Qual è la specificità della libertà cristiana? La libertà cristiana è la stessa libertà umana nel suo più corretto esercizio, elevata dalla grazia divina alla ricerca dei beni soprannaturali. La libertà non è solo scelta di contingenza, votata al nonsenso. La libertà è un dono, è una missione, è un compito da eseguire durante tutta la vita. La libertà è la possibilità che ha l'uomo di poter aderire al suo Creatore con un atto che è pienamente suo e, a sua volta, fondato sulla Libertà assoluta. Dio non è quindi una minaccia né un limite all'esercizio della libertà umana. Egli è il garante di questa stessa libertà. Lontano da Dio, non ci può essere che schiavitù e morte spirituale. La libertà interiore si costruisce nel sacrificio, nella lotta, nel dominio di sé, nel rifiuto della concupiscenza della carne, della concupiscenza degli occhi e della superbia della vita (cf. 1 Gv 2,16). Questo certamente costa fatica. Ma alla luce della libertà che ci viene promessa - e che già siamo in grado di sperimentare su questa terra - il giogo si fa dolce ed il carico leggero (cf. Mt 11, 30), nulla infatti è impossibile a Dio ed ogni sacrificio è piccolo per colui che ama.
Il presente volume è un esempio dell'attenzione costante che la riflessione teologica riserva alle religioni nel loro rapporto con il cristianesimo. La sua prospettiva è chiara e definita, volta a ripercorrere la letteratura neotestamentaria nell'ottica dell'alterità religiosa. La prospettiva teologica adottata, come espressamente dichiarato e svolto nella prima parte, è quella del magistero conciliare e post-conciliare, dal quale emerge un atteggiamento di crescente attenzione e positività di giudizio nei confronti delle religioni, che, senza modificare l'impianto dottrinale, lo approfondisce e lo articola in maniera sempre più specifica. All'esposizione vera e propria del dettato neotestamentario nell'ottica delle religioni sono dedicate la seconda e la terza parte, mentre l'ultima riprende in maniera ordinata i temi emersi dall'esame del testo biblico in vista di una sua visione d'insieme. Presentazione di Mariano Crociata.
La domanda di fondo che percorre il testo è se è possibile o no avere la certezza della propria fede senza che ciò implichi una violenza al diverso? L'autore tenta di dare risposta a tali questioni sostenendo la ricerca dell'unità religiosa e della concordia riguardo i valori trascendenti deve essere per cristiani un segno di credibilità della verità, che non si possiede ma che possiede. In fin dei conti ogni tentativo di dimostrare con la forza o con la pura persuasione umana di essere la vera religione porterà a contraddire la stessa verità di cui il cristiano è portatore.
Cos'è la religione? Quali sono le sue cause? Quale la sua valenza per la vita del singolo e della società? Non è mai stato facile definire questo fenomeno così presente e così misterioso. Chi tenterà di risolvere il problema religioso in modo concludente troverà che le difficoltà e i paradossi saranno sempre in agguato. Mircea Eliade parla di complessità labirintica dei fatti religiosi. È sempre un rischio introdursi in questo labirinto, è una sfida avventurarsi in questo mare burrascoso; non sarebbe meglio tacere su ciò che non si può nominare? Eppure bisogna parlarne. È una dimensione troppo importante nella vita dell'uomo per rinunciare a provarci. Nelle pagine che seguono ci auguriamo di poter offrire alcuni elementi basilari per arrivare ad una conoscenza più approfondita della religione e del suo posto all'interno dell'esistenza individuale e della cultura. Il nostro approccio sarà fenomenologico, cioè, partendo dagli studi di Mircea Eliade e Rudolf Otto principalmente, seguirà un metodo che parte dalla costatazione dei dati di fatto per arrivare ad una prima comprensione della religione come "epifania della creaturalità".
La fede cristiana ha forgiato la cultura occidentale e in particolare la cultura italiana. Il nostro modo di parlare di Dio, del mondo e dell’uomo porta il segno dell’esperienza religiosa che si rifà a Gesù di Nazareth. Le nostre città sono state costruite attorno a chiese, santuari, monasteri. Se entriamo nell’universo dell’arte italiana ed europea, troviamo l’evidente influsso del cristianesimo: l’architettura, la scultura, la pittura, la musica… In Italia si può toccare con mano come esso ha saputo sintetizzare lungo i secoli il meglio della cultura classica con il genio artistico e religioso del popolo italiano. Per questo motivo, al di là dell’adesione o meno al cristianesimo, è necessario conoscere cosa sia, nei suoi tratti essenziali, questa proposta religiosa che si rifà a Gesù di Nazareth, quali siano i suoi principi, la sua visione di Dio, dell’uomo e del mondo, con la consapevolezza che quei principi e quella cosmovisione sono un patrimonio che riguarda ciascuno di noi, le persone che ci stanno attorno, le nostre strade e le nostre città, perfino la nostra economia e il nostro ordinamento giuridico. Conoscere il cristianesimo significa conoscere più profondamente noi stessi.
Marcelo Bravo Pereira (Santiago del Cile 1970) dal 2011 al 2016 è stato direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose collegato all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Laureato in filosofia teoretica e Dottore in teologia dogmatica, è professore aggregato di Teologia alla facoltà di teologia del medesimo Ateneo. Ha pubblicato, tra l’altro, Las religiones no cristianas a la luz de la revelación, APRA, Roma 2010, Pensiero filosofico su Dio e la religione, APRA, Roma 2008 (2a ed.), La ricerca di quello splendore, If Press, Roma 2011, Una libertà per amare, APRA 2017. e Cristianesimo e Religioni. Contesto, metodo e riflessione teologica, If Press, Roma 2018. Ha collaborato inoltre con le riviste Ecclesia e Alpha Omega con diversi articoli su temi di filosofia e teologia.