I servizi alla persona si pongono l'obiettivo di assicurare ai cittadini di una comunità nazionale un sistema integrato di azioni che mirano a garantire una migliore qualità della vita. In essi vi sono innumerevoli ruoli e funzioni, ma è fondamentale la presenza di personale qualificato, in grado di rispondere, in maniera efficace, alle diverse esigenze. Siccome ciò che accomuna tutti i profili professionali impiegati in quest'area è l'essere in grado di stabilire una concreta relazione con gli altri, l'esigenza di dare vita a relazioni di autentica condivisione delle pratiche e degli interventi pone la necessità della definizione di un'etica dei servizi alla persona e delle relazioni d'aiuto. Il testo, nell'individuare i servizi alla persona e le relazioni d'aiuto come «luoghi» della promozione dell'umano in pienezza, cerca di motivare e spiegare che la domanda fondamentale, sottesa a tutta l'impostazione riflessiva dell'etica dei servizi alla persona e delle relazioni d'aiuto, non riguarda tanto una investigazione di tipo deontologico-morale («che cosa devo fare»), quanto, piuttosto, una domanda più radicale («come dovrei vivere, quale qualità buona devo attribuire alla mia vita e a quella altrui») che interpella l'esistenza quotidiana dell'uomo, il senso della sua condizione umana, il suo progetto di vita e la realizzazione della sua dignità di essere persona.
L'attuale contemporaneità è caratterizzata dalla persistente e pervasiva messa in discussione dei costitutivi antropologici fondamentali. La "grammatica" dell'umano, che, strutturalmente, si dà nell'identità differente del maschile e del femminile, viene continuamente disarticolata dal diffondersi delle teorie del gender che determina lo stravolgimento del proprium dell'umano. Il presente lavoro, intendendo offrire coordinate per ritessere il tessuto antropologico ed etico nella contemporaneità, opera una ripresa e un approfondimento del tema con lo scopo di riproporre la "normatività" autentica della "grammatica" dell'umano, la quale, fondata sulla significazione della differenza del maschile e del femminile, individua nella reciprocità la dimensione antropoetica fondamentale del costituirsi e relazionarsi umano.
Ri-pensare Dio oggi è un compito quanto mai attuale e urgente. Le modificazioni delle nozioni di spazio e tempo offrono alla riflessione teologica nuove modalità per pensare, comunicare e trasmettere la fede oggi. Esse permettono di riarticolare la triade metafisica Dio, uomo e cosmo, nelle loro reciproche relazioni, e consentono di ritornare a parlare di Dio nell'età della scienza cogliendone la sua presenza vivente nello spazio-tempo dell'universo.
Le riflessioni contenute in questo testo intendono offrire percorsi interpretativi tesi a favorire l'incontro tra uomini e culture diverse avantaggio dell'autentico bene della persona e della collettività.
Nicola Abbagnano è nato a Salerno nel 1901 ed è morto a Milano nel 1990. Ha studiato a Napoli sotto la guida di Antonio Aliotta. Dal 1936 al 1971 ha insegnato Storia della Filosofia nell'Università di Torino, dove nel dopoguerra è stato tra i fondatori del Centro studi metodo - logici e dove tra il 1952 e il 1960 ha organizzato i convegni del gruppo "neoilluministico". Famoso per avere scritto una Storia della Filosofia e un Dizionario di Filosofia con i quali si sono formati generazioni di studiosi e docenti, è stato il principale esponente dell'esistenzialismo italiano. Con lo sviluppo del suo pensare egli ha inteso sottolineare che la problematicità fondamentale dell'esistenza può essere affrontata dall'uomo non con quegli atteggiamenti angoscianti, deprimenti e dagli esiti nichilisti presenti in alcune figure importanti dell'esistenzialismo del Novecento, ma mediante l'uso razionale che vede nella categoria della possibilità l'elemento caratterizzante la positività dell'esistenza umana. Esso offre così un valido contributo per la possibilità di cogliere un senso da dare o da acquisire per l'uomo ed apre la via ad una considerazione significativa dell'intera esistenza umana che, secondo Abbagnano, si realizza come strutturale possibilità di essere.
La Società italiana per la ricerca teologica (SIRT), che organizza periodicamente simposi per promuovere l’investigazione critico-scientifica interdisciplinare in campo teologico, ha deciso di concentrare i propri interessi di studio attorno al “simbolo di fede”. Al tema ha già dedicato i volumi curati da: C. Dotolo, Il Credo oggi. Percorsi interdisciplinari (2001); G. Giorgio, Dio Padre Creatore. L’inizio della fede (2003); V. Battaglia e C. Dotolo, Gesù Cristo Figlio di Dio e Signore (2004); C. Dotolo e C. Militello, Concepito di Spirito Santo, nato dalla Vergine Maria (2006); F. Bosin e C. Dotolo, Patì sotto Ponzio Pilato... (2007). I saggi raccolti in questa sede rappresentano i contributi offerti al X Simposio della SIRT in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI: essi vertono attorno agli articoli sesto e settimo del simbolo apostolico: «Salì al cielo, siede alla destra di Dio padre onnipotente, di là verrà a giudicare i vivi e i morti». Lo sforzo di tutti gli studiosi è quello di ridire Dio nel contesto spazio-temporale in cui oggi ci troviamo a vivere, affinché la professione di fede possa ancora essere reale strumento di trasmissione della medesima fede nel mutato contesto culturale.
Sommario
Nota dei curatori. 1. Salì al cielo, siede alla destra di Dio, di là verrà a giudicare i vivi e i morti (C. Valenziano). Ad limina. 2. Storia della salvezza e teologia. L’ultimo uomo alla fine della storia (G. Pasquale). I. «Salì al cielo» tra cielo e terra. 3. Quale «luogo» abita Dio? (C. Caltagirone). 4. Quale «luogo» abita l’uomo? Modelli di umanità postmoderna nello scenario della globalizzazione (G. Giorgio). II. «Siede alla destra di Dio padre onnipotente». Tra potenza umana e (im)potenza divina. 5. Oltre l’onnipotenza di Dio (L. Tomassone). 6. Fascino del virtuale sovrabbondanza del reale (F. Pasqualetti). III. «Di là verrà a giudicare i vivi e i morti». L’attualità inattuale del Regno. 7. Etica o religione: la provocazione di Gesù (C. Zuccaro). 8. La caritas forma dell’identità cristiana (L.M. Pinkus).
Note sui curatori
Calogero Caltagirone è ricercatore presso la Libera Università Maria SS. Assunta (LUMSA) di Roma e insegna nella sede di Caltanissetta oltre che nella Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” di Palermo. Tra le sue pubblicazioni: Lo Spazio-Tempo della Chiesa. Per una ecclesiologia in prospettiva locale, Caltanissetta 2001; Ripensare il mondo. Spazio-tempo, cosmovisioni, conoscenze, Caltanissetta-Roma 2001; Giovanni Cinquemani. Una predicazione sociale, Palermo 2001; Scienze e teologia. Incontri e scontri ai confini della conoscenza, Bologna 2002; I luoghi della Chiesa. Per una storia della teologia della Chiesa locale, Caltanissetta-Roma 2003; L’umanità dell’uomo. Sondaggi antropologici tra scienza e filosofia, Caltanissetta 2004; La comunità dei parlanti. L’istanza etica del parlare secondo Jürgen Habermas, Caltanissetta-Roma 2005. Ha curato il volume Antropologia e verità dell’uomo, Caltanissetta-Roma 2000.
Giovanni Giorgio è docente di filosofia teoretica nella Facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Lateranense ed è preside dell’Istituto teologico abruzzese-molisano di Chieti, affiliato alla predetta Università. Tra le sue pubblicazioni: Il Dio ultimo come origine della verità, Roma 1998; Il pensiero di Gianni Vattimo, Milano 2006. Ha curato i volumi Dio padre creatore. L’inizio della fede, Bologna 2001; Planus 2006. Quaderno di studi dell’Istituto Teologico Abruzzese-Molisano, Pescara 2006; Speranza: una sfida al presente, Pescara 2006.
Il tema dell'identità relazionale dell'essere umano, dal punto di vista antropologico ed etico, diventa, nell'attualità, una questione incalzante per cogliere la sua specificità irriducibile nell'ordine dei viventi. Tale identità istituisce dalle/delle/nelle/con/tra le relazioni, in quanto ogni umano nasce da una relazione originaria (verticale) in relazione con essa (filiazione-paternità-maternità), e si costituisce nelle trame relazionali originali estese (orizzontali), che si esprimono in una molteplicità di rapporti (fraternità/sororità-maschio/femmina-sposo/sposa-marito/mogliecittadino/cittadina-individuo/comunità, e altro ancora). Dato che queste trame contraddistinguono in un'apertura relazionale l'intero dell'umano, diviene necessario tornare a riflettere sulla sua dimensione relazionale, che si determina come categoria originaria e fondamentale dell'antropologico e dell'etico sia per la costituzione identitaria della soggettualità, sia per l'insieme complesso delle esperienze antropo-etiche che il soggetto concreta nelle forme pratiche della vita "tessendo" relazioni, le quali, non rimanendo sullo sfondo, hanno una profonda valenza strutturante il volume totale della persona.