Gli aspetti teorici e operativi dell'educazione interculturale: i concetti, le analisi, le prospettive e le indicazioni operative. Un testo per capire come la globalizzazione e la crescente compresenza di più usi, costumi, lingue e religioni rendano la prospettiva della pedagogia interculturale sempre più centrale, e ineludibile, anche per la scuola italiana. Per superare le visioni che leggono l'emigrazione e i contesti multiculturali in termini di disagio e di rischio e considerare le culture come realtà dinamiche, in continua evoluzione e il loro confronto come una grande risorsa, anche dal punto di vista educativo. Uno strumento pensato per quanti hanno a cuore la sfida più impegnativa per la società contemporanea e vogliono affrontarla in modo consapevole.
Il libro presenta gli esiti di un proficuo lavoro di riflessione e di ricerca-azione condotto all'interno di un percorso formativo, realizzato negli anni 2010-2013. Il volume è organizzato in due parti. La prima, collocando la riflessione interculturale nel contesto valdostano, italiano ed europeo, vuole definire i presupposti teorici e pedagogici per il passaggio dalla pedagogia alla didattica interculturale e plurilingue. La seconda parte dà conto del lavoro svolto dagli insegnanti, dai mediatori e dagli operatori culturali nell'ambito del percorso formativo.
Il volume offre un percorso di scoperta e di confronto con il pensiero "disarmato" del principale teorico italiano della nonviolenza: Aldo Capitini. In un contesto come quello attuale in cui vi è una profonda connessione tra guerra e sfruttamento di persone e di risorse, la prospettiva nonviolenta rappresenta una proposta propriamente pedagogica di liberazione dalle dinamiche di oppressione, per la costruzione di spazi di partecipazione politica e di una feconda cultura di pace, vale a dire una cultura in grado di preparare, sviluppare, difendere la pace.
Il tema dell'integrazione sociale dei rifugiati rappresenta una rilevante emergenza sociale e formativa del nostro tempo. Tale questione viene approfondita nel volume a partire da una riflessione critica sulla nozione di integrazione sociale e dall'analisi delle rappresentazioni che dell'inclusione sociale si costruiscono coloro - educatori, assistenti sociali, antropologi, psicologi, operatori sociali in genere - che quotidianamente progettano e predispongono opportunità di inserimento sociale nei servizi per rifugiati e titolari di protezione internazionale. Le analisi e i ragionamenti sviluppati sono di sicuro interesse sia per chi è impegnato in percorsi di formazione iniziale o continua nel settore dell'intervento sociale e formativo, sia per chi si occupa, a diversi livelli, di politiche sociali. Lo studio delle forme di inclusione di chi vive nel nostro paese senza averlo scelto - come nel caso dei rifugiati - contribuisce a "ribaltare" l'accezione di integrazione sociale - solitamente declinata "a senso unico" in prospettiva assimilazionista - e rappresenta la cartina di tornasole per comprendere quale risposta sociale e formativa si è in grado di offrire di fronte a processi globali e locali che generano la fuga di milioni di persone in tutto il mondo.