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Preghiere e immagini sacre disegnate col sangue su camicie e fazzoletti, bilocazione, stigmate, dialoghi con i morti, diagnosi mediche fatte da una creatura analfabeta restano ancora fenomeni inspiegabili. Il caso di Natuzza Evolo di Paravati suscita stupore e sconcerto a sessant'anni dalla sua prima manifestazione. Gli autori di questo libro hanno inserito saggi e dibattiti sulla cultura contadina a cui Natuzza appartiene, articoli relativi alla ricerca pubblicati su giornali e riviste, oltre ad un testo teatrale ispirato a Natuzza come metafora dell'esigenza di sicurezza e rasserenamento a cui aspira ogni essere umano.
Fra Tunisi, Parigi, Teheran, Roma, luoghi di avventure erotiche e di apprendimenti esistenziali, Dominot va conoscendo il mondo a prezzo di dure esperienze, fino a scoprire come elemento salvifico il teatro. Conservando in un contesto di violenza e corruzione una sua inconsapevole innocenza, Dominot vive come necessità le forme più libere del sesso, in un intreccio fra gioco, travestimento e ricerca di affettività. Centrale per la sua personalità l'incontro con Fellini che inventa per lui il ragazzo del finale de "La dolce vita".
San Gennaro. Viaggio nell'identità napoletana è un libro che si presta a più chiavi di lettura. La dimensione antropologica del libro si intreccia alla narrazione, alla storia, alla leggenda, per arrivare poi alla moderna considerazione della solidarietà dove l'elemento caritativo si incontra con quello sociale: tutto ciò in nome di San Gennaro. Argomento di base è il fenomeno del sangue ritenuto del Santo che si scioglie dentro l'ampolla di cristallo in cui è racchiuso.