
Categoria cruciale della fede cristiana, in relazione a Cristo, all'Eucaristia e alla vita dei credenti, il sacrificio appartiene all'esperienza universale dell'uomo nel rapporto con la sfera sovrumana. Esso prende la forma di uno scambio simbolico di beni, che ha il carattere dell'offerta, dell'immolazione e dell'unione, al fine di instaurare una relazione di riconoscenza, benevolenza e comunione con la sorgente della creazione e della storia. Per questo il sacrificio ha una dimensione cosmica, antropologica e sociale, si fonda sul racconto mitico dell'origine del cosmo, dell'uomo e della società e si attua nel rito, che rende presente quell'origine come possibilità per ogni nuovo inizio. Questo saggio indaga il tema nella storia moderna e contemporanea, svolgendo il rapporto tra mito e rito; recupera la memoria nella rivelazione biblica e nella storia della fede della chiesa, articolando il rapporto tra evento e rito; ne propone una rilettura teologico-spirituale, declinando il rapporto tra racconto e dramma. Per dire la singolarità del sacrificio di Cristo, dell'Eucaristia e della vita nello Spirito.
La rivelazione cristiana manifesta tutta la sua originalità, investendo il corpo di una dignità e di una gloria inaudite, riconoscendo che esso è opera del Creatore del quale porta in sé l'immagine e la somiglianza, promettendogli la resurrezione, considerandolo "Tempio dello Spirito santo". Elena Bosetti offre una lettura originale e coinvolgente del libro più "carnale" della Bibbia, il Cantico dei Cantici, mentre Franco Giulio Brambilla, partendo dal racconto dei discepoli di Emmaus, traccia una profonda e articolata riflessione sul corpo "dopo" l'evento di Pasqua.
Basilio, Gregorio di Nissa, Ambrogio, Girolamo, Agostino appartengono a un mondo che appare lontano dai bisogni e dagli interessi della nostra società 'liquida', peraltro dominata dai poteri forti dell'economia e della politica e dai ritmi frenetici delle accelerazioni tecnologiche. Poco importa se i Padri della Chiesa hanno compiuto una grande opera di risemantizzazione delle antiche forme letterarie, retoriche e filosofiche, mantenendo vivo il mondo classico e contribuendo alla formazione della modernità. Il loro 'luogo naturale' non deve essere uno scaffale delle biblioteche dei Seminari, il loro 'confino' un'aula universitaria frequentata da una cerchia molto ristretta di addetti ai lavori. L'idea che dei giovani liceali e universitari possano essere interessati e trovino il tempo per leggere i Padri suona alquanto strana e di controtendenza. Eppure, è questa la strada che l'autore e i suoi collaboratori hanno scelto di percorrere, raccogliendo il guanto di una sfida che si è rivelata di sorprendente vitalità, perché dal dialogo con il pensiero dei Padri sono sorte forti provocazioni e chiavi di lettura propositive per interpretare, vivere e trasformare il nostro tempo.
Questo libro si propone di esplorare i percorsi della Bibbia sul tema dell’amore divino e umano.Le Scritture,infatti,narrano di molti eventi nei quali si manifesta in maniera decisiva l’amore di Dio per il suo popolo e per tutto il creato e di molti altri in cui viene raccontato l’amore umano per Dio e per i suoi simili. Il volume pone l’attenzione anche sulla dinamica del sentimento e dell’esperienza dell’amore umano nelle sue diverse sfaccettature.In primo luogo l’amore appare segnato dallo sbaglio,dal peccato,dalla possibilità di essere ferito e di ferire.Se ciò ha a che fare,radicalmente,con l’esperienza del male personale e del peccato,esiste però anche la possibilità che l’amore sia malato a causa delle condizioni in cui è chiamato a darsi:condizioni talvolta ardue,alquanto difficili,segnate dal travaglio della crisi esistenziale. La meta dell’esplorazione non può che essere l’incontro con la figura di Cristo,colui che ci rivela il vertice dell’amore e colui nel quale non vi è contrapposizione tra bontà e verità. “Per la Bibbia l’uomo non è la sua intelligenza o i suoi pensieri,non è i suoi sentimenti o le sue emozioni.L’uomo non coincide neppure con la sua forza di volontà. Abbiamo un io più profondo delle nostre azioni,più profondo perfino dei nostri sentimenti.Tutti i popoli,tutte le religioni lo hanno sempre chiamato cuore. E anche la Bibbia lo chiama allo stesso modo. ERMES RONCHI
CURATORI
Ermes Ronchi dell’Ordine dei Servi di Santa Maria, dirige il Centro culturale Corsia dei Servi a Milano. Docente al Marianum. Per Paoline ha pubblicato: Dieci cammelli inginocchiati.Variazioni sulla preghiera(20073);Le case di Maria. Polifonia dell’esistenza e degli affetti (20074); I baci non dati (2007); Tu sei bellezza (2008).
