La ricerca del presente volume è sulla "crisi" del pensiero (oggi) o sul depotenziamento della forza costruttiva, da parte del soggetto pensante, della razionalizzazione del reale. Rispondere al perché di questa crisi, riconduce necessariamente a riconoscere il nerbo strutturale del pensiero; e questo nerbo è la dialettica. Quindi l'evidenza attuale riconosciuta come "crisi dei valori" altro non è che la crisi della dialettica o, diversamente, e, peggio, più irresponsabilmente, lo smarrimento dell'uso "critico" del potere della ragione. Questo saggio, quindi, è essenzialmente un discorso intorno alla dialettica e alla necessità di una sua riappropriazione, costruito non in un percorso storiografico, ma mediante l'esemplificazione del suo uso interpretativo del reale, indagato con acribia filologica, in due pensatori che - se pure, per certi versi, contrapposti sul carattere "dinamico" del pensiero - sono stati sostanzialmente uniti nel riconoscere l'indispensabilità del suo valore nell'orientarsi e cogliere il senso del reale: Hegel e Bloch.
"San Paolo svolge una profonda riflessione sui carismi e sui ministeri. Innanzitutto viene fissato da Paolo il criterio fondamentale di discernimento, che si potrebbe definire "cristologico": un carisma non è autentico se non conduce a proclamare che Gesù Cristo è il Signore!" (Giovanni Paolo II).