Chi siamo? Che cosa forma la nostra identità? Come è possibile la coesistenza, in noi, di una dimensione fluida, in divenire, con una dimensione salda, profonda? C'è differenza tra identità e personalità? E che cosa rende un individuo persona e fa sì che tale resti nel tempo, al di là dei cambiamenti? Gli autori propongono un itinerario di ricerca tra psicoanalisi e filosofia, e si inoltrano nell'esplorazione della questione dell'identità, muovendo dall'idea ricoeuriana di identità narrativa, per giungere a proporre quella di identità traduttiva e a dare rilievo, sulla scia del pensiero psicoanalitico contemporaneo di derivazione bioniana, al concetto di trasformazione, secondo un modello corrispondentista trasformazionale. La psicoanalisi e la filosofia ermeneutica sono così chiamate a collaborare a un processo di costruzione dell'identità di cui pure riconoscono il carattere inafferrabile: l'identità resiste, persiste, ma come un processo che non ha mai fine e che si svolge tanto a livello dell'inconscio, nella atemporalità e nella molteplicità identitaria, quanto della coscienza, ove il tempo torna ad esistere e il sé, pur con le sue incertezze, a riemergere.
"Questo libro ci mostra innanzi tutto che la 'via lunga', che è l'ermeneutica critica ricoeuriana, mantiene, nella pluralità dei percorsi, l'unità della questione etica fondamentale: il compito della filosofia, inteso come problema teoretico e pratico. La via ricoeuriana è lunga per la genesi interdisciplinare dei concetti, che il filosofo elabora ripensando il campo categoriale della psicoanalisi, della teoria dell'azione, della teoria della storia, dell'epistemologia delle scienze umane; ma è una via che persegue un compito unitario, compito che Busacchi identifica con la definizione di un 'modello procedurale filosofico', o modello di un'ermeneutica critica che integri spiegazione e comprensione. Contributo fondamentale di questo libro è ricostruire i percorsi plurali attraverso cui Ricoeur si immerge di volta in volta nelle discipline e nelle metodologie, dalla psicoanalisi, alla retorica, alla storia, con una curiosità stupefacente per la formazione di campi concettuali e argomentativi: la filosofia di Ricoeur nasce come una vera e propria polifonia discorsiva, di cui l'autore di questo libro riesce sempre a mostrare l'intenzione filosofica fortemente unitaria." (Dalla Prefazione di Silvana Borutti)