Sonia Spinelli laureata in scienze dell’educazione, lavora presso la curia arcivescovile di Milano.Ha pubblicato alcuni contributi di pedagogia religiosa ed è autrice (con G.Biader e S. Noceti) di A piccoli passi.Itinerari post-battesimali per genitori e bambini 0-6 anni (2007).
È possibile essere ancor oggi contemporanei di Gesù? Come comprendere il Signore nella sua figura viva e non quale ricordo muto e sbiadito? Queste domande interrogano la coscienza credente che, soprattutto nell’epoca attuale, rifugge da mediazioni troppo astratte e generali. In una fase culturale in cui credere sembra essere particolarmente difficile, la fede si pone alla ricerca di un solido contatto con il proprio fondamento vivente; e la possibilità di ‘divenire contemporanei a Gesù’ viene percepita con acutezza quale condizione del realizzarsi di una fede convincente. In tale contesto risuona con immutata attualità l’intuizione di S. Kierkegaard: «Fin quando esiste un credente, bisogna ch’egli sia contemporaneo della Sua presenza». Essa costituisce la provocazione che origina gli Esercizi di cristianesimo qui raccolti. Il termine ‘esercizi’ allude al fatto che diventare contemporanei di Gesù non è impresa facile, ma esige un lungo tirocinio, un allenamento tenacemente ripetuto. Si tratta però di un esercizio ‘sul campo’ o, meglio, ‘nel corpo’ vivo del lettore, che è invitato a seguire le vicende dei discepoli, riscoprendo come il testo evangelico sia scritto per i lettori futuri e quindi anche per sé. Mediante la partecipazione alla trama narrativa dei vangeli, il lettore è gradualmente coinvolto nelle vicende del discepolato: questo vuole ottenere il testo evangelico, e questo si propone anche il libro di Franco Giulio Brambilla. Esso vuol motivare la convinzione che oggi, come accadde per Kierkegaard e per l’ininterrotta catena di testimoni che ci legano alle origini della salvezza, non c’è altro modo per divenire credenti che ricercare la contemporaneità di Gesù, sperimentando il cammino del discepolo.
Franco Giulio Brambilla, nato a Missaglia (Lc) nel 1949, è sacerdote della diocesi di Milano. Ha perfezionato i suoi studi alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, con un lavoro su La cristologia di Schillebeeckx (1989). Attualmente insegna Cristologia e Antropologia teologica alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e nella Sezione Parallela del Seminario di Venegono Inf. (Va), della quale è anche direttore. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Cristo Pasqua del cristiano (1991); Il Crocifisso Risorto. Risurrezione di Gesù e fede dei discepoli (19992) e diversi saggi apparsi su «La Scuola Cattolica», «Teologia» e «Rivista del Clero Italiano», a proposito di temi di cristologia, antropologia e pastorale.
Uno studio documentato sulla teologia della risurrezione che collega il momento cristologico (la risurrezione di Gesù) e il momento soteriologico (la nostra partecipazione alla sua risurrezione). Una sintetica teologia della risurrezione, svolta nei suoi momenti essenziali.
Dalla quarta di copertina:
L'impressione diffusa è che la teologia della risurrezione sia solo un corollario del valore salvifico della vicenda di Gesù, incentrata sul sacrificio della croce. Ne soffre l'annuncio cristiano, specialmente la predicazione e la catechesi, che, in occasione del messaggio pasquale, sviluppa riflessioni sulla speranza cristiana, tanto generiche da essere solo "simbolo" per l'agire dell'uomo come artefice del suo futuro e della storia. Le dimensioni propriamente salvifiche, antropologiche, ecclesiali, missionarie dell'annuncio pasquale sono svolte senza esplicito riferimento alla risurrezione di Gesù. Tale situazione è il riverbero della riflessione teologica sulla risurrezione. Nella cristologia corrente la valenza salvifica della Pasqua è come appannata ed è difficile vedere il raccordo interiore che corre tra il momento "cristologico" (la risurrezione di Gesù, il suo rapporto con il Padre) e il momento "soteriologico" (il dono dello Spirito, la conversione dei discepoli, la costituzione della chiesa, l'invio della missione, l'attesa del ritorno di Gesù).
Il documento sudio intende collegare il momento cristologico (la risurrezione di Gesù) e il momento soteriologico (la nostra partecipazione alla sua risurrezione). Tale sguardo sintetico è ritrovato proprio nella fede pasquale, quale luogo in cui si realizza "simultaneamente" il compimento della vicenda di Gesù e la possibilità reale della nostra partecipazione al suo cammino. Una sintesi teologica della risurrezione, svolta nei suoi momenti essenziali.