurci nella seconda metà del Seicento, quando in Inghilterra regna Carlo II Stuart. Roger Mallock, giovane novizio benedettino, viene inviato da papa Innocenzo XI alla corte inglese confidando nella possibilità di condurre il re alla Chiesa di Roma, forte del sostegno del fratello Giacomo, cattolico e suo successore designato. Roger si troverà in mezzo a congiure politiche e religiose di ogni tipo che lo toccheranno da vicino, in una realtà di feroce persecuzione nei confronti dei sacerdoti cattolici.
«Il sentimento dell'amicizia è certamente uno fra i più forti e, nel contempo, misteriosi istinti dell'uomo (...). Siamo di fronte a una passione che, più intensamente di ogni altra, non trovando risposta al proprio desiderio nella concretezza di ciò che è effimero, punta direttamente all'eterno come al luogo della propria pace (...). Quando, nel Vangelo, leggiamo che Gesù, (...) in quell'orto, fu costretto a rivolgere, proprio a coloro dai quali aveva sperato conforto, un rimprovero carico d'agonia (Come? Non siete capaci di vegliare neppure un'ora?); e quando egli salutò, ancora una volta, e fu l'ultima (Mt 26,50), colui che lo aveva tradito e usò per lui un nome sacro (Amico, perché sei venuto?), allora riusciamo a capire ciò che per il Signore ha la massima importanza. Se c'è una cosa che non lascia dubbi nel Vangelo è proprio questa: Gesù Cristo desidera essere nostro amico.» (Robert Hugh Benson)
Es una novela sobre el Apocalipsis, una narración sobre un tiempo futuro, que en muchos aspectos ya es el presente de nuestra sociedad. Nos presenta un mundo globalizado y tecnológico que ha negado a Dios, y una religión que se ha difuminado en un humanitarismo sin alma. Una sociedad relativista y materialista en la que no cabe la Iglesia... Cuando ya está todo preparado, un gran líder político, de apariencia humanista y solidaria, logra unificar casi todo el planeta hablando de paz... pero ocultando detrás un gran mal. Un libro de lectura obligatorio para todo lector preocupado por la deriva de nuestra sociedad. Definida por el Papa Francisco -que ha recomendado frecuentemente su lectura- como una novela que ejemplifica "el espíritu de la mundanidad que nos lleva a la apostasía", ya desde el momento de su publicación, en 1907, Señor del mundo, también conocida como "El amo del mundo", fue objeto de encontradas críticas. Unos lo tachaban de catastrofista, y otros lo consideraban como profético. Pero, desde entonces, esta obra maestra y visionaria, que fue capaz de anticipar el destino del hombre -y de la sociedad- que da la espalda a Dios, se ha convertido en un auténtico clásico. Robert Hugh Benson (1871-1914) era hijo del arzobispo de Canterbury, primado de la Iglesia anglicana. Ordenado sacerdote anglicano, a la muerte de su padre en 1896 comienza a plantearse su conversión a la Iglesia Católica, que tiene lugar en 1903, causando un gran revuelo en la sociedad inglesa.
Una novela clásica en el más puro sentido, un libro que desde su primera edición no ha dejado de leerse a pesar de los años transcurridos. Por su sentido teológico, profético y apocalíptico es un libro de lectura obligatoria para todo católico con un mínimo de inquietud espiritual.
Lo que sorprende del libro no es la capacidad de imaginación y de proyección de adelantos científicos escrita hace más de cien años, lo increíble es su compresión, ya entonces, de a dónde podía llegar la degeneración del hombre vestida de humanismo moderno; y cuál podía ser la figura de un Anticristo verdaderamente seductor para un hombre del siglo XX. Su visión es la crónica de una sociedad literalmente materialista en la que la vida por nacer o por concluir no tiene ningún valor si no se ajusta perfectamente a los cánones de calidad, belleza y salud que la sociedad prescribe. Una cultura de la muerte encarnada en el más aséptico humanismo.
El ambiente descrito recrea a la perfección el aburrimiento de un mundo edificado de espaldas a Dios. Definitivamente laicista y empachado de vacío existencial, en el que el enemigo del progreso y la sociedad es sin duda el católico de a pie que mantiene su fe y sus dogmas frente a un mundo que pretende relegar toda moral al ámbito privado.
Una novela épica.
Robert Hugh Benson (1871-1914) Miembro del famoso grupo de escritores católicos de la primera mitad del siglo XX formado por Ronald Knox, Hilaire Belloc y GK Chesterton entre otros.
Benson era el hijo más joven de EW Benson, Arzobispo de Canterbury y su esposa, Mary. Sus dos hermanos fueron reconocidos literatos.
Estudiante de Eton y posteriormente de la Universidad de Cambridge. Fue ordenado por su padre en 1895 como clérigo anglicano. A pesar de la inquietud espiritual que le acompañó en sus años de estudiante, decidió seguir la "profesión de la familia". Tras la muerte de su padre y despues de pasar una temporada en Oriente Medio, comenzó a mirar más de cerca el catolicismo. Intentó varias veces acallar sus dudas, sin embargo; a medida
que continuó sus estudios y comenzó a escribir, se hizo cada vez más incómoda su posición doctrinal y, el 11 de septiembre de 1903, fue recibido en la Iglesia Católica.
Galardonado con el título de Dignatario de Honor de la Orden del Santo Sepulcro.En 1904 fue ordenado sacerdote católico y enviado a Cambridge donde continuó escribiendo a la vez que se dedicada a sus obligaciones como sacerdote.
Murió a la prematura edad de 43 años, debido a problemas cardiacos causados por exceso de trabajo y neumonía. Ya tenía editadas 15 novelas de éxito reconocido, aunque se dedicó también a otros géneros: apologética, teatro y devocionarios, incluso libros para niños.
Poco antes de morir fue nombrado Monseñor por Pío XII.