La metà orientale del continente europeo ha attraversato nell'ultimo secolo rivolgimenti politici, tensioni sociali e conflitti etnici che ne hanno profondamente deviato e rallentato lo sviluppo. Con il fallimento del sistema di Versailles, gli Stati della regione divennero uno dei teatri principali dell'espansione nazionalsocialista e dello sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. La vittoria dell'Unione Sovietica portò a una liberazione/occupazione, all'egemonia comunista e alla creazione di un blocco politico, economico e militare rimasto in vita per quasi mezzo secolo. Dopo il biennio rivoluzionario 1989-91, le guerre balcaniche e il difficile cammino d'integrazione con la ue, i venti Stati postcomunisti e postsovietici si misurano con gravi problemi sociali ed etnici ereditati dal sistema comunista o aggravatisi durante la transizione democratica. Il volume fornisce una sintesi interpretativa rivolta agli specialisti e a tutti i lettori interessati alla storia recente di un'area periferica, i cui problemi e le cui esigenze incidono in maniera crescente sulle dinamiche politiche e sociali di un continente formalmente riunificato ma tuttora diviso da muri invisibili e diffidenze reciproche.
Da più di mezzo secolo le Chiese cristiane – specialmente cattolici e protestanti – stanno vivendo un inedito evento epocale di teshuvà, di ritorno e riconversione alla propria radice: Israele. Leggendo il documento Dabru emet (in appendice) ci si accorge ben presto che anche da parte ebraica spira un vento di assoluta novità nei confronti del cristianesimo.
Per le differenti comunità cristiane, la fatica nel correggere il proprio cammino e riconoscere la "radice santa" testimonia quanto ce ne si sia allontanati in due millenni di storia. Il volume – nato dalle domande che i membri del gruppo Teshuvà di Milano hanno elaborato sul rapporto Chiesa-Israele in vista dell’assemblea ecumenica di Graz – contribuisce con numerosi autorevoli contributi a questa teshuvà dei cristiani nei confronti dell’ebraismo a partire da una lettura delle Scritture. Il problema del chiarimento dei rapporti cristianesimo-ebraismo non può infatti essere considerato ad extra dalle Chiese. Esso è prima di tutto un fatto ad intra, che obbliga i credenti in Cristo a interrogarsi sulla propria identità. Poiché se la fede di Israele sussiste anche senza la Chiesa, non può dirsi con leggerezza altrettanto del contrario.
Note sui curatori
Don Gianfranco Bottoni, responsabile della diocesi di Milano per l’ecumenismo e il dialogo, e don Luigi Nason fanno parte del Gruppo Teshuvà di Milano, che raccoglie cattolici e protestanti impegnati all’interno delle rispettive comunità per un processo di riconciliazione e di ravvedimento delle Chiese cristiane nei confronti dell’ebraismo.