È noto che il metropolita Anthony Bloom non scrisse mai nulla. Si rivolgeva a ogni genere di ascoltatori, sia che gli fossero personalmente conosciuti, sia che si trattasse di un pubblico anonimo. Dagli anni Sessanta le sue predicazioni e i suoi discorsi cominciarono ad essere registrati e in seguito trascritti. In questo modo è nato anche il presente Living prayer (1966), Per una preghiera viva. La propria esperienza spirituale non era per lui un possesso geloso, ma il dono di un incontro con Dio cui l'uomo partecipa liberamente e responsabilmente, una relazione molto personale, da condividere con gli altri. Insisteva spesso sul fatto di non essere teologo, di non aver mai frequentato una scuola teologica. La sua ricchezza nascosta era la preghiera, una specie di specchio nel quale l'uomo si vede alla luce di Cristo, avvertito come presenza discreta e reale. La preghiera aveva per Bloom una finalità pratica, permettendogli di essere sempre "presente" alla realtà, "qui ed ora", con grande consapevolezza di persone, tempi, avvenimenti e cose. La preghiera era per lui tutt'altro che estraniazione, piuttosto non-dispersione, antidoto alla vana agitazione, rigetto della piccineria meschina. Ecco, era attenzione, rispetto, di ogni persona, di ogni creatura, di ogni fatto.(Enzo Bianchi)
“Trova la chiave del tuo cuore:
essa apre la porta del paradiso”
(Giovanni Crisostomo)
Oggi i cristiani sanno forse parlare di Dio; ma sanno anche, come nelle generazioni cristiane passate, parlare a Dio? Ancora oggi ci sono uomini e donne di fede che sanno trasmettere con la vita e con le parole un insegnamento sulla preghiera, che sanno farsi voce dell’unico maestro, lo Spirito. Questo libretto è una testimonianza di ciò che lo Spirito sa suscitare nei cuori e un invito a entrare nella dimensione ineffabile e insieme umanissima del dialogo a tu per tu con Dio.
(dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi, priore di Bose)
Il metropolita Anthony Bloom (1914-2003) è stato Esarca per l’Europa occidentale del Patriarcato ortodosso di Mosca. Figura tra le più autorevoli del nostro tempo, padre spirituale dotato di raro discernimento e autore di testi sulla preghiera e sulla vita cristiana apprezzati in oriente come in occidente da cristiani di tutte le confessioni, presso le nostre Edizioni ha pubblicato Vivere nella Chiesa, La preghiera giorno dopo giorno, Alla sera della vita e Ritornare a Dio.
La confessione consiste nel riconciliarsi. Non si tratta di una semplice riconciliazione con la propria coscienza,ma di una riconciliazione con Dio, che abbiamo tradito, che abbiamo abbandonato per scegliere un altro signore, un altro pastore. Cos'è la confessione? Perché mai dobbiamo confessarci? Quali obblighi questo implica e dove può condurci? Formulando queste domande il compianto metropolita Anthony Bloom voleva rendere sempre più consapevoli i fedeli del gregge a lui affidato della gravità e della serietà del grande sacramento della misericordia di Dio. Riconciliarsi è abbandonare l'atteggiamento di chi si accontenta della condizione in cui si trova e compiere lo sforzo di cambiare per ritornare a Dio, ricomponendo l'unità dentro di sé e ritrovando la pace con il proprio prossimo, assumendo le proprie responsabilità e rinnegando il male. In questo fascicolo pubblichiamo la traduzione di due meditazioni tenute dal metropolita Anthony Bloom ai suoi parrocchiani il 30 dicembre 1989, in occasione della veglia di preparazione alla confessione in vista del Natale ortodosso. Il metropolita Anthony Bloom (1914-2003) è stato esarca per l'Europa occidentale del Patriarcato ortodosso di Mosca.
Chi prega viene comunemente ritenuto un pauroso. Qui il grande maestro di vita spirituale che è stato il Metropolita Anthony, definisce invece coraggioso l'atto del pregare. Quel coraggio che dà un senso alla vita
“Dio è più grande del nostro cuore” e ciascuno di noi è più grande del peccato che ha commesso: dalla consapevolezza della ferita inferta alla comunione con Dio e con i fratelli, al pentimento, all’incontro personale con Dio nella confessione, fino alla ritrovata comunione in un corpo e un’anima sola, l’autore ripercorre con sapienza e dolcezza tutte le tappe dell’incessante ritorno a Dio. Il sacramento della confessione diviene allora il luogo in cui ciascuno può sperimentare il perdono e la pace che discendono dal vivere la vita stessa di Cristo in noi: un cuore così rappacificato sarà segno di riconciliazione con il mondo intero.
Il metropolita Anthony Bloom (Losanna 1914) è stato Esarca per l’Europa occidentale del Patriarcato ortodosso di Mosca. Figura tra le più autorevoli del nostro tempo, padre spirituale dotato di raro discernimento e autore di testi sulla preghiera e sulla vita cristiana apprezzati in oriente come in occidente da cristiani di tutte le confessioni, presso le nostre Edizioni ha pubblicato Vivere nella Chiesa, La preghiera giorno dopo giorno e Alla sera della vita.
Quando la vita, nostra o d una persona cara, si avvicina al tramonto, riemergono con forza le questioni essenziali - "Per quale ragione vivo? Per quale causa sono pronto a morire?" - e si cerca un criterio per valutare la vita nel suo rapporto con la morte. Risuona così un ultimo appello per imparare a vivere: attendere la morte personale come si attende la persona amata, vivere nell'attesa che la porta si schiuda... Perché, se Cristo è la porta che si apre sull'eternità, allora egli è il passaggio dalla morte alla vita, il pegno della nostra risurrezione, il senso ritrovato per il nostro vivere quotidiano.
Il metropolita Anthony Bloom (Losanna 1914 - Londra 2003) è stato Esarca per l’Europa occidentale del Patriarcato ortodosso di Mosca. Figura tra le più autorevoli del nostro tempo, padre spirituale dotato di raro discernimento e autore di testi sulla preghiera e sulla vita cristiana apprezzati in oriente come in occidente da cristiani di tutte le confessioni.
Qual e la strada per andare a Dio? Una meditazione sul tema.
Parole di profonda sapienza sulla chiesa che esprimono un'ardente passione per una comunità cristiana fedele al Signore risorto e testimone nel mondo del Dio amico degli uomini.Un accorato appello per una chiesa viva, consapevole, autentica: una chiesa dal volto materno, in cui ogni uomo deve poter scorgere l'infinita misericordia di Dio